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Autore: camoeight    27/10/2014    1 recensioni
"Per sempre non significa niente, nemmeno per creature come noi..."\"“Buon compleanno Caroline” si sentì sussurrare all’orecchio e un brivido le attraversò la schiena. Questa è una raccolta di one-shot\drabble di vario genere. La coppia principale è Klaroline, ma non solo!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Enzo, Katherine Pierce, Klaus, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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This dust was once the man
(Walt Whitman)


 
 
Il cambiamento.
È un pensiero costante per Caroline.  Uno di quelli che ti sveglia la mattina e ti rimbocca le coperte la sera.
Quante cose possono cambiare in cinque anni.
Ad alcuni potrà sembrare sciocco, in fondo lei vivrà per sempre-è condannata a vedere il mondo cambiare.
Ma Caroline ha imparato che per sempre non è così scontato, neppure per creature come loro.
Perché le cose possono cambiare e quel per sempre sparire.
È proprio questo che pensa davanti alla tomba di Damon Salvatore, a solo pochi metri da quella di Bonnie Bennet.
Da cinque anni, una volta all’anno, si reca lì, posa un fiore nuovo, gettando via il precedente e cerca di capire come in così poco tempo, in un attimo, tutto sia cambiato.
Sente una presenza accanto a lei, ma non s’illude.
“Enzo” saluta solamente e percepisce il vampiro avvicinarsi.
“Oggi sono cinque anni” dice l’altro aprendo una bottiglia di Bourbon e bevendone un lungo sorso “…salute amico…” sussurra versandone un po’ sull’erba accanto alla lapide e Caroline non se la sente di protestare, anzi accetta volentieri l’invito del vampiro e beve un sorso anche lei.
“Stefan?” chiede Enzo guardandosi intorno, cercando con gli occhi il fratello di suo fratello.
Caroline continua a fissare la lapide “La sta ancora cercando e nel frattempo sta provando insieme ad Alaric a trovare un modo per riportarli indietro…” mormora scuotendo la testa. Nei suoi occhi Enzo nota una traccia di delusione.
“Ne deduco che Elena non sia migliorata…e come mai non sei anche tu alla sua ricerca?” chiede il vampiro senza molto interesse.
Finalmente Caroline lo guarda dritta negli occhi “È peggiorata” ma non risponde alla sua domanda.
Enzo non può capire. Non era lì, non sa cosa significhi vedere una persona che conosci da tutta la vita, che ammiri al punto da invidiare, una di quelle per cui moriresti…ridotta così.
“Elena non c’è più. È morta con Damon…e quel guscio che è tornato dall’aldilà…non è la mia migliore amica. Tu non puoi saperlo, te ne sei andato…” e non c’è accusa nel suo tono di voce “Semplicemente è cambiato tutto. Io sono cambiata, Elena è cambiata…prima Stefan capirà che non c’è niente da fare per lei e prima potrà andare avanti...” dice la vampira muovendosi verso un’altra zona, con ancora un fiore in mano.
Enzo la segue corrugando la fronte “Quanta rassegnazione riccioli d’oro, non mi sembravi il tipo cinico di ragaz-” ma si blocca non appena vede dove Caroline è diretta. A chi è destinato l’ultimo fiore.
Liz Forbes. 1964-2014. 
Esattamente cinque anni prima, poco dopo la sua partenza.
“Come è successo?” chiede serio. Ma non c’è bisogno di risposte. Adesso le cose sembrano più chiare.
Elena era impazzita dopo la morte di Damon, letteralmente. Liz era stato il danno collaterale.
“Perché l’hai risparmiata?” domanda ancora Enzo genuinamente curioso e Caroline, dopo aver salutato sua madre, lo prende sotto braccio, come un vecchio amico-non ce ne sono molti ultimamente- conducendolo verso l’ingresso del cimitero di Mystic Falls.
“Tutti pensano che l’abbia fatto in onore della nostra amicizia, per quello che Elena è stata per me…” inizia la bionda incerta, soppesando le parole “Caroline Forbes: la buona samaritana, la ragazza dal perdono facile…” imita poi sorridendo amaramente e scuotendo la testa.
“La verità è esattamente l’opposta. Se avessi voluto perdonarla -se avessi ancora provato qualcosa per lei- l’avrei uccisa immediatamente. Ma condannarla a questo…” incalza indicando il cimitero alle loro spalle “…è il peggior destino che potessi augurarle…” conclude accennando un sorriso triste.
Enzo la guarda e per la prima volta, capisce cosa intende Caroline.
Le cose erano davvero cambiate così all’improvviso per tutti, che in un certo senso si ritiene quasi fortunato ad aver perso solo un amico.
Caroline invece aveva perso tutto.
Quasi senza accorgersene arrivano davanti al cancello del cimitero. 
“Riparto oggi stesso, questa città mi dà i brividi” dice Enzo e la risata sincera di Caroline lo mette a disagio “Ti capisco” risponde stringendosi nel lungo cappotto nero.
Ed Enzo vuole chiederle di partire con lui, di essere sua amica magari.
Di cambiare le cose, ancora una volta.
Una macchina che il vampiro non aveva notato richiama la loro attenzione da una decina di metri.
È un SUV scuro e appoggiato alla portiera c’è un uomo. Vampiro, intuisce Enzo e dallo sguardo torvo che gli riserva non è certamente un semplice autista.
Caroline si volta facendogli un piccolo cenno, poi torna a lui “Sai Enzo a volte bisogna avere il coraggio di cambiare e guardare avanti, anche se ci fa paura. Per sempre non significa niente, nemmeno per noi vampiri. Quindi vai e vivi al massimo sempre! Cinque anni fa non sarei mai uscita da questa città, ma adesso…torno solo per loro, nel loro giorno. L’unico giorno dell’anno in cui permetto a me stessa di guardare indietro” sussurra accennando un sorriso malinconico ed Enzo capisce.
“Addio riccioli d’oro, abbi cura di te” mormora togliendole una foglia dalla sciarpa rossa e si volta facendo per andarsene.
“Anche tu Enzo. Ci vediamo qui tra un anno esatto” e non suona come un ordine, o una domanda.
Ma come una promessa.
 
Sono passati cinque anni, si ripete salendo in macchina, e le cose sono cambiate. Anche lei è cambiata.
Sa che ha ancora molto da vedere, anni da vivere e lasciarsi alle spalle.
E proprio cinque anni fa, al funerale di sua madre, aveva deciso che non si sarebbe più lasciata coinvolgere dalle vite di Elena e gli altri, dai drammi di Mystic Falls, ma avrebbe pensato soltanto a se stessa, a ciò che desidera e merita.
Si era sentita bene –nuova- camminando per le strade di New Orleans, come se le appartenessero. E si era sentita ancora meglio quando Klaus aveva aperto la porta guardandola come se fosse tutto il suo mondo.
“Sono pronta” aveva detto. E lo era.
Tuttavia c’è questo giorno in cui Caroline lascia che il passato le piombi addosso, che i ricordi e i rimpianti la stritolino.
“Odio questo giorno dell’anno” sente dire dall’uomo accanto a lei “…odio vederti così e capita solo oggi…” mormora serrando la mascella. Con sicurezza Caroline gli sfiora la mano e lo vede rilassarsi.
“Chi era quel vampiro comunque?” domanda Klaus tenendo lo sguardo fisso sulla strada, ostentando noncuranza.
“Oggi non lo so, ma l’anno prossimo o quello dopo ancora le cose potrebbero cambiare. Potrebbe persino essere un amico…” risponde Caroline togliendosi la sciarpa e rilassandosi nel sedile.
Il sole stava tramontando, quel giorno dell’anno era finito.
“Domani voglio andare a Praga con te, Rebekah ed Elijah. Dicono che è stupenda in questo periodo dell’anno” esclama improvvisamente la bionda e Klaus annuisce riacquistando il buon umore. Il giorno era finito e la sua Caroline era tornata.
  
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