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Autore: AndyR    21/10/2014    0 recensioni
Ethan (Zayn Malik) ha perso la sua famiglia in un incidente, da allora ha spento qualsiasi tipo di sentimento e l'unica cosa di cui gli importa è la boxe. Vincere gli incontri significa avere un mucchio di soldi, e questo gli basta.
Kayla è una studentessa universitaria in biologia, si è trasferita a Londra per studiare e passa la maggior parte del suo tempo con il suo migliore amico Daniel (Harry Styles). Non ha mai avuto una relazione seria con qualcuno e non ha intenzione di averla, almeno fino a che non vedrà Ethan.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Ethan's POV

Il pomeriggio di domenica passò in fretta. Mi rinchiusi in palestra ad allenarmi, avrei avuto un incontro un paio di settimane più tardi. Il mio migliore amico James passò il pomeriggio con me, ad aiutarmi. 

La boxe era più un modo per sfogare tutta la rabbia repressa, preferivo prendere a pugni un sacco piuttosto che una persona, ma non ero mai stato un tipo molto tranquillo. Il più delle volte finivo coinvolto in risse perchè la gente non faceva altro che provocarmi, idioti.

James era l'unico con cui andavo davvero d'accordo. Avevo altri amici, ovviamente, ma con James era diverso, era più un fratello per me. Era la mia famiglia, dal momento che la mia era tutta quanta sei metri sotto terra. Non ne parlavo mai con nessuno, preferivo tenere tutto il dolore per me, per questo mi ero concentrato sulla boxe.

Pensare alla mia famiglia mi aveva innervosito, infatti avevo aumentato l'intensità dei pugni e James mi stava richiamando, ma non lo sentivo davvero. Mi risvegliai da quella sorta di trance solo quando vidi il mio amico sul pavimento.

"Amico, che ti è preso? Volevi uccidermi?" domandò lui, guardandomi dal basso. Sembrava piuttosto nervoso, ma avrei giurato che fosse più preoccupato. Lui sapeva tutto di me, quindi probabilmente aveva intuito i miei pensieri. Gli porsi la mano e lo aiutai ad alzarlo, dandogli una pacca sulla spalla. "Mi dispiace, ho perso il controllo." mormorai, togliendomi i guantoni e lanciandoli da qualche parte sul pavimento.

"Vado a cambiarmi." dissi poi, avviandomi verso gli spogliatoi. Una volta dentro mi infilai subito sotto la doccia, lasciando che l'acqua gelida scorresse sul mio corpo, facendomi rabbrividire leggermente. Lo facevo per calmarmi, una doccia fredda era tutto quello che mi serviva per scacciare via il pensiero della mia famiglia.

Quando finii di fare la doccia mi cambiai, indossai i jeans e una canotta, non ero mai stato un tipo particolarmente freddoloso. James era seduto su una delle panche e trafficava con il cellulare. "Ragazze." pensai, alzando gli occhi al cielo. Presi il mio borsone e recuperai i guantoni, mettendoli al suo interno. 

Il mio migliore amico si accorse della mia presenza e alzò lo sguardo dal cellulare, fissandomi. "Non vieni?" chiesi, e lui annuì subito dopo, alzandosi e seguendomi verso l'uscita. Aprì l'auto con il telecomando, ed essa si illuminò all'interno. Era buio, quindi erano sicuramente le sette passate.

"Stasera ci sei al Patch?" lo sentii domandare. Il Patch era un locale nel centro di Londra, io e i ragazzi ci andavamo praticamente ogni sera per bere. "Certo." risposi, poi misi il borsone nel portabagagli della sua auto. Presi il pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans e ne misi una tra le labbra, l'accesi e aspirai il fumo, buttandolo fuori in piccoli cerchi.

Sapevo che James non mi avrebbe permesso di fumare in macchina, i suoi lo avrebbero ammazzato se avessero scoperto che fumava, o almeno così diceva. A dire il vero non capivo le sue preoccupazioni, aveva diciannove anni ormai. Ma forse io non potevo capire.

Quando finii di fumare buttai il mozzicone sull'asfalto, poi salii in auto dal lato del passeggero, e James salì dal lato del guidatore, mettendo poi in moto e partendo verso casa mia. Quel giorno aveva insistito per accompagnarmi, anche se di solito andavo in palestra in moto.

Non appena arrivò fuori casa mia, fermò l'auto per permettermi di scendere, presi il borsone dal portabagagli e lo salutai con un gesto veloce, facendogli capire che ci saremmo visti al Patch più tardi. Lui annuì e partì, sfrecciando verso casa sua.

Kayla's POV


Io e Daniel passammo il pomeriggio al parco, cercò di insegnarmi ad andare sullo skateboard, ma in qualche modo finivo sempre con il sedere per terra. Era il ragazzo più paziente che conoscessi, e con una frana come me ci voleva davvero troppa pazienza.

Mi finsi arrabbiata quando rise di me per l'ennesima volta, ma lui ovviamente si accorse che fingevo, quindi continuò a divertirsi, lasciandomi lì sull'asfalto. Tesi la mano verso di lui per farmi prendere, e mi aiutò ad alzarmi senza alcuno sforzo. Andava in palestra regolarmente, quindi sollevare me non era nulla in confronto ai pesi che sollevava ogni giorno. 

Ero andata lì con lui qualche volta, ma ero sempre rimasta in disparte. Avere gli occhi di tutti quei ragazzi puntati addosso mi metteva parecchio in imbarazzo. Non ero abituata ad essere al centro dell'attenzione, anzi, lo odiavo. Ero più una ragazza da parete, nessuno si accorgeva di me e questo mi stava bene. 

Ma per Dan non era così, aveva praticamente mezza scuola che gli pendeva dalle labbra, ma nessuna di quelle ragazze era consapevole del fatto che il mio migliore amico fosse in realtà gay. La cosa era piuttosto esilarante, almeno dal mio punto di vista.

Daniel era praticamente il mio unico amico, anche se delle volte mi invitava ad uscire con i suoi amici. Ero sempre andata d'accordo con i ragazzi, ma non con le ragazze, anche se non ero a conoscenza del motivo. Erano tutte quante intente a pedinare qualche ragazzo a loro parere fantastico.

Io non ero mai stata innamorata e tanto meno avevo avuto una cotta per qualcuno. I ragazzi non erano molto diversi dalle ragazze, anche se molto spesso si comportavano da stronzi, credendo di attirare molte più ragazze. La cosa assurda era che questa strategia funzionava il più delle volte. 

Scossi la testa, risvegliandomi dai miei pensieri, e sorrisi a Dan, che mi guardava come se fossi pazza. Probabilmente ero rimasta immobile e con lo sguardo fisso nel vuoto per diversi minuti. Mi succedeva ogni volta che la mia mente prendeva il sopravvento. 

Recuperai lo skateboard e lo presi sotto braccio. "Stasera io e i ragazzi andiamo al Patch, è un locale carino. Ci sarà anche James." disse, e mi voltai subito verso di lui, sorridendogli complice. Lui ridacchiò e mi diede una piccola spinta, rubandomi poi lo skate.

"Ovviamente tu verrai con noi." concluse, e senza darmi la possibilità di replicare si mise sullo skate e scomparve da qualche parte fuori dal parco. Lo faceva ogni volta, semplicemente non accettava un rifiuto da parte mia. 

Sospirai e mi passai una mano tra i capelli nervosamente, uscii dal parco e mi avviai verso casa mia. Per fortuna non era molto distante, quindi in cinque minuti fui nel vialetto. Entrai in casa e salii in fretta in camera mia. Ovviamente era tardi e dovevo sbrigarmi, altrimenti Dan mi avrebbe trascinata fuori casa anche con i capelli bagnati.

Avevo davvero bisogno di una doccia, quindi lasciai scorrere l'acqua calda mentre mi spogliavo. Quando mi infilai sotto la doccia lasciai che l'acqua lavasse via la tensione e mi rilassai visibilmente, era il calmante più efficace.

Quando uscii dalla doccia mi avvolsi un asciugamano attorno al corpo e tamponai i capelli con un asciugamano più piccolo. Passai cinque minuti buoni ferma a fissare il mio riflesso nello specchio, lo facevo sempre dopo la doccia. 

Tornai in camera e infilai l'intimo velocemente, rovistando tra i vestiti alla ricerca di qualcosa di adatto ad un locale. Non ero mai stata al Patch, e tanto meno conoscevo le persone che lo frequentavano.

Decisi di inviare un messaggio a Dan, lui avrebbe saputo darmi dei buoni consigli. Cercai il cellulare nella tasca dei jeans che avevo addosso prima e scrissi velocemente un sms. 'Cosa mi consigli di indossare?' digitai velocemente e aspettai la sua risposta, che arrivò pochi istanti più tardi. 'Ti sta bene qualunque cosa, ma ci saranno parecchi ragazzi e non mi va che ti mangino con gli occhi.

Ridacchiai leggendo la sua risposta, adoravo quando faceva il geloso, era tipico di Dan. Credeva di dovermi proteggere da tutto e tutti, mi trattava come se fossi una bambina, e la cosa mi piaceva, almeno fino a che non esagerava.

'Vada per i jeans allora.' Inviai velocemente il messaggio e lanciai il cellulare da qualche parte sul letto. Presi un paio di jeans chiari e super skinny dall'armadio, che abbinai ad una canotta nera e ad un paio di Vans dello stesso colore. Sapevo che avrei avuto freddo, quindi presi una delle felpe che Dan aveva lasciato a casa mia e la posai momentaneamente sul letto.

Quando fui pronta mi asciugai i capelli, lasciandoli ricadere sulle spalle in morbide onde. Erano senza dubbio la cosa che preferivo di me stessa. Mi truccai in maniera molto leggera, non ero mai stata un tipo appariscente, e poi odiavo avere troppa robaccia sul viso. 

Qualche minuto più tardi sentii qualcuno entrare in casa, doveva essere Dan, lui aveva una copia delle chiavi. Recuperai la felpa e il cellulare e scesi al piano di sotto. Il mio migliore amico stava trafficando con il suo cellulare, mi avvicinai a lui e gli baciai una guancia, scompigliandogli poi i capelli. 

Mi fulminò con lo sguardo e corse allo specchio per sistemarsi. "Pronta ad andare?" mi chiese poco dopo. "Ho altra scelta?" domandai retorica, avviandomi fuori dalla porta. Lui mi seguì e si chiuse la porta alle spalle. Raggiunsi la sua auto e lui mi aprì la portiera, salendo poi dal lato del guidatore.

Quando fummo entrambi sistemati sui sedili, mise in moto e partì. Durante il breve viaggio ascoltammo un po' di musica che trasmettevano alla radio e canticchiammo qualche parola. DIversi minuti più tardi Dan parcheggiò davanti ad un locale parecchio affollato. C'era gente con dei drink ovunque, e la cosa mi mise in soggezione.

Scesi dall'auto dopo di lui e lo raggiunsi in fretta, prendendogli la mano e stringendola. Non avevo nessuna intenzione di perdermi tra la folla, sarebbe stato un incubo per me. Salutò i suoi amici con un gesto e li raggiungemmo. Erano tutti quanti seduti su delle poltroncine attorno ad un tavolo. 

Salutai tutti e Dan mi fece sedere sulle sue gambe, sicuramente per potermi controllare meglio ed evitare sguardi indiscreti da parte di ragazzi poco sobri. Mi guardai intorno e notai James qualche tavolo più in là. Guardava nella nostra direzione, quindi diedi una leggera gomitata al mio amico per richiamarlo. Si fissarono per qualche istante e si sorrisero, poi entrambi distolsero lo sguardo.

Dan era impegnato a parlare con i suoi amici quando fui distratta dal rumore di bicchieri rotti. Mi voltai verso la direzione dalla quale proveniva quel rumore e notai che le persone erano tutte ammassate, probabilmente intente a guardare qualcosa.

Mi alzai istintivamente e cercai di capire cosa stesse succedendo. Si trattava di una rissa, e uno degli amici di James era coinvolto. Lui stava evidentemente cercando di fermare il suo amico e allontanarlo da lì. 

I ragazzi al mio tavolo si accorsero di quello che stava accadendo e si alzarono, pronti ad intervenire nel caso in cui ce ne fosse stato bisogno. Il mio migliore amico mi avvolse con le sue braccia forti e mi sentii subito al sicuro. 

James riuscì a tirare fuori dalla mischia un ragazzo, e mi soffermai ad osservarlo. Aveva un taglio sul sopracciglio e il labbro inferiore rotto e gonfio, eppure era davvero bello. Scacciai via quel pensiero, non dovevo pensare ai ragazzi, dovevo concentrarmi sullo studio. 

Lo sguardo del ragazzo si posò su di me e io mi sentii parecchio in imbarazzo. Arrossii e abbassai lo sguardo, ma riuscii a vederlo ridacchiare. James lo portò fuori e tutti tornarono ai loro posti.

Mi sedetti nuovamente sulle gambe di Daniel, che riprese la sua conversazione con i suoi amici, mentre io non facevo che pensare a quel ragazzo dai capelli corvini e a quanto fosse dannatamente bello.
  
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