Cap 2
Eric stava puntando verso il tavolo a cui erano
seduti Zeke, Nicole e il
resto del gruppo, ma Fiamma lo prese per mano e lo costrinse a deviare
verso i
trasfazione e Quattro. Prese posto accanto a lei, mentre
quest’ultima si
accomodava accanto al Rigido, trovandosi proprio davanti agli occhi
familiari
di Alex che lo fissavano allegri. Sembrava sapesse perfettamente che
doveva far
finta di non conoscerlo finchè non fossero stati in privato.
Non voleva che
qualcuno pensasse che fosse un cuore tenero o che facesse preferenze
per la
sorellina.
Selezionò un paio di hamburger e si
servì una generosa dose di patate
fritte per poi passare il piatto a Fiamma.
- Mettici questo – disse la ragazza,
rivolgendosi all’ex Erudita,
passandogli la bottiglietta del ketchup.
Alexandra la prese, rigirandosela tra le mani con
curiosità scientifica.
- È una specie di salsa concentrata e
insaporitrice di pomodoro, giusto?
– chiese, desiderosa di conferme.
- Dio del cielo, perché voi Eruditi
dovete sempre parlare in modo così
difficile? È comunissima salsa di pomodoro, stop –
disse il gemello ex Candido,
mentre la sorella gli affibbiava uno scappellotto dietro al collo.
- È precisione di linguaggio, una cosa
da Eruditi, un po’ come essere un
perfetto imbecille è una cosa da te. –
- Guarda che sei la mia gemella, Jo, quindi
condividiamo i neuroni. –
- Spero di no, visto che la metà dei
tuoi sono chiaramente fuori uso –
borbottò Alex, abbastanza forte da essere udita da tutto il
tavolo.
Fiamma rise, mentre Quattro prendeva
diplomaticamente un altro boccone
di carne e si sforzava di non strozzarsi; Eric stesso fece un piccolo
sorriso,
affrettandosi a farlo sparire quando Fiamma si voltò verso
di lui.
- Guarda che ti ho visto. Sorridere non ti
ucciderà – gli sussurrò
all’orecchio.
- Non stavo sorridendo –
replicò.
- Certo … e io non ti sto palpeggiando
– disse, allungando una mano
sulla sua gamba, accuratamente nascosta sotto il tavolo, e muovendola
dal
ginocchio verso l’alto.
Eric si irrigidì, lanciandole uno
sguardo lussurioso, mentre quella
delicata mano impertinente continuava la sua corsa verso
l’alto. Quando ci si
metteva lo faceva completamente impazzire e anche in quel preciso
istante
doveva far appello a tutto il suo autocontrollo per impedirsi di
afferrarla per
una mano e trascinarla via sotto gli sguardi maliziosi di tutti i
presenti.
L’arrivo di Richard lo salvò
proprio sul gong.
In quell’anno passato a stretto
contatto, visto che il ragazzo si era
offerto di aiutarlo a prendere confidenza con tutti gli affari dei
Capofazione
adducendo la scusa che avere a che fare con Reaper avrebbe sicuramente
condotto
uno dei due al camposanto, avevano stretto una bella e solida amicizia.
Non
ricordava di avere mai avuto un migliore amico, uno che era quasi una
specie di
fratello maggiore.
Il ragazzo gli posò una mano sulla
spalla, lanciando un’occhiata
all’iniziato più vicino che si spostò
per cedergli il posto, e si lasciò cadere
pesantemente sulla panca.
- Sono distrutto – borbottò,
afferrando il piatto che Quattro gli
porgeva e recuperando con l’altra mano la brocca
d’acqua.
Alzò lo sguardo giusto in tempo per
cogliere l’occhiata di Jo,
l’iniziata Candida, che lo osservava con particolare
attenzione.
- Sei il figlio di Jack Kang, Richard, giusto?
–
Annuì, infilzando l’
hamburger con più forza di quanta fosse realmente
necessaria.
- Altri Candidi impiccioni, magnifico, ne sentivo
proprio la mancanza –
borbottò, strappando un accenno di risata a Eric.
- Come te li sei fatti questi? – chiese
d’un tratto Fiamma, allungando
una mano per seguire le lievi ombrature scure che si stavano
rapidamente
formando sulle braccia del Capofazione.
- Una piccola discussione con Rafael –
rispose per lui la quinta e unica
Capofazione donna.
Kendra era la figlia più piccola di
Max, l’unica a essere rimasta negli
Intrepidi se si escludeva il secondogenito del Capofazione, Christian,
e
sembrava che nessuno considerasse mai Chris. Aveva una meravigliosa
carnagione
caffè latte, che le veniva dal miscuglio di pelle scura del
padre e bianchissima
della madre, lisci capelli castano scuro e occhi di un penetrante e
singolare
color ambra. Era bellissima, ma in diciotto anni aveva avuto un numero
di
relazioni inferiori alle dita di una mano. L’essere figlia di
Max tendeva a
scoraggiare gli Intrepidi e neppure il suo carattere era esattamente
quello che
veniva definito amorevole. Era formidabile nelle arti marziali, in
aggiunta a
ciò, ed Eric aveva seriamente preso in considerazione
l’idea di chiederle di
istruirlo circa il kempo e il ju jitsu poi però la sua
indole orgogliosa aveva
cancellato prontamente l’idea.
Fiamma alzò gli occhi al cielo,
sbuffando.
- Questa volta cosa ha fatto? –
Rafael era una mina vagante, un tipo capace di
dare solo problemi, e lui
e Richard sembravano essere nemesi naturali, proprio come Eric e Reaper.
- Respira – borbottò, prima
di correggersi, - O almeno respirava quando
l’ho lasciato in infermeria. Sono troppo ottimista se spero
che sia morto? –
Quattro scosse la testa, tornando a dedicare la
sua attenzione alla
cena.
- Richard … - lo rimproverò
Fiamma. Bastava solo che pronunciasse il suo
nome con quella particolare inflessione per riuscire a dare un
significato
tutto speciale alla parola. Inizialmente Eric aveva passato giorni
interi a
rimuginare sul rapporto che c’era tra quei due e a chiedersi
se avrebbe dovuto
esserne geloso, ma poi aveva scoperto che era identico a quello che
c’era tra
lui e Richard. Cameratismo, rispetto, fratellanza.
Richard si strinse nelle spalle, sfoderando il suo
sorriso da
inguaribile canaglia che era in grado di far sciogliere i cuori di tre
quarti
della popolazione femminile della Residenza.
- D’accordo, magari non proprio morto,
solo gravemente menomato. –
- Chi è che sarebbe gravemente
menomato? – chiese Nicole, facendo
capolino da dietro di lui e appoggiandosi al braccio muscoloso.
- Rafael. –
Arricciò il naso, in una buffa
espressione che la faceva assomigliare
vagamente a un cricetino, - Non mi piace quel tipo –
sentenziò.
- A proposito di tipi che non ci piacciono
– disse d’un tratto Richard,
indicando con un cenno del
capo alla sua
destra, - Guardate un po’ chi sta arrivando. –
Reaper e Bas puntavano verso il loro tavolo, ma
all’ultimo momento il
biondo sembrò essersi ricordato di qualcosa
d’importantissimo perché cambiò
direzione e puntò verso il tavolo di Jez e Ross.
- Ti serve qualcosa? – chiese
bruscamente Eric, inarcando un
sopracciglio.
Non era esattamente aggressivo, non ancora, ma
Fiamma gli posò comunque
una mano sulla sua. Aveva notato che il contatto fisico con lei lo
aiutava a
rilassarsi e solo Dio sapeva se ne aveva bisogno quando si trovava
davanti quel
particolare collega.
- In effetti sì.
C’è bisogno di un paio di persone in sala
riunioni,
bisogna organizzarsi con i turni di ispezione. –
Richard sbuffò, passandosi una mano tra
i capelli neri e risistemando il
leggero crestino. Si voltò verso Kendra, rivolgendole uno
sguardo da cucciolo,
- Ci pensi tu, splendore? –
- Ruffiano – borbottò, ma si
alzò e seguì Reaper insieme a Nicole,
Quattro e Fiamma.
Rimasti soli, Eric gli rivolse
un’occhiata penetrante che interpretò
all’istante. Probabilmente quello sarebbe stato uno dei pochi
momenti in cui
avrebbe potuto parlare a quattr’occhi con la sorella senza
preoccuparsi di
destare sguardi curiosi.
- Coraggio, ragazzini, vi porto a dare
un’occhiata alla camerata in cui
dormirete. –
- Camerata? – domandò Jace,
inarcando un sopracciglio.
Le labbra del Capofazione si stirarono in un
sorrisetto bastardo.
- Oh, è tutto alla luce del sole qui,
ti sentirai come a casa. –
Mentre il gruppetto di iniziati si radunava
intorno a lui, Eric
approfittò della confusione per afferrare il polso della
sorella e trascinarla
fuori con sé.
*
Da quando aveva lasciato gli Eruditi non aveva
più avuto occasione di
vedere Alex e averla lì davanti a lui, come se nulla fosse
cambiato durante
quell’anno di lontananza, gli provocò una fitta di
calore all’altezza del
petto.
- Sei cresciuta – disse, notando gli
abbondanti dieci centimetri che
aveva preso in quei mesi. Non era l’unica cosa a essere
cambiata, registrò
rapidamente, a giudicare da ciò che si intravedeva sotto la
tuta da
allenamento.
Alexandra non era chiaramente più una
bambina e già riusciva a
immaginare la faticaccia e le minacce che avrebbe dovuto fare per
spingere il
resto degli Intrepidi a starle più alla larga possibile.
- Lo so a cosa stai pensando, Eric –
replicò, assottigliando lo sguardo
in un’espressione penetrante che gli ricordava tremendamente
la sua, - E non
provarci minimamente. Ho sedici anni ormai e posso gestire da sola i
miei
problemi … soprattutto i ragazzi. –
- Hai sedici anni, non trenta, quindi non devi
gestire proprio nessun
ragazzo. –
Alexandra rise, scuotendo la testa e lasciando che
i capelli le
ricadessero lungo la schiena. Erano più lunghi di come li
portava di solito e
incorniciavano un viso dai tratti più affilati e gli occhi
grigio azzurri messi
in risalto dal trucco scuro. Aveva ancora quell’aura
vagamente verginale che la
circondava, e la cosa gli faceva indiscutibilmente piacere
perché almeno si
sarebbe potuto risparmiare il viaggio fino al quartier generale degli
Eruditi e
il pestaggio di qualche stupido sedicenne dagli ormoni galoppanti, ma
lasciava
già intravedere piuttosto chiaramente il tipo di donna che
sarebbe diventata:
splendida, decisa, inarrestabile. La perfetta Murter.
- Perché non pensi ad occuparti della
tua ragazza invece di impedire a me di
trovarne uno? Tra parentesi, è
carina e sembra simpatica: l’approvo – aggiunse.
Eccola lì la solita vecchia Alex.
Niente giri di parole, dritta al
punto.
- Bene, ma resta il fatto che sei troppo giovane
per avere un ragazzo perché
implicherebbe … bè, lo
sai. E tu non
puoi fare … insomma, sai cosa,
finchè
non sarai sposata. Direi intorno ai trent’anni su per
giù. –
Rise di nuovo.
- Intendi che non posso fare sesso?
Rilassati, Eric, ho detto che voglio trovarmi un ragazzo non che
salterò
addosso al primo idiota che incontro. –
Fiamma fece capolino dietro di loro, sorridendo
davanti all’espressione
del suo ragazzo.
Di qualsiasi cosa stessero parlando era
più evidente che Eric non ne
fosse troppo contento e fosse ormai prossimo a un attacco di panico o
furia
omicida … o magari tutte e due le cose.
- Che succede? –
Alex si strinse nelle spalle, ghignando
malandrina, - Si parla di sesso
e mi è stato appena annunciato che ho l’obbligo
tassativo di aspettare i trent’anni
e il matrimonio. Ma, chissà, magari l’ho
già fatto … -
- Che cosa?!? Tu … no, non
può essere … Tu non hai davvero fatto sesso. Perché se
l’avessi fatto io sarei
obbligato a uccidere il tipo in
questione e tu non vuoi che diventi un assassino, no? –
- Non ci sarebbe mica nulla di così
sconvolgente. Avevo la sua stessa
età quando noi l’abbiamo
fatto … o te
lo sei dimenticato? – intervenne Fiamma, strizzando
l’occhio ad Alex.
- E tu non incoraggiarla. E poi per noi
è stato diverso … io non sono un
idiota – replicò.
- Questo lo dici tu. –
- Alexandra Elena Murter! Tu non hai fatto sesso.
E per il mio benessere
emotivo e mentale continuerò a vivere in questa convinzione
finchè non verrò
seppellito. Discussione chiusa – decretò.
- Come preferisci, fratellone. Vado ad ammirare
questa camerata se non c’è
altro … o meglio, ad ammirare quel figo del Capofazione
– aggiunse, sgattaiolando
via prima che avesse il tempo di aggiungere qualcos’ altro.
Rimasti soli, Eric rivolse un’occhiata a
Fiamma.
- Tu non pensi che lei abbia fatto sesso sul
serio, vero? –
La ragazza alzò gli occhi al cielo,
sbuffando a metà tra il divertito e
l’esasperato, - No, penso solo che l’abbia detto
per farti arrabbiare.
Rilassati. –
Annuì, scoccandole un bacio a fior di
labbra e passandole un braccio
intorno alla vita per attirarla più vicino a sé.
- Anche quando diceva “quel figo del
Capofazione” scherzava, no? –
Le labbra di Fiamma si incresparono in un piccolo
sorriso malizioso.
- No, sono abbastanza sicura che ritenga davvero Richard un gran figo. –
Eric annuì, improvvisamente mortalmente
serio.
- Bene, in tal caso dovrò uccidere il
mio migliore amico. Non sarà un
problema, in fin dei conti ho vissuto per sedici anni senza averne uno,
devo
solo riabituarmi alla cosa. –
- Sarebbe potuta andare peggio –
replicò lei, stringendosi nelle spalle.
- Ne dubito. –
- Avrebbe potuto dire che le piaceva Quattro.
–
- Okay, hai ragione, sarebbe potuta andare peggio
– convenne.
Spazio autrice:
Con un ritardo a dir poco scandaloso ed
epocale, finalmente ho aggiornato. Spero che il capitolo vi piaccia e
che
questo siparietto “Eric – Alex –
Fiamma” vi abbia divertito almeno la metà di
quanto a me è piaciuto scriverlo. Cercherò di
aggiornare più rapidamente in
futuro, ma con il ritorno all’università e i primi
esami che si avvicinano la
vedo alquanto tragica, quindi non vi faccio false promesse. Alla
prossima.
Baci baci,
Fiamma Erin Gaunt