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Autore: SandFrost    30/10/2014    0 recensioni
Questa storia parla di un ragazzo - Kurt - del suo unico vero amore - Blaine - e della magia che da sempre li ha caratterizzati. L’amore ha uno strano modo di nascere e il loro amore è nato cosi silenziosamente e lentamente, che ci hanno messo qualche secondo in più per realizzare che era tutto reale e che ci sarebbero stati sempre, l’uno per l’altro.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Il cielo era costellato da stelle quella notte e le luci della città erano più scintillanti viste da quella distanza. La città sembrava addormentata e i suoi abitanti erano del tutto ignari di quello che stava capitando sopra le loro teste. Questo pensiero procurò a Blaine un brivido lungo la schiena. Non riusciva a smettere di fissare verso il basso e per poco non finì per colpire il tetto di una casa.

In suo soccorso arrivò Kurt, che lo tirò per un braccio e lo tirò verso di sé. Il racconta storie arrossì e sperò che fosse abbastanza buio da non farlo vedere, ma quando Kurt ghignò fiero, capì che le sue sperante erano appena state vanne. “Fa più attenzione, o forse potresti starmi ancora più vicino, cosi non rischi di farti male” e accompagnò quelle parole, stringendolo più vicino al suo corpo.

Volarono e volteggiarono in quella notte stellata, di tanto in tanto Blaine spostata lo sguardo alla ricerca dei suoi bambini a qualche passo avanti a loro, che ridevano e cercavano di rincorrere le nuvole, e ogni tanto spostava lo sguardo verso il ragazzo che lo stringeva, che guardava quella scena e sorrideva felice.

Quando Kurt indicò una stella, che brillava più delle altre, Blaine alzò istintivamente lo sguardo e lo sentì pronunciare: “Seconda stella a destra, questo è il cammino e poi dritto fino al mattino”  e sorrise. Conosceva l’esistenza di quella stella e sapeva dove quella stella avrebbe portato, eppure al suo cuore fu tutto cosi nuovo che mancò un battito.

Il viaggio sembrò eterno agli occhi di Blaine o forse voleva che fosse eterno, ancora stretto al corpo di quel ragazzo che gli aveva promesso la sua avventura e i sorrisi dei suoi bambini che continuavano a stupirsi per ogni più piccola cosa, nello stesso modo in cui stava facendo lui, spostando lo sguardo da una stella e l‘altra.

Quando intravidero l’isola tra le nuvole, Blaine sorrise e i suoi bambini urlarono all’unisono: “Eccola! E’ proprio lei” facendo esplodere il cuore di Blaine, che tanto aveva agognato di vedere e visitare e di farlo con la sua leggenda preferita. Planarono verso una nuvola e restarono distesi a guardare quel mare infinito, quel cielo cosi calmo e sereno e i rumori del vento leggero contro le loro orecchie.

“Quella è nave del pirata più temuto, non è cosi papà?” chiese eccitata Elizabeth e per niente spaventata, sporgendosi ancora più dalla nuvola, per vedere meglio che cosa stava accadendo in quella nave pirata, cosi lontana da loro.

“Tiene, puoi usare questo per vedere meglio” sorrise Kurt, passando un piccolo cannocchiale, che era incastrato nella sua cinta solo qualche secondo prima, aggiungendo quasi sarcastico e con un ghigno sulle labbra: “Non vorremmo che tu cadessi sporgendoti cosi tanto e far spaventare il tuo bellissimo papà, no?” riservando a Blaine uno sguardo quasi provocatore.

La piccola giovane ragazza lo ringraziò e iniziò a scrutare cose che agli altri era impossibile notare, con suo fratello che si lamentava che voleva vedere anche lui. Blaine stava per dire a Beth di passare il cannocchiale anche al fratello, quando una palla di cannone per poco non li colpì, creando un buco nella nuvola in cui erano stesi.

“Credo che sia ora di andare, se non vogliamo lasciarci le penne, non trovate?” ghignò beffardo Kurt, alzandosi in volo e facendo segno di fare la stessa cosa e seguirlo. Beth infilò il cannocchiale nella tasca del suo pigiama e strinse la mano del suo fratellino, che a sua volta aveva dato la mano al loro papà e ripresero a volare, seguendo Kurt tra alberi e i paesaggi più meravigliosi che i loro occhi avessero anche solo lontanamente immaginato.

Quando Kurt arrestò il suo volo, anche Blaine e i suoi bambini si bloccarono e spostarono lo sguardo nella direzione in cui erano fermi quelli di Kurt. Una serie di bambini li stavano fissando e sorridendo, felici del ritorno di Kurt e cercando di capire chi avesse portato con sé. Quando toccarono terra, Kurt presentò loro i bambini dicendo che erano i bambini sperduti e aggiungendo: “Lui è mio il racconta storie e loro sono i suoi due coraggiosi figli, staranno con noi, quindi comportatevi bene, o altrimenti niente più storie”.

Blaine sorrise per la descrizione e arrossì giusto un po’, lasciando le mani dal suoi due bambini, in modo che potessero far conoscenza con i bambini sperduti e che questi,potessero mostrare ai suoi bambini quello che Kurt non aveva ancora mostrato loro, tra cui il loro rifugio segreto e tutte quelle piccolezze che sembrano enormi per quanto meravigliose.

“Staranno al sicuro?” istintivamente chiese Blaine, non spostando lo sguardo dai suoi due bambini che sorridevano, sentendosi in un posto al sicuro e pieno di magia, la stessa magia di cui Blaine parlava sempre nelle sue storie e che ora era reale e palpabile ai loro occhi. Anche se sapeva che con i bambini sperduti e Kurt loro erano al sicuro, lui restava un padre e come tale aveva bisogno di certezze constanti.

“Lo sono ma qualsiasi cosa mai succederà loro, ti prometto che gli riporterò sempre a casa a costo della mia stessa vita” a quelle parole il racconta storie voltò il capo, notando che anche Kurt stava fissando i suoi bambini, con sguardo attento cercando pericolo ovunque, già pronto a estrarre il suo pugnale e a lottare, pur di far sentire tutti al sicuro.

“Ci tieni davvero tanto a loro, non è vero?” Blaine non aspettò una risposta, perché dentro di sé sapeva che quel affascinate ragazzo non avrebbe mai ammesso i suoi sentimenti per quei bambini che tanto teneva a cuore. Blaine si chiese se quello che si diceva dei suoi sentimenti fosse vero, ma quello sguardo era la prova che si sbagliavano. Kurt Hummel sapeva amare.
 
 


“Era una casa di vero marzapane vi dico, con porte e finestre fatte di biscotto e c’era un piccolo fiume fatto di limonata e leccalecca come alberi. Ad Hansel e Gretel venne voglia di mangiare ogni cosa, ma Gretel ricordò a suo fratello di non toccare niente. Quando si trovarono di fronte la porta della casa, Hansel non riuscì a resistere alla tentazione e addento una delle finestre, sporcandosi di glassa tutte le guancie, Gretel si voltò verso il fratello per sgridarlo, quando la porta della casa di spalancò rivelando la strega che vi ci abitava” Blaine era seduto in cerchio, tra i bambini sperduti, che erano rapiti dalla storia. Era piacevole narrare le storie ai suoi due bambini, ma farlo per tutti quei piccoli bambini era qualcosa di incredibile.

Kurt non si unì al cerchio però e restò in disparte per nessuna ragione apparente agli occhi degli altri, facendo finita di intagliare un pezzo di ramo, ascoltando la storia cosi avvincente mentre si sentiva smuovere dentro, guardando il racconta storie cosi sorridente. Aveva passato molte notti a osservarlo, ma solo in quella riuscì a scrutare quella luce che illuminavano i suoi occhi. Che stessi provando amore? si chiese pensieroso.

Impossibile, tu non sai neanche cos’è l’amore, smettila di dire fandonie una voce stridula mise a tacere quell’unico pensiero e Kurt lasciò stare, lasciando cadere il pezzo di ramo e uscendo dal rifugio. Forse aveva volato troppo quel giorno, si disse pensieroso sedendosi su di un ramo, forse aveva usato troppa polvere di fata su quei bambini e a lui aveva fatto male. Forse hai solo voglia di provare parlò una voce nella sua testa e Kurt scacciò in fretta quel pensiero, con le mani come si caccia una mosca.  

“Non ti è piaciuta la storia scelta? Giuro che la prossima sarà con orchi o mostri giganti, o forse una storia con pirati ma sono sicuro che ti annoieresti, dopo averli affrontati cosi tante volte” rise poi quella voce. Kurt non abbassò il volto, resto a fissare una di quelle stelle che tanto aveva invidiato, quando era ancora un ragazzo che sognava di scappare.

“Posso raggiungerti?” Il cuore di Kurt cedette di essere sotto qualche maledizione, quando iniziò a battere a quella velocità innaturale. Magari i cuori delle persone battono sempre in questo modo quando sono innamorate, sussurrò ancora quella voce. Sta zitta, urlò Kurt nella sua testa, strizzando gli occhi e cercando il modo di farla smettere di parlare. Sussurrava ma la potenza delle sue parole lo stava facendo vacillare.

“Forse vuoi startene da solo, giusto che stupido, è per questo che sei uscito, no? E io stupido che ti sono venuto a cercare. Mi dispiace, non volevo darti fastidio. Allora io torno dentro, ciao” Kurt solo in quel momento realizzò che non aveva ancora risposto e che aveva gli occhi ancora saldamente strizzati. Si diede delle stupido, prima di rimediare.

“No, aspetta Blaine” scese dall’albero e si parrò davanti al ragazzo, con le sue mani suoi fianchi e il suo solito ghigno sulle labbra. Kurt sperò con tutto se stesso che quei pensieri non si mostrassero ancora o che il racconta storie non li notasse, da bravo osservatore qual’era. “Non volevo starmene da solo e non sono andato via perché la storia non mi piaceva, avevo solo bisogno di--sì, bisogno di--“ Respirare, perché tutto quello che voglio fare e assaporare le tue morbide labbra, perché sono morbide vero? Prosegui per lui quella voce, che non ne voleva sapere di smettere di pensare.

“Non ti preoccupare Kurt, qualsiasi cosa di cui tu abbia avuto bisogno di trovare, spero che tu l’abbia trovata, in caso contrario spero che tu la trova presto” sorrise il racconta storie e quando le sue guancie iniziarono a imporporasi di rosso aggiunse: “Prima mi hai presentato come il tuo racconta storie” e “Sono il tuo racconta storie?”.

“Cosa, io posso essere la tua leggenda preferita e tu non puoi essere il mio racconta storie?” rispose sarcastico Kurt, con un ghigno sulle labbra, non muovendosi dalla sua posizione, forse per paura che si possa ascoltare. Dannato cuore, se continui a battere cosi mi farai male, imprecò mentalmente, cercando di riprendere in mano la situazione.

Un leggero silenzio li sovrastò ma non era uno di quei silenzio fastidiosi, era più un scrutarsi e un contemplarsi. Blaine fissava Kurt e si chiedeva a cosa stesse pensando, se il suo cuore stesse battendo forte quanto il suo e che cosa significava per il ragazzo quel mio. Kurt fissava Blaine e cercava di capire cosa avesse quel ragazzo che gli stava facendo perdere la ragione, che stava alimentando tutte quelle voci nella sua mente e soprattutto facendo impazzire il suo cuore.

“Mi permetti di mostrarmi il mio posto preferito, Blaine” Kurt spezzò il silenzio, capendo che non avrebbe avuto le risposte di cui sentiva il bisogno quella notte e che tanto valeva vivere dei piccoli momenti, come aveva sempre fatto da tutta la sua vita. Blaine annuì e arrossì leggermente, questo fece tornare il ghigno sulle labbra di Kurt che: “Perfetto, allora posso avere l’onore di questo ballo?”.

Il racconta storia si sentiva stordito e quando accettò ancora, prendendo tra la sua mano quella di Kurt, il ragazzo iniziò a volare, trascinando anche lui con sé, pressando i loro corpi, in modo da non essere distanti neanche un soffio, e poi a danzare. Kurt non spostò lo sguardo da Blaine e Blaine non riuscì a far altro che osservarlo a bocca semi aperta.

Volteggiarono andando sempre più su, quasi superando la cima degli alberi, quasi perché in realtà erano avvolti dall’oscurità e ombre create dagli alberi, prima che delle lucine mandarono via il buio, creando un atmosfera molto romantica. Blaine voleva chiedere, voleva sapere, voleva vedere ma tutto quello che continuava a fare era osservare Kurt. Il suo sorriso cosi vero, il viso da ragazzo, il corpo snello tra le sue braccia.

Oh! Allora anche il suo cuore sta impazzendo quanto il mio, pensarono i due ragazzi nello stesso momento, sorpresi della scoperta, avvolti nella polvere di fata e da tutte quelle fate che ballavano intorno a loro, esattamente come stavano facendo loro.

Perché ci stiamo ancora muovendo pensò Blaine. Perché stiamo ancora danzando, pensò Kurt.

Il racconta storie si sentiva stordito e allo stesso tempo cosi lucido che non poté realmente impedire alla sua bocca di pronunciare “Mi piace questa avventura, sarò triste quando sarà finita”. Anche se le sue labbra stavano sorridendo, la sua voce uscì triste e amareggiata, con il cuore che sapeva già di mancanza, saluti e lacrime.

Kurt non risposte subito, anche perché non sapeva se era una affermazione a cui andava data una risposta. Restò a volteggiare nell’aria, fissando il sorriso sul volto di Blaine e quel barlume di addio nei suoi occhi, fu quello a spingerlo a controbattere con: “Allora non farla finire mai. Non andare più via, resta qui. Resta qui con me”, nel modo più dolce possibile, mostrando il suo cuore e quella speranza che si stava affievolendo in esso.

“Io non sono come te Kurt, non posso più scappare via e non crescere. Io sono già cresciuto e per quanto adori stare qui e tutta questa magia che rende tutto cosi possibile, so già che tornerò alla realtà, con i miei bambini. Questo posto non mi appartiene, Kurt. Non più.” Cercò di spiegare il racconta storie, con il cuore che già gli doleva.

“Perché vuoi rovinare tutto? Perché stai rovinando tutto? Non ti va bene quello che vedi? Non sono forse la tua leggenda preferita? Io non capisco Blaine. Ti posso offrire tutto quello che sogni e tu pensi a quando sarà tutto finito? Dimentica la realtà e resta. Non hai bisogno di tutti quei problemi e sentimenti e--non è vero che questo non ti appartiene. Questo posto appartiene a tutti i sognatori e tu lo sei più di tutti, più di me” lottò Kurt, perché non voleva vederlo andare via. Voleva per sempre averlo al suo fianco, con il suo sorriso e i suoi occhi cosi veri e brillanti.

“Kurt mi dispiace” tentò ancora Blaine, mentre perdevano quota “Non sto negando che questo, che tu, sia tutto quello che ho sempre cercato nella mia vita, quello che ho sempre voluto ma sono grande adesso e per quanto mi senta bene qui, con te, devo tornare a quella che è la mia realtà. Le avventure sono belle Kurt ma tutte hanno una fine, anche quello più belle, anche questa. Anche la tua e mi dispiace”. Il cuore di Blaine era a brandelli ora mai, mentre i suoi occhi non riuscivano e non volevano spostarsi da quelli triste, no, arrabbiati e delusi di quelli di Kurt.

“Bene allora, vattene via” urlò Kurt ora mia fuori di sé dalla rabbia, rabbia che non riusciva a comprendere neanche lui stesso. Infondo dentro di sé sapeva che sarebbe successo perché è quello che successe ogni singola volta. Tutti vanno via e lui lo sapeva bene e allora perché faceva cosi male quella volta? Kurt si affrettò a dire: “Prendi tutto e vai via. Non ti voglio qui” impedendo cosi a quei suoi stupidi pensieri di tormentarlo ancora, mentre i loro piedi tornavano a toccare terra.

Blaine provò a bloccare Kurt afferrando il suo braccio e farlo voltare verso di sé, per scusarsi ancora, per dirgli che non era sua intenzione fargli del male, anche disposto a raccontare la bugia che sarebbe restato per sempre al suo fianco, pur di non vedere quello sguardo che lo fece sentire piccolo e umano. Perché quando Kurt si voltò, ogni cosa perse magia in quella terra cosi incantata.

Il cuore di Kurt si sentiva ferito e a pezzi, quasi in frantumi. La sua rabbia iniziava a scemare, perché per quando volesse urlare ancora contro quel meraviglioso ragazzo che stava rendendo la sua vita più complicata e piena di tutti quei strani pensieri nella sua testa - che non riusciva ancora a pieno a capire - non riuscì a fare niente di fronte quello sguardo affranto e..triste? che gli si parò di fronte quando si voltò per la stretta sul suo braccio.

“Perché non vuoi crescere Kurt?” La domanda non era complicata, era la risposta a esserlo. Quella domanda che aveva tormentato Kurt per molto tempo prima di trovare risposta in quell’isola che era diventata la sua nuova casa. Senza doversela porre ancora, almeno fino a quel momento. Ma qual’era la giusta risposta da dare adesso?

“Non è cosi male come credi. Capisco che ci trovi i suoi svantaggi ma come in ogni cosa, anche il non-crescere ha i suoi. Non possiamo non farlo, Kurt. E Capisco anche che tu abbia trovato la tua soluzione ma non significa che lo sia per tutti. Per quanta paura faccia crescere è parte di noi. Crescerai anche tu Kurt, magari mai di altezza e il suo corpo non invecchierà ma arriverà anche il tuo momento di desiderare tutto quello che più ti fa paura.

“Voler vivere anche se consapevoli che la propria vita ha un termine. Voler creare qualcosa che sia solo tuo, che abbia il tuo marchio come una famiglia. Amare una persona e capire il valore di averla al proprio fianco, giorno dopo giorno. Sentire il peso dei secondi che vengono scanditi e ripetuti ma non per questo meno meravigliosi. Finire per apprezzare quei secondi che possono renderti felici, questo succede quando si diventa grandi. E so che sei felice qui ma forse un giorno tutto questo non basterà, perché non basterà e allora vorrai crescere e vorrei solo che tu lo potessi capire adesso, proprio qui d’avanti a me, e magari venire via con me”.

Gli occhi di Kurt erano spalancati mentre il suo cuore non voleva saperne di rallentare. Tutte quelle parole, che messe insieme in quel modo, avevano creato uno spacco a cui non sarebbe stato in grado di porre rimedio, perché non si può scappare per sempre. Nessuno mai gli aveva chiesto di andare via e Blaine gli stava chiedendo di andare via con lui. No, no, no. Non puoi. Smettila.

“S-sentimenti? Amore q-qualcuno? Di che cosa stai parlando?” Kurt non tentò neanche di sembrare meno sconvolto di quello che era. Non aveva mai pensato a quelle cose e adesso tutto sembrava cosi confuso e non voleva. Aveva scelto di andare via, di non crescere, di non provare emozioni e adesso tutto si rimetteva in gioco. No. “Tu non sai di cosa stai parlando, Blaine. Io non provo sentimenti e tanto meno l’amore. Non vorrò mai diventato grande, mi hai sentito? Non so che idee ti sei fatto ma volevo solo farti un favore e mostrarti quello che tanto vuoi realmente ma di cui sembri averne cosi paura. Perché hai paura a viverla, lo so, lo vedo. Ma tu non capisci. Non stavo cercando una predica, volevo solo renderti felice ma tu--” Kurt faticò a parlare e gli mancò il fiato. Per la prima volta nella sua vita sta provando qualcosa ma ancora non sapeva cosa.

“Dico sul serio Blaine, vai via. Quando torno non voglio più vederti qui ma prima chiediti questo: Sarà quello che vorranno i tuoi bambini e soprattutto, riuscirai a vivere sapendo di aver rinunciato al tuo sogno più grande? Io non lo so Blaine ma sono stato comunque felice di averci provato. Di averti provato che qui non sei costretto ad avere paure, che qui puoi esser solo quello che sei” e cosi dice, si libero dalla presa del racconta storie e inizio a volare, altre gli alberi e oltre le nuvole. Non voleva più stare lì se non lo poteva avere con sé.
 
 


Quando i piedi di Kurt tornarono a toccare terra, non fu piacevole. Non perché si trovasse meglio in cielo che sull’isola ma perché un pericolo era innacquato. Sconvolto qual’era non presto attenzione ai rumori di passi che si facevano sempre più vicini ne tanto meno al silenzio che gli si era creato a torno. Era cosi desolato che se ne stava seduto su una ruppe a fissare in basso, a cercare due occhi caramello e un sorriso luminoso più del sole, ma tutto perse forma quando l’oscurità gli si parò di fronte.

Cercò di dimenarsi e di tornare al sicuro in volo, ma un sacco era saldamento stretto sul suo corpo. Quando venne sollevato da terra e caricato in spalla, Kurt quasi si rassegnò e smise di muoversi. Senza Blaine, quell’isola che lo aveva accolto e reso eroe e leggenda, non avrebbe avuto più lo stesso senso, quindi cosa importava se sarebbe stato morto?

“Bravo ragazzo” disse una voce poco distante da lui “Adesso ti faremo dimenticare ogni cosa. Quel racconta storie e tuoi tanto ami bambini sperduti. Perché tu sei come me Kurt. Tu non sai provare emozioni e quando quel racconta storie, quel Blaine, sarà andato via sarà meglio che il tuo cuore questo lo ricordi” continuò la voce.
Gli occhi di Kurt si spalancarono al suono di quella voce e di quelle parole - soprattutto riconoscendo da chi erano state pronunciate - e si sentì stancato. Stanco di tutte quelle parole che gli stava recando cosi tanto dolore. Stanco perché quel dolore lui lo aveva lasciato in quella notte, quando aveva deciso di scappare via. Stanco perché in quel momento era pronto anche a morire.

E cosi il ragazzo che era scappato, la leggenda preferita di un racconta storie, l’eroe agli occhi di più bambini, il personaggio di più storie era stato rapito e portato lontano ma non cosi lontano. Quello che ne sarà di lui non è ancora tempo di narrare ma come andrà a fine, bhe, Blaine?   





 







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Ebbene sì, dopo una anno e passa (AIUTTTTO sono una persona orrenda) eccomi di nuovo qui con la seconda parte. Dopo questa ci sarà la terza e ultima parte di questa one shot/mini long/storia - chiamatela pure come volete - che arriverà a breve. Non ho molto da dire a essere sincera lol avevo promesso alla mia dolce Fra che avrei portato a termine questa storia ed eccomi qui (anche perché lei mi ha promesso una grafica per la storia fjghsdfjgbjfs). Faccio solo un veloce saluto alla mia Fra aka Blaine/Turk/Dianna/HazelGrace /Sam e niente, spero vi piaccia. Byyyyyyyyyyyyyyyyyye!!! xx

 
- SandFrost
  
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