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Autore: rossella0806    30/10/2014    2 recensioni
Alessandro Terenzi è un giovane commissario di Torino: è scapolo e vive con la sua tartaruga, Miss Marple, in un trilocale.
E' la sua prima avventura online: si ritroverà infatti ad indagare su un caso complicato che avrà dei risvolti clamorosi. Per riuscire a dipanare la matassa, verrà in suo aiuto un misterioso "collaboratore", che gli consiglia di andare in Toscana, a Porto Ercole.
Qui incontrerà dei personaggi ognuno con una caratteristica e una storia diverse, e verrà a conoscenza di un passato che spesso ritorna.
Se a Torino Terenzi è sempre affiancato dall'ispettore Ghirodelli, nella provincia grossetana, il giovane poliziotto sarà accompagnato da una ragazza, Ginevra, laureata in Archeologia, amante dei dolci e "sfruttata" dal notaio Marchetti, suo datore di lavoro.
Insieme riusciranno a risolvere il Mistero a Doppia Indagine!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
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Quella che si preannunciava una serata allegra e piacevole, ben presto si rivela come la peggiore delle aspettative: l’atmosfera idilliaca che si poteva tangibilmente percepire fino a pochi minuti prima, è stata bruscamente interrotta senza alcun apparente motivo.
I presenti allo spettacolo non riescono a capire l’agitazione di Terenzi, né tantomeno l’ inutile precauzione di telefonare addirittura alle forze dell’ordine: la maggior parte degli ospiti sta borbottando -raccolta in piccoli gruppi- riguardo ll’accaduto, non ancora ben chiarito, capitato all’incantevole ballerina: forse è un po’ debole di nervi, soffrirà d’isteria con la vita frenetica che fa si sente qualcuno mormorare, si è immaginata tutto quanto, era talmente presa dall’esibizione che si è lasciata suggestionare commenta qualcun altro.
Gabriella, la proprietaria dell’agriturismo, è  svicolata in cucina a prepararsi una camomilla, perché lei sì che teme per i suoi nervi e soprattutto per la cattiva reputazione che da quell’episodio potrebbe scaturire su di lei e sulla sua struttura.    
Mentre ognuno riflette come meglio crede, la polizia arriva di lì a pochi minuti capeggiata dall’ispettore Oldoini, seguito a ruota da due agenti in borghese che iniziano ad interrogare i presenti.
-Buona sera, commissario. Ci siamo lasciati appena qualche ora fa, e già ci rivediamo per un’altra situazione alquanto spiacevole … ultimamente la fortuna non è dalla sua parte- commenta Oldoini
-Purtroppo è così,  ma dopotutto abbiamo scelto noi questo mestiere, non ci resta altro che farlo al meglio … -
-Ha ragione, ma a volte le confesso che non mi dispiacerebbe  scappare in qualche paradiso esotico, lontano da tutto e da tutti! Comunque, a parte gli scherzi, che cosa è successo?- si informa l’ispettore, tirando fuori dalla tasca della camicia un vecchio taccuino scarabocchiato e una Bic.
Il commissario gli fa il resoconto di ciò che è avvenuto poco prima, cercando di dare un senso a quello che sta spiegando:
-E questo è niente. Vede, ispettore, poco dopo l’incidente, quando sono ritornate le luci, ho trovato sul pavimento proprio sotto quella finestra –continua indicandola-  uno spartito musicale … -
-Un altro spartito uguale a quelli che avete trovato a Torino?-
-No, non è uguale ... -
- Ma allora cosa c’entra?! La signorina aggredita ha i capelli rossi, non biondi … -  
-E’ proprio questo il problema, ispettore:  ci ho pensato anch’io, e  quello che è appena capitato non fa altro che confermare la mia ipotesi: la persona  con cui abbiamo a che fare è un pazzo squilibrato, non c’è altra spiegazione! Ma la vera stranezza sta nel fatto che questa volta il nostro uomo ha lasciato uno spartito perfettamente esistente! Guardi lei … -
Terenzi mostra il ritrovamento all’ispettore che, la Bic e il taccuino nella mano destra,  guarda attonito i fogli davanti ai suoi occhi:
-“La Rapsodia per pianoforte e orchestra” di Sergej Rachmaninov. La conosce?- chiede meravigliato Oldoini
-Sì, mi intendo un po’ di musica classica e so che è stato un grande compositore russo vissuto circa un secolo fa, se non ricordo male … -
-Comincio a pensare anch’io che quest’uomo finirà per farci impazzire … - mormora ancora più confuso il collega, restituendo la partitura.
Terenzi si avvicina di qualche passo all’uomo , abbassando il tono di voce, lo supplica:
-Ho assoluto bisogno di sapere qualcosa in più sui nominativi dei quattro uomini che le ho dato prima, ispettore. Non posso più permettermi di aspettare senza fare nulla-  
-Entro domani saprà vita, morte e miracoli di tutti e quattro, glielo prometto-
-Molto bene … mi scusi un attimo- il cellulare di Terenzi comincia a squillare:
-Pronto Ghirodelli, dimmi-
-Commissario, mi dispiace chiamarla a quest’ora, ma è successa una cosa che non le piacerà affatto- esordisce il sottoposto, le parole insicure a salutare il poliziotto
-Se sapessi quello che sta capitando qui, non diresti la stessa cosa. Allora, parla, che cosa è accaduto ancora?-
-Ecco, il fatto è che … Giovanni Arcangeli è fuggito confessa tutto d'un fiato l'altro-
-Che cosa?!- la voce di Terenzi suona stupita e meravigliata: notando l’espressione di curiosità mista a interessamento sul viso di Oldoini, il commissario si allontana di qualche decina di metri dall’ispettore, poi prosegue con la conversazione telefonica e, credendo di non aver capito bene le ultime parole, domanda speranzoso:
-Non stai dicendo sul serio, vero?-
-Purtroppo sì. Questa sera, mentre gli agenti della penitenziaria lo stavano facendo salire sul furgone per portarlo in carcere, lui li ha colti alla sprovvista, anzi ci ha colti alla sprovvista, perché  ho mandato la Ramboldi con loro, e non si sa come, è riuscito a fuggire- conclude scoraggiato Ghirodelli.
-Mi stai dicendo che ve lo siete fatti scappare da sotto al naso?! Ti ricordo che questo non è un gioco! E voi non vi state divertendo a guardie e ladri! Qui voi siete i poliziotti e quel maledetto Arcangeli l’uomo da arrestare!- tuona furibondo Terenzi, cercando di modulare il più possibile la voce per non farsi sentire dai presenti.
-Lo so, commissario, non so proprio come spiegare una cosa simile- cerca di difendersi l’ispettore.
Che cosa devo fare adesso? si chiede il commissario: ladri misteriosi a Torino, spartiti musicali inesistenti, incomprensibili aggressioni all’agriturismo e ora anche la scomparsa di quell’uomo, l’unico appiglio reale in tutta quella storia. Devo tornare a Torino o continuare le indagini a Porto Ercole?
-Hai diramato un identikit dell’uomo? Avete messo dei posti di blocco?- si informa esasperato il commissario.
-Sì, è stata la prima cosa che ho ordinato di fare: ho subito informato i colleghi della stradale che hanno predisposto dei posti di blocco, ma finora niente-
-Se è fuggito un motivo ce lo avrà avuto. Se aveva così tanta voglia di parlare con me, perché allora non ha aspettato che ritornassi?-
-Non lo so, commissario. Sembrava disposto a collaborare, anche se solo con lei: quando gli abbiamo mostrato il foglio di custodia cautelare, non ha opposto resistenza, anzi sembrava quasi soddisfatto-
-Soddisfatto … ?!-
-Sì, quantomeno è come mi è sembrato alla fine dell’interrogatorio, poco prima del trasferimento … -
-Ha parlato con un avvocato o con qualcun altro che non fossi tu o uno dei ragazzi?-
-No, commissario, non ha parlato con nessuno. Anzi, mi sono anche premurato di contattare l’avvocato d’ufficio, che mi ha detto che sarebbe andato in carcere dall'Arcangeli domani mattina. Comunque le assicuro che non è mai stato da solo con nessuno: le telecamere della sala interrogatori sono sempre in funzione, lo sa anche lei … -
- Se è così, non ci resta che aspettare, allora- conclude laconico Terenzi  -domani mattina chiamerò il questore  e mi informerò su come vuole procedere-
-D’accordo -
Guardandosi intorno per vedere che nessuno lo controllasse particolarmente, il poliziotto nota con piacere che Oldoini gli sta dando le spalle, intento a parlare con un paio dei suoi agenti, così da non vedere l’agitazione che imporpora il suo viso:
 -Comunque anche qui le cose non vanno affatto bene- prosegue Terenzi ancora più a bassa voce
-In che senso, commissario? Perché parla così piano?-
-Non posso parlare più forte, Ghirodelli! E’ appena arrivata la polizia: poco fa c’è stata un’aggressione ad una ballerina, è un’ospite dell’agriturismo, si stava esibendo quando è andata via la luce, poi quando è ritornata lei era per terra, tremante come una foglia e certa che qualcuno l’avesse spinta-
-E chi l’avrebbe spinta? Qualcuno ha visto qualcosa?-
-Con la fortuna che abbiamo noi, ti pare possibile?! Ovviamente no, nessuno ha visto o sentito niente. Da lei poi non riusciremo a ricavare granché: è talmente spaventata e sconvolta, che continua a ripetere le stesse cose … fa quasi pena-
-E allora cosa pensa di fare?-
-Aspetta di sentire il seguito: quando sono ritornate le luci, ho trovato sotto la finestra spalancata uno spartito musicale … -
-Uno come quelli che abbiamo rinvenuto a casa delle vittime?!-
-Non proprio. Questa volta la partitura esiste davvero, è “La Rapsodia per pianoforte e orchestra” di Sergej Rachmaninov-
-E chi è?!-
-E’ un compositore russo, ma l’importante è scoprire che cosa ha a che fare con questa maledetta indagine, o se è soltanto l’ennesima falsa pista per fuorviarci. Senti, adesso vado a raccontare quello che mi hai detto all’ispettore Oldoini, come ti ho accennato è ancora qui perché i suoi uomini stanno finendo di interrogare i presenti. Ci aggiorniamo domattina-
-Va bene, commissario, buonanotte-
-Sarà tutto tranne che una buonanotte, Ghirodelli-
 
 
All’alba delle tre del mattino, dopo aver letto almeno una decina di volte i vari interrogatori ed essersi consultato nuovamente con l’ispettore Oldoini, Terenzi si appresta ad andare a letto solo per rilassare un po’ ossa e muscoli, anche perché non riuscirebbe a dormire neanche se lo volesse.
Ha troppi pensieri che gli ronzano per la testa, pesanti come macigni. E’ sempre più convinto che l’uomo con cui hanno a che fare sia un pazzo squilibrato, sebbene da una parte spera che tutto ciò sia solo uno scherzo di cattivo gusto per far perdere tempo prezioso a lui e alla sua squadra: ultimamente girano certi perdigiorno ben disposti a sprecare la loro esistenza in sciocchezze del genere.
Il finto ladro probabilmente lo ha indotto a recarsi a Porto Ercole solamente per prendersi gioco di lui, allora cosa c’entra l’aggressione ai danni della signorina Gandolfi? E’ stato l’ennesimo atto dimostrativo di uno squilibrato o quell’uomo –o donna- è così folle da seguirlo fino a lì?
Sdraiato sul letto della sua stanza, non riesce a fare altro se non pensare, fino a quando, vinto dalla stanchezza, inaspettatamente cade tra le braccia di Morfeo.
 
                                                    ∞∞∞∞∞∞∞∞∞                                          
 
 
 
Sabato 7 Luglio, ore 8.30, Agriturismo “Campo dei Fiori”
 
Terenzi scende le scale verso la terrazza vista mare, con l'intento, alquanto difficile da realizzare, di riuscire a fare colazione.
Ha lo stomaco chiuso: quelle poche ore di sonno non lo hanno per niente giovato, tuttavia ha bisogno di un posto per poter riflettere con calma, perché la sua stanza gli comincia a sembrare claustrofobica a furia di stare tra quelle quattro mura.
Il caldo è onnipresente, a vedere la piscina a portata di mano gli verrebbe quasi voglia di fare un tuffo, peccato che sono in servizio, si dice.
Si avvicina al buffet: c’è ogni bendiddio che farebbe resuscitare anche un morto, ma lui proprio non riesce ad ingoiare nemmeno un boccone. Si versa solo un bicchiere di acqua frizzante e si affaccia alla balaustra. Intravede una donna che, il cappello di paglia calato sul capo, non riconosce all'istante, ma mettendo meglio a fuoco, si accorge che è la signora Gabriella, intenta a bagnare le piante e i fiori del giardino: ortensie, calle, gelsomini, rose, Terenzi riconosce anche degli iris e dei gigli arancioni, mentre vicino a quella natura, un gruppetto sparuto di quattro ospiti saluta la donna e si avvia oltre il viale d'ingresso.
Le parole di Ginevra lo distolgono dai suoi pensieri:
-Buon giorno, commissario. Adesso che anche tutti gli altri sanno del suo lavoro, potrò chiamarla ad alta voce, sempre che non le dispiaccia … -
-Buon giorno- ribatte a denti stretti l’uomo, accomodandosi sulla poltrona di vimini più vicina al buffet, nel caso disperato in cui la vista di quelle delizie gli facesse tornare l’appetito, e ignorando deliberatamente l’ultima parte del discorso della ragazza.
-Ha già fatto colazione?-
-Non mi va-
-E’ per quello che è successo ieri sera, vero?- la ragazza si avvicina al buffet: prende un piattino e comincia a riempirlo con una fetta di crostata ai frutti di bosco e un paio di muffin al cioccolato.
-Sì, è stato uno spiacevole incidente - risponde in tono vago lui
-Non avete scoperto niente di interessante, lei e l’ispettore Oldoini?-
-No, almeno per il momento- al commissario viene in mente un particolare:
 -Ho letto sul suo verbale che lei, poco prima che andassero via le luci, ha visto qualcosa muoversi fuori dalla finestra … si ricorda che cosa fosse o chi fosse?- domanda interessato Terenzi
-Sì, in effetti ieri sera ero la persona più vicina alla ... - la giovane appoggia sul tavolino di fianco a quello del poliziotto, il secondo piattino che ha appena riempito con la torta di pere e cioccolato, poi continua:
-Credo di aver visto un’ombra, qualcosa di indefinito, ma non so dire se fosse una donna o un uomo. Magari erano solo i rami di qualche albero mossi dalla brezza notturna- risponde titubante la giovane, agguantando la caraffa del latte e poi quella del succo d’arance rosse.
-Un’ombra?-
-Almeno così mi sembra di ricordare, ma non ne sono sicura, forse era qualche ospite che in preda all’agitazione si è alzato di scatto e per qualche motivo mi è sembrato che ci fosse qualcuno nel giardino … non glielo so dire con certezza- si giustifica Ginevra
-Certo, è ovvio, era buio e nessuno si aspettava quello che poi è accaduto. Se dovesse ricordarsi di qualcos’altro…-
-Glielo farò sapere, non si preoccupi. Cambiamo un attimo discorso! Quali sono i suoi programmi per oggi?- domanda la ragazza, sedendosi finalmente a sorseggiare il latte in cui ha inzuppato un pezzo di muffin.
-Non lo so, credo che più tardi andrò a far visita all’ispettore Oldoini. Lei, invece?-
-Stamattina mi piacerebbe fare un giro per il paese: ieri, quando i figli della signora Gabriella ci hanno accompagnati, ho visto un paio di posti interessanti che vorrei visitare … -
-Quindi non si unisce all’immensa folla di bagnanti?-
-Pensavo di farlo oggi pomeriggio. In realtà spero di trovare una spiaggia libera, magari un po’ appartata per poter leggere in tranquillità e fare un bel bagno … adoro il mare!-
-Le auguro di trovarla, allora-
-Grazie …  E’ sicuro che non vuole mangiare nulla? Mi piacerebbe se mi tenesse compagnia-
-No, non ho proprio fame. Ora sarà meglio che me ne vada: ci vediamo a pranzo, arrivederci-
-A più tardi-
Terenzi appoggia il bicchiere ormai vuoto di acqua frizzante sulla tavola imbandita e rientra all’agriturismo.
                
La mattinata trascorre abbastanza tranquilla, gli ospiti continuano come se niente fosse la loro vacanza.
L’unica ancora un po’ agitata è la signora Gabriella: l’arrivo della polizia l’ha messa in ansia, perché non si immaginava di certo di inaugurare la prima stagione estiva del suo agriturismo in quella maniera così spiacevole.
Tutto quel trambusto le porterà solo cattiva pubblicità: i pettegolezzi malevoli delle comari del paese, gli articoli di giornale sulla cronaca locale, i commenti dei suoi ospiti una volta tornati a casa … basta, si dice,non ci devo più pensare, o mi salirà la pressione un’altra volta, dopotutto non è successo nulla di così grave, continua, probabilmente le luci si sono spente per un piccolo guasto tecnico e la signorina Gandolfi è caduta per la paura!
Sì, era fermamente convinta di quella versione dei fatti, alla sua versione dei fatti, così riprende a bagnare il giardino, cantando sottovoce una canzone di quando era giovane.
Il commissario Terenzi, nel frattempo, approfitta della relativa calma per concedersi una breve passeggiata nella campagna circostante: non contento di quella pace appena ritrovata ed essendo non troppo inconsapevolmente  masochista, decide di chiamare il questore, appunto per allietare quella mattinata già così poco nervosa:
-Signor questore, buon giorno, sono…-
- Ah, buon giorno, commissario, aspettavo proprio la sua telefonata! Ho dovuto apprendere dalla televisione quello è successo ieri sera. Vorrei delle spiegazioni da parte sua, e anche piuttosto convincenti!- la voce della donna è abbastanza tranquilla, ma Terenzi sa che quando parla o si comporta in quel modo, vuole dire l’esatto contrario: la immagina già con i piedi piantati a terra, quello destro a battere furiosamente sul pavimento, le labbra arricciate dai denti draculei, e il profondo respiro che deve aver fatto quando ha letto il nome del poliziotto sul display del telefono dell’ufficio.
-Vede, signor questore, è successo tutto velocemente: Ghirodelli mi ha spiegato che la mia agente e le guardie penitenziarie non si aspettavano di certo che l’Arcangeli potesse fuggire e…-
-Ma è successo! Le ricordo che ieri sera ve lo siete fatti scappare! Ecco come è andata! Ma lo sa che siamo su questo caso da settimane, che stiamo diventando lo zimbello della città?! Mi vuole forse dire che adesso nemmeno i nostri ragazzi sanno più fare il loro mestiere?!- tuona il superiore
-No, signor questore- replica Terenzi imbarazzato -non voglio insinuare una cosa del genere. Forse abbiamo sottovalutato l’indiziato, questo purtroppo lo devo dire, ma so perfettamente che…-
-Questo lo so già. Quello che non so, anzi che non riesco a capire, è come avete fatto a farvelo fuggire da sotto al naso… anche se me lo posso immaginare- risponde eloquente il questore.
Capendo ciò a cui si riferiva, cioè a una possibile complicità tra l’evaso e gli agenti, il commissario si affretta ad aggiungere:
-No, questo lo escludo categoricamente, signor questore!-
Dall’altra capo del filo la donna sospira forte:
-E allora come ha fatto a fuggire?!-
-E’ quello che stiamo cercando di scoprire-
-Scopritelo in fretta, commissario! Non abbiamo più tutto questo tempo!-
-Sì, signor questore, spero di darle notizie positive al più presto-
-Molto bene. E lì a Porto Ercole come stanno andando le cose?-
-E’ tutto sotto controllo, ho la piena collaborazione dell’ispettore Oldoini. Stiamo indagando sugli ospiti dell’albergo…-
-Con discrezione, voglio sperare-
-Ovviamente con discrezione. E se siamo fortunati, presto troveremo qualche indizio- prosegue Terenzi
-Lo voglio sperare, commissario, per lei più che altro. Ora devo andare- taglia corto il questore -voglio degli sviluppi al più presto, ha capito?-
-Sì, certo, la terrò costantemente informata-
-Ci conto, arrivederci-
Terenzi chiude la telefonata con un senso di rimorso: è già abbastanza nei guai, perché ha detto che è tutto sotto controllo, quando invece la situazione gli sta scivolando di mano ogni minuto che passa? Se il suo superiore dovesse scoprirlo, è sicuro che questa sarebbe la fine della sua carriera. Come poliziotto. E come uomo.                                                
 
   
 
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