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Autore: ShadowFeanor    17/10/2008    2 recensioni
Shinku: Dobbiamo trovare l’ultima creazione di nostro padre.
Jun: L’ultima? Intendi la settima Rozen, quella per cui si è spacciata Barasuishou?
Shinku scosse leggermente il capo. Non era di lei che c’era bisogno.
Shinku: No, non è stata lei l’ultima creazione di nostro padre.
Jun: Allora di che si tratta?
Shinku: Hai mai sentito parlare di una creatura chiamata Bahamut?
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Jun Sakurada, Shinku, Suigintou
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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XI)              L’Oscuro Cavaliere del Drago

 

Giuseppe guardò Laplace beffardo, sicuro che non avesse capito a cosa alludeva.

 

Si tolse il giubbotto, che cadde pesantemente a terra.

 

Per fare ciò che voleva fare aveva bisogno di non avere impedimenti.

 

Soprattutto perché era la prima volta che usava seriamente quella cosa, la sua arma segreta più distruttiva, ancor più devastante del dragone impazzito.

 

Giuseppe: Ali di Tenebra!

 

Alle spalle del ragazzo si addensò una massa oscura, la quale prese una vaga forma di due ali, che coprirono per intero lo spadaccino.

 

Improvvisamente l’oscurità schizzò via, come scacciata da una potente onda d’urto.

 

Giuseppe era avvolto in due ali di drago, ricoperte di piume nere.

 

Le ali si dischiusero, mostrando di nuovo il ragazzo, il cui aspetto era nettamente differente.

 

La sua pelle aveva un colore grigio molto intenso, dalle tempie gli partivano delle lunghe appendici ossee simili a corna che si stendevano all’indietro, come quelle che Bahamut aveva sopra gli occhi, occhi di un rosso talmente acceso che sembravano fiamme e contrastavano con la carnagione.

 

Jun: Si è trasformato ancora?

 

Shinku: Ha preso delle sembianze simili al dragone di prima, ma non lo ha liberato del tutto. Deve essere riuscito in qualche modo a contenere la trasformazione, rendendola parziale.

 

Kanaria: Che significa kashira?

 

Tomoe: Stà usando lo stesso potere di prima, solo che ora lo tiene sotto controllo diventando una via di mezzo tra un umano ed un drago.

 

Laplace: Interessante, davvero molto interessante. Cosa saresti ora?

 

Giuseppe: Ora sono solo la via di mezzo tra le due creature che dovrei essere.

 

Kirakishou: Bahamut era considerato il Lucente Cavaliere del Drago quando era in forma umana, ma tu sei diverso da lui. Tu sei l’Oscuro Cavaliere del Drago, l’altra faccia di una sola medaglia.

 

Giuseppe: Fatevi avanti, io sono pronto.

 

Giuseppe chiuse gli occhi, stendendo le braccia ai lati, le lame parallele alle braccia.

 

Il demone e la settima Rozen attaccarono, sicuri che la trasformazione non avesse cambiato molto il loro avversario.

 

Laplace tentò un doppio fendente laterale, mentre Kirakishou si spostò alle sue spalle per colpirlo con i suoi rovi.

 

Dovettero ricredersi.

 

Lo spadaccino si limitò a ruotare rapidamente i polsi, tranciando i rovi e respingendo le cesoie, le quali si incrinarono.

 

Laplace: Direi che abbiamo sbagliato la valutazione. Se è stato capace di danneggiare queste cesoie magiche senza distruggere le sue armi può contare su armi a dir poco eccezionali e forza praticamente illimitata…

 

Giuseppe: Preparatevi, perchè ho intenzione di finire qui la nostra battaglia.

 

Il Cavaliere giunse le mani, iniziando a concentrarsi.

 

Giuseppe: Isolamento Dimensionale!

 

Il Giudice e la bambola, sentite quelle parole, temettero che l’avversario volesse isolarli in una dimensione da lui creata e cercarono di aprire un varco, senza però avere successo.

 

Kirakishou: Cosa significa?

 

Giuseppe: Mi dispiace per voi, ma finché non lo decido io voi due rimarrete qui. Ho isolato questo mondo da tutto il resto dell’universo, così non potrete scappare.

 

Laplace: Cosa?!

 

Giuseppe: Questo era solo un preparativo, il pezzo forte arriva ora.

 

Bahamut Tear scomparve, lasciando il posto ad un alone tetro attorno alla mano destra dello spadaccino.

 

Giuseppe: Se ora io muoio tutto ciò che è presente in questo mondo scomparirà con me, ed è quello che ho intenzione di fare!

 

Tomoe: Che gli prende ora? È impazzito per caso?

 

Kanaria: Aiuto! Vuole uccidere anche noi kashira!

 

Shinku: No, non può essere così irresponsabile. Deve esserci qualcosa sotto…

 

Suiseiseki: Temo voglia davvero uccidersi desu…

 

Jun: Quindi vuole portarci con lui all’altro mondo?!

 

Suiseiseki: No desu! Questa barriera è anche un N-Field che ci porterà a casa in caso lui muoia desu!

 

Jun: Ma a che gli servirà morire? È del tutto insensato!

 

Suigintou: Lui può ritornare in vita, e questo lo sa benissimo. Intanto facendo così eliminerà per sempre Laplace e Kirakishou.

 

Tomoe: Ma le Rose Mystiche non rischiano di andare perdute?

 

Suiseiseki: No desu. Questo mondo si distrugge e si ricrea ad ogni ciclo vitale e quando si ricrea ritorna qui qualsiasi cosa ci sia stata un tempo desu.

 

Shinku: In pratica mentre noi lasceremo questo mondo tramite questo N-Field lui eliminerà Laplace e Kirakishou, e quando rinascerà potrà tornare da noi con ciò che cercavamo, perché le Rose Mystiche di Souseiseki ed Hina Ichigo saranno al sicuro nel suo mondo.

 

Laplace: Intendi davvero suicidarti pur di eliminarci? Sei impazzito?!

 

Giuseppe: Per una volta la mia immortalità mi servirà a qualcosa. Le mie sorelle riavranno indietro due persone speciali, e senza un Giudice il gioco non potrà continuare!

 

Il coniglio e la bambola non potevano fare più niente.

 

Non sarebbe servito a nulla tentare di fermarlo.

 

Potevano solo attendere.

 

Giuseppe sorrise.

 

Il piano aveva funzionato.

 

Si lanciò contro Laplace, affondandogli la mano nel petto, senza però ferirlo.

 

L’Oscurità che gli avvolgeva la mano non era altro che un’energia distorta che gli permetteva di penetrare la carne senza ferire.

 

Giuseppe: Ora rimanete fermi o ti strappo il cuore.

 

Laplace sentì una pressione attorno al cuore.

 

Quel ragazzo non scherzava quando diceva di potergli strappare la vita.

 

Ad un tratto la stretta si affievolì, e Giuseppe saltò indietro, sfruttando la potenza delle sue ali.

 

Giuseppe: Bene, è andato tutto come previsto.

 

Il Cavaliere lanciò qualcosa verso la barriera, la quale non oppose resistenza e lasciò che gli oggetti colpissero in pieno Hina e Souseiseki.

 

Le due bambole iniziarono ad emanare una debole luce, quindi si sollevarono in aria.

 

Quando la luce si spense tornarono tra le braccia dei due umani, mentre loro due riaprirono gli occhi.

 

Le Rose Mystiche.

 

Giuseppe aveva messo praticamente con le spalle al muro l’avversario, al quale ora non rimanevano più poteri.

 

Le due Rozen si guardarono attorno, ed appena ebbero visto le facce conosciute Hina si aggrappò al collo di Tomoe.

 

Hina: Tomoe! Che bello rivederti! Mi sei mancata tanto na no!

 

Souseiseki: Ma cosa…

 

Shinku: Non preoccuparti, è tutto a posto ora.

 

Il Giudice guardò cosa accadeva all’interno della barriera, incredulo.

 

Laplace: Mi… mi hai imbrogliato! Sei ricorso ad uno sporco trucchetto pur di battermi? Fingere il suicidio e bloccare ogni via di fuga…

 

Giuseppe: Io avevo solo intenzione di riprendermi quelle Rose Mystiche, combattere contro di te è stata un’azione che non ho potuto evitare. E poi chi ti dice che stessi fingendo?

 

Laplace: Come?

 

Giuseppe: Ora come ora solo Bahamut Tear può uccidermi, ed oltre lei solo lo stesso potere che ho usato per prenderti le Rose Mystiche può distruggermi colpendomi dall’interno. Ora che ho fatto quello che dovevo fare potrei facilmente porre fine a tutto in questo modo.

 

Laplace: Cosa vorresti fare, metterti contro la volontà di tuo padre?

 

Giuseppe: No, semplicemente contro il Gioco, e finché tu ci sarai il gioco continuerà, ma senza te…

 

Kirakishou usò la maggior parte delle sue energie per creare un enorme ammasso di rovi attorno alla barriera, la quale collassò sotto la stretta.

 

Le spine però non arrivarono a colpire chi era al suo interno, perché Giuseppe con un rapido movimento arrivò all’ammasso di rovi e lo tranciò in decine di pezzi.

 

Kirakishou: Mettersi contro il Gioco vuol dire mettersi contro nostro padre. Non vuoi che il suo desiderio si realizzi? Non vuoi vederlo felice?

 

Giuseppe: Una persona non può essere felice a costo di sacrificare altre persone. Se per renderlo felice dovete distruggervi la sua è una felicità falsa e sadica.

 

Kirakishou: Non importa! Io diventerò Alice e sarò colei che renderà nostro padre felice, anche se questo vuol dire affrontarti!

 

Giuseppe: Ci tieni così tanto a diventare Alice?

 

Kirakishou: Questo è lo scopo per cui sono nata.

 

Giuseppe fece sparire l’altra arma e si diresse lentamente verso la sorella.

 

Arrivato davanti a lei si inginocchiò e, mettendole una mano in testa e tenendole con l’altra la mano in cui aveva l’anello di rose, disse.

 

Giuseppe: E sia allora, te lo concedo. Ma non solo a te, ma a tutte quante voi. Diventate tutte quante Alice se volete, ma senza farvi del male a vicenda. La perfezione non nasce dall’assassinio.

 

Kirakishou sorrise.

 

La bambola iniziò ad irradiare una Luce candida, la quale la avvolse del tutto.

 

La Luce che irradiava però non era fastidiosa, di quelle che accecavano.

 

Era una Luce delicata, fatta proprio per essere vista in tutto il suo splendore.

 

Nel guardarla Giuseppe pensò che quelle Luce era l’esatto contrario di come era lui.

 

Lui non solo era pieno di Oscurità, ma la sua era anche un’Oscurità soffocante, la quale impediva qualsiasi cosa.

 

Laplace: Bene, direi che il disegno di Rozen è completo, finalmente.

 

Giuseppe: Che intendi dire?

 

Laplace: Che le sue sette creature sono finalmente perfette.

 

Sentendo quelle parole il ragazzo si voltò.

 

Jun e Tomoe stavano cercando di svegliare le sei Rozen, misteriosamente a terra, prive di sensi.

 

Le loro Rose Mystiche si disgiunsero dai loro corpi, andandosi a fondere con gli spiriti artificiali ed irradiando una Luce simile a quella di Kirakishou.

 

Giuseppe: Ma cosa?!

 

Laplace: Il Gioco ormai è concluso, e come aveva previsto Rozen sei stato tu a portarlo a termine.

 

Improvvisamente l’intero mondo interiore del ragazzo fu pervaso di Luce, catapultando tutti nel candore più assoluto.

 

Qualcosa di unico era appena accaduto, ma non sapevano ancora cosa…

 

   
 
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