Serie TV > Grey's Anatomy
Segui la storia  |       
Autore: B_Alive    22/10/2014    2 recensioni
FanFiction su Callie e Arizona, AU
Dal primo capitolo:
Ho sempre odiato volare. Fare quelle file interminabili all'aeroporto e salire su un aereo per andare lontano. Eppure lo stavo facendo, stavo scappando da un luogo che non sentivo più mio, da qualcuno che non sentivo più mio.
[...]
Atterrai nell'aeroporto di Los Angeles alle 11.20 di una notte di luglio. Era la città degli angeli, la città in cui tutto è possibile e, chissà, magari sarebbe stato possibile per me dimenticare la persona che mi aveva spezzato il cuore.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Mark Sloan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap. 4


C’era davvero tanta confusione a quella festa. Ragazzi già ubriachi che barcollavano tra una persona e l’altra, sorretti dai loro amici, canzoni orribili a volume spropositato e ragazze in bikini che probabilmente non raggiungevano la maggiore età. Guardai Callie con un’aria un po’ preoccupata.

"Che c’è?! Pensavi forse che ti avrei portata ad una serata di gala? Andiamo, ti presento qualcuno.”

Proseguì davanti a me con passo deciso in direzione di una donna dai capelli rossi.

“Ehi Addie!”

“Oh bene, eccoti qui! Dov’eri finita? Ti stavo aspettando.”

“Perché, sono in ritardo?”

“Oh no, solo che non vedevo l’ora di bere qualcosa con la mia migliore amica! Allora, andiamo?”

“Scusami, è che sono passata a prendere lei” mi indicò.

“Sono Arizona, piacere” mi presentai porgendole la mano.

“Addison, piacere.”

“Arizona è nuova da queste parti. Si è trasferita da poco a Santa Monica.”

“Si, sono andata nel suo bar quando sono arrivata e ci siamo conosciute lì.”

“Beh, benvenuta a Los Angeles allora! Festeggiamo con un drink?”

“Certo, andiamo!”

Ci avvicinammo ad un lungo tavolo pieno di recipienti contenenti patatine di vari tipi e pop corn. Ovviamente non potevano mancare le bevande. Versai nel mio bicchiere qualcosa che riconobbi come alcolico, ma non meglio identificato. Sapevo solo che aveva un colore arancione ed era buono.

“Ehi, a chi va di fare un bagno?” esclamò Addison all’improvviso.

“Ci sto! Arizona?”

“No, beh…finisco il mio drink con calma, in caso vi raggiungo tra poco.”

“Sicura? Perché se vuoi, se ti senti a disagio possiamo-”

“Tranquilla Callie, sto seduta qui sul bordo…”

“Ok…allora, possiamo lasciarti i vestiti qui?”

“Certo, nessun problema.”

Improvvisamente credetti di essere in un film, uno di quelli con le scene a rallentatore che durano una vita. Lentamente, come se non avesse altro da fare per il resto dei suoi giorni, si sfilò la maglia da sopra la testa. Scoprì, così, quel corpo che mi fece rimanere a contemplarla a bocca aperta per svariati secondi. Indossava un costume rosso che, col colore della sua carnagione, si intonava perfettamente. Inoltre, aveva delle curve mozzafiato, fattore da non trascurare assolutamente. Mi ricordai di avere ancora il mio drink in mano e cominciai a bere nervosamente, tutto d’un fiato.

“Tienila d’occhio, ok?”

“Che?!”

“La nostra roba!”

“Oh, certo! Sono proprio qui.”

Ancora un po’ scossa dalla visione di poco prima, mi levai le scarpe e mi sedetti, quindi, lungo il bordo piscina, con le gambe penzoloni nell’acqua.

La guardavo e mi veniva da sorridere. Era così bella. Ballava e si divertiva dentro la piscina con Addison ed altri suoi amici, mentre sorseggiava ciò che aveva nel bicchiere.

“Tu non entri?”

“Come?”

Mi voltai all’improvviso. Un tipo a torso nudo mi si sedette accanto, alla mia destra.

“Non lo fai il bagno, tu?”

“Ehm, per ora no, magari più tardi.”

“Sei un’imbucata anche tu e ti ho appena beccata?” scherzò.

“Oh, no no! Sono qui con la mia amica Callie.”

“Ah, sei amica di Callie! Di solito le amiche di Callie si divertono tutte…Tu invece? Ti stai divertendo? Ti piace?”

“Beh, non è così male, in realtà.”

“Oh, grazie. Mi fa piacere.”

“Ti fa pia- Oddio, sei tu il festeggiato? È casa tua?” mi pietrificai.

“Eh già. Sono Alex, piacere.”

“Oddio, scusami, non avevo idea che fossi tu. Io sono Arizona. Sono nuova e Callie mi ha trascinata qui, ma non conosco nessuno. Beh, tanti auguri per il compleanno allora.”

Tutt’a un tratto, delle voci cominciarono a sollevarsi dall’altro lato della piscina, sull’altro bordo, esattamente di fronte a me. Sentii una strana conversazione.

“Dai, ci divertiamo un po’ come ai vecchi tempi, ti ricordi?”

“Steven, ti ho detto di allontanarti. Lo sai che non posso.”

“Non mi vuoi? Eh? Non ti piaccio più? Non ti dava così fastidio una volta…”

“Sei ubriaco e non provare a toccarmi.”

“Andiamo, non fare la difficile. Sappiamo tutti, qui, che è un termine che non ti si addice affatto.”

“Ti ho detto di non toccarmi, stronzo!” e lo schiaffeggiò.

La musica si spense improvvisamente. Afferrai immediatamente le nostre cose e le corsi incontro, mentre Addison si preoccupava di spingere il tizio in acqua. Alex mi seguì. Callie mi tolse dalle mani la sua maglia e si rivestì in fretta.

“Callie, tutto ok?!”

“Andiamo via, Arizona.”

“Che intendeva dire con-”

“Ho detto, andiamo via!”

Potevo vedere delle lacrime che scendevano piano sulle sue guance. Lei, però, si preoccupò di asciugarle velocemente col dorso della mano.

Alex le si avvicinò.

“Callie, mi dispiace tanto. Non sarebbe dovuta finire così.” le accarezzò un bracciò.

Lei si scostò di colpo.

“No! Tu e i tuoi amici pervertiti potete anche andare a farvi fottere. Sono stanca, Alex! Sono venuta stasera perché ci tenevo, anche se avevo paura che una cosa del genere potesse succedere! E indovina un po’? Io ho dimenticato, ma a quanto pare qualcun altro no. Ho chiuso. Con tutto questo," agitò le mani indicando il luogo in cui eravamo "ho chiuso. Buon compleanno.”

Salutò Addison con la promessa di chiamarla più tardi. Mi afferrò un braccio e mi trascinò alla macchina. Io non avevo idea di cosa stesse succedendo, ma mi faceva male vederla soffrire. Avrei voluto chiederle, parlarle, ma ritenni che non fosse il momento più adatto per tutto ciò.

Salimmo in macchina, mise in moto e ci dirigemmo verso l’hotel, dove avrei passato la mia ultima notte. Lungo tutto il tragitto nessuna delle due parlò, la radio rimase spenta e i sorrisi che erano presenti sul suo volto poche ore prima erano spariti.

La guardai di sottecchi per non sembrare invadente. Era triste. Avrei voluto abbracciarla forte, ma rimasi al mio posto.

Ci fermammo all’ingresso dell’hotel pochi minuti dopo.

“Mi dispiace…ti giuro che non sono sempre così le feste.”

“Ehi, non…non fa niente. È stato carino che tu abbia deciso di portarmi.”

“Non mi andava di lasciarti a casa da sola a strafogarti di gelato!” mi prese in giro.

“Già, probabilmente sarebbe finita così.”

Sorrise ed io feci lo stesso. Ci fu un breve momento di silenzio, poi proseguii.

“Ehi, senti…se ti serve qualcosa…lo so che hai Addison e non voglio sembrare invadente, ma…se ti va di fare due chiacchiere con qualcun altro…beh, io sono disponibile.”

“Grazie, lo apprezzo tanto.” si voltò verso di me e mi guardò.

“Ok, allora…scrivimi o chiamami se ti va. D’accordo?”

“Lo farei se sapessi il tuo numero…”

Un po’ imbarazzata da quella risposta, tirai fuori dalla borsa il mio portafoglio e le porsi un mio biglietto da visita con scritto il mio numero di cellulare.

“Ecco. Beh, non guardare il resto, considera solo l’ultimo numero.”

“Lavori in banca eh? Complimenti!” scherzò.

“Lavoravo. Mi sono licenziata prima di partire per Los Angeles. Ora vorrei fare un colloquio per la filiale della stessa banca che c’è qui in città.”

“Buona fortuna, allora.”

“Grazie. Ora è meglio che vada, da domani si comincia una nuova vita. Vai a riposare, mi raccomando.”

“Buonanotte Arizona.”

“Buonanotte anche a te.”

La vidi allontanarsi, diretta sulla strada che costeggiava il mare. Salìì in camera e mi infilai subito a letto dopo essermi fatta una doccia veloce, tralasciando i capelli. Ero tanto emozionata all’idea che avrebbe potuto chiamarmi o scrivermi o comunque, semplicemente, cercarmi. Fissai il soffitto e mi tornò alla mente l’episodio accaduto poco prima. Le mani di quel tizio sui suoi fianchi, lei decisa a respingerlo e tutti i discorsi che ne seguirono. Non capivo e non sapevo. Mi addormentai con la speranza di ricevere un suo messaggio.

La sveglia suonò presto, ma la mia voglia di alzarmi era molto scarsa. Mi venne in mente, però, che era il grande giorno. Il giorno in cui avrei cominciato la mia nuova vita nella mia nuova casa e il giorno in cui avrei ricevuto ciò che da tanto tempo desideravo.

Saltai giù dal letto e preparai tutte le mie cose. Le sistemai nella valigia e nello zaino e scesi al piano terra. Consegnai la chiave della mia camera e uscii dall’hotel dirigendomi a piedi verso il mio appartamento sulla Seconda Strada. Salìì con l’ascensore fino al quinto piano. La sensazione che provai inserendo per la prima volta la chiave nella serratura della porta d’ingresso fu unica ed elettrizzante.

Andai verso la camera ed appoggiai la valigia e lo zaino sul letto. Spalancai le finestre in modo da far entrare quanta più luce possibile. Mi sedetti sul divanoe impiegai il tempo a stilare una lista delle cose che avrei voluto cambiare di quella casa, a partire proprio da quel divano. Feci anche un’indispensabile lista della spesa. Un’ora più tardi, sentii suonare il citofono. Era arrivato. E lo stavo aspettando. Risposi dicendo ai fattorini di salire.

Aprii la porta e lo portarono dento. Pagai la somma necessaria, firmai la ricevuta e feci uscire i gentili signori dal mio appartamento.

Con cautela, aprii il grande scatolone. Scartai il contenuto, felice come un bambino la mattina di Natale. Montai i pezzi necessari e lo sistemai al centro della sala come avevo già prestabilito.

Finalmente, poteva considerarsi mio! Il mio bellissimo ed elegantissimo tavolo da biliardo.

Tirai fuori le due stecche dai loro involucri e le palline dalla loro scatola e le posizionai sul tavolo.

Avevo aspettato tanto quel momento, giocare a biliardo a casa mia e non in un bar pieno di gente. Ero in procinto di cominciare la mia prima partita quando mi vibrò brevemente il cellulare.

“L’offerta per la chiacchierata è ancora valida?
Se vieni al Dark Brown offro io :)
-Callie”



to be continued…





Note dell’autrice:

Chiedo umilmente scusa per il ritardo, ma sono stata via tre giorni e non ho potuto aggiornare.

Come vi sembra questo capitolo? Che ve ne pare?

Ma soprattutto, ve lo aspettavate un tavolo da biliardo da Arizona?! Ahahah Ho voluto aggiungere questa chicca perché, lo ammetto, vado pazza per il biliardo e ne vorrò uno a casa mia un giorno!

Cooomunque, come al solito fatemi sapere tramite le recensioni o per messaggi o con i piccioni ciò che pensate di questi primi capitoli, quali sono le vostre impressioni e se avete dei suggerimenti o consigli che vi va di condividere con me.

Intanto ringrazio tutti quelli che hanno recensito finora, tutti quelli che seguono la storia, che l’hanno messa tra i preferiti e anche i lettori silenziosi!

Alla prossima! :)



#acca#

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Grey's Anatomy / Vai alla pagina dell'autore: B_Alive