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Autore: DeadlyNadder 92    02/11/2014    2 recensioni
Prima di una serie, la storia racconta una nuova avventura che vedrà i giovani vichinghi, ormai adulti, alle prese con le situazioni più comuni. Dai fraintendimenti famigliari sino al nascere di nuove famiglie, dalle scoperte del proprio io, alla presa di coscienza su chi si è realmente, sull'emotività di un cuore innamorato.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Berk. Ore 04:00

"Buongiorno Milady"

Disse il giovane vichingo accostando il volto assopito della bionda dormiente. Essa aprì lentamente gli occhi lasciando che l'azzurro acceso dei suoi occhi si riflettesse negli occhi color smeraldo del compagno. 
La mano del giovane accarezzò la pelle tinta dai raggi lunari della ragazza che in quel momento richiuse gli occhi lasciando scappare un lieve sorriso che diede luce alla quiete della stanza che era immersa nel buio.

"Buongiorno a te, Capo."

Rispose con voce impastata dal sonno andandosi a rifugiare tra le braccia dell'amato. Molte cose erano cambiate dall'ultima guerra che li vedeva protagonisti contro Drago Bludvist che ambiva a conquistare e spadroneggiare su tutte le terre e corrispettivi draghi usufruendo di un Alpha tinto dai colori dell'Oscurità.
Avevano subito dolori, sofferenze e perdite che coinvolgevano non solo tutta Berk, ma sopratutto uno di loro. Quel medesimo ragazzo che ora stringeva la vichinga a se soffermandosi a guardare l'oscurità della stanza.

"Hiccup...."

Sussurrò la ragazza che alzò lo sguardo languido verso di lui in attesa di confidenza. 
La sera prima avevano trascorso tutta la notte a progettare fortificazioni per le abitazioni, nuove armi che conferivano ulteriore sicurezza agli abitanti e sistemi di autodifesa che avrebbero mostrato la mattina dopo all'Accademia gestita da Hiccup stesso. Tanto fu il lavoro che andò a finire che si fece notte inoltrata e si addormentarono in camera del ragazzo, sotto lo sguardo vigile e attento di Sdentato che vegliava sul padrone. 
Insomma, se la madre ora entrava in camera avrebbe di certo frainteso la situazione e si sarebbero creati fraintendimenti.

"Non è nulla, tranquilla Astrid... Solo che..."

"Ti manca vero? Si legge nei tuoi occhi, nel tuo continuo attendere la sua voce possente che irrompe in casa sbattendo la porta..."

"Io... Non mi sento all'altezza del ruolo che sto ricoprendo. Insomma, lui era lui. Era Stoick l'Immenso, io chi sono? Io non so neanche chi sono io immagina te se posso tenere le retini di un Villaggio intero"

"Hiccup, non dire sciocchezze. Tu sai chi sei. Tu sei tu. E sto indicando tutto te. Guardiamoci in faccia, tu sei il Portatore di Pace, il Signore dei Draghi, tu sei colui che ci ha salvato. Sarai un degno capo, tuo padre sarà orgoglioso di te... Come già lo era di suo."

"Io sono Hiccup e basta.
Solo un ragazzo con mille dubbi, paure, timori e domande a cui non troverà mai soluzione. "

Rispose il ragazzo che sciolse quel caloroso abbraccio alzandosi dal letto senza guardare la ragazza. Se gli avesse dovuto dare una pecora per ogni volta che aveva ragione, a quest'ora Astrid era più ricca. Scosse il capo sospirando, parlare di quello non era proprio la cosa più bella da fare di prima mattina. Fortuna che in quel momento Valka irruppe in stanza a gran voce, sfoggiando un ampio sorriso. 

"Hiccup! Svegliati, la colaz--- Oh, Astrid. Buongio--Voi due? Insieme? Tutta la notte? Cosa avete fatto?"

"Aaaahn, mamma... si, buongiorno anche a te. Nulla abbiamo solamente lavorato, alla fine ci siamo addormentati come sassi ahahaha."

"Buongiorno a lei signora. Io e Hiccup abbiamo lavorato tutta la notte per progettare una fortificazione per il Villaggio. Arrivata ad una certa sono crollata e Hicc molto gentilmente mi ha offerto il suo letto.
A più tardi Hicc. Ci vediamo all'Accademia per l'addestramento dei più piccoli e la dimostrazione.
Lieta di averla vista"

Disse la bionda imbarazzata da quel momento. Si alzò dal letto avvicinandosi alla donna alzando la mano a salutare il castano. I capelli biondi erano ingarbugliati, slegati in buona parte per via del sonno e le guance erano visibilmente arrossate. 

"Si certo, a più tardi Astrid."

Si limitò a dire il ragazzo mentre si portava la mano dietro la nuca accarezzandola visibilmente imbarazzato. Che situazione incresciosa si era creata in quel momento. Astrid fece retro front affiancandosi alla giovane donna.

"Hiccup...
Sono davvero orgoglioso di te."

"...............
Buon lavoro Ragazza Audace."

La madre guardò i due con visibile aria interdetta. Un tempo Astrid non era una ragazza? E da quando era Audace? Scosse il capo bloccando il passaggio alla giovane che fece per uscire nuovamente dalla stanza.

"Cosa sarebbe quello? 
Orgoglioso? Ragazza Audace?"

Astrid guardò Hiccup che a sua volta era guardato da Sdentato e dalla finestra faceva capolino Tempestosa. La bionda fece un profondo sospiro scuotendo appena il capo.

"Ahn, una volta furono dette a Hicc quelle parole e mi sembrava giusto che io gliele ricordassi."

"Skaracchio nello stesso giorno chiamò Astrid "Ragazza Audace" e mi sembrava corretto ricordarglielo."

"Voi due mi nascondete qualcosa, e in un modo o nell'altro lo scoprirò.
Ora scendete e fate colazione, poi usciremo e andremo a pescare."

Lo sguardo di Hiccup si fece tetro, sapeva quando male cucinava la madre cosi non appena udì la parola "Pescare" il suo sguardo si illuminò. Sdentato aveva capito, come sempre d'altronde. Cosi si avvicinò al ragazzo sedendosi al suo fianco guardando la donna fremente. A dirla tutta il giovane Alpha aveva non poca fame e questo non passava totalmente inosservato visto che continuava a leccarsi il muso con quell'espressione dolciosa che lo caratterizzava il più delle volte.
Astrid si era approfittata per andarsene via in fretta e furia, Tempestosa l'attendeva all'entrata dell'abitazione e fu pronta ad accoglierla in groppa per spiccare il volo in rotta della sua abitazione. 
Trascorrere la notte dal giovane Vichingo, affrontando il lavoro serale impiegava una buona dose di concentrazione e di tranquillità, sopratutto una grande dose di pazienza visto i continui "battibecchi" tra i due che portavano la biondina a tirare continui pugni sulla spalla del giovane che silenziosamente incassava.
Insomma, fatto sta che era totalmente scomposta. Ogni cosa nel suo abbigliamento o era mal messo o peggio ancora mancante poiché lo teneva in mano, per non parlare dei capelli che erano scompigliati e arruffati. Persino quella treccia cosi ordinata e maniacale risultava fatta alla ben'e'meglio.
Scesa dalla sua Draghessa a cui fece segno di rintanarsi nella sua "abitazione", la bionda si precipitò all'interno di casa. Tutto taceva, ormai del suo Clan era rimasta unicamente lei. Unico ricordo di un Hofferson risale a quand'era ancora una bambina molto piccola ed era legato a suo zio Finn.
Finn Hofferson l'Audace, l'uomo più forte del mondo e coraggioso. Non aveva paura di nulla, aveva combatutto sino alla fine... sino a quel maledetto giorno in cui si pietrificò. Da quel giorno in poi Astrid crebbe da sola sviluppando un carattere determinato e coraggioso, ereditando cosi l'appellativo di "Audace". E audace era anche in ambito sentimentale visto gli innumerevoli baci che aveva strappato al ragazzo per cui nutriva all'inizio nutriva invidia e gelosia. 
A ripensarci gli veniva da sorridere, la ragazza aveva sempre avuto un modo piuttosto particolare per dimostrare il suo amore al giovane vichingo. Insomma, c'è chi faceva sviolinate e chi regalava cioccolatini e chi come lei tirava pugni, rubava baci e non aveva paura di dimostrare la sua preoccupazione unicamente a lui.
Finalmente giunta in bagno, la ragazza si tirò su i capelli con qualche forcina andandosi a fare una doccia rigenerante. Gli occhi cristallini si persero nello scrosciare tiepido dell'acqua, le gocce si poggiavano sulla sua pelle lattea seguendone fiduciosamente le sue forme delicate. 
Passarono qualche minuto, la giovane chiuse l'acqua e afferrò l'asciugamano che si avvolse attorno al corpo. Uscì dalla doccia e si diresse in camera da letto dove si vestì. 
Indossò la sua classica suit giornaliera che comprendeva dei leggins blu, dei stivali in pelliccia con ginocchiere annesse, una gonna di pelliccia sopracente la rinomata gonna frangiata di cuoio con borchie a punta i cui teschi adornavano la cinta; il tutto completato con una maglia sbracciata color bourdoux e spalliere di ferro, anch'esse adornate con borchie.
Scese le scali e aprì la finestra che dava su una delle viattole del Villaggio, gli occhi si persero sullo spettacolo del sole che si innalzava nel cielo illuminando ulteriormente l'azzurro che si espandeva a vista d'occhio. Sul suo volto nacque un sorriso, ancora non capiva come mai quel giorno vedeva tutto quando meraviglioso. Sarà che aveva trascorso un'intero giorno con Hiccup, sarà che il svegliarsi con lui vicino era un'emozione nuova oppure sarà che aveva dormito cosi bene che si era dimenticava di ogni cosa.
Fatto sta che si allontanò un pochino dalla finestra andando a sciogliere i lunghi capelli biondi che ricaddero morbidi sulle spalle, momento in cui a sua insaputa il castano passò innanzi alla sua abitazione superandola a gran velocità. Strano a dirsi ma quel ragazzo aveva un'indole da esibizionista che era peggio di Moccicoso. 
Eccolo che arrivava il diavolo in miniatura, il ragazzo inseguiva Bruta seguita a sua volta da Gambe di Pesce.  Da tempo quei due trovavano un'insana interesse per la bionda che non se li filava da tempo, o almeno sino a quando non la salvarono da caduta sicura suscitando il lei un bagliore di speranza. A quanto pareva la giovane vichinga spericolata aveva ben presto dimenticato Eret, un ragazzo che era al servizio di Drago Bludvist a cui non impiegò molto a tradire poiché resosi conto di quanti sbagli che stava commettendo. 
Al contrario di Bruta il gemello, Tufo, non aveva alcun interesse per il genere femminile eccetto la sorella quando si trattava di fare i pazzi o azzuffarsi per i peggiori dei motivi.
Sistemato il kransen, un cerchietto dorato che era indossato dalle ragazze di buona famiglia che era anche prova di verginità, sul capo la ragazza adagiò sulle spalle una pelliccia con annesso cappuccio che andò a coprire in parte le spalliere.
Le ore erano passate da quando era uscita dall'abitazione del ragazzo e la bionda non riusciva ancora a dimenticare di come la fiammella della lampada ad olio illuminasse gli occhioni verde smeraldo del ragazzo sino a farli brillare di un bagliore particolare. Non lo aveva dato a vedere ma avrebbe trascorso delle ore a guardarli, o meglio a guardarlo. Molto probabilmente come qualche tempo fa l'avrebbe preso in giro per come muoveva le spalle o come balbettava. Questo pensiero portò la ragazza ad adagiare il volto nella mano e guardare con un sorriso vago il vuoto, sorriso che si spense non appena ripercorse con il pensiero quell'ultima battaglia che segnò tutti quanti.

"Ci mancherai a tutti, Stoick..."

Disse a bassa voce abbassando il capo rattristita.
In mente sua ancora la scena del classico funerale vichingo. Quella nave con sopra la salma coperta da un telo di lino bianco, il suo elmo adagiato sulla stoffa pura e il cielo scuro, anch'esso in lutto per la sua perdita.
Erano tutti, lei era al fianco della madre del ragazzo, Valka. Era una donna con un coraggio sconfinato, il suo lavoro era stato il più importante in quella storia. Ma in quel momento passò in secondo piano. Ecco, si era fatto buio. Archi puntati in cielo, occhi tristi, respiro sospeso. Le frecce infuocate scoccarono all'unisolo nell'oscurità sino a scendere a pioggia sull'imbarcazione accendendola un'ultima volta. Una preghiera in cuore fu detta tutti insieme, la rabbia della famiglia era percebple anche senza parole. Hiccup, giovane vichingo dall'intelligenza sconfinata assunse in posta immediata il ruolo di capo. Era inevitabile, ma inevitabile era come era riuscito a sconfiggere la cattiveria con una potenza superiore: L'Amore.
   
 
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