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Autore: RebsGnaf    29/10/2014    2 recensioni
" Sono in mezzo a persone di cui posso dedurre tutto"
"Uscite e ti prego non portartelo a dietro la prosima volta o in questa casa si vedrà calare il quoziente intellettivo in modo così affrettato che nessuno lo potrà capire, anzi tu puoi rimanere. Ma Anderson se ne può andare."
"Mi faccio il nodo sul braccio con il laccio e aspetto di riuscir a vedere la mia vena e finalemente mi buco con l' ago, spingo lo stantuffo, mi è concessa un po' pace e confusione voluta nella mia mente."
Johnlock naturalmente.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Quasi tutti, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due.

"Che hai fatto John?"
Questa domanda che sembra così concreta,
ma so di sicuro che non lo è.

Ho voglia di rispondergli, quindi apro la bocca e con la voce roca dico:"Deducilo consulente detective"
Lui lo fa, aggrotta le sopraciglia come per osservarmi meglio, d' un tratto spalanca gli occhi sorpreso e come mi manca la sua presenza nella mia vita.

Quest' allucinazione sembra che esista, ma lo so è la dose sparata nelle mie vene e lo guardo mentre lui finisce di dedurre.
"John perché?"
Mi chiede con la voce che sembra un lamento debole, io mi alzo tremolante, vado a prendere il pacchetto di sigarette, ne prendo una poi la poso sulle mie labbra e sfilo l' accendino dalla tasca.
Con un solo aggraziato movimento accendo la sigaretta, poi gli offro il pachetto come per chiedere se ne vuole una, scuote la testa i suoi magnifici ricci oscillano, Dio, mi formicolano le dita in questo momento vorrei passarle tra i suoi capelli e non lasciarlo più.

Ma è solo una finzione causata dalla mia mente confusa, devo razionalizzare e in questo momento penso solo alla risposta che voglio dare.

"Perché?"
Chiede di nuovo, questa volta non lascio che il silenzio cada tra me e lui.
"Mi manchi, lo sai? Ho paura di scordarti, sei il mio ricordo più bello e senza di te non riesco ad andare avanti"

Lo sguardo di Sherlock si addolcisce ma è anche preoccupato.

Non mi ricordo fosse così emotivo è sempre stato così freddo e calcolatore che mi sorprende il fatto di vedere le emozioni che non ha mai voluto far vedere, se non in quei pochi momenti intimi tra noi e cazzo li rivoglio indietro.


È fermo, non sa cosa fare, intanto senza grazia mi sdraio sul divanetto, senza più dire una parola, tengo lo sguardo fisso su un punto lontano perdendomi nel mio Mind Palace e lui se ne va.
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Appena esco di casa mando un messaggio a Mycroft.

- Perché non mi hai informato che John ha iniziato a fare uso di droghe? S.H.

La risposta mi arriva poco dopo sottoforma di chiamata a cui rispondo, sono sul marciapiede ed è appena arrivato un taxi, la destinazione è Scotland Yard.
Intanto inizio a conversare con mio fratello e lui è il primo a parlare.
"Ciao fratellino, scusa cosa fa John?"

Chiede in un tono freddo.

"Si droga, l'ho appena trovato sul divano, credeva fossi un allucinazione e sinceramente non mi piace esserlo"
Dico con una punta di frustrazione nella voce che fa trapelare quel poco delle mie emozioni che ho sempre nascosto.

"Io non lo sapevo, devi credermi sai che te lo avrei detto e poi tu più di chiunque altro sai quanto è difficile uscirne. Quindi sarai tu a prenderti cura di lui."

Sbuffo irritato come al solito quando parlo con lui ma subito riprendo il discorso.
"Poi dici di essere più intelligente di me, ma era ovvio che sarei stato al suo fianco, il punto è che rimarrà rinchiuso in casa per un bel po' e quindi sembra uguale a ciò che fa adesso. Ora vado a parlare con Lestrade"

Scendo dal taxi, lo pago, entro a Scotland Yard, mi fa pensare a quanti casi ho risolto partendo da qua e tornare in questo posto dove sono stato assente per due anni è strano.

Due anni dove John ha iniziato a drogarsi, è insopportabile il fatto che abbia iniziato a far uso di cose che lui prima odiava con tutto se stesso e non posso credere che non lo sapesse nessuno e insomma qualcuno andava pure a trovarlo!

Tutta questa rabbia da dove viene?

Sono stato arrabbiato molte volte ma non ho mai provato tanta rabbia crescermi così velocemente nel petto, stringo le labbra che diventano due righe sottili, vado verso l' ascensore senza nemmeno guardare le persone che sbalordite mi fissano ad occhi e bocche spalancate.

Oh, giusto io dovrei essere morto, ma non mi importa, sono così arrabbiato per quello che non ho saputo in questi anni di assenza l'ho saputo e premo il pulsante per salire al quinto piano dove c'è Lestrade, aspetto irrequieto, per due anni mi sono domandato che cosa provassi per Watson, ora ne sono più che sicuro, ma dirlo mi fa spaventare e quindi nemmeno ci penso.

Di nuovo altre persone a bocca aperta, la mia rabbia non si attenua e vedo Anderson che si avvicina sorridendo.

"Lo sapevo! Sei vivo!"

Lo dice con le lacrime agli occhi come una scusa supplicata silenziosamente, non gli rivolgo una sola parola ma vado dritto nel ufficio di Lestrade, apro la porta con una forza che nemmeno immaginavo di avere e lo trovo difronte a me.

Mi guarda e dice: "Ti aspettavo, Mycroft mi ha detto tutto lo immaginavo che saresti venuto a chiedere e si lo sapevo."

"Allora come hai potuto permettere che accadesse?!"
Urlo sobbalzando per il tono alto della mia voce, ma non mi fermo e scandisco le parole: "Come. Hai. Potuto?!"
Ho stretto i pugni e la mia lingua con le sue parole sono diventate taglienti.

"Credevo fosse tuo AMICO!"

Lo dico in un solo fiato, poi ne faccio uno ancora più profondo, mi calmo consapevole del fatto di aver appena perso le staffe e una sola domanda mi affolla la mente: " Perché?"

Lestrade mi guarda sorpreso, poi apre la bocca mi guarda dritto negli occhi e mentre lo analizzo lui dice: "Parli tu?! Non dovevi essere morto?!"
Anche il detective parla in modo tagliente, così tanto che se mi fosse vicino potrei perdere sangue, ma non mi importa e con una fredda calma gli dico :"Questi non sono affari tuoi, tu non sai nulla di quello che è successo realmente"

Accenna a un sorriso sghembo che mi fa capire che lui pensa di averla vinta, ma non è così riapro la bocca per esprimermi di nuovo ma lui mi interrompe prima che possa iniziare.
"Non capisci? Io ci ho provato, ho anche fatto esaminare la casa per trovare le prove ma ogni volta era pulita e lui diventava sempre meno lucido, Sherlock lui è impazzito dopo la tua morte, non riusciamo a capire come fermarlo molti di quelli che gli sono rimasti affianco non riescono ad avvicinarsi, io sono uno dei pochi a cui lo ha permesso e non so nemmeno io il perché."


*Angolo dell' autrice*
Hello!
Probabilmente questo capitolo è corto, ma mi sono impegnata affinché fosse perfetto sia per me e per chi legge questa Fanfiction.
Ehm, non so che altro dire quindi vi saluto!
Rebs
  
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