Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Joseph J    25/10/2014    5 recensioni
Luke Hemmings, ragazzo più popolare della scuola, ha la strana abitudine di uscire con chiunque gli chieda un appuntamento all'inizio della settimana, con conseguente rottura del rapporto alla fine della stessa settimana.
----------------------
“Esce con me questa settimana.” risposi con poca convinzione alla ragazza.
Sia lei che Luke mi guardarono interrogativi.
“Usciamo insieme ogni sera, Cal.”
“Concedi una settimana di tempo a ogni persona che te lo chiede, quindi, esci con me…” ripetei più convinto.
“Ok” fu la sua semplice risposta.
ATTENZIONE
coppia Luke/Calum Se non gradite le slash non entrate
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

GIORNO 2

Pov. Calum

“Dobbiamo denunciarlo, Cal!” era la centesima volta che Luke me lo ripeteva ma non lo stavo ascoltando. Non volevo ascoltarlo.

Mi ero svegliato all’alba, in una stanza che non avevo mai visto prima, con il torace fasciato e la mano di Luke stretta sulla mia. 

Quando avevo capito in che situazione mi trovassi, un brivido di terrore mi aveva invaso tutto il corpo. Luke si era svegliato poco dopo, mi aveva chiesto come stavo, spiegato la sua preoccupazione e al fatto che volesse denunciarlo. Era stanco di questa storia, dovevamo lottare. Ma io non ne avevo le forze, non più.

“è la mia settimana Lukey.” risposi con la prima scusa che mi venne in mente. In fondo era vero, questa settimana Luke era tutto per me e anche se non lo sapeva era da tempo che lo desideravo, che non potevo fare a meno di lui nella mia vita e che per me non era un semplice amico. Non avrei rovinato i miei sette giorni per colpa del Bastardo. 

Vidi Luke abbassare lo sguardo a quella affermazioni e avrei tanto voluto sapere cosa passasse per la sua testa. Probabilmente non gliene fregava niente della sua abitudine, una settimana senza uscire non gli avrebbe cambiato nulla. E invece “Stasera usciamo.” affermò attirando la mia attenzione. Alzai un sopracciglio in modo scettico, qualcosa non mi convinceva, mi stava prendendo in giro? “Dove?” chiesi allora. “Scegli tu il posto.” rispose ovvio. Già, lui non sceglieva mai, lasciava tutto alle sue fidanzate settimanali. Quindi, ero il suo ragazzo settimanale? “Noi… stiamo uscendo insieme?” chiesi ancora titubante. Avevo pensato che non avesse preso l’argomento sul serio, anche se in mensa sembrava nervoso, quasi arrabbiato. Aveva capito? O provava anche lui la stessa cosa? scacciai quel pensiero dalla testa. Era impossibile che Luke Hemmings provasse qualcosa per me. 

Luke non sapeva amare, anche se ci provava. 

“Così sembra..” rispose sorridendomi. Dio, se aveva un sorriso stupendo. “Da Sedici” dissi mostrando un po’ troppo il mio entusiasmo. Lui rise, dovevo avere davvero una faccia ridicola, ma in quel momento, niente a parte Luke aveva importanza. Se io ero la ragione per cui lui riusciva ad andare avanti lui era la mia. 

“Calum sei così..” incominciò ma venne interrotto dall’infermiera che entrò nella stanza. Per lui fu un bene perché tirò un sospiro di sollievo e io maledii quella ragazza per essere entrata in quel momento. “Ti dimettiamo. Ancora qualche controllo e poi potrai andare.” mi disse con un sorriso confortante. Gli risposi con un semplice ‘ok’ e dopo qualche istante uscì.

“Dicevi?” chiesi quindi a Luke sperando che finisse la frase di prima con ‘bello, dolce, fantastico, importante, speciale…’ tutti aggettivi che avrei attribuito a lui.

“Uhm?” rispose girandosi verso di me. Lo osservai: il viso stanco, gli occhi spenti, il berretto blu a coprirgli i capelli. Era stato sveglio tutta la notte, per me. “Dovresti andare a casa…” cambiai discorso. Lui mi sorrise di nuovo, si avvicinò a me e con la mano mi spettinò i capelli. “Sei così strano Calum” poi uscì dalla stanza lasciandomi di nuovo solo con il suo sorriso nella mente e il cuore che batteva troppo velocemente. 

 

Mi guardai di nuovo allo specchio. Il labbro rotto, l’occhio ancora gonfio, il taglio sulla guancia. Facevo davvero schifo. Indossai una camicia azzurra, dei jeans e misi le Vans nere. Una goccia di profumo, una sistemata ai capelli, di nuovo a guardarmi allo specchio. Ero così agitato. ‘è il mio primo appuntamento.’ pensai sistemandomi meglio la camicia. Non ero mai uscito con nessuno. Luke era quello popolare, io lo sfigato. Lui aveva tutte le ragazze che voleva, ma per stasera avrebbe avuto solo me. E a me bastava lui. 

Quando aprii la porta d’entrata trovai Luke più bello che mai. Niente vestiti larghi, niente cappello ma la sua solita sigaretta tra le labbra. Un paio di jeans stretti gli fasciavano alla perfezione le gambe, la camicia a quadri rossa gli stava benissimo. Non si era mai vestito così per nessuno. Agli altri appuntamenti si vestiva come al solito. “Ciao Cal.” sorrise consapevole dell’effetto che aveva avuto su di me. “Sei.. sei bellissimo” mi maledii subito dopo, abbassai lo sguardo probabilmente rosso in volto. “Anche tu Cal.” rispose alzandomi il viso col le dita e guardandomi negli occhi. “Andiamo?” chiese senza distogliere lo sguardo. Mi persi in quel mare azzurro dei suoi occhi e annui automaticamente. Al mio cenno positivo tolse la mano dal mio volto e si avviò verso il ristorante. Ancora confuso lo seguii e per tutto il tragitto non scambiammo una parola. 

Il Sedici era un ristorante italiano vicino a casa mia, ci andavo con Luke quasi ogni venerdì ma questa volta era decisamente diverso. Questo giorno significava molto per me. 

“Hood. Due persone.” feci al cameriere quando si avvicinò a noi. Controllò la prenotazione su un’ agenda e poi ci fece segno di seguirci. Ci sedemmo al tavolo che ci era stato assegnato e un altro cameriere ci portò il listino. Sapevo già cosa ordinare ma lo aprii lo stesso per evitare di guardare Luke. Mi distrai leggendo ogni tipo di cibo, bevanda, prezzi e dolci. Quando rialzai lo sguardo dal listino era Luke a osservarmi divertito. “Sei agitato.” fu il suo commento dopo quasi venti minuti di silenzio. “No” mentii cercando di tenere lo sguardo più inespressivo possibile. 

“Volete ordinare?” il cameriere mi salvò. “Sì” risposi spostando l’attenzione sul ragazzo che aspettava di scrivere l’ordinazione sul blocchetto. “Una pizza margherita e una cotoletta alla milanese” rispose Luke per entrambi senza distogliere lo sguardo da me. “Da bere?” chiese ancora mentre scriveva quello che Luke aveva appena richiesto. “Una birra e una bottiglia di acqua naturale.” Luke rispose ancora per entrambi senza guardarlo. Era come se in quella stanza fossimo solo noi due, il cameriere e le altre persone erano sparite e l’unica cosa che desideravo era non perdere quel contatto visivo con lui. 

“Penso che l’abbiamo messo in imbarazzo” rispose girandosi a guardare il cameriere che se ne stava andando in cucina grattandosi la nuca. “Già” risposi solamente. “Anche tu sei in imbarazzo” disse osservando la mia espressione. “é solo una cena” aggiunse poi sistemandosi i capelli. Come faceva a stare così calmo? Come poteva per lui essere tutto normale? Perché non capiva che di questo passo sarei impazzito? 

 

Pov. Luke

Parlammo del più e del meno come al solito, la mia pizza era buona come al solito, ma Calum… Calum non era come al solito. Era diverso. Mi guardava come si guardava una cosa preziosa, gli tremava la mano, e diventava spesso rosso in viso. E allora capii. Era innamorato di me. Più passava il tempo e più confermavo la mia teoria. E non era come tutte quelle con cui ero uscito che mi volevano solo per il mio aspetto, per lui ero speciale.

Lo guardai per la prima volta in maniera diversa. Mi soffermai di più sul suo viso, sui particolari. Gli occhi grandi marroni, i due piccoli nei sulla guancia destra, e quelle labbra che, Dio, sembravano così morbide e che mostravano il sorriso più bello del mondo. Era proprio bello. 

Continuammo a parlare e parlare per tutta la serata fino a quando ci cacciarono dal ristorante perché dovevano chiudere. Uscimmo con parecchi soldi in meno e Calum con un po’ troppo alcool in circolo. 

Si era rilassato e rideva in continuazione. Ed era una risata contagiosa perché ridevo insieme a lui senza un motivo preciso. Camminammo per un bel pezzo a piedi, sorpassammo la casa di Calum forse perché era troppo presto oppure troppo stanchi per affrontare il Problema. Al Bastardo ci avremmo pensato il giorno dopo. 

Sorpassammo anche casa mia, ci avviammo verso un sentiero lì vicino, salimmo le scalinate di pietra e raggiungemmo il Parco. Era un parcogiochi abbandonato, con le altalene rotte, le panchine piene di scritte e i pali della luce senza lampadine. L’unica cosa che si salvava era lo scivolo a castello. Era li che mi nascondevo da piccolo, era li che mi sentivo al sicuro. Ed era proprio sotto la casetta dello scivolo che avevo conosciuto Calum. 

Accesi una sigaretta e salimmo sullo scivolo. “Non voglio andare a casa, Lukey” continuava a ripetermi. “Non stiamo andando a casa, siamo al Parco.” e allora si tranquillizzò, si sedette vicino a me, appoggiando la testa sulla mia spalla. Aspirai il fumo e osservai il panorama. Il Parco si trovava su una collinetta e da lì si poteva vedere tutta la città. Era Sidney che illuminava tutto il Parco.

“Sai Luke perché ti ho chiesto di uscire?” chiese tutto d’un tratto Calum, spezzando il silenzio. “Perché non volevi consolare un’ altra ragazza quando l’avrei lasciata.” risposi, anche se sapevo che non era questo il vero motivo. “Io penso di amarti, Luke.” continuò con una calma che mi spiazzò. Il mio cuore cominciò stranamente a battere velocemente e la mia mente cominciò a riempirsi di pensieri. La sigaretta mi cadde dalle dita cadendo sull’erba. “Sei… sei solo ubriaco” come poteva un angelo come lui amare un mostro come me? Come poteva innamorarsi di una persona che non sapeva neanche cosa significava la parola ‘amore’? L’avevo imparata, apprezzata e poi come tutte le cose belle anche l’ ‘amore’ era finita. Avevo preferito rimuoverla dal mio vocabolario insieme a tutti gli altri sentimenti, perché l’alternativa faceva troppo male. 

E ora, dopo quasi quattro anni riprovai qualcosa di simile all’ amore. Mi spaventai. Ero davvero pronto a provare un sentimento così potente? Ero davvero pronto a ricordare il passato? 

Sentii Calum respirare regolarmente e capii che si era addormentato sulla mia spalla. “Cosa devo fare adesso?” gli chiesi anche sapendo che non avrebbe risposto. Mi sistemai meglio in modo che anche lui stesse più comodo, accesi un’ altra sigaretta e mi misi ad ascoltare il silenzio. Osservai il viso addormentato di Calum e sorrisi.

Appoggiai la testa al muro di legno della casetta e in quel momento, al Prato, guardando Sydney con Calum al mio fianco, mi sentii la persona più felice del mondo. 

SPAZIO AUTORE
Buongiorno a tutti.
Ecco il secondo giorno e quindi terzo capitolo.
In questo capitolo c'è il primo appuntamento che un po' tutti aspettavano con ansia.
Calum si dichiara, e si sa che gli ubriachi dicono sempre la verità.
Luke invece ha paura di amare e nei prossimi capitoli capirete perchè.
Nel prossimo scoprirete anche chi è il Bastardo anche se forse si capisce un pochino da questo.

Volevo ringraziare per le 6 recensioni,
le 6 persone che hanno messo la storia tra le preferite,
le 2 persone che l' hanno messa nelle ricordate e
le 7 persone che l'hanno messa nelle seguite.
Significa davvero tanto per me quindi grazie a tutti!

Al prossimo capitolo,
-Franzy

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Joseph J