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Autore: axeldj    21/10/2008    0 recensioni
Fan Fiction ambientata in una scuola di magia italiana siutata sulle pendici di Montevergine (monte dell'appennino Irpino). Angelo Esposito, ragazzino figlio di Pescatori, si ritrova scaraventato improvvisamente in una realtà sconosciuta dove, al pari di Harry Potter e Company, vivrà numerose avventure...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I - La grotta

Le onde del mare erano impetuose e sempre più spesso quella piccola barca veniva inondata da litri e litri d’acqua. Angelo era un ragazzo dotato di molta forza nonostante l’età, le vene sulle sue braccia affaticate dalla marea erano già gonfie per la fatica; reggersi al timone con quelle onde era un’impresa estrema anche per un ragazzo giovane come lui. L’elica del motore girava spesso a vuoto poiché quel burrascoso cullare delle acque la faceva affiorare quasi ad ogni onda. La piccola vela era legata preziosamente intorno all’albero, sarebbe stata una follia ammainarla con quel vento. La pioggia torrenziale poi rendeva la situazione ancora più grave di quello che fosse. Improvvisamente una parete d’acqua si abbatté sullo scafo facendolo prima dondolare pericolosamente, poi rovesciare costringendo il ragazzo ad un bagno freddo in piena tempesta; lampi di luce seguiti da potenti boati si susseguivano senza seguire un determinato ritmo, il cielo e l’acqua erano neri come la pece ed ogni punto di riferimento era scomparso mentre la barchetta affondava tristemente in un mare sempre più burrascoso. Le onde altissime non lo costrinsero più volte a lottare per restare a galla mentre forti correnti lo trascinavano chissà dove. “È la fine” pensò il ragazzo “avrei dovuto evitare la traversata con questo tempo“. Le gambe iniziarono a perdere forza a causa del freddo e, ancora più il ragazzo era vittima del mare che lo trascinava verso il fondo, ancora un tuono attraversò il cielo donandogli una sensazione di inutilità al confronto delle forze della natura. Una nuova onda lo trascinò sott’acqua. Non riusciva a capire ormai nemmeno in che direzione doveva nuotare per risalire a galla. Per prendere un’altra boccata di quel prezioso ossigeno che gli mancava. Era sicuramente la notte più brutta della sua vita.

Il mattino seguente miracolosamente il ragazzo era ancora vivo steso privo di sensi un una piccola spiaggetta piena di detriti; si risvegliò con la faccia impressa nella sabbia umida e alzò la testolina per prendere fiato sputacchiando quei maledetti granelli di sabbia che si insinuarono nella sua bocca. L’alba era meravigliosa, un vorticare di colori caldi che filtravano tra le nubi tempestose in lontananza, era meraviglioso anche il fatto che lui era li a guardarla mentre con ogni probabilità sarebbe dovuto rimanere sul fondo del mare. La sua attenzione si rivolse poi alla spiaggia deserta che sicuramente non apparteneva all’isola di Procida. Lui conosceva molto bene l’isola e quel luogo così suggestivo di sicuro non l’aveva mai visto: tante piccole casette erano affiancate a quella spiaggetta e delle barchette simili a quella che lui aveva perso in mare erano ormeggiare al sicuro sopra la sabbia fine. Si mise seduto e vide che vicino a quella spiaggia erano presenti varie file di scogliere, che nascondevano un paesaggio mozzafiato, pensò alla fortuna che aveva avuto e non sbatterci contro, il solo pensiero gli fece perdere l’equilibrio. Guardando in direzione dell’orizzonte il ragazzo riconobbe subito, a parecchie miglia di distanza, la lingua di terra a forma di mezzaluna deducendo che non si trovava così lontano da casa ; poi ruotò ulteriormente la testa per osservare il resto del paesaggio e vide, al di sopra di un grosso scoglio il Castello Aragonese e capì di essere naufragato sulla vicina isola di Ischia.

Era passata l’alba e non si vedeva nessuno, solo due cani che si rincorrevano sul bagnasciuga. Angelo si sedette sulla soffice sabbia ed iniziò a rendersi conto del fatto che era vivo quando improvvisamente sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla.

- Tu sei Angelo Esposito vero? - il cuore del ragazzo accelerò all’improvviso per lo spavento ed il suo volto divenne pallido. Una persona anziana si adagiò a fianco a lui ed iniziò a parlare senza che il ragazzo potesse fare qualsiasi cosa.

- Stanotte hai corso un grandissimo pericolo… - disse solamente senza aggiungere altro, dopo una trentina di secondi da quell’affermazione tanto scontata l’angolino della bocca del naufrago si sollevò rendendo un sorriso storpiato, anche lui iniziò a parlare, ma con un tono arcigno.

- Un grande pericolo dici? Non me ne ero accorto… - L’ironia nelle parole del ragazzo era evidente ma questo non turbò il vecchietto che stava semplicemente li seduto a fissare il sole che si riscaldava tra le nuvole.

- Sei stato molto fortunato… - continuò alimentando ancor di più l’ironia nelle risposte del povero ragazzo che furono interrotte sul nascere.

- Non sto parlando della mareggiata, qualcuno la notte scorsa ti stava cercando.Voleva la tua testa… - Angelo fisso per la prima volta il volto della persona che gli stava accanto, era molto diverso da ciò che aveva immaginato: quell’uomo era alto quasi come lui, viso pallido e barba corta, indossava un vestito bianco molto elegante ed anche i suoi capelli erano bianchi.

- La mia testa? E chi vorrebbe mai uccidere… non ho mai fatto niente di male!!- esclamò mettendosi subito in piedi, ne aveva abbastanza di quell’uomo e ciò che desiderava era imbarcarsi sul primo traghetto che l’avrebbe riportato a casa.

- Ora non posso dirtelo Angelo… però è di fondamentale importanza che tu ora venga con me… dobbiamo fare una lunga chiacchierata… - Così dicendo il vecchio si incamminò verso la strada che costeggiava la spiaggia. Angelo rimase per qualche secondo fermo ad osservare il vecchio che aveva iniziato a cantare qualcosa che risultava sconosciuto alle sue orecchie.

- Ma come… dopo tutto quello che ho passato stanotte tu vieni qui, mi dici che vogliono uccidermi e te ne vai senza nemmeno presentarti? - Iniziò a correre per raggiungerlo vedendo che lui non si girava - Chi sei? come ti chiami? Come fai a conoscere il mio nome? -

- Angelo… ci sono cose che non a tutti è dato sapere. Tu sei in pericolo ed io sono venuto per salvarti la vita. Non seguirmi se vuoi, ma ti avviso che sarà una tua scelta! -

A quelle parole il giovane si incuriosì parecchio e continuò a far domande al vecchio.

- Posso sapere almeno il nome del mio “Salvatore” - scandì bene l’ultima parola sperando che così quell’uomo si sarebbe presentato, ma non fu così.

Angelo seguì il vecchio lungo tutto il paesino fino in cima ad una collinetta nei pressi del Castello Aragonese ed entrò insieme a lui in quella che sembrava una piccola grotta. Non appena i due si fermarono il vecchio prese parola:

-Bene bene, Angelo… qui dentro dovremmo essere lontani da orecchie indiscrete… potremo parlare senza che nessuno ci interrompa…-

-Cioè… fammi capire…- iniziò il giovane - Tu mi hai portato qui sopra solo ed unicamente per parlarmi, quando sulla spiaggia non c’era anima viva? Cose da pazzi…-

- Sarebbe stata cosa da pazzi lasciarti morire su quella spiaggia… Ora che non ti hanno trovato sull’isola di Procida, di sicuro verranno qui… e se ti avessero trovato… non sarebbe stato tanto romantico… - sorrise mostrando una dentatura perfetta poi aggiunse con tono fiero - Il mio nome è Captivus Uglymord… Preside della scuola di magia di Montevergine… ex studente di Hogwarts… - A quelle parole il giovane scoppiò a ridere…

- Scuola di che? Tu sei pazzo… anzi… il pazzo sono io che ti ho seguito fin qua…- si girò verso l’uscita della grotta con la chiara intenzione di porre fine al colloquio - è stato un piacere chiacchierare con te… - Non riuscì a terminare la frase che si sentì scaraventare contro una delle pareti della grotta.

- Scuola… di.. Magia… Non sto parlando di storielle per bambini… sto parlando di Magia vera!!! - esclamò severo lui mentre il povero ragazzo cadeva per terra, aveva una profonda ferita sul sopracciglio.

- E nella vostra scuola trattate così gli studenti? - domandò Angelo infuriato per quello che era appena successo - Ma guarda… potevo rompermi l’osso del collo! Questi trucchetti con me non funzionano signor Uglymond -

- Uglymord. Captivus… Uglymord… non Uglymond… ci tengo al mio nome sai? - disse lui con aria superiore, quasi facendosi beffa del ragazzo che ora aveva la faccia insanguinata. Con un gesto della mano suturò la ferita del ragazzo senza nemmeno toccarla e con un altro la pulì dal sangue. - Questa è magia caro Angelo, la magia può essere assai utile se usata con criterio! E tu sei in grado di compiere magie… -

Angelo si sentì confuso, non riusciva a comprendere se quell’uomo assai buffo che aveva d’avanti si stava prendendo gioco di lui oppure stesse dicendo la verità, poi non si riusciva a spiegare le parole del preside; possibile che lo volessero uccidere? Chi mai poteva avercela con un piccolo pescatore procidano?

- Signor Uglymord - chiese il giovane - Chi vuole uccidermi? Cioè cosa avrei fatto io per essere braccato? -

- Ora è presto per farti questa rivelazione - tagliò corto Captivus - Ti interessa imparare a gestire la magia a tuo piacimento? Ti interessa imparare a difenderti con la magia? Ti piacerebbe diventare un eroe? Io ti sto offrendo una scelta… da un lato c’è la vita di tutti i giorni (assassini compresi), dall’altro lato invece la mia offerta… A stasera Angelo… pensaci bene -

In un lampo di luce il vecchio scomparì e allo stesso momento l’uscita della grotta venne chiusa. “Pensaci bene…” quelle parole continuarono a girargli nella testa per più di un ora ed il giovane ragazzo si sentì costretto ad accettare l’offerta di quell’uomo, anche perché aveva avuto una prova tangibile dell’esistenza della magia e quindi una prova della sincerità del preside.

Quando il preside fece ritorno, fuori la grotta era già buio ed il ragazzo stava riposando seduto con le spalle poggiate sulla fredda parete e la testa sulle ginocchia.

-Allora Angelo… hai preso la tua decisione? - Furono le uniche parole del preside, chiare e profonde. Gli era stato chiesto di scegliere della sua vita ed Angelo sentiva il peso di quella decisione.

- Verrò! - esclamò con poca convinzione non sapendo a cosa stava andando in contro - Verrò nella tua scuola di magia… non mi rimane altra scelta… - aggiunse in fine mentre il vecchio gli si stava avvicinando.

- Ottima scelta figliuolo… vedrai che a Montevergine non ti troverai male…- A quel punto il preside gli mise una mano sulla spalla e la caverna nella quale aveva passato tutto il giorno a pensare scomparve in un baleno.

   
 
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