Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: S_a_r_a    02/11/2014    0 recensioni
Succede spesso che si creda di essere qualcosa che non si è. O viceversa. Succede che si dia credito solo a una parte della questione, che ci lusinga, ci martirizza o fa comodo, per compiacersi di noi stessi in tutte le forme o autocommiserarci. Succede di perdere la bussola in un mare di definizioni in cui non sappiamo trovare la nostra sintesi. Ma la verità è che si può fare qualcosa di meglio: essere semplicemente se stessi e anche di più, senza etichette, e scoprirsi. C'è sempre una parte che non si conosce della propria personalità, oppure non la si vuole conoscere per scelta. Bisogna credere in se stessi. I personaggi di questa raccolta hanno molto da imparare, come ogni umano. Siamo tutti personaggi di una storia, possiamo vivere qui dentro.
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Unwritten



 

Il sole alto nel cielo di settembre. La temperaura mite. L'aria piena di calore timido del forno e profumo di cacao. Un foglio bianco e una penna, così vicini ma non si toccano mai.

Questa è la triste storia d'amore della penna e del foglio di Emma.

Proprio così. Emma tentava in tutti i modi di metterli insieme. Ma un destino infelice era più forte di lei. Si chiamava mancanza di ispirazione. Erano ormai giorni che si metteva comoda col suo quaderno e non riusciva a scrivere nulla. Niente. Aveva provato al computer, ma finiva per distrarsi su facebook o non riemergere più da qualche sito di decoupage. Non sapeva più che inventarsi. E dire che l'unione magica dell'inchiostro con la cellulosa aveva sempre funzionato. Prima in modo timido, come chi deve ancora valutare le intenzioni di un corteggiatore, poi in un'esplosione di passione irrefrenabile in cui non si distingue dove finisce uno e comincia l'altro. Si vede che stavolta avevano litigato di brutto, ma di quelle discussioni che l'atmosfera rimane permeata di calore per molto tempo, e non conviene affrettare il momento della riconciliazione; perché rabbia più rabbia fa schizzare via in direzione opposte, come poli di ugual segno a contatto.

Lo strillo del timer decise per lei che era il caso di rinunciare all'impresa e occuparsi della torta. Mentre ne assaggiava una fetta compiaciuta, pensò ai baffoni di papà che si sarebbero allargati immensamente in un sorriso appena fosse tornato a casa. Era una semplice torta, ma per lui la cosa più gustosa del mondo. Non amava i pastrocchi che lei si divertiva a sperimentare ogni tanto, con tutti quegli arzigogoli decorativi di panna. Quindi si lagnava finché Emma non si decideva a tornare sul classico e borbottava un paio di invettive sulla frenesia che hanno i giovani di fare i giovani, sempre a cercare il nuovo.

Si concesse una seconda fetta, ma meno generosa, poi tornò al triste foglio bianco e alla misera penna lì di fianco. Nemmeno la cioccolata aveva il potere di innestare qualche idea nella sua mente vuota. Di questo passo sarebbe stata bandita dal concorso cui teneva tanto, la scadenza per la consegna della storia era vicina. E poi che figura avrebbe fatto? Se partecipava anche quel petulante di Dario non poteva permettersi di farsi fregare così. Voleva dimostrare a tutti di poterlo battere. La motivazione che bruciava nel suo animo era tale forse da permetterle di scalare una montagna, ma bloccava la sua mente.

I due vili amanti – foglio e penna - vennero abbandonati a se stessi, Emma non aveva trovato alcun modo di farli incontrare. Li posò sulla scrivania, chissà che non si avvicinassero da soli nel frattempo e componessero il racconto del secolo.

Doveva schiarirsi le idee in qualche modo, ma non certo stando sola. Ragion per cui si apprestò a procurarsi la compagnia che le avrebbe dato la giusta spinta: Edgardo.

L'ultrasettantenne vicino di casa di Emma aveva ormai cataratte e osteoporosi galoppanti, ma un cervello fino. Anche Emma non sapeva capacitarsi di come un corpo tanto provato da ogni insidia della senilità potesse mantenere tanto spirito concentrato. E c'è da dire che Edgardo amava particolarmente i dolcetti che Emma gli portava ogni volta caldi di forno, il che aumentava della giusta dose la vanità fresca di Emma e l'appetito di un palato vecchio ma ancora goloso. Però Edgardo mostrava questa debolezza in modo discreto. Era egli stesso la discrezione. Si può dire che con Edgardo c'era più da intuire che ascoltare. Ma alcuni suoi segnali facevano chiaramente intendere a Emma che i manicaretti venivano apprezzati. Era Vedovo da molti anni, senza figli. Ma non se ne lamentava. Non era uno di quegli anziani che raccolgono ogni occasione di parlare con chiunque capiti. Quando Emma lo incontrava nel palazzo si spaventava quasi, le sembrava una specie di orco bianco e gobbo, non salutava mai nessuno. Finché un giorno non lo vide davanti al portone, immobile, fissava la strada. Gli chiese se dovesse entrare e lui rispose:"aspetto un'occasione."

Quello fu l'inizio di un rapporto indefinibile. Emma fu subito incuriosita e decise di fargli un po' compagnia. A differenza di Edgardo non conosceva molto il significato della parola riservatezza. Le parole sono un'arma potente, lo sapeva bene. Era un peccato lasciarle appese allo stendino della mente senza poterle mostrare a tutti nel loro splendore. Adorava farle uscire dalla bocca e dalla penna. Forse più di far uscire biscotti da forno. Ma grazie a questi ultimi, potè approfittare spesso di far visita a Edgardo quando aveva un po' di tempo e dovette imparare a trattenere le prime.

Andò a suonare al suo campanello. Edgardo aveva un sesto senso incredibile nell'indovinare quando avrebbe ricevuto la sua visita. In quei momenti si metteva nella poltrona più vicina al portone, in modo da rendere più breve il tratto di cinque metri che lo separava dal ricevere la sua ospite. Aveva imparato negli anni che le distanze minori sono quelle che ad una certa età come la sua si percorrono in più tempo, specialmente se il passo è incerto. Anche questa volta leggeva un giornale in tranquillità ed era pronto. Non ricevendo altre visite non poteva che essere lei. Per quanto non volesse ammetterlo, era contento di passare del tempo con Emma. Non era mai stato un campione di affettuosità nemmeno in gioventù, non ci si poteva aspettare che fosse diversamente dopo il giro di boa. Ma aveva caro il suo rito di attesa e questa volta fu premiato con una bella fetta di torta. Tremendo come le donne conquistino il mondo insinuandosi per le vie del piacere più semplice.

"Allora, quante stragi oggi?", cominciò Emma.

"Solo due, la gente sente già lo spirito natalizio". Beh, poteva andar peggio. Era diventato quasi un gioco tenere la conta degli articoletti di cronaca nera.

Si sedettero sul divano mentre discutevano, Edgardo cominciò ad assaggiare piccoli bocconi della torta. Emma aspettava un responso che non arrivava. Calò il silenziò, scandito dal respiro e il masticare di Edgardo, Emma non emetteva un suono. Si sentiva stranamente a disagio. Di solito inondava la casa con il fluire candido dei suoi pensieri non appena vi entrava, come fosse la cosa più naturale del mondo. Ma come poco prima, era in preda a un blocco che non comprendeva. Edgardo non tardò a notarlo. "Beh, non mi racconti niente? Sei sempre piena di storie! Non vorrai privarmi del piacere di ascoltarti." Ed era vero. Edgardo era un ottimo ascoltatore. Non parlava molto, ma Emma si era abituata, e non le dispiaceva. La maggior parte del tempo era lei a tenere banco, con tutte le sue avventure più o meno realistiche. Però era anche vero che l'aveva colta in fallo. Emma stava ancora pensando a cosa rispondere, ma non riusciva a sbrogliare il groviglio spinoso che la stava avvolgendo. "C'è qualcosa di cui ti vorrei parlare, in effetti. Come si fa a trovare la formula giusta per la vittoria?"

Che domanda insolita. Edgardo la squadrò per un po' con un cipiglio curioso, ma senza rispondere.

"Ti avevo detto di quel concorso letterario, no? Ecco, non ho ancora scritto nulla. Non so perché, mi fa imbestialire. Ci tengo così tanto, che mi fa imbestialire ancora di più. E quel so-tutto-io di Dario! Devi sapere che è una persona insopportabile e non fa che vantarsi di tutto ciò che fa. Partecipa anche lui, voglio dargli una bella lezione! Che poi non è nemmeno così bravo, però non tollero il pensiero che la sua fortuna sfacciata lo salvi questa volta". Emma aveva letteralmente preso fuoco. Cominciò ad arrossire, conoscendo l'inclinazione poco propensa verso i grandi slanci di Edgardo si sentì molto stupida. Tuttavia ormai aveva il chiodo fisso e doveva pur sfogarsi un po'.

"E così vuoi proprio stracciarlo, eh?"

"Solo un pochino", ammise Emma, rasserenata dal sorriso di Edgardo. Aveva trovato un complice inaspettato.

"Per far vedere che sei brava oppure per dimostrarlo a te stessa?". Contropiede.

"Entrambe le cose, perché no?". No, Emma era in grado di vincere il concorso, non c'era da aver paura. Perché farsi venire dei dubbi?

Edgardo finì il suo dessert in silenzio, meditabondo. Poi guardò Emma e disse:"se scrivi con la stessa passione con cui hai fatto questa torta, che cosa temi?"

"Di non riuscire a colpire con qualcosa di interessante la giuria". Emma fu lusingata. Faceva sempre molto piacere stimolare quelle sue corde che ogni tanto suonavano un solo accordo intenso, come un complimento così sincero e diretto.

"Quindi cerchi un tema sensazionale".

"Più che sensazionale. Straordinario."

Edgardo incrociò le braccia e fissò un punto imprecisato davanti a sé. "Ragazza mia, di cose straordinarie ne hanno già parlato tutti. Io ne ho viste, belle e brutte. Non c'è più niente di nuovo. Però puoi fare qualcosa di buono lo stesso, come questa torta".






Carissimissimi, oramai manca poco. Sono lentissima da far paura. Di questo me ne vergogno, sì. Mi limito a lasciarvi qui anche questo racconto sperando di deliziarvi un pochettino. Un bacio a tutti gli avventori che leggeranno!

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: S_a_r_a