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Autore: RikyZak    02/11/2014    1 recensioni
Cosa succederebbe se il Comico, Eddie Blake, diventasse quasi immortale grazie ad un farmaco? Ma soprattutto, cosa succederebbe se questo Comico "migliorato" dovesse combattere orde di Zombie in una caotica New York?
Del testo: "...Edward era un pochino spaventato e allo stesso tempo incuriosito. Il signor Turner spinse il fascicolo verso di lui e Eddie iniziò a sfogliarlo, ascoltando le parole di quello che si stava rivelando un uomo più interessante del previsto..."
Genere: Azione, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrian Veidt/Ozymandias, Edward Blake/Il Comico, Rorschach/Walter Kovacs
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Eddie era sdraiato sul letto assieme ad una ragazza di cui non ricordava neanche il nome.

Sul comodino c'erano tre o quattro tipi di pastiglie e molti vestiti si trovavano per terra nella camera.

Eddie si alzò con calma per non svegliare la ragazza. Si diresse al tavolo e versò in un bicchiere il primo alcolico che gli capitò sotto mano.

Uscì dal suo bungalow e guardò il mare calmo, ascoltò il lieve rumore delle onde che si infrangevano sulla chiara sabbia del mattino e sorrise per poi bofonchiare “Ti stai addolcendo troppo, Eddie.”

Sentì una calda mano sulla spalla; si voltò e vide la ragazza che prima era nel suo letto.

Lei si allungò e lo baciò sui baffi; indossava una vestaglia leggera e sventolava un bicchiere come quello di Eddie. Lui le chiese ridacchiando: “Non sei un po' giovane per bere?” Ma in realtà gli interessava solo sapere se era maggiorenne.

“Ho 28 anni!” Rispose indignata lei.

Eddie le mise un braccio attorno al collo: “Allora, devo sganciarti i contanti oppure posso ripagarti in drink?”

Lei fece un sorriso ma subito si voltò e, mentre rientrava nel bungalow, disse: “Non ricordi neanche se lo abbiamo fatto o meno. Potrei chiederti tutti i soldi che voglio.”

Eddie stava per rispondere con una battuta squallidissima quando ad un tratto qualcuno bussò alla porta. Posò il bicchiere e andò ad aprire.

Era il gestore dei bungalow: “Signore, alla Reception c'è una chiamata per lei.”

“Arrivo subito.” Eddie richiuse la porta e si rivolse alla ragazza: “Vado alla Reception.” Allungò la mano sul comodino per prendere il portafogli.

Prese dei contanti e, sbattendoli nella mano dell'occasionale compagna di letto, borbottò: “Prendi questi e vedi di non farti trovare qui quando torno.”

Eddie alzò la cornetta del telefono: “Chi cercate?”

“La domanda giusta dovrebbe essere 'chi mi cerca?'” Rispose ridacchiando la voce dall'altro capo.

“No, mi serve sapere esattamente chi è la persona con cui volete parlare.”

“Edward Blake, ovvio.”

Eddie gli si accavallò: “Volete parlare a Edward Blake come Edward Blake?”

“Si, signore.”

Eddie aveva capito la situazione: “Senti, coso, io non so chi tu sia ma neppure mi interessa saperlo. Se hai avuto questo numero è perché vuoi parlare con Edward Blake ma non a proposito di Edward Blake.”

Ci fu un attimo di silenzio e poi la voce dall'altra parte rispose: “Lei mi sta confondendo, signore.”

“Lei è un bravo attore, sa? Ora, può dirmi chi è e perché ha cercato il Comico oppure io le riattacco il telefono in faccia con un sonoro 'vaffan*ulo' e dico di non passarmi più chiamate. A lei la scelta.”

La voce dall'altra parte sospirò e poi disse prendendo fiato: “Chiamo per conto del ministro della difesa.”

Eddie staccò un secondo l'orecchio dall'apparecchio e, mettendosi una mano sul viso, sussurrò “Santo cielo” perché sapeva già ciò che stavano per dirgli.

La voce proseguì: “Sarebbe utile...”

Eddie non lo lasciò finire e concluse la frase al posto suo: “... che lei tornasse? Sta scoppiando un'altra guerra? Solo il Comico può aiutarvi?”

“Non esattamente.” Rispose prontamente l'uomo dall'altro capo della cornetta.

“Ascoltatemi bene” Continuò Eddie alzando la voce “Per undici anni ho fatto dei test che mi hanno allontanato da tutto e da tutti. Siete sempre rimasti attaccati al mio culo come orsi ad un barattolo di miele e ora, avendo superato già da un pezzo i sessanta, non posso neanche godermi la mia meritata, strafot*uta pensione?”

Si sentirono degli strani rumori provenire dal telefono per qualche secondo e poi si sentì un'altra voce, più profonda, probabilmente appartenuta ad un uomo più maturo: “Signor Blake, ci servirebbe il suo aiuto per una faccenda molto delicata.”

Eddie non fece caso alle esatte parole di quella voce familiare e disse: “Chi è lei? Se mi hanno passato qualcuno di più vecchio che mi dice le stesse cose di prima, deve essere qualcuno di importante.”

“Eddie” rispose seccata la voce “Sono Sullivan. Muovi il culo e vieni qui.”

Eddie scoppiò a ridere perché mai si sarebbe immaginato di risentire quella voce: “Stewart fot*uto Sullivan? Oh, amico, credevo che ti fosse esploso lo stomaco o che ti fosse crollato il pavimento sotto ai piedi.”

Sullivan si fece più arrabbiato e un filino indignato: “Eddie, vedi di fare poco lo spiritoso.”

“Sono il Comico! Come potrei essere meno spiritoso? Inoltre la mia non era una battuta ma una considerazione sulle tue chiappone flaccide.”

Ora Sullivan era chiaramente adirato: “Eddie, caz*o! Hai esattamente due giorni per essere a Whashington oppure giuro che faccio atterrare un elicottero sul tuo bungalow.”

Eddie smise con le battute e si fece più serio per calmare Sullivan: “Ehi, ok. Non eri così serio dall'undici Settembre. Se è così importante, arrivo subito.”

Riattaccarono entrambi. Eddie tornò in camera e si sedette sul bordo del letto disfatto, si accese un sigaro e iniziò a pensare: che cosa poteva turbare così tanto Sullivan da dover rischiare la copertura del Comico?

Passarono dieci minuti e bussarono alla porta.

Eddie andò ad aprire credendo che fosse l'uomo della Reception con un'altra chiamata.

Guardò dallo spioncino e vide la cameriera ispanica accanto al carrello delle pulizie.

Aprì la porta per farla entrare e lei cadde in avanti, tra le braccia di Eddie.

Uno schizzo di sangue uscì dalla fronte della povera donna ma non si sentì nessuno sparo.

Dopo, Eddie alzò lo sguardo dalla salma e vide che accanto alla palma fuori dal bungalow c'era un uomo con una pistola silenziata in mano.

L'uomo si avvicinò alla porta tenendo le mani in tasca.

“Rorschach?!” Esclamò Eddie, senza nemmeno ricordarsi del cadavere ai suoi piedi.

“Il Comico che non conosce ancora le spie messicane?” Disse Rorschach entrando nel bungalow scavalcando la donna a terra.

“L'ho vista solo dallo spioncino.” Disse Eddie ridacchiando.

“Ti stava alle costole da sei giorni.” Replicò Rorshach.

Eddie era stupito di vedere l'amico: “Come sai dov'ero?”

“Davvero credevi che ci fossi cascato? L'avevo capito ma non ho detto nulla a Daniel. Dopo il casino, Ozy mi ha spiegato tutto.”

“Quel figlio di put*ana! Come mai sei qui?”

“Vuoi già cacciarmi? Trent'anni che non ci vediamo ed è questa la tua accoglienza?” Chiese Rorschach lasciando trasparire una riga sottile di irritazione.

Eddie si affrettò a chiarire il malinteso: “Intendevo solo che noi due non eravamo buoni amici quando ero vivo, figuriamoci ora che sono morto.”

“So che ti ha chiamato Sullivan. Mi ha già informato di tutto. Mi ha supplicato di non venire da te ma non ho resistito.”

Eddie fece un sorriso e disse: “Questo è il Rorschach che conosco io. Dimmi una cosa, in questa faccenda c'è di mezzo il Dottore?”

Rorschach stette un secondo in silenzio e poi rispose: “No, non questa volta.”

Eddie non sapeva se essere contento o meno del fatto che avrebbe lavorato con Rorschach. Non avevano una relazione di amicizia. Erano due caratteri troppo contrastanti per stare nella stessa squadra ma ora che erano da soli, forse, potevano recuperare gli anni persi.

 

   
 
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