Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: cecinestpasunepipe    01/11/2014    1 recensioni
"Vedi cara, il Destino crea infinite strade ed infinite possibilità e ognuno può scegliere quale percorso seguire, ma ci sono punti da cui è obbligatorio passare, pietre miliari che è necessario raggiungere e vite che bisogna pagare qualsiasi strada si decida di intraprendere." le spiegò il lord suo padre in tono serio poi le fece l'occhiolino.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Eddard Stark, Jaime Lannister, Loras Tyrell, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Bran
 
“Devi concentrarti di più.” Commentò suo fratello dopo l’ennesima freccia volata oltre il bersaglio.
“Devi fingere di essere la punta della freccia e mirare il centro con entrambi gli occhi.” Gli suggerì Theon.
“Concentrati, nostro padre ti sta guardando.”disse Rick in un sussurro.
Bran si voltò e vide suo padre guardarlo severo dalla finestra del suo studio. Incoccò una nuova freccia e si concentrò: sono la punta e devo raggiungere il bersaglio, si disse. Tese la corda e la lasciò andare. Nell’aria ci fu uno schiocco secco e la freccia andò a conficcarsi a pochi pollici dal centro. Il bambino si voltò verso il padre raggiante e lui gli rispose con un sorriso soddisfatto, era fiero di lui.
“Ben fatto Bran.” Gli disse suo cugino Robb passandogli una mano tra i capelli. Anche suo fratello e il protetto di loro padre si complimentarono e dall’alto di una staccionata anche il suo fratellino Hoster batté le mani felice. Bran si voltò di nuovo verso il padre, ma lui era rientrato nello studio e stava parlando con maestro Luwin in tono grave.
“Morte dal Nord.” Commentò piatta Talya entrando nel cortile.
“Noi siamo il Nord.” Le ricordò Rick sorridendo.
“Dipende da che parte della Barriera guardi. Io sto guardando dall’altra parte.”
“Hai ancora parlato con i tuoi amici immaginari, Tal?” le domandò Theon con il suo solito sorrisetto sardonico.
“Se questo è il nome che dai agli Dei del Nord. Forse tu preferiresti che dialogassi con il Dio Abissale, uomo di ferro, ma qui siamo troppo lontani dal mare.”
“Dovresti smetterla con questa storia degli dei, Talya.” Le disse Robb chinandosi di fronte alla bambina e sorridendole dolcemente.
“Non è una storia. Parlare con gli dei è un dono. Dono che ha avuto mia zia prima di me, sua madre prima di lei e la zia di sua madre prima ancora, viene tramandato da generazioni, da prima ancora che la Prima Regina uscisse dall’acqua per creare il Regno Fluttuante.”
Tutti alzarono gli occhi al cielo, Talya era un bambina dolcissima e un’ottima compagna di giochi, ma ogni tanto si comportava come se fosse una vecchia e usava quel tono saccente che ben poche persone potevano sopportare.
“Non dovresti essere a lezione di cucito adesso?” le chiese Bran.
“Sì, sono tornata giù a prendere dei nuovi rocchetti. Stiamo preparando un nuovo abito per la lady madre e serve molto filo per gli orli. Ho pensato di venire a vedere la lezione di Bran, sei diventato molto bravo- gli sorrise incoraggiante, poi riprese- Ora sarà meglio che mi muova o septa Mordane mi farà lustrare aghi per il resto della settimana.” Detto questo corse via veloce come era arrivata.
I ragazzi più grandi decisero di riprendere in mano le spade ed allenarsi un po’, ma Bran avrebbe preferito continuare ad allenarsi con l’arco e rimase davanti al bersaglio insieme al piccolo Hoster.
Le sue frecce miglioravano ad ogni tiro, ma il bambino non ebbe molto tempo per allenarsi perché dopo poco li raggiunse nel cortile sua madre, lady Catelyn, che si fermò a parlare con Rick e gli altri.
“Bran, vieni anche tu, vi devo parlare.” Lo chiamò.
Bran la raggiunse di corsa seguito a ruota dal fratello minore che non voleva perdersi il discorso.
“Ragazzi, è appena arrivato un corvo per vostro padre, nel messaggio lo informano che hanno catturato un disertore dei Guardiani della Notte e vuole che andiate con lui all’esecuzione.”
“Anche io madre?” domandò Bran sorpreso.
“Anche tu Bran, io e tuo padre riteniamo che tu sia abbastanza grande.”
“E io mamma?” chiese Hoster speranzoso.
“Se ti comporterai bene all’età di Bran potrai andarci anche tu, bambino mio.-lo prese in braccio con gentilezza e gli baciò la fronte- Voi grandi invece andate a prepararvi, vostro padre vuole partire il prima possibile.”
I ragazzi corsero veloci verso le loro stanza e passando nel corridoio delle ragazze si fermarono per salutarle mentre loro erano impegnate con il cucito.
Isabel, la più grande, neanche si accorso del loro arrivo tutta intenta nel suo lavoro di cucito.
Sansa alzò il viso sorridente e li salutò con la sua solita controllata eleganza, nonostante fosse più piccola della sorella infatti era molto più brava di lei nel cucito e molto più sciolta.
“State andando a caccia?” chiese loro.
“No, stiamo andando ad un’esecuzione di un disertore.” Le rispose Robb.
“Non è la seconda questo mese?” chiese Belle alzando finalmente lo sguardo dal suo lavoro.
“Sì, nostro padre sarà preoccupato.” Commentò Rick.
“Vai anche tu signorino Bran?” chiese la septa.
“Sì, il lord nostro padre e la lady nostra madre trovano che ormai io sia abbastanza grande.”
Anche Talya abbandonò il suo lavoro e si rivolse ai ragazzi:”Mi sembrate un po’ troppo compiaciuti. Non c’è niente di allegro in un’esecuzione, la morte porta altra morte.”
“Sempre allegra come al solito, Tal.” Commentò Theon.
“Non mi chiamo Tal.”
Theon sbuffò e corse su per le scale.
“Aspettate un attimo- esclamò Bel- Se permettono a Bran di andare non c’è ragione che non lo permettano anche a me.”
“Cosa intenderesti con questo Isabel?” domandò la septa severa.
“Intendo che voglio andare anche io ad assistere all’esecuzione.”
“E si potrebbe sapere per quale motivo?”
“Perché presto i lords miei genitori mi faranno sposare Tyon Lannister e un giorno diverrò lady di Castel Granito e non posso permettermi di continuare a farmi trattare come una mocciosa e se a voi non sta bene non me ne importa perché andrò io a parlare con i nostri genitori.” Detto questo corse fuori dalla stanza, la septa cercò di fermarla ma la ragazza era troppo veloce per la vecchia devota.
“Belle!” cercò di chiamarla Rick, ma ovviamente non ascoltò neanche il fratello.
“Non ti preoccupare Rick ci penso io, tanto non farò mai in tempo a cambiarmi se devo preparare il cavallo per lo zio Brandon.”
Anche loro due sparirono e Bran si affrettò a seguire il fratello maggiore nelle camere dei maschi.
Quando arrivarono alle stalle capirono subito che Robb doveva aver fallito con la cugina perché Belle stava discutendo animatamente con i suoi genitori fuori dalla stalla. La piccola Talya osservava la discussione seminascosta dietro uno dei cavalli. Bran le si avvicinò in silenzio, ma lei ovviamente se ne accorse subito.
“Mi spiace per prima Bran, non volevo essere così dura, so che per te è importante.”
“Non importa, Talya, non sono arrabbiato, lo so che ogni tanto hai delle idee strane.”
Le sorrise divertita:”Idee strane? Pensavo peggio. Però voglio che tu capisca che non sono solo idee strane,con la morte non si deve scherzare per questo è sempre tuo padre ad impugnare Ghiaccio, lo capisci vero?”
“Tu che ne sai?”
La bambina si limitò a sorridere enigmatica e tornò ad osservare la sorella adottiva scuotendo la testa.
 “Non credi che dovrebbe venire con noi?” le chiese.
“Al contrario, credo che dobbiate davvero smettere di trattarla come una bambina, Belle un giorno sposerà un Lannister di Castel Granito e se un giorno il lord suo marito dovesse giustiziare qualcuno all’interno delle mura del loro castello lei cosa dovrebbe fare? Restare chiusa in camera perché non ha mai visto del sangue?”
“Credo tu abbia ragione, perché non ne vai a parlare con mamma e papà?”
“Perché se andassi io penserebbero che lo faccio solo per avere lo stesso privilegio alla sua età, ma se lo facessi tu invece…. Hai detto di essere grande ormai, quasi un uomo, dimostralo.”
Un’altra cosa davvero insopportabile di Talya era il modo in cui ti metteva con le spalle contro il muro quando aveva bisogno che facessi qualcosa.
“Va bene vado, ma non so se mamma e papà mi ascolteranno.”
Si diresse verso i tre più si avvicinava più parole distingueva della conversazione, Bel stava praticamente gridando e anche la loro madre, mentre loro padre si limitava a scuotere il capo con decisione.
“Ormai ho tredici anni, madre! Non potete continuare a comportarvi come se fossi una mocciosetta!”
“Isabel, ti sembra un linguaggio che utilizzerebbe una giovane lady?”
“Sono sicura che una giovane lady non dovrebbe neanche essere trattata in questo modo, perché Bran può andare e io no? Ho cinque anni in più di lui.”
“Belle, non mi sembra il caso….”
“Secondo me Belle ha ragione- commentò una volta affiancatosi alla sorella, il suo intervento fu così inaspettato che nessuno gli rispose e lui ebbe il tempo di esporre le sue idee- Voglio dire, se deve sposare un lord deve essere in grado di assistere ad un’esecuzione, o no? Madre, tu mi racconti sempre di lady Elia che non sopportava la vista del sangue.”
Sua madre lo fissò per qualche minuto poi scosse la testa e sorriese:”Credo di non poter proprio ribattere a questo punto. Tu cosa dici Brandon?”
“Elia non sopportava la vista del sangue? Ha accompagnato suo marito in ogni torneo a cui ha partecipato!”
“Credo che Bran intendesse proprio questo.”
Lord Brandon sospirò rassegnato e volse lo sguardo verso la figlia:”D’accordo allora: vatti a cambiare e vedi di farlo in fretta, mi hai fatto perdere già abbastanza tempo.”
“Sì! Grazie padre, madre. Fantastico!” esclamò Isabel entusiasta, sollevò Bran da terra e gli fece fare una giravolta in aria, poi lo lasciò andare e corse in camera per mettersi i vestiti da cavallerizza.
“Quella ragazza non finirà mai di darmi preoccupazioni, spero che Cersei la possa apprezzare comunque.” Commentò lady Catelyn scuotendo dubbiosa la testa.
“Lo farà di certo, è figlia tua.” Commentò Lord Brandon sorridendo dolcemente alla moglie.
***
“Avete paura, mia lady?” chiese Theon ad Isabel mentre cavalcavano uno fianco all’altro verso il luogo dell’esecuzione.
“Non sono la tua lady e non ho paura, sarebbe da sciocchi scongiurare per fare qualcosa e poi averne paura. Certo potete dire che sono nervosa, devo dimostrare a nostro padre che sono coraggiosa a sufficienza.”
“Non è mai facile guardare un uomo morire. Ho assistito ad uno spettacolo del genere più volte, ma sono sempre nervoso come la prima, credo sia il mistero della morte che non possiamo risolvere.”
“Risparmiaci questo filosofeggiare da Dorniano, Robb.” Commentò Theon.
Erano giunti quasi in vista del gruppo di Guardiani della Notte e Rick si accostò a Bran per parlargli:”Mi raccomando, qualsiasi cosa accada non distogliere lo sguardo, nostro padre se ne accorgerà.”
Bran annuì in silenzio. Non avrebbe mai ammesso di essere terribilmente spaventato, ma era deciso a non dimostrare meno coraggio di una ragazza, quindi spronò il cavallo e si affrettò a mettersi in prima fila vicino all’attendente di suo padre, Vayon Poole.
L’uomo tenuto in custodia dai Guardiani era un uomo vecchio, grasso e barbuto con due moncherini al posto delle orecchie, sul suo volto non si leggeva né timore né vergogna, solo rassegnazione e, forse, una vena di malinconia.
“Di cosa è accusato quest’uomo?” domandò Lord Brandon smontando da cavallo.
“Diserzione, m’lord.” Gli rispose uno degli uomini.
“Hai qualcosa da dire in tua discolpa?” chiese sbrigativo, questa volta al prigione rio stesso.
“No, m’lord, so quello che ho fatto e quello che mi aspetta, ma potrei chiedere a vostra grazia un ultimo desiderio?- poi continuò senza aspettare il consenso del suo signore- Dite alla mia famiglia che ho combattuto con onore e che l’unico motivo per cui non sono rimasto al mio posto è che la morte che mi aspetta qui non è nulla in confronto a quello che avrei dovuto affrontare oltre la Barriera, uomini gelidi come il ghiaccio e mortali come una tempesta di neve, gli Estranei sono tornati.”
“Gli Estranei sono storie per bambini, quello sciocco non crederà che tuo padre possa crederci davvero.” Bran sentì sussurrare da Theon a Rick.
Lord Brandon non commentò le parole del disertore e si limitò a sfoderare Ghiaccio, la spada che veniva tramandata da padre in figlio da secoli e secoli nella casata Stark e che Bran aveva visto in mano a suo padre solo in poche occasioni, quasi tutte dopo un’esecuzione come questa. Il bambino vide sua sorella, appena più dietro di lui, stringere convulsamente i finimenti del cavallo, tanto che le nocche le diventarono bianco latte, ma teneva lo sguardo fisso sulla scena, non avrebbe distolto lo sguardo per nessun motivo al mondo. Sì, anche lui non lo avrebbe fatto. Rivolse di nuovo lo sguardo verso il padre che in quel momento stava sollevando la lunga spada di acciaio di Valyria scintillante nel sole.
“Io, Brandon di casa Stark, lord di Grande Inverno e protettore del nord ti condanno a morte nel nome della nostra amata regina Lyanna e del nostre re Roberth Baratheon signori degli Andali, dei Primi uomini e dei Rhoynar e protettori del Regno.” La spada calò, veloce e precisa, e la testa si staccò di netto rotolando ai piedi di Theon che la calciò indietro ridendo.
A Bran quella risata diede fastidio: aveva ragione Talya quando diceva che la morte non era uno scherzo.
A disfarsi del corpo ci avrebbero pensato i Guardiani il lord e la sua scorta potevano tranquillamente rimontare in sella e tornare verso il castello.
“Sei stato molto bravo Bran.” Si complimentò suo cugino Robb accostandolo.
Lui sorrise compiaciuto, ma non potè scordarsi dell’aiuto che gli aveva dato vedere la risoluzione della sorella, così disse:”Anche Belle è stata molto brava.”
“La mia sorellina si è proprio comportata come una brava giovane lady.” Commentò Rick scompigliandole i capelli castani.
Lei si sottrasse alla mano del fratello e lo guardò con finta aria di superiorità:”Spero di avervi dimostrato che una fanciulla vale quanto e più di un ragazzo.”
“Questo lo vedremo.” Le rispose il fratello maggiore e spronò il cavallo alla corsa. Subito Belle e gli altri gli furono dietro e presto la ragazza superò tutti i ragazzi, al Nord non c’era cavallerizzo migliore di Isabelle Stark. Bran rimase indietro, cosciente del fatto che non avrebbe avuto senso gareggiare con i più grandi e venne raggiunto dal lord suo padre che lo osservò in silenzio per alcuni secondi prima di parlare:”Sei stato davvero un uomo poco fa Bran, sono fiero di te. Potresti diventare un valoroso cavaliere un giorno.”
“Grazie padre.- disse poi esitante aggiunse- Mi piacerebbe moltissimo diventare un cavaliere della Guardia Reale, come ser Barristan il Valoroso o il Toro Bianco.”
“Non sarebbe di certo una cattiva idea, tuo cugino avrà bisogno di persone di cui fidarsi attorno a sé, potremmo mandarti ad Approdo del Re come scudiero presso tuo zio Ned, con lui diventerai sicuramente un prode cavaliere ricco di coraggio e virtù.”
“Potrei andare insieme a Robb una volta che lo avrai nominato cavaliere!” esclamò lui entusiasta.
“Con un po’ di fortuna convinceremo in tempo tua madre, sì.”
“Padre, perché non avete mandato anche Rick, allora?”
“Rick deve imparare ad essere lord del Nord, deve conoscere l’inverno, i suoi vassalli, presto farà un viaggio verso la barriera insieme a me, non andare in giro per i Sette Regni insieme a quello scavezzacollo di suo cugino. Sto parlando di Jon ovviamente, non direi mai una cosa del genere riguardo al povero Robb.”
Bran sorrise alla battuta del padre, avrebbe voluto dire qualcosa, ma proprio in quel momento Belle sbucò fuori dal bosco urlando per richiamare la loro attenzione.
“Padre, padre! Dovete assolutamente venire a vedere!” esclamò da lontano poi sparì nuovamente tra gli alberi.
Lord Brandon spronò il cavallo nella sua direzione e tutti lo seguirono immediatamente.
Nella Foresta del Lupo il tempo sembrava essersi fermato: la leggera neve estiva attutiva i rumori e la luce passava filtrata attraverso il fitto fogliame. Robb e Rick erano chini per terra a giocare con quello che a prima vista si sarebbe detto un cumolo di neve sporca, ma avvicinandosi Bran si rese conto che quella non era affatto neve: era il corpo enorme di una lupa bianca macchiata dal fango e dal sangue rappreso e i due ragazzi non ci stavano giocando, erano impegnati a coccolare la numerosa cucciolata sopravvissuta alla madre.
“Una metalupa.” Notò il lord del nord.
“Non si vede una metalupa spingersi così a Sud dall’ultimo inverno.” Commentò il lord attendente preoccupato.
“Non c’è da stupirsi , guardate che cucciolata: stava sicuramente cercando più cibo per i lupacchiotti.” Disse qualcun altro degli uomini della guardia.
Lord Brandon annuì pensieroso e grave.
“Padre, padre, ti prego, possiamo tenerli?” esclamò Bran avvicinandosi a lui tenendo in braccio ben due di quelle palle di pelo.
“No, Bran, non potete.”
“Ma moriranno se li lasciamo qui da soli.” Protestò Robb.
“Moriranno anche se li porterete con voi, i metalupi non sono animaletti da compagnia, se vi permettessi di tenerli dubito che anche uno solo di loro riuscirebbe a sopravvivere per più di due giorni.”
“Non possiamo lasciarli qui senza neanche tentare di salverli!” esclamò Belle.
“Mio lord, li conti: sono undici cuccioli, proprio come i figli degli Stark nei Sette Regni.- disse Theon con il migliore dei suoi sorrisi convincenti- Non può essere solo una coincidenza, nessuna metalupa ha cucciolate così numerose, gli dei devono volere che i vostri figli abbiano questi animali.”
“Ti metti a parlare di volere degli dei come i sacerdoti Theon? Forse invece di tenerti qui con me a Grande Inverno ti dovrei mandare a Vecchia Città per prendere i voti di septon.”
Theon si zittì, ma Rick si fece avanti a parlare:”Padre, ti prego. Ti prometto che ce ne prenderemo cura noi. Daremo loro da mangiare e gli addestreremo, lo faremo noi e nessun altro. Sapremo essere severi se si comportano male e faremo attenzione ai loro bisogni prima dei nostri, ma ti prego non chiederci di lasciarli qui a morire.”
Il padre lo osservò severo per alcuni secondi poi scoppiò in una fragorosa risata:”Ecco il mio erede! Così parla un vero Stark del Nord!Va bene ragazzo vi permetterò di tenerli, ma dovrete promettermi che ve ne occuperete davvero solo voi e nel caso dovessero morire sarete voi a seppellirli. Robb, scriverò a tuo padre di questo dono per i tuoi fratelli, scegli i cuccioli per loro e farò in modo che i Guardiani della Notte li facciano arrivare sani e salvi fino a Stelle al Tramonto.”
I ragazzi annuirono contenti e ne presero in braccio due a testa prima di rimontare sui cavalli e ripartire allegramente alla volta di Grande Inverno. Il lord però rimase indietro con alcuni dei suoi uomini, si chinò presso le fauci dell’animale e vi infilò dentro un braccio. Dal sangue coagulato tirò fuori un corno di liocorno ancora integro.
“Una metalupa uccisa da un liocorno, la leggenda…” iniziò a dire sir Poole.
“Sappiamo tutti cosa dice la leggenda.-lo fermò il suo lord- L’inverno sta arrivando.”
Detto questo rimontò a cavallo e fece segno al seguito di seguirlo.
Tempi duri si avvicinavano e non c’era tempo da perdere.
 
Note dell’autrice: Eccomi qui dopo mesi, anni, anni luce con il primo vero e proprio capitolo. Questi ultimi due mesi sono stati un vero disastro e non ho praticamente mai trovato un po’ di tempo per me e soprattutto per scrivere quindi chiedo il vostro perdono. Dal prossimo capitolo tenterò di aggiornare ogni due settimane (posterò di domenica). Grazie per avermi aspettato
   
 
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