XI)
L’Oscuro
Cavaliere del Drago
Giuseppe
guardò Laplace beffardo, sicuro che non avesse capito a cosa
alludeva.
Si tolse il
giubbotto, che cadde pesantemente a terra.
Per fare ciò
che voleva fare aveva bisogno di non avere impedimenti.
Soprattutto
perché era la prima volta che usava seriamente quella cosa, la sua arma segreta
più distruttiva, ancor più devastante del dragone
impazzito.
Giuseppe: Ali
di Tenebra!
Alle spalle
del ragazzo si addensò una massa oscura, la quale prese una vaga forma di due
ali, che coprirono per intero lo spadaccino.
Improvvisamente
l’oscurità schizzò via, come scacciata da una potente onda
d’urto.
Giuseppe era
avvolto in due ali di drago, ricoperte di piume nere.
Le ali si
dischiusero, mostrando di nuovo il ragazzo, il cui aspetto era nettamente
differente.
La sua pelle
aveva un colore grigio molto intenso, dalle tempie gli partivano delle lunghe
appendici ossee simili a corna che si stendevano all’indietro, come quelle che
Bahamut aveva sopra gli occhi, occhi di un rosso talmente acceso che sembravano
fiamme e contrastavano con la carnagione.
Jun: Si è
trasformato ancora?
Shinku: Ha
preso delle sembianze simili al dragone di prima, ma non lo ha liberato del
tutto. Deve essere riuscito in qualche modo a contenere la trasformazione,
rendendola parziale.
Kanaria: Che
significa kashira?
Tomoe: Stà
usando lo stesso potere di prima, solo che ora lo tiene sotto controllo
diventando una via di mezzo tra un umano ed un drago.
Laplace:
Interessante, davvero molto interessante. Cosa saresti
ora?
Giuseppe: Ora
sono solo la via di mezzo tra le due creature che dovrei
essere.
Kirakishou:
Bahamut era considerato il Lucente Cavaliere del Drago quando era in forma
umana, ma tu sei diverso da lui. Tu sei l’Oscuro Cavaliere del Drago, l’altra
faccia di una sola medaglia.
Giuseppe:
Fatevi avanti, io sono pronto.
Giuseppe
chiuse gli occhi, stendendo le braccia ai lati, le lame parallele alle
braccia.
Il demone e
la settima Rozen attaccarono, sicuri che la trasformazione non avesse cambiato
molto il loro avversario.
Laplace tentò
un doppio fendente laterale, mentre Kirakishou si spostò alle sue spalle per
colpirlo con i suoi rovi.
Dovettero
ricredersi.
Lo spadaccino
si limitò a ruotare rapidamente i polsi, tranciando i rovi e respingendo le
cesoie, le quali si incrinarono.
Laplace:
Direi che abbiamo sbagliato la valutazione. Se è stato capace di danneggiare
queste cesoie magiche senza distruggere le sue armi può contare su armi a dir
poco eccezionali e forza praticamente illimitata…
Giuseppe:
Preparatevi, perchè ho intenzione di finire qui la nostra battaglia.
Il Cavaliere
giunse le mani, iniziando a concentrarsi.
Giuseppe:
Isolamento Dimensionale!
Il Giudice e
la bambola, sentite quelle parole, temettero che l’avversario volesse isolarli
in una dimensione da lui creata e cercarono di aprire un varco, senza però avere
successo.
Kirakishou:
Cosa significa?
Giuseppe: Mi
dispiace per voi, ma finché non lo decido io voi due rimarrete qui. Ho isolato
questo mondo da tutto il resto dell’universo, così non potrete
scappare.
Laplace:
Cosa?!
Giuseppe:
Questo era solo un preparativo, il pezzo forte arriva ora.
Bahamut Tear
scomparve, lasciando il posto ad un alone tetro attorno alla mano destra dello
spadaccino.
Giuseppe: Se
ora io muoio tutto ciò che è presente in questo mondo scomparirà con me, ed è
quello che ho intenzione di fare!
Tomoe: Che
gli prende ora? È impazzito per caso?
Kanaria:
Aiuto! Vuole uccidere anche noi kashira!
Shinku: No,
non può essere così irresponsabile. Deve esserci qualcosa sotto…
Suiseiseki:
Temo voglia davvero uccidersi desu…
Jun: Quindi
vuole portarci con lui all’altro mondo?!
Suiseiseki:
No desu! Questa barriera è anche un N-Field che ci porterà a casa in caso lui
muoia desu!
Jun: Ma a che
gli servirà morire? È del tutto insensato!
Suigintou:
Lui può ritornare in vita, e questo lo sa benissimo. Intanto facendo così
eliminerà per sempre Laplace e Kirakishou.
Tomoe: Ma le
Rose Mystiche non rischiano di andare perdute?
Suiseiseki:
No desu. Questo mondo si distrugge e si ricrea ad ogni ciclo vitale e quando si
ricrea ritorna qui qualsiasi cosa ci sia stata un tempo
desu.
Shinku: In
pratica mentre noi lasceremo questo mondo tramite questo N-Field lui eliminerà
Laplace e Kirakishou, e quando rinascerà potrà tornare da noi con ciò che
cercavamo, perché le Rose Mystiche di Souseiseki ed Hina Ichigo saranno al
sicuro nel suo mondo.
Laplace:
Intendi davvero suicidarti pur di eliminarci? Sei
impazzito?!
Giuseppe: Per
una volta la mia immortalità mi servirà a qualcosa. Le mie sorelle riavranno
indietro due persone speciali, e senza un Giudice il gioco non potrà
continuare!
Il coniglio e
la bambola non potevano fare più niente.
Non sarebbe
servito a nulla tentare di fermarlo.
Potevano solo
attendere.
Giuseppe
sorrise.
Il piano
aveva funzionato.
Si lanciò
contro Laplace, affondandogli la mano nel petto, senza però
ferirlo.
L’Oscurità
che gli avvolgeva la mano non era altro che un’energia distorta che gli
permetteva di penetrare la carne senza ferire.
Giuseppe: Ora
rimanete fermi o ti strappo il cuore.
Laplace sentì
una pressione attorno al cuore.
Quel ragazzo
non scherzava quando diceva di potergli strappare la vita.
Ad un tratto
la stretta si affievolì, e Giuseppe saltò indietro, sfruttando la potenza delle
sue ali.
Giuseppe:
Bene, è andato tutto come previsto.
Il Cavaliere
lanciò qualcosa verso la barriera, la quale non oppose resistenza e lasciò che
gli oggetti colpissero in pieno Hina e Souseiseki.
Le due
bambole iniziarono ad emanare una debole luce, quindi si sollevarono in
aria.
Quando la
luce si spense tornarono tra le braccia dei due umani, mentre loro due
riaprirono gli occhi.
Le Rose
Mystiche.
Giuseppe
aveva messo praticamente con le spalle al muro l’avversario, al quale ora non
rimanevano più poteri.
Le due Rozen
si guardarono attorno, ed appena ebbero visto le facce conosciute Hina si
aggrappò al collo di Tomoe.
Hina: Tomoe!
Che bello rivederti! Mi sei mancata tanto na no!
Souseiseki:
Ma cosa…
Shinku: Non
preoccuparti, è tutto a posto ora.
Il Giudice
guardò cosa accadeva all’interno della barriera,
incredulo.
Laplace: Mi…
mi hai imbrogliato! Sei ricorso ad uno sporco trucchetto pur di battermi?
Fingere il suicidio e bloccare ogni via di fuga…
Giuseppe: Io
avevo solo intenzione di riprendermi quelle Rose Mystiche, combattere contro di
te è stata un’azione che non ho potuto evitare. E poi chi ti dice che stessi
fingendo?
Laplace:
Come?
Giuseppe: Ora
come ora solo Bahamut Tear può uccidermi, ed oltre lei solo lo stesso potere che
ho usato per prenderti le Rose Mystiche può distruggermi colpendomi
dall’interno. Ora che ho fatto quello che dovevo fare potrei facilmente porre
fine a tutto in questo modo.
Laplace: Cosa
vorresti fare, metterti contro la volontà di tuo padre?
Giuseppe: No,
semplicemente contro il Gioco, e finché tu ci sarai il gioco continuerà, ma
senza te…
Kirakishou
usò la maggior parte delle sue energie per creare un enorme ammasso di rovi
attorno alla barriera, la quale collassò sotto la stretta.
Le spine però
non arrivarono a colpire chi era al suo interno, perché Giuseppe con un rapido
movimento arrivò all’ammasso di rovi e lo tranciò in decine di
pezzi.
Kirakishou:
Mettersi contro il Gioco vuol dire mettersi contro nostro padre. Non vuoi che il
suo desiderio si realizzi? Non vuoi vederlo felice?
Giuseppe: Una
persona non può essere felice a costo di sacrificare altre persone. Se per
renderlo felice dovete distruggervi la sua è una felicità falsa e
sadica.
Kirakishou:
Non importa! Io diventerò Alice e sarò colei che renderà nostro padre felice,
anche se questo vuol dire affrontarti!
Giuseppe: Ci
tieni così tanto a diventare Alice?
Kirakishou:
Questo è lo scopo per cui sono nata.
Giuseppe fece
sparire l’altra arma e si diresse lentamente verso la
sorella.
Arrivato
davanti a lei si inginocchiò e, mettendole una mano in testa e tenendole con
l’altra la mano in cui aveva l’anello di rose, disse.
Giuseppe: E
sia allora, te lo concedo. Ma non solo a te, ma a tutte quante voi. Diventate
tutte quante Alice se volete, ma senza farvi del male a vicenda. La perfezione
non nasce dall’assassinio.
Kirakishou
sorrise.
La bambola
iniziò ad irradiare una Luce candida, la quale la avvolse del
tutto.
Era una Luce
delicata, fatta proprio per essere vista in tutto il suo
splendore.
Nel guardarla
Giuseppe pensò che quelle Luce era l’esatto contrario di come era
lui.
Lui non solo
era pieno di Oscurità, ma la sua era anche un’Oscurità soffocante, la quale
impediva qualsiasi cosa.
Laplace:
Bene, direi che il disegno di Rozen è completo,
finalmente.
Giuseppe: Che
intendi dire?
Laplace: Che
le sue sette creature sono finalmente perfette.
Sentendo
quelle parole il ragazzo si voltò.
Jun e Tomoe
stavano cercando di svegliare le sei Rozen, misteriosamente a terra, prive di
sensi.
Le loro Rose
Mystiche si disgiunsero dai loro corpi, andandosi a fondere con gli spiriti
artificiali ed irradiando una Luce simile a quella di
Kirakishou.
Giuseppe: Ma
cosa?!
Laplace: Il
Gioco ormai è concluso, e come aveva previsto Rozen sei stato tu a portarlo a
termine.
Improvvisamente
l’intero mondo interiore del ragazzo fu pervaso di Luce, catapultando tutti nel
candore più assoluto.
Qualcosa di
unico era appena accaduto, ma non sapevano ancora cosa…