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Autore: LadyIce9    21/10/2014    7 recensioni
Cosa sarebbe successo se il giovane Tom Riddle, invece di essere nato negli anni quaranta, fosse nato negli stessi anni dei suoi mangiamorte più famosi? Se avesse conosciuto fin da bambino Bellatrix Black, Rodolphus Lestrange, Lucius Malfoy e anche Severus Piton, Lily Evans e i malandrini? Sarebbe cambiato qualcosa in lui o sarebbe comunque diventato il mago più cattivo e spietato di sempre? Questa storia si propone di spiegarvelo, senza modificare nessun personaggio e nessun contenuto della storia originale....
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mangiamorte, Severus Piton, Sorelle Black, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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La Magdeleine, Valle d'Aosta, novembre 1986

 

Bellatrix Black era terribilmente depressa.

Come ogni giorno, stava seduta davanti alla stessa finestra, ferma, con lo sguardo fisso e vacuo preso a guardare il cortiletto innevato. Si mordeva con insistenza il labbro screpolato, senza fare altro.

Un mese era trascorso da quando era libera, e più i giorni passavano, più sentiva vuota e priva di vita. Mai aveva desiderato la morte così tanto come in quei giorni di semi-libertà. Non sapeva neanche dove si trovava, ma aveva capito con stizza che quella ridente e innevata cittadina doveva essere sicuramente un luogo babbano.

Represse un conato di vomito.

Un tempo come minimo avrebbe distrutto tutto, ma ora le cose erano cambiate, e non tanto per l'esperienza distruttiva di Azkaban, che pur l'aveva segnata fin nel profondo, quanto piuttosto per la disperazione cieca e onnipresente che accompagnava ogni momento della sua vita e che la privava di ogni ardore, di ogni desiderio e di ogni speranza. L'apatia di Azkaban era ben diversa da questa.

Almeno ad Azkaban una scintilla, seppur debole, illuminava timidamente le sue giornate e le permetteva di andare avanti, di resistere e non cedere alla tentazione del suicidio... La speranza cioè che lui, un giorno, sarebbe arrivato e l'avrebbe portata via. Bellatrix infatti non aveva mai rinunciato a questo anelito, e niente, nemmeno il tempo e i dissennatori, erano mai riusciti a strappargliela via.

Ma ora le cose erano diverse. Lei non era più ad Azkaban, e lui... Lui non c'era.

Non si era neanche disturbato di venire, neanche per rimproverarla e riportarla dentro, magari... Niente di niente. Solo una paralizzante e dolorosa indifferenza.

Oh, almeno, così credeva.

Non poteva certo sapere di trovarsi in una baita sperduta e isolata da ogni forma di magia, non poteva immaginare che in realtà Tom Riddle e gli altri Mangiamorte la stavano cercando per il mondo, confusi e spiazzati, proprio come gli Auror del Ministero.

Andromeda infatti si era accordata con Silente di nasconderla in Italia, nella casa in montagna dei genitori di Ted Tonks, in una impensabile località babbana, isolata dal mondo magico e resa impenetrabile da qualsiasi magia o mago. Silente stesso si era premurato di fare ciò, e aveva anche intimato ad Andromeda di non far uscire Bellatrix nemmeno per un istante, altrimenti sia gli Auror che i Mangiamorte avrebbero potuto localizzarla e arrivare subito.

E così passarono le prime settimane di Bellatrix dopo Azkaban, tra l'isolamento magico e la grottesca convinzione di essere stata dimenticata da tutti, quando in realtà non era mai stata più famigerata e voluta di così.

Da quando era evasa, infatti, nel mondo magico era scoppiato un vero putiferio: Il Ministero, per agevolare le ricerche della “Strega più pericolosa dell'ultimo secolo”, aveva fatto tappezzare tutti i muri e i quotidiani con la sua foto, i detenuti più pericolosi di Azkaban furono trasferiti per questioni di sicurezza nella prigione di Nurmengard, creando un enorme scompiglio e via vai di ergastolani assetati di sangue, agli Auror di conseguenza furono imposte tante ed estenuanti ore di straordinario, mentre ai dissennatori fu concesso di girovagare indisturbati per i centri abitati, con tutte le disastrose conseguenze del caso. E, come se non bastasse, anche i privati, vedendo Bellatrix Black da tutte le parti, contribuivano ad aumentare la tensione con le loro continue e stupide segnalazioni.

Certo, nessuno poteva immaginarsi che la donna in questione si trovasse in una località turistica babbana e che fosse nascosta da una delle medimaghe più brave e gentili di Londra: Andromeda Tonks.

Costei, infatti, godeva di grande stima, sia per le sue abilità di curatrice, sia per la sua nobiltà d'animo. Nessuno pareva ricordarsi che lei fosse stata una Black, e nessuno avrebbe mai creduto che fosse la sorella minore della “Indesiderabile numero uno”. Eppure lei lo era, e faceva di tutto per farla stare meglio, per distrarla e curarla dai mali del corpo e dell'anima... Ma, malgrado queste sue sue cure e attenzioni, Bellatrix non era migliorata. Il suo corpo era ancora debilitato e disabituato a mangiare, mentre la sua psiche mostrava gravi segni di fragilità, non tanto mentale quanto psicologica: Bella era diventata molto più violenta e aggressiva, manesca e totalmente ingestibile, come se Azkaban le avesse strappato via quella poca umanità e ragionevolezza che aveva avuto prima di entrare.

I suoi sbalzi di umore mettevano a dura prova Andromeda: A volte urlava come un'ossessa, distruggeva, graffiava, si strappava i capelli e la minacciava di morte, altre volte invece si chiudeva in se stessa, passava intere giornate alla finestra o a letto, muta e immobile, senza parlare, mangiare o dormire.

Era visibilmente depressa, e Andromeda sapeva anche il perchè.

Benchè avesse cercato in tutti i modi di tranquillizzarla, mentendole e facendole promesse che non avrebbe mai mantenuto, la strega oscura continuava a disperarsi per lui, per la sua lontananza e il suo apparente disinteresse.

Un giorno però le cose cambiarono, dopo circa un mese da quando era giunta lì, Andromeda non riuscì più a mentirle. L'occasione si presentò quando Bellatrix rivide, per la prima volta dopo sette anni, la propria immagine riflessa allo specchio.

Andromeda infatti aveva cercato di celarle il suo aspetto deturpato, togliendo la maggior parte degli specchi e opacizzando i vetri, ma sapeva che prima o poi quel giorno sarebbe arrivato, e quando arrivò, la medimaga se ne accorse subito.

Sono un mostro”

Bellatrix, dopo essere entrata (buttando giù la porta) in una camera blindata, si era imbattuta davanti a un antico e prezioso specchio a figura intera, cimelio babbano della famiglia di Ted. Inutile dire che rimase senza fiato dallo sgomento: il suo corpo sinuoso si era ridotto a un mucchio d'ossa, le curve abbondanti erano sparite, i suoi capelli lunghi, recisi, il viso un tempo fresco e luminoso, era diventato grigio, secco e scavato.

Riusciva a stento a riconoscersi, si immaginava che il suo corpo fosse cambiato in peggio, ma non credeva così in peggio.

“Sono un mostro” ripetè con rabbia, appena si accorse della presenza di Andromeda “Guardami, non sono io”

“Bella” le rispose Andromeda tristemente, avvicinandosi alle sue spalle “Certo che non sei tu, dai tempo al tempo, sette anni di sofferenza non possono sparire in un giorno”

Bellatrix si girò di scatto, con gli occhi assassini che scintillavano di rabbia “INVECE SONO IO!” le strillò furiosa “GUARDAMI! GUARDAMI! È COLPA TUA!! TUA!”

Andromeda roteò gli occhi, paziente. Ormai era abituata alle sue sfuriate, così come a quelle dei suoi pazienti.

“Bella, certo che sei tu” le rispose pacata “Ma quello che vedi non è l'aspetto che ti appartiene, tu sei diversa da così”

La strega tacque a guardarla, con il respiro ancora affannato, e Andromeda continuò “Tu sei la mia bellissima sorella maggiore, lo sei sempre stata e sempre lo sarai, non darti pena, devi solo riprenderti e mettere su qualche kilo...”

Quelle parole però le fecero l'effetto opposto. Bellatrix si acasciò a terra, sconvolta.

“Bella” disse Andromeda triste “Oh Merlino, Bella..”

“Riportami ad Azkaban, non voglio stare qui”

“Via, non essere sciocca” le rispose spiccia, tirandola su da terra “Vieni a mangiare qualcosa...”

“No...” piagnucolò Bellatrix, cercando debolmente di divincolarsi “Non ho fame, non osare costringermi”

“Coraggio” le rispose paziente “Lo sai che devi sforzarti, solo così potrai tornare bellissima, proprio come eri una volta”

Bellatrix le scoccò un'occhiata di puro odio, un moto di invidia assassina la invase tutta, fin nell'anima. Perfino ora che non era più una ragazzina, Andromeda continuava ad essere splendida, ancora di più di come se la ricordava.

“Tu dici che ero bella” iniziò collerica, stringendo i pugni “È facile lusingare quando si sa di essere migliori, non è vero sorella?”

Andromeda aggrottò la fronte dallo stupore “Migliore di te? Io?” ripetè con sottile ironia “Se pensi una cosa del genere devi stare molto male, Bellatrix”

“No, certo che non lo penso!” precisò subito l'altra, con l'orgoglio da difendere e la sua superiorità da riaffermare “Io non l'ho mai pensato! Mai, cara sorella!” fece una pausa, indecisa se continuare o meno “Lui, lo diceva...

Andromeda alzò le sopracciglia, sorpresa. Era la prima volta che parlava di Riddle, dopo il primo giorno.

“Ah, si? Non mi avevi detto che mi odiava e che lo... Come dicevi? Ah, che lo ripugnavo?” esclamò mordace “Dai Bella, sto scherzando, non dirmi che gli credevi, aveva occhi solo per te...”

“CERTO CHE GLI CREDEVO!” sbottò carica di risentimento, mandando in frantumi il vetro dello specchio “Lui non mi ha mai mentito! Quello che diceva a me era sempre vero!” trasse un respiro profondo, perfino urlare l'affaticava “Mentiva a voi, non a me”

Andromeda scosse la testa, lanciando un'occhiata cupa allo specchio

“Eravate solo due ragazzini” le disse calma “Quello che ti diceva, lo diceva solo per ferirti e per mascherare i suoi sentimenti... E tu lo sai Bella, lo hai sempre saputo”

“No, non è vero” sussurrò Bellatrix “Lui non hai mai provato nessun sentimento che non fosse ascrivibile all'odio o alla rabbia. L'unico motivo per cui mi permetteva di stargli vicino erano le mie potenzialità oscure e la mia abilità nei duelli” un sorriso nostalgico le incurvò le labbra “Non l'ho mai deluso, ogni cosa che mi chiedeva io la facevo, in modo veloce e impeccabile... Gli ero utile”

“Oh, si. Gli eri utile nell'uccidere e nel seminare panico tra le persone” le disse Andromeda, con tono grave “Ancora non mi capacito di quello che hai fatto...Hai ucciso delle persone, Bellatrix, delle persone innocenti”

“Si, ma l''ho fatto per una giusta causa!” gridò veloce, con un disgusto paralizzante “Erano inutili e sporchi babbani! Creature inferiori, indegne di convivere con noi! Proprio come i maghi scellerati che li supportano e che si accoppiano con loro... Meritano la morte. Tutti.”

Andromeda fece un respiro profondo. Bellatrix non era cambiata. Non che lo avesse sperato, però... Non poteva farne a meno. Il suo inconscio la rimandava sempre alla sua infanzia, quando Bella era solo una ragazzina superba e arrogante, ma pur sempre amichevole, confidenziale e protettiva, seppur con pochi eletti. Sapeva che quella Bella c'era ancora, da qualche parte dentro di lei, come sapeva che un giorno le avrebbe potuto parlare di Ted e Dora, senza dover correre per metterli in salvo. Certo quel giorno era lontano, ma Andromeda non aveva fretta, e per adesso si era limitata a dirle che aveva rifiutato la sterile proposta di Rabastan Lestrange, cosa per altro vera.

“Se solo mi degnasse di vederlo” le parole disperate di Bellatrix la destarono “Di toccarlo un'ultima volta... Non chiedo altro”

Un moto di compassione investì la più giovane “Vedrai che arriverà quel giorno” le disse rassicurante, sfoderando un sorriso “E qualcosa mi dice che ti degnerà di fare ben altro...”

Bellatrix la guardò male, pentendosi di tutte le stupide confidenze che le aveva fatto in giovane età “Non insinuare... Guardami, guarda come sono... Fortuna che non può vedermi, almeno questo.”

Andromeda sorrise, sua sorella era così prevedibile.

“Non credo che si farebbe troppi problemi”

Bellatrix le graffiò il braccio con cui la sorreggeva, pur senza farle male. Odiava essere contraddetta.

“Si invece!” sbottò “Non ero il tipo di donna che gli piaceva, semplicemente premiava i miei successi, qualche volta...”

“Oh, certo. Che spirito magnanimo, un martire, direi.”

Bellatrix stava per ribattere, ma Andromeda continuò

“Comunque, facciamo finta che tu abbia ragione. Che ti usava solo per scopi militari, che non gli piacevi e tutto il resto. Però ora io ti chiedo una cosa: Secondo te, un uomo attraente e carismatico come lui quanti problemi avrebbe avuto a trovarsi una donna di suo gusto da portarsi a letto?”

Bellatrix la guardò con odio, rifiutandosi di risponderle.

“Magari bionda, con gli occhi celesti e preziosi? Nessuno” la investì Andromeda, con la sua stessa sicurezza travolgente “Eppure stava solo con te, Bella, quando c'eri tu le altre sparivano davanti ai suoi occhi, me compresa...”

“Bugie!” le rispose Bellatrix ostinata, con un sorriso beffardo “Credi davvero che io avessi l'esclusiva? Piccola, stupida, bambina ingenua... Se non prestava attenzione alle donne, era solo perchè ne era superiore, le debolezze che piegano in due gli uomini non l'hanno mai sfiorato, cedeva con me per pietà, perchè io lo tentavo in ogni modo e gli davo tutto... E poi cosa ne sai, tu? Chissà con quante donne sarà stato in tutti questi anni e quante altre avrà posseduto anche quando c'ero io... Tu sei veramente troppo ingenua, stupida

“Dai sorella, sai benissimo che non basta dare 'tutto' agli uomini per tenerli lontani dalle altre, soprattutto quando sono giovani e belli come lui, e poi come poteva avere rapporti con le altre quando tu gli stavi sempre addosso? Dai c'era ben altro fra voi, non puoi negarlo”

“Da parte mia, c'era ben altro... ”

“Anche da parte sua!” esclamò Andromeda convincente “Io è da una vita che provo a dirtelo, lui ti..”

“NO!” la interruppe Bella con isterismo “Non lo dire! Non osare dire...”

Ama”

Bellatrix strillò per rabbia e disperazione, per fortuna che non aveva la sua bacchetta.

“Dannazione, Dromeda!” le strillò contro con fare isterico, tirandosi i capelli “Perchè mi devi torturare così? Che cosa ti ho fatto di male? Lui non può! NON PUÒ!!”

“Ti riferisci all'Amortentia, non è vero?” le rispose Andromeda, che invece rimase tranquilla, su imitazione di Silente “ È un mare di sciocchezze, stupide leggende medievali che non hanno alcun fondamento magico”

“Non sono delle sciocchezze!” strillò di nuovo Bellatrix, colma di rabbia per il suo scetticismo “è tutto vero, tutto stra-maledettamente vero! Se no come spieghi la sua diverstà? La sua assoluta perfezione? Lui non può amare, e sai che ti dico? Questo è uno dei motivi pr cui io lo amo

“Però, se davvero non è in grado di amare, allora non può essere neanche l'uomo perfetto e senza difetti come credi, anzi, avrebbe un deficit piuttosto grande, non essendo capace di fare una cosa che tutti riescono a fare, animali compresi”

Bellatrix aprì e chiuse la bocca senza sapere cosa ribattere, a disagio, e Andromeda continuò “E poi, se non è capace di amare, allora non può neanche odiare, perchè l'amore e l'odio sono sentimenti complementari, sono due faccie della stessa medaglia che trovano l'uno la condizione di esistenza nell'altro, e d'altronde se non può odiare allora non può provare rabbia, rancore, antipatia e tutti i sentimenti negativi che si esplicano nell'odio”

“Per il sangue, ma come sei saggia Dromeda” la interruppe Bellatrix, sarcastica “Non sei cambiata in questi anni... Ma io, delle tue inutili elucubrazioni accademiche, non me ne faccio proprio un bel niente, io so come stanno realmente le cose, e tu non puoi dire o fare niente per cambiarle. Nessuno può”

“Non è vero, Bella... tu le hai cambiate, se no perchè credi che ti abbia fatto catturare dagli Auror? In questi sette anni ci hai mai pensato? Hai pensato al perchè di quel gesto?”

“Certo che ci ho pensato! È da quando mi hanno catturato che ci penso ininterrottamente, che mi tormento nel cercare una risposta!”

“E allora? Te la sei data?”

“Si” disse convinta, con gli occhi che le bruciavano di lacrime mai versate

“ Ebbene? Qual è?”

“Quale può essere secondo te?” le rispose acida “Si era stancato di me, non mi voleva più tra i piedi! E non mi vuole tutt'ora, dato che non è venuto neanche a parlarmi...Non una parola, nemmeno un cenno, niente, da quando sono qui. E non dirmi che non lo sa, perchè è impossibile. Per lui è come se fossi morta”

“No... Questo non è propriamente vero...”

Andromeda si pentì di quelle parole nello stesso istante che le pronunciò. Non potè trattenerle, non ce la faceva più a vederla ridotta così. Silente le aveva di tenerla all'oscuro per molto tempo... In fondo un mese poteva bastare, no?

“Come non è vero?” le chiese subito Bellatrix “ Tu che diavolo ne sai sorella?”

La medimaga si andò a sedere nel divano dilaniato dai graffi della strega, il cuore le batteva all'impazzata e le mani le tremavano.

“Bella...Prometti di non uccidermi?”

Bellatrix sgranò gli occhi, che, ironia della sorte, si accesero proprio di un fuoco omicida.

“Lui... Non è vero che non ti vuole o che ti ha dimenticato” proseguì titubante, mentre l'altra la guardava con l'immobilità minacciosa di un rapace “Infatti, credo, anzi, sono sicura che ora... Ti... ti stia cercando...”

Che cosa? Che cosa vuol dire che mi sta cercando, Andromeda?” la sua voce aumentò pericolosamente di un tono

“Qui siamo in una casa di babbani che è stata magicamente isolata, finchè sei qui nessun Auror, creatura magica o... mago potrà trovarti, nemmeno volendo”

Bellatrix si pietrificò, un pallore spettrale colse il suo viso già esangue.

“Bella perdonami, io l'ho fatto per te, per tenerti al sicuro, e... E anche gli Auror ti stanno cercando notte e giorno, hanno perfino perlustrato i fondali marini che costeggiano Azkaban, nella speranza della tua dipartita...”

Ma Bellatrix non sentì altro.

Che cosa?” ripetè incredula, con il cuore che martellava impazzito, tutto il suo corpo squassato da tremori

“Bella ho dovuto farlo” si scusò Andromeda angosciata, guardando la sua espressione furiosa “Avevi bisogno di cure, dovevi riposarti almeno per un mese, eri ridotta in uno stato pietoso e lui non te l'avrebbe permesso, ti avrebbe ucciso”

Bella strillò due volte, una rabbia antica l'assallì come un mare in tempesta. Molti oggetti esplosero sotto la potenza del suo turbamento, perfino le luci saltarono, lasciandole entrambe alla luce grigiastra di novembre.

“Come hai potuto?” le disse tremante “Come hai potuto farmi questo? COME HAI POTUTO!”

“Bella, ti prego, calmati” disse spaventata Andromeda, indietreggiando fino a sbattere contro la parete

“CALMARMI? CALMARMI?” anche i vetri delle finestre, e Andromeda dovette piegarsi per evitare le schegge di cristallo.

“Bella l'ho fatto per te” mentì “ti avrei portato da lui appena saresti stata meglio”

Fallo. Ora.” le ordinò ineluttabile, sforzandosi intensamente di mantenere il controllo sul suo corpo e sulla sua magia che vibrava come impazzita

“HO DETTO, FALLO, ORA!” scandì rabbiosamente, vedendo che la bionda non si muoveva

“Non posso Bella, mi dispiace” le rispose seria “Sei ancora troppo debole e poi, anche volendo, io non so dove si trova lui...”

“Come non lo sai, dannazione?!” strillò angosciata “E allora come faccio io a..”

Bellatrix si fermò di colpo, improvvisamente aveva capito cosa doveva fare: doveva semplicemente uscire da quella casa per allontanarsi dalla copertura.

Il solo pensiero bastò per sconvolgere e svegliare le sue membra intorpidite e, più veloce di un gatto, scattò in piedi e schizzò giù per le scale lasciando Andromeda a bocca aperta.

Sapeva di essere troppo debole per smaterializzarsi, perciò non ci provò neanche e si limitò a correre più veloce che poteva, incurante delle proteste del suo corpo consumato e dei richiami concitati di Andromeda.

Finalmente varcò la soglia, e un'ondata di freddo polare la colpì duramente, ma lei sprezzante, continuò a correre in mezzo alla neve e al ghiaccio, con i piedi nudi che si intirizzivano dolorosamente e le gambe sottilissime che parevano potersi spezzare da un momento all'altro.

Ma niente e nessuno a quel punto avrebbe potuto fermarla, quel fuoco vivo che la contraddistingueva si era riacceso, e lei più correva e si allontanava dalla casa che l'aveva ospitata, più percepiva chiaramente la presenza del giovane mago, riusciva a sentirlo nell'aria, nel freddo, nella fatica... Non sapeva se era la verità o solo la sua immaginazione, ma non le importava, sapeva solo che lo sentiva vicino, e questo per lei era sufficiente per non fermarsi e per spingersi ancora più lontano e più veloce.

Correva come un razzo, sorpassando i pochi babbani che passeggiavano quieti e talvolta scaraventandoli a parecchi metri di distanza se mai si fossero trovati ad ostacolarla, mentre Andromeda, sconvolta, continuava a chiamarla a squarciagola e a correrle dietro.

Quest'ultima non si spiegava da dove scaturisse tutta quell'energia e quella forza travolgente, infatti la strega correva talmente veloce che lei stessa riusciva a malapena a starle dietro, ma non si diede per vinta e continuò a rincorrerla, imponendosi di non usare la magia per non attirare ulteriormente la pericolosa attenzione degli Auror...

Poi, improvvisamente, la vide fermarsi di botto, nel mezzo di quello che doveva essere un parchetto per bambini, deserto e completamente ricoperto di neve. Istintivamente si fermò anche lei, avanzando giusto di qualche passo, osservando incuriosita l'immagine che si dipingeva davanti ai suoi occhi: il cielo plumbeo era talmente grigio che si confondeva con il candore accecante del paesaggio, creando un nonsochè di inquietante e infinito, in cui il nero di Bellatrix sembrava un misero puntino, solo e abbandonato.

“Che bella immagine” si ritrovò a pensare Andromeda, incantata, guardando quello scenario quasi metafisico, mentre una folata di vento le scompiglio i capelli “Sarebbe una panorama perfetto per i dipinti di Cathrine... Povera la mia Bella, se sapesse quello che lui vuole fare, se sapesse che lei serve proprio per.... Oddio”

Un altro puntino nero si era affiancato al primo, rompendo la pace e la staticità.

Andromeda trattenne il fiato dalla sorpresa, mentre uno dei due puntini cadde ai piedi dell'altro.

BELLA!” urlò disperata, riprendendo a correre più veloce che poteva verso la sorella e il mago vicino a lei.

“Ti prego! strillò appena fu abbastanza vicina, provata dal freddo e dalla fatica Ti prego, è molto debole, ha ancora bisogno..”

“Starà bene” le rispose Tom Riddle secco, sorreggendo con un braccio il corpo svenuto di Bellatrix

“Ha bisogno di cure, se mi lasciassi..”

“Addio, Andromeda” sussurrò Tom, smaterializzandosi con la ragazza in una coltre nera e istantanea.

Andromeda però non fece neanche in tempo ad assimilare quell'evento, che un gruppo di Auror, armati fino al collo, si materializzò davanti a lei, proprio nello stesso punto in cui un secondo fa c'erano sua sorella e Tom. I maghi bianchi le puntarono contro le bacchette, con occhi feroci e minacciosi.

“Signora Tonks” disse severamente il più vecchio, un uomo rude e nerboruto “Il Ministero ha appena percepito un distinto flusso di magia oscura, non identificato, proprio qui dove si trova lei”

Andromeda impallidì, sentiva gli auror scrutarla e accerchiarla minacciosamente, come lupi intorno a un agnello.

“Ma-magia oscura? Davvero?” esclamò, fingendosi sorpresa “Oh no, non credo proprio, io stavo solo facendo una passeggiata, non ho notato nessuna presenza oscura...”

“Mente” disse una giovane donna dai capelli corti “ è trafelata e ha il fiatone, stava sicuramente correndo”

“Signora Tonks, lo sa che la falsa testimonianza al Ministero è una delle più serie e gravi circostanze aggravanti che ci sono, non è vero?”

“Sentite, io non sono una strega oscura, chiaro? Sono venuta qui per... Per una vacanza dai genitori di mio marito, non potete accusarmi di nulla, non ne avete le prove”

“Lo so signora Tonks, e non lo metto in dubbio, c'è solo un problema”

“E quale sarebbe?” rispose Andromeda, colma di irritazione

“Sarebbe che lei, signora, è la sorella della strega pluriomicida evasa meno di un mese fa, Bellatrix Black”

E allora?”

“E allora” le rispose Malocchio Moody in tono di sfida, avvicinandosi pericolosamente “È pregata di venire con noi”.

 

 

 

N.D.A

OK, ci sono! Buona sera a tutti! ^^

Finalmente e sottolineo finalmente, sono arrivata a questo capitolo!!! Vi giuro che non vedevo l'ora... Spero davvero che vi sia piaciuto, ho cercato di renderlo al meglio!

Prima di salutarvi, ci tengo a dire due cose:

La prima è che voglio ringraziare Blueviolin per avermi recensito TUTTI i capitoli, e ne approffitto per consigliarvi la sua FF “Dopo una battaglia- Una Fanfiction di Harry Potter” leggetela, non ve ne pentirete! :)

La seconda invece riguarda Black Beauty, che, a quanto pare, o è stata davvero uccisa da Bellatrix Black (Per capire cosa intendo, date una letta alla sua FF “Un regalo del Signore Oscuro” ...) oppure è semplicemente finita ad Azkaban, per istigazione al mangiamortismo... Ad ogni modo spero che tu torni presto, Blacky, anche perchè c'è un certo e bellissimo BANNER che deve assolutamente essere inserito <3

Chiaramente ringrazio anche Fenice Cremisi e Neverletmego che mi recensiscono sempre, e tutti voi che seguite, in tutto siete una quarantina, non so se è tanto o poco considerato il fandom, ma sta di fatto che io sono già felicissima così! :)

Spero che la storia continua a piacervi, e, se avete qualsiasi cosa da dire non fatevi scrupoli mi raccomando ^^

Ora vi saluto davvero :)

A prestissimo,

LadyIce

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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