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Autore: sweetkonan    20/10/2008    2 recensioni
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In pochi minuti arrivarono nel viale commerciale. C'era parecchia gente in giro. Non impiegarono molto tempo a raggiungere il loro obiettivo. Che si rivelò essere un negozio di intimo!
-Diamine il capo poteva pure dircelo di che negozio si trattava...avremmo potuto mandarci Deidara- gnignò Kisame, -e se qualcuno ci vedesse entrare in un posto simile?-
-Va bene entro io- disse risoluto il corvino non sopportando oltre i piagnucolii dell'altro.
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Itachi uscì dal negozio con Konan soltanto una mezz'ora dopo. Cosa avevano fatto tutto quel tempo da soli?
-Alla buon ora. Stavo facendo la muffa qua ad aspettarvi- esclamò Kisame, ma i due sembravano non considerarlo. Lo superarono continuando a parlare tra loro.
-Stavi veramente bene con quei perizomi! Peccato che ne hai comprato soltanto uno-
-In effetti non credevo mi donassero cosi tanto-
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Kisame Hoshigaki | Coppie: Itachi/Kisame
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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quando non sai quello che vuoi04



Ritornati dall'ultimo incarico, finalmente Kisame ed Itachi avevano la possibilità di passare qualche giorno di riposo alla base. Era in quei frangenti che Kisame si rendeva particolarmente insopportabile. Stava tutto il tempo a telefono, impedendo a chiunque altro di poterlo utilizzare, per sentire la sua nuova ragazza, Namida... già sempre lei.
La fase di quasi indifferenza del moro venne infatti ben presto sostituita da vera e propria intolleranza. Ogni volta che il compagno cercava di parlargli di lei, forse conscio che l'altro non stravedesse per la fanciulla, Itachi provava il desiderio impellente di cambiare discorso o azzittirlo in malo modo. Lo spadaccino però non desisteva. In fondo il suo stesso atteggiamento era indirizzato ad un altro fine. Lo stesso Kisame infatti non aveva alcun desiderio che l'altro accettase la sua nuova ragazza, anzi. Consapevole di come la pensasse l'altro metteva spesso l'argomento in mezzo semplicemente per infastidirlo.

Quella stessa mattinata come da abitudine dopo essere stato a telefono per diverse ore, l'Hoshigaki aveva manifestato il bisogno impellente di raccontare a qualcuno cosa si erano detti. E chi era il candidato migliore se non Itachi?
-Sapessi cosa mi ha detto la mia Namida oggi! Vuole portarmi a vedere un "posto speciale". Pensi voglia andare in un bel alberghetto?-
L'altro come ogni volta fingeva di non ascoltarlo. Ma non potè non pensare a come l'altro fosse uno stupido. Era mai possibile che pensasse sempre e solo a "quella" cosa? Il nukenin della nebbia parve non curarsi del suo silenzio e continuò.
-In ogni caso penso sia meglio andare preparati... Itachi san per caso puoi prestarmi qualche preservativo?- gli chiese ridendo fragorosamente. Stavolta l'altro si degnò di guardarlo un pò scocciato.
-Oh suvvia Itachi scherzavo! Comunque ti va di accompagnarmi a comprare qualcosa? Non mi va di uscire con lei con sempre gli stessi vestiti-

-Allora che ne dici di questo completo?- gli si parò davanti all'uscita del camerino un Kisame davvero colorato...forse troppo.
-Non credo che la cravatta ti doni, e poi dovevi per forza provare un completo verde?- davvero inguardabile.
-Dici che meglio qualcosa di più casual? Io non so decidermi-
Itachi entrò nel camerino per vedere che altro aveva scelto di provare: rimase inorridito da quel mix di colori. Giallo e rosso? E quella cosa fucsia che cos'era? Una camicia?! Oh incredibile quanto cattivo gusto avesse il compagno.
-Ti vado a predere qualcosa io, tu nel frattempo togliti questo abominio ed aspettami- disse prima di allontanarsi.
Oramai era da alcuni anni che Itachi era in squadra con lo spadaccino e quella era la prima volta che lo accompagnava a fare compere. In effetti ora che ci pensava meglio quella era la prima volta che lo vedeva con degli abiti diversi. Doveva tenerci molto a fare bella figura, pensò. Infondo le donne sono molto esigenti in fatto di vestiti e non voleva sfigurare accanto a lei.
Prese una maglia monocolore sul grigio, una giacca casual sul nero e un paio di pantaloni abbinati. Aprì la porta del camerino mostrando all'altro cosa aveva preso. Questi, coperto solo dai boxer, guardava perplesso cosa gli aveva portato il compagno.
-Sicuro che non sia meglio un pò di colore?-
-Le tonalità che avevi scelto sono inguardabili sulla tua pelle bluastra- 
Trovando ragionevole l'argomentazione dell'altro, smise di obiettare e iniziò a vestirsi. Itachi lo guardava consapevole di averlo superato anche in quel campo. Lo sguardo correva sulle muscolose cosce coperte dai pantaloni appena presi sino a salire ai pettorali scolpiti. Forse avrebbe dovuto prendere una taglia più grande per la maglia. Infatti Kisame non riusciva a farla scendere lungo i fianchi. L'Uchiha si avvicinò per aiutarlo e afferrato l'indumento lo tirò verso il basso, ma era tutto inutile.
-Meglio che te ne prendo un'altra- disse facendo scivolare le mani sull'addome dell'altro.
Quel gesto naturale compiuto senza nessun secondo fine fece rabbrividire Kisame. Il corvino se ne accorse allontanandosi.
-Vado a prenderti una taglia più grande- sussurrò prima di uscire nuovamente.
Quel contatto così intimo confuse anche la mente dell'Uchiha che
aveva preferito fuggire subito da quella situazione. Quella era la prima volta che sfiorava il corpo del compagno. Ripensandoci però la sua reazione era stata un pò spropositata. Che senso aveva scappare così? (eeeee ritornano le pippe mentali, mi mancavano...)Infondo lui aveva compiuto quel gesto senza pensarci neppure. Non voleva si creassero equivoci. Soprattutto ora che Kisame stava cercando di frequentare un'altra persona.
Fatta un ultima prova, lo spadaccino si decise a comprare il completo deciso da Itachi. Si cambiò nei bagni pubblici non essendoci tempo a sufficienza per tornare alla base e seduto su una panchina aspettava Namida in compagnia dell'amico.

Trascorsero insieme un'altra decina di minuti prima che Namida arrivasse. Rimasero in silenzio per tutto il tempo. Probabilmente Itachi era l'unica persona con cui Kisame si sentiva a suo agio anche senza parlare. 
-Bhe io vado Kisame. Ci vediamo stasera- lo salutò e se ne andò.
Namida gli andò incontro sorridendogli. 
-Stai aspettando da parecchio? Scusa se ho fatto tardi-
-Non ti preoccupare sono arrivato da poco anche io. Comunque sei uno schianto- disse stampandole un bacio sulla guancia. Lei arrossì intenerita da quel gesto. Nonostante la stazza era proprio un bambinone.
Erano passati diversi giorno dal loro primo incontro, e quello poteva essere considerato come un primo appuntamento.
-Sono curioso di conoscere questo posto speciale-
-Allora seguimi- disse prendendolo per mano.


Tornato alla base, Itachi fu convocato nell'ufficio del capo.
-Devo affidarvi una missione...ma dov'è Kisame?-
-Ha un appuntamento con una ragazza e se permette vorrei ritirarmi in camera mia-
-Non importa andrai con Deidara- disse indifferente Pain.
-Se proprio devo preferirei fare da solo-
-Da solo non c'è la faresti a mantenere tutte quelle buste...-
-Buste?-
-Della immondizia,cosa se no! Dietro la base c'è un cumulo che arriva quasi al primo piano e qualcuno deve sbarazzarsene-
-Ma che compito ingrato! Perchè proprio io?-
-Perchè al momento sei l'unico che non ha nulla da fare!- sentenziò il capo.
Itachi sporse la testa fuori dalla porta e vide che tutti non stavano facendo nulla. Chi stravaccato sul divano, o intento a leggere un libro. Insomma era mai possibile che tra tanta gente chiamasse proprio lui per quell'orribile compito?
-Non è vero!-
-Suvvia! Non vedi che sono tutti così occupati nel loro intento di scaldare il divano?-
-Come?! Ma che blatera?! Io non sono qui a farmi prendere in giro! Io...- rispose un pò alterato Itachi.
-Tu cosa!? Ora vai a fare quello che ti ho detto se non vuoi ritorsioni- lo azzittì il Leader.
-Va bene, vado- disse maledicendolo tra sè.
-Troverai Deidara in salotto a non fare niente- disse Pain indicandogli la porta. Il colloquio era finito.
-Come tutti del resto...-

-Siamo quasi arrivati?- chiese Kisame. Appena si erano visti, avevano preso un autobus ed erano in viaggio ormai da più di un'ora.
-Alla prossima fermata scendiamo, abbi un altro pò di pazienza-
L'autobus si fermò ed i due scesero, prendendo una delle strade private che affacciavano sulla fermata. Attorno a loro vi erano solo campagne abbandonate, il sole stava tramontando e il cielo si tinse di un rosa meraviglioso. Mano nella mano, si inoltrarono in un campo camminando tra l'erba alta. Namida si voltò verso l'uomo al suo fianco e notando una nota di indecisione gli indicò con l'indice il loro obiettivo: raggiungere la vallata davanti a loro.
-Tra queste campagne vivevo con i miei genitori, ma il luogo dove dobbiamo arrivare è molto speciale per me-
Raggiunto l'orizzonte si fermarono davanti ad uno stagno. Niente di quel luogo sembrava a prima vista speciale.
-Cosa vuoi farmi vedere?- gli chiese Kisame carezzandogli il volto. Ella lo scrutò a lungo prima di rispondergli.
-Alza gli occhi al cielo-
Oramai era buio, il sole non era più visibile ai loro occhi. Nonostante l'oscurità, le loro figure si riflettevano sull'acqua illuminate dalle stelle. Da lì era visibile tutta la volta celeste. Molte altre volte Kisame aveva potuto vederla. In missione infatti spesso dormivano all'aperto e alle volte non riuscendo a prendere subito sonno, si soffermava a scrutare quel firmamento. Si incantava ogni volta. Lo stesso successe in quel momento. Namida gli strinse più forte la mano facendolo voltare. Si alzò sulle punte e lo baciò. Lui la strinse forte a sè baciandola con passione.

-Scusa perchè dovrei essere io ad aiutarti? uhn- sbiascicò Deidara in preda ai nervi. Fino ad un secondo fa era intento in una accesa conversazione con Sasori sull'importanza dell'arte e ovviamente sulla supremazia del'esplosione. Quando infatti l'Uchiha lo interruppe, rivelandogli il nuovo incarico, il marionettista non potè che gioire per essersi liberato momentaneamente di quella palla al piede. Questo aveva stizzito ancora di più il dinamitardo che non potendo prendersela con Sasori ce si era nel frattempo dileguato, si sfogò con il moro.
-L'ha detto il capo e ora muoviti che altrimenti qui ci mettiamo una vita a spostare questa collina di immondizia!-
-Ma lo sai che la città più vicina è a 5 miglia da qui? E noi dovremmo portare ogni sacchetta fin lì?!-
-Certo che no, dai usa un pò di argilla e crea un volatile, useremo quello per il trasporto-
-Sporcare la mia arte!? Mai! Preferisco trascinare ogni sacco a mano piuttosto che insozzare le mie opere-
-Se tanto insisti prendi questo!-disse il moro che salito sulla cima, prese un sacchetto e glielo lanciò. Deidara lo afferrò con entrambe le mani.
-Accidenti ma come li lanci, mi hai rotto un'unghia! Ora lo sistemo io il problema! uhn-
Prese una manciata di argilla, la lavorò bene tra le mani e la lanciò sulla collina di rifiuti.

Kisame dopo aver riaccompagnato Namida a casa era ormai arrivato a vedere la base, quando all'improvviso vide un'esplosione.

-Ma che sta succedendo!? Ci stanno attaccando! Tutti fuori a combattere!- urlò il Leader in preda al panico.

Tutti uscirono fuori dall'edificio e rimasero inorriditi da ciò che videro. La base era completamente rivestita da immondiazia, che come l'edera, era attaccata ad ogni parete del palazzo. Non sembrava più il rispettabile covo di una banda di criminali ma una discarica a cielo aperto. In quel momento Itachi maledisse il fatto di essere rimasto da solo, perchè sapeva per certo che una cosa del genere non sarebbe mai successa se con lui fosse rimasto Kisame. In quel momento lo avrebbe voluto al suo fianco. Con la freddezza che lo distingueva si presentò con Deidara davanti al Leader pronto a sorbirsi i suoi rimproveri.








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Che disastro xd Cosa succederà ad Itachi e Deidara? Tutto nel prossimo capitolo.
Buona lettura.
  
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