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Autore: Fiamma Erin Gaunt    24/10/2014    5 recensioni
[Sequel di "Be Dauntless is a tough job but someone has to do it"]
Perchè Eric è cambiato, cosa l’ha spinto a trasformarsi da ragazzo dagli occhi di acciaio ma dal cuore ardente in una macchina fredda e apparentemente incapace di empatia? Perché ce l’ha così tanto con i Divergenti?
*
Dal capitolo due:
- Non ci sarebbe mica nulla di così sconvolgente. Avevo la sua stessa età quando noi l’abbiamo fatto … o te lo sei dimenticato? – intervenne Fiamma, strizzando l’occhio ad Alex.
- E tu non incoraggiarla. E poi per noi è stato diverso … io non sono un idiota – replicò.
- Questo lo dici tu. –
*
Dal capitolo tre:
Erano circa dieci minuti che Eric lo guardava e la cosa gli metteva addosso una certa agitazione. D’accordo, erano amici, ma quelle iridi d’acciaio non erano affatto rassicuranti quando si focalizzavano così tanto su di una persona. O forse era semplicemente lui a essere paranoico.
- Se mi stai per chiedere se sono interessato a te la risposta è no – ironizzò, alzandosi sui gomiti e rimanendo sdraiato sul letto solo per metà.
*
Dal capitolo sei:
- Vuoi che mi spogli, biondina? –
- Solo per vedere il tatuaggio, non farti strane idee – precisò.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Eric, Four/Quattro (Tobias), Jeanine Matthews, Matthew, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Break the Ice - Genesi, vita e morte di una storia d'amore'
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Cap 2

 

 

 

 

Eric stava puntando verso il tavolo a cui erano seduti Zeke, Nicole e il resto del gruppo, ma Fiamma lo prese per mano e lo costrinse a deviare verso i trasfazione e Quattro. Prese posto accanto a lei, mentre quest’ultima si accomodava accanto al Rigido, trovandosi proprio davanti agli occhi familiari di Alex che lo fissavano allegri. Sembrava sapesse perfettamente che doveva far finta di non conoscerlo finchè non fossero stati in privato. Non voleva che qualcuno pensasse che fosse un cuore tenero o che facesse preferenze per la sorellina.

Selezionò un paio di hamburger e si servì una generosa dose di patate fritte per poi passare il piatto a Fiamma.

- Mettici questo – disse la ragazza, rivolgendosi all’ex Erudita, passandogli la bottiglietta del ketchup.

Alexandra la prese, rigirandosela tra le mani con curiosità scientifica.

- È una specie di salsa concentrata e insaporitrice di pomodoro, giusto? – chiese, desiderosa di conferme.

- Dio del cielo, perché voi Eruditi dovete sempre parlare in modo così difficile? È comunissima salsa di pomodoro, stop – disse il gemello ex Candido, mentre la sorella gli affibbiava uno scappellotto dietro al collo.

- È precisione di linguaggio, una cosa da Eruditi, un po’ come essere un perfetto imbecille è una cosa da te. –

- Guarda che sei la mia gemella, Jo, quindi condividiamo i neuroni. –

- Spero di no, visto che la metà dei tuoi sono chiaramente fuori uso – borbottò Alex, abbastanza forte da essere udita da tutto il tavolo.

Fiamma rise, mentre Quattro prendeva diplomaticamente un altro boccone di carne e si sforzava di non strozzarsi; Eric stesso fece un piccolo sorriso, affrettandosi a farlo sparire quando Fiamma si voltò verso di lui.

- Guarda che ti ho visto. Sorridere non ti ucciderà – gli sussurrò all’orecchio.

- Non stavo sorridendo – replicò.

- Certo … e io non ti sto palpeggiando – disse, allungando una mano sulla sua gamba, accuratamente nascosta sotto il tavolo, e muovendola dal ginocchio verso l’alto.

Eric si irrigidì, lanciandole uno sguardo lussurioso, mentre quella delicata mano impertinente continuava la sua corsa verso l’alto. Quando ci si metteva lo faceva completamente impazzire e anche in quel preciso istante doveva far appello a tutto il suo autocontrollo per impedirsi di afferrarla per una mano e trascinarla via sotto gli sguardi maliziosi di tutti i presenti.

L’arrivo di Richard lo salvò proprio sul gong.

In quell’anno passato a stretto contatto, visto che il ragazzo si era offerto di aiutarlo a prendere confidenza con tutti gli affari dei Capofazione adducendo la scusa che avere a che fare con Reaper avrebbe sicuramente condotto uno dei due al camposanto, avevano stretto una bella e solida amicizia. Non ricordava di avere mai avuto un migliore amico, uno che era quasi una specie di fratello maggiore.

Il ragazzo gli posò una mano sulla spalla, lanciando un’occhiata all’iniziato più vicino che si spostò per cedergli il posto, e si lasciò cadere pesantemente sulla panca.

- Sono distrutto – borbottò, afferrando il piatto che Quattro gli porgeva e recuperando con l’altra mano la brocca d’acqua.

Alzò lo sguardo giusto in tempo per cogliere l’occhiata di Jo, l’iniziata Candida, che lo osservava con particolare attenzione.

- Sei il figlio di Jack Kang, Richard, giusto? –

Annuì, infilzando l’ hamburger con più forza di quanta fosse realmente necessaria.

- Altri Candidi impiccioni, magnifico, ne sentivo proprio la mancanza – borbottò, strappando un accenno di risata a Eric.

- Come te li sei fatti questi? – chiese d’un tratto Fiamma, allungando una mano per seguire le lievi ombrature scure che si stavano rapidamente formando sulle braccia del Capofazione.

- Una piccola discussione con Rafael – rispose per lui la quinta e unica Capofazione donna.

Kendra era la figlia più piccola di Max, l’unica a essere rimasta negli Intrepidi se si escludeva il secondogenito del Capofazione, Christian, e sembrava che nessuno considerasse mai Chris. Aveva una meravigliosa carnagione caffè latte, che le veniva dal miscuglio di pelle scura del padre e bianchissima della madre, lisci capelli castano scuro e occhi di un penetrante e singolare color ambra. Era bellissima, ma in diciotto anni aveva avuto un numero di relazioni inferiori alle dita di una mano. L’essere figlia di Max tendeva a scoraggiare gli Intrepidi e neppure il suo carattere era esattamente quello che veniva definito amorevole. Era formidabile nelle arti marziali, in aggiunta a ciò, ed Eric aveva seriamente preso in considerazione l’idea di chiederle di istruirlo circa il kempo e il ju jitsu poi però la sua indole orgogliosa aveva cancellato prontamente l’idea.

Fiamma alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

- Questa volta cosa ha fatto? –

Rafael era una mina vagante, un tipo capace di dare solo problemi, e lui e Richard sembravano essere nemesi naturali, proprio come Eric e Reaper.

- Respira – borbottò, prima di correggersi, - O almeno respirava quando l’ho lasciato in infermeria. Sono troppo ottimista se spero che sia morto? –

Quattro scosse la testa, tornando a dedicare la sua attenzione alla cena.

- Richard … - lo rimproverò Fiamma. Bastava solo che pronunciasse il suo nome con quella particolare inflessione per riuscire a dare un significato tutto speciale alla parola. Inizialmente Eric aveva passato giorni interi a rimuginare sul rapporto che c’era tra quei due e a chiedersi se avrebbe dovuto esserne geloso, ma poi aveva scoperto che era identico a quello che c’era tra lui e Richard. Cameratismo, rispetto, fratellanza.

Richard si strinse nelle spalle, sfoderando il suo sorriso da inguaribile canaglia che era in grado di far sciogliere i cuori di tre quarti della popolazione femminile della Residenza.

- D’accordo, magari non proprio morto, solo gravemente menomato. –

- Chi è che sarebbe gravemente menomato? – chiese Nicole, facendo capolino da dietro di lui e appoggiandosi al braccio muscoloso.

- Rafael. –

Arricciò il naso, in una buffa espressione che la faceva assomigliare vagamente a un cricetino, - Non mi piace quel tipo – sentenziò.

- A proposito di tipi che non ci piacciono – disse d’un tratto Richard, indicando con un cenno  del capo alla sua destra, - Guardate un po’ chi sta arrivando. –

Reaper e Bas puntavano verso il loro tavolo, ma all’ultimo momento il biondo sembrò essersi ricordato di qualcosa d’importantissimo perché cambiò direzione e puntò verso il tavolo di Jez e Ross.

- Ti serve qualcosa? – chiese bruscamente Eric, inarcando un sopracciglio.

Non era esattamente aggressivo, non ancora, ma Fiamma gli posò comunque una mano sulla sua. Aveva notato che il contatto fisico con lei lo aiutava a rilassarsi e solo Dio sapeva se ne aveva bisogno quando si trovava davanti quel particolare collega.

- In effetti sì. C’è bisogno di un paio di persone in sala riunioni, bisogna organizzarsi con i turni di ispezione. –

Richard sbuffò, passandosi una mano tra i capelli neri e risistemando il leggero crestino. Si voltò verso Kendra, rivolgendole uno sguardo da cucciolo, - Ci pensi tu, splendore? –

- Ruffiano – borbottò, ma si alzò e seguì Reaper insieme a Nicole, Quattro e Fiamma.

Rimasti soli, Eric gli rivolse un’occhiata penetrante che interpretò all’istante. Probabilmente quello sarebbe stato uno dei pochi momenti in cui avrebbe potuto parlare a quattr’occhi con la sorella senza preoccuparsi di destare sguardi curiosi.

- Coraggio, ragazzini, vi porto a dare un’occhiata alla camerata in cui dormirete. –

- Camerata? – domandò Jace, inarcando un sopracciglio.

Le labbra del Capofazione si stirarono in un sorrisetto bastardo.

- Oh, è tutto alla luce del sole qui, ti sentirai come a casa. –

Mentre il gruppetto di iniziati si radunava intorno a lui, Eric approfittò della confusione per afferrare il polso della sorella e trascinarla fuori con sé.

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

Da quando aveva lasciato gli Eruditi non aveva più avuto occasione di vedere Alex e averla lì davanti a lui, come se nulla fosse cambiato durante quell’anno di lontananza, gli provocò una fitta di calore all’altezza del petto.

- Sei cresciuta – disse, notando gli abbondanti dieci centimetri che aveva preso in quei mesi. Non era l’unica cosa a essere cambiata, registrò rapidamente, a giudicare da ciò che si intravedeva sotto la tuta da allenamento.

Alexandra non era chiaramente più una bambina e già riusciva a immaginare la faticaccia e le minacce che avrebbe dovuto fare per spingere il resto degli Intrepidi a starle più alla larga possibile.

- Lo so a cosa stai pensando, Eric – replicò, assottigliando lo sguardo in un’espressione penetrante che gli ricordava tremendamente la sua, - E non provarci minimamente. Ho sedici anni ormai e posso gestire da sola i miei problemi … soprattutto i ragazzi. –

- Hai sedici anni, non trenta, quindi non devi gestire proprio nessun ragazzo. –

Alexandra rise, scuotendo la testa e lasciando che i capelli le ricadessero lungo la schiena. Erano più lunghi di come li portava di solito e incorniciavano un viso dai tratti più affilati e gli occhi grigio azzurri messi in risalto dal trucco scuro. Aveva ancora quell’aura vagamente verginale che la circondava, e la cosa gli faceva indiscutibilmente piacere perché almeno si sarebbe potuto risparmiare il viaggio fino al quartier generale degli Eruditi e il pestaggio di qualche stupido sedicenne dagli ormoni galoppanti, ma lasciava già intravedere piuttosto chiaramente il tipo di donna che sarebbe diventata: splendida, decisa, inarrestabile. La perfetta Murter.

- Perché non pensi ad occuparti della tua ragazza invece di impedire a me di trovarne uno? Tra parentesi, è carina e sembra simpatica: l’approvo – aggiunse.

Eccola lì la solita vecchia Alex. Niente giri di parole, dritta al punto.

- Bene, ma resta il fatto che sei troppo giovane per avere un ragazzo perché implicherebbe … bè, lo sai. E tu non puoi fare … insomma, sai cosa, finchè non sarai sposata. Direi intorno ai trent’anni su per giù. –

Rise di nuovo.

- Intendi che non posso fare sesso? Rilassati, Eric, ho detto che voglio trovarmi un ragazzo non che salterò addosso al primo idiota che incontro. –

Fiamma fece capolino dietro di loro, sorridendo davanti all’espressione del suo ragazzo.

Di qualsiasi cosa stessero parlando era più evidente che Eric non ne fosse troppo contento e fosse ormai prossimo a un attacco di panico o furia omicida … o magari tutte e due le cose.

- Che succede? –

Alex si strinse nelle spalle, ghignando malandrina, - Si parla di sesso e mi è stato appena annunciato che ho l’obbligo tassativo di aspettare i trent’anni e il matrimonio. Ma, chissà, magari l’ho già fatto … -

- Che cosa?!? Tu … no, non può essere … Tu non hai davvero fatto sesso. Perché se l’avessi fatto io sarei obbligato a uccidere il tipo in questione e tu non vuoi che diventi un assassino, no? –

- Non ci sarebbe mica nulla di così sconvolgente. Avevo la sua stessa età quando noi l’abbiamo fatto … o te lo sei dimenticato? – intervenne Fiamma, strizzando l’occhio ad Alex.

- E tu non incoraggiarla. E poi per noi è stato diverso … io non sono un idiota – replicò.

- Questo lo dici tu. –

- Alexandra Elena Murter! Tu non hai fatto sesso. E per il mio benessere emotivo e mentale continuerò a vivere in questa convinzione finchè non verrò seppellito. Discussione chiusa – decretò.

- Come preferisci, fratellone. Vado ad ammirare questa camerata se non c’è altro … o meglio, ad ammirare quel figo del Capofazione – aggiunse, sgattaiolando via prima che avesse il tempo di aggiungere qualcos’ altro.

Rimasti soli, Eric rivolse un’occhiata a Fiamma.

- Tu non pensi che lei abbia fatto sesso sul serio, vero? –

La ragazza alzò gli occhi al cielo, sbuffando a metà tra il divertito e l’esasperato, - No, penso solo che l’abbia detto per farti arrabbiare. Rilassati. –

Annuì, scoccandole un bacio a fior di labbra e passandole un braccio intorno alla vita per attirarla più vicino a sé.

- Anche quando diceva “quel figo del Capofazione” scherzava, no? –

Le labbra di Fiamma si incresparono in un piccolo sorriso malizioso.

- No, sono abbastanza sicura che ritenga davvero Richard un gran figo. –

Eric annuì, improvvisamente mortalmente serio.

- Bene, in tal caso dovrò uccidere il mio migliore amico. Non sarà un problema, in fin dei conti ho vissuto per sedici anni senza averne uno, devo solo riabituarmi alla cosa. –

- Sarebbe potuta andare peggio – replicò lei, stringendosi nelle spalle.

- Ne dubito. –

- Avrebbe potuto dire che le piaceva Quattro. –

- Okay, hai ragione, sarebbe potuta andare peggio – convenne.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Con un ritardo a dir poco scandaloso ed epocale, finalmente ho aggiornato. Spero che il capitolo vi piaccia e che questo siparietto “Eric – Alex – Fiamma” vi abbia divertito almeno la metà di quanto a me è piaciuto scriverlo. Cercherò di aggiornare più rapidamente in futuro, ma con il ritorno all’università e i primi esami che si avvicinano la vedo alquanto tragica, quindi non vi faccio false promesse. Alla prossima.

Baci baci,

Fiamma Erin Gaunt

 

  
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