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Autore: Marusca_Deisori    01/11/2014    0 recensioni
Due amiche.
Melissa ed Erika.
Unite dallo stesso destino per mezzo dello stesso uomo.
Potrà un viaggio riallacciare un rapporto che potrebbe rompersi per sempre?.
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1


Ore 6:00 suonò la sveglia, nell'aria incominciò a percepire un odore di caffè .
Era la caffettiera programmata dalla sera prima, quella mattina  a Melissa non andava proprio di alzarsi, era stata sveglia fino a tardi per aspettare Alessio  ma pensò che non avrebbe mai rinunciato alla sua ora di jogging.
Con fatica si mise seduta sul letto e guardò il lato vuoto, "anche questa notte non è servito a niente aspettarlo" pensò , un senso di vuoto la investì, infilò i piedi freddi nelle pantofole,faceva molto freddo e pioveva.
Si avvicinò alla finestra della camera appannata per via della pioggia, passò un lembo del pigiama sul vetro per vedere se vi era la macchina del marito, pensando che magari, per non svegliarla, stava dormendo sul divano come suo solito quando tornava tardi.
S'incamminò verso la porta che dava sul salotto, nel passare si soffermò davanti allo specchio avvicinandosi e notando delle preoccupanti occhiaie, quella mattina non era in forma come al suo solito, si passo una mano tra i suoi folti capelli castani e cominciò a piangere per il tremendo vuoto che la circondava .
Si ripeteva sempre che sarebbe finita, che si era stanca di aspettare tutta la notte un uomo che da molto tempo ormai non dimostrava più interesse nei suoi confronti, fino a molto tempo prima non era riuscita a capire perché Alessio si fosse allontanato così tanto, ma dopo qualche lacrima riuscì a rifletterci bene.
Non l'amava più, ed arrivare a questa conclusione fu una delle cose più dolorose che Melissa avesse mai fatto o capito, un dolore che solo la causa di questo allontanamento poteva superare.
Passò davanti alla cameretta, la porta rimaneva sempre chiusa e ogni volta che vi entrava avvertiva un dolore lancinante, ma non poteva rinunciarvi, non ancora, così aprì la porta, si appoggio allo stipite e rimase a fissare immobile quella che doveva essere la camera del suo bambino, sul freddo pavimento c'erano tutti i giochi che aveva comprato con suo marito, il lettino era ancora lì, non aveva il coraggio di buttare via tutto , era come se ammettesse a se stessa che era vero, che il suo bambino non c'era più.
Entrò finalmente nella camera, aprì un cassetto del fasciatoio , prese una tutina e dopo averla fissata per qualche secondo,la strinse a se' aspirando l'odore e pensando che se non sarebbe finita in quel modo, magari il suo bambino avrebbe avuto quel buon odore .
Uscì dalla cameretta , chiuse la porta a chiave e  ripose quest'ultima  nel mobiletto in corridoio , passò in salotto, tutto era in ordine a volte aveva l'impressione che quella casa non le apparteneva.
  Si diresse verso il bagno, guardò il suo riflesso allo specchio e cominciò a  prepararsi, si svestì rapidamente, si lavò il viso e applicò alla perfezione la sua crema , non aveva la minima intenzione che chiunque la incontrasse potesse capire che aveva pianto ,nella sua vita aveva imparato bene a mascherare il suo dolore sin da quando era piccola.
Il padre l'abbandonò quando aveva solo dieci anni, così rimase con la madre,non capii mai il perché tutto ricadde su di lei, forse quello non era il momento giusto o forse lei non era la figlia giusta , ma capì che la sofferenza faceva meno male se imparavi ad ignorarla; se puoi costruirti un muro che ti protegge puoi gestire ogni cosa anche le emozioni .
Non era mai stata una gran sportiva , ma aveva constatato che andando a correre riusciva a scaricare tutto lo stress accumulato e in più , amava quel senso di libertà.
Aveva trent'anni ,una figura snella e tonica e amava prendersi cura di se stessa ,più si sentiva insicura nel suo rapporto di coppia ,più tendeva a migliorare il suo corpo come se volesse cercare quel tassello che non andava a tutti i costi .
Uscì di casa cominciando a correre, e così anche i suoi pensieri, come le miglia che stava attraversando sembravano ormai passati, stava scaricando tutto ciò che sembrava non andasse nella sua vita, come il tormentato rapporto con suo marito, e questo si ripercuoteva anche al lavoro.
Corse, non si sentiva tanto in forze guardò intorno a sè e trovò una panchina sotto uno splendido albero, si sedette quasi buttandosi su quella panchina per tutta la stanchezza che aveva accumulato correndo, prese un respiro, si tolse le cuffie dalle orecchie e spense l'ipod,controllò il telefono, magari Alessio l'aveva cercata, notò che c'era un messaggio da parte di Alessio.  " Vengo a cena, perdonami per stanotte non ce l'ho     fatta mi hanno trattenuto al lavoro poi ti spiego.
Ti amo.
xxx. " .  Melissa guardò freddamente quel messaggio " Sicuramente crede che basti un semplice messaggio di scuse per farsi perdonare " pensò.
Cominciò a riflettere sul fatto che suo marito facesse di tutto per allontanarsi da lei.
Una volta erano felici assieme, sembravano la classica coppia che tutti invidiavano,  organizzavano cene con gli amici o semplicemente andavano al cinema solo loro per puro piacere di stare insieme, si sentivano così complici l'uno dell'altro .
Da quando poi avevano perso il loro bambino qualcosa tra loro si ruppe, gli equilibri si erano spezzati .
In quel dolore l'unica a confortarla era stata la sua migliore amica Erika, erano cresciute insieme e per lei era come una sorella, in un certo senso, la sua unica famiglia ,l'aveva conforta
ta ,diviso con lei il suo dolore e la consigliava in questo momento di crisi con il marito.

 
   
 
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