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Autore: AngyHufflepluffLewis    02/11/2014    4 recensioni
Katniss e Peeta stanno andando a casa di Finnick e Annie, nel distretto 4. Lei ha appena partorito e, Finnick vuole condividere con gli innamorati sventurati la felicità del momento. Finnick non è morto(è un modo per autoconvincermi che non è mai successo niente di simile), e vive in una piccola casetta di fronte al mare insieme a Annie e al nascituro. Katniss è afflitta da un problema però, che riguarda proprio i bambini e che la farà riflettere su una decisione importante che potrebbe cambiarla del tutto. Una decisione già stata presa da Katniss, che si ritrova a pensare se sia veramente giusta o no, per lei e soprattutto per Peeta.
Questo é solo l'inizio della storia. Dato che ha avuto abbastanza "profitto" scriverla, ho deciso di non fermarmi solo a pochi capitoli, ma di continuarla.
P.s: Ho dovuto cambiare il rating, ma non é niente di scandaloso :)
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate per il ritardo, davvero mi inginocchio per chiedervi perdono ma ho avuto molti problemi(sia scolastici che familiari) e non ho potuto aggiornare. Inoltre é il penultimo capitolo della storia e non volevo che finisse cosí rapidamente*eheheh*. Vabbé vi lascio al capitolo, ciao!
AngyHufflepluffLewis 

Katniss POV
Mi sveglio grazie alla luce del sole che dalla finestra punta direttamente verso i miei occhi, accecandomi leggermente. La mia testa è delicatamente appoggiata nel petto nudo di Peeta, che dorme tranquillo e mi accarezza i capelli sudaticci con il suo respiro continuo. Ho addosso solo un lenzuolo, lui pure, e quando mi rendo conto di ciò che ieri sera abbiamo fatto, arrossisco vistosamente. Ogni volta mi sembra sempre la prima, e soprattutto, sempre la migliore. I suoi capelli biondi sembrano quasi dorati a contatto con il sole, il suo dolce viso sereno mi fa pensare che non c’è niente di più bello al mondo.  Scendo dal letto cercando di far meno rumore possibile, indosso la mia vestaglia e poi vado in bagno, camminando in punta di piedi. Mantengo a stento le risa quando allo specchio vedo i miei capelli disordinati, il collo pieno di lividi rossi ed il viso accaldato.                                                                                                                          
“Ti sei divertita eh, Katniss?” penso tra me e me, sorridendo ancora.                                                                                
Entro nella doccia e l’acqua fredda mi accarezza la pelle ardente, e subito mi ricordo di non aver ancora messo la crema anti-erosione che mi hanno mandato per le vecchie bruciature, ma non mi importa. Tutti i problemi mi sembrano futili, quelli che prima mi tenevano così in ansia, per ora, sono scomparsi.                                                                       
Peeta mi ama, mi vuole bene e che solo Dio possa affermare il contrario!                                             
Mi sento stupida, una ragazzina di quindici anni che scopre che il ragazzo che le piace ricambia, ma penso sia normale. Mi sorprende sempre, il modo in cui Peeta mi ama. Scopro ogni volta più sfaccettature del nostro amore, sempre più intensità.                                
E mentre ripenso a tutte le cose che abbiamo fatto insieme, tutto il dolore che abbiamo provato entrambi, i mondi che abbiamo visto crollare e le vite che abbiamo visto cadere... Bé, mi sembra assurdo anche solo pesare di affrontare un’altra avventura senza di lui, senza il suo appoggio.                                                                                                                               
All’improvviso però una fitta dolorosa alla pancia mi fa stringere i denti e gridare, facendomi crollare a terra sotto il getto dell’acqua della doccia che mi impedisce la vista. Ancora quel dolore, ancora quella sensazione di venir prosciugata da dentro e di avere la punta di un coltello dritta nel cuore e nella gola. Urlo ancora, mi tengo la pancia tra le mani come se potesse solo minimamente alleviare il male. Inevitabilmente sento il rumore metallico dei passi di Peeta, e in poco tempo il suo volto mi si presenta davanti come ancora di salvezza.                                                                                                                             
-Katniss!-                                                                                                                                
Prova ad afferrarmi e a portarmi di peso fuori dalla doccia, avvolgendomi con un asciugamano, ma io li faccio segno di no. Ho paura di vomitargli addosso e il mal di pancia sta passando lentamente, anche i tremori ed i singhiozzi. Mi accascio a terra perché non ho più la forza di stare seduta con la schiena dritta, ma Peeta mi afferra di nuovo con le sue braccia possenti e familiari e mi avvolge, cullandomi e baciandomi la fronte sudata.                     
-Mi sei mancato...- sussurro debolmente.                                                                                                        
-Mi sei mancato...-                                                                                                                                           
E appena chiudo gli occhi, mi addormento stanca e tremante, lasciando che la pelle calda di lui mi intiepidisca.                                                        

Mi sveglio di nuovo tra le coperte calde, questa volta però senza Peeta al mio fianco. La mia testa pulsa dolorosamente, mi sento debole e non tanto sicura di ciò che mi è successo prima di adesso. Sento la porta cigolante aprirsi.                                                                                                              
-Buongiorno a te, bella addormentata-                                                                                        
Il viso di Peeta mi si presenta davanti agli occhi, accogliente e rassicurante , insieme a lui un vassoio pieno di croissant ed un bicchiere colmo di spremuta d’arancia. Tutte queste delizie emanano un profumo inebriante e il mio stomaco di conseguenza brontola. Peeta si siede di fianco a me, sul letto, e mi aiuta a sedermi, vedendomi in difficoltà. Appoggia il vassoio sulle mie gambe, e quasi immediatamente io comincio ad ingozzarmi.                                                                            
-Cosa è successo?- chiedo dopo aver mangiato metà dei croissant. Lui mi guarda preoccupato, e mi dice:                                                                                                           
-Questo dovrei chiedertelo io a te. Cosa ti è successo in questi ultimi giorni Katniss? Che hai?-                                                                                                                                                           
La realtà mi piomba addosso, e mi ricordo di tutto, anche le cose che vorrei dimenticare.              
Lui non sa. Non sa che ho un bambino in grembo, non sa cosa voglio fare di lui, e in verità non lo neanche io. Adesso però è ora di parlare, dopo due giorni durissimi che sono sembrati settimane, devo smettere di nascondermi dietro bugie e dubbi. E mentre penso tutto questo, sorpresa sorpresa, Peeta mi sta già baciando. È un bacio semplice, inaspettato e meraviglioso, senza un perché. Forse la mia faccia non era delle migliori, forse mi ha letto nel pensiero, più o meno come fa sempre.                                                                                                                
-E questo per cos’era?- dico ridendo all’improvviso. Ogni volta che Peeta fa queste cose, semplici e genuine, mi sento come se avessi proprio i diciannove anni che in teoria ho, ma che in pratica non sento di averne .                                                                                                                                      
-È un modo per dirti che qualsiasi cosa sia successa, io sono con te. Non voglio obbligarti a dirmi niente però voglio che tu sappia che sono disposto ad aiutarti, che voglio solo aiutarti- mi risponde.                                                                                                               
Ed è ciò di cui ho bisogno, penso io. Sicurezza. Vicinanza. Amore. Il suo amore.                          
-Peeta...-                                                                                                                                                            
-Capisco se non vuoi parlarmene, forse non ti fidi più di me, e ti do piena ragione. Quello che ho fatto...- mi interrompe lui, frettolosamente.                                                                                        
-Peeta ascoltami...-                                                                                                                       
-No, Katniss, ti capisco perfettamente se non vuoi dirmelo. Certo, un problema è sempre meglio condividerlo , ma non voglio obbligarti...-                                                                               
-PEETA!-                                                                                                                                                     
-Mmm, si?- mi chiede curioso, aggrottando la fronte in modo buffo. Faccio un ultimo respiro e...                                                                                                                                              
-Sono incinta.-              

Peeta POV
Non riesco ad esprimere in parole ciò che sto provando ora, forse perché non c’è nemmeno un numero abbastanza grande da riassumere il turbine di emozioni che senza senso mi pervadono la testa. Senza senso perché ancora non ho capito la situazione. Con quel briciolo di stabilità che mi è ancora rimasta in corpo ho la forza di chiedere:                           
-Abbiamo...abbiamo fatto un...un bambino?- balbetto io.                                                                            
E quando vedo che lei annuisce, abbassa lo sguardo e tocca inconsapevolmente la sua pancia, un’po’ come a dire “Non siamo soli in questa stanza”, in quel momento mi rendo conto. Sono diventato padre. Ho un figlio. Da Katniss.                                                                                                 
Quindi urlo, salto e scoppio a ridere con lo sguardo basito di Katniss su di me. Applaudo, la abbraccio, la bacio più e più volte. Corro per la stanza, comincio a sognare, comincio a crearmi un futuro. Insieme a lei, insieme al bambino.                                                                                   
-Sono diventato PADRE!- urlo estasiato.                                                                                                                             
E lei scoppia a ridere con me, mi guarda come se fossi un bambino che scarta i regali la mattina di Natale.                                                                                                                                 
Abbiamo un figlio. Ditemi se posso essere più felice di adesso.
 
  
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