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Autore: xGottaBeLou    03/11/2014    1 recensioni
Sono il tipo di persona che dice sempre la frase "non mi importa". Non mi importa quello che dice o pensa la gente di me, ed in un certo senso è vero...o almeno in parte.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Il risveglio fu traumatico, sapete quando aprite gli occhi dopo aver dormito profondamente tutta la notte e vi sentite più stanchi che mai? Già a me succede spesso. E sempre puntuale come un'orologio svizzero zia Rose si precipitò in camera.

-Mel, è mattino.- disse aprendo le tende. Di tutta risposta mugugnai qualcosa per trasmetterle la mia disapprovazione.-Dai dobbiamo disfare le valigie- disse sedendosi sul letto, non vedendo una mia reazione iniziò a farmi il solletico. -okay okay!- dissi alzando le mani in segno di resa -sono sveglia, è mattino, gli uccellini cantano, il sole non si è ancora spento ed io sono sveglia- dissi sorridendole - okay, alzati e scendi a fare colazione- disse uscendo dalla porta, restai ad osservare il soffitto in cerca di pace per un secondo di troppo  perchè nemmeno il tempo di allontanarsi dalla porta ed eccola di ritorno -non ti sei ancora alzata- puntualizzò -è colpa della forza di gravità- dissi con espressione sofferente. Zia Rose si avvicinò al letto, mi prese per mano e mi tirò su -visto? Forza di gravità sconfitta e adesso giù a fare colazione- mi alzai contro la mia volontà e scesi giù in cucina.

Dopo colazione andai a sistemare le mie cose, e mi accorsi di avere una grande libreria!!! Oh, si anche l'armadio era spazioso. Dopo aver sistemato tutto andai ad aiutare zia Rose a disfare gli scatoloni.

-Qui ti piacerà tantissimo- disse lei emozionata. -già lo credo anch'io- dissi sorridendole, e lei mi rivolse quello sguardo da "lo dico o non lo dico" -parla e basta senza...quello sguardo- dissi indicando il suo viso. -Cosa? Che sguardo?- disse facendo finta di niente, meritandosi così uno dei miei sguardi da "ma fai sul serio?!" -non girarci intorno- -okay volevo solo sapere...- la interruppi prima che finisse la frase -sto bene- dissi continuando a svuotare lo scatolone. -Non stavo per chiederti quello...okay, forse stavo per chiederti quello- disse ridendo -ma, stavo pure per chiederti se ti andasse di uscire un po' e vedere il quartiere- disse con aria supplichevole. -No, grazie sto bene qui- dissi a mia volta -ooh andiamo, solo per una volta va fuori, fatti un giro e poi torna non ti chiedo altro- iniziò a guardarmi con quello sguardo da cucciolo bastonato, che odio profondamente.-Eeeh va bene!- dissi coprendomi gli occhi. -Ma basta sguardo da cucciolo- dissi alzandomi e andandomi a preparare. Indossai una canottiera blu larga, pantaloncini bianchi, il mio paio di snickers ed uscì a malincuore. Girai per il quartiere per un po', mi fermai solo quando sentì del chiasso provenire da un locale così decisi di entrare.

Quel locare era pieno di ragazzi della mia età. Era molto spazioso, aveva pure un piccolo palco in fondo alla sala. Un riflettore illuminò il centro della sala al quale tutti stavano attorno, cercai di farmi largo tra la folla. Quando trovai un punto in cui io riuscissi a vedere, restai a guardare. Dopo qualche minuto una ragazza si mise sotto i riflettori, fece un segno con il capo e partì una base. La ragazza iniziò a ballare, era davvero brava, dietro di lei scorsi qualcuno gettare qualcosa sul pavimento vicino alla ballerina che la fece scivolare e cadere a terra. Tutti iniziarono a ridere di lei e la ragazza rimase come bloccata a terra, i suoi occhi iniziarono ad arrossarsi cercando di trattenere le lacrime e mi si spezzò il cuore. Mi feci spazio verso la ragazza spintonando più persone possibili, arrivai al centro del cerchio dove si trovava la ragazza ed iniziai a sentirmi osservata. Incurante dei loro sguardi su di me, mi avvicinai alla ragazza e mi inginocchiai davanti a lei cercando di farmi sentire in mezzo a quelle risate idiote. -Stai bene?- le chiesi, i suoi occhi erano pieni di lacrime, bocchegiò qualcosa ma non ne uscì alcun suono. Non avrebbe retto ancora a lungo -vieni, ti faccio uscire di qui- dissi porgendole la mano che afferrò subito, l'aiutai a mettersi in piedi e la folla si zittii improvvisamente e ne uscì una ragazza dai capelli biondi dall'aria superiore -Lauren, vai già via?- disse con un sopracciglio alzato alla ragazza al mio fianco, subito dopo spostò il suo sguardo da serpe verso di me -bene bene, ecco la paladina della giustizia, gente- disse con un ampio gesto delle braccia -vai alla Hoover? Non ti ho mai vista- disse chiudendo i suoi occhi a fessure -sono nuova di qui- dissi cercando di sembrare sicura di me. -Allora lascia che ti spieghi come funziona- disse avvicinandosi a me -qui non sei la benvenuta, nuova arrivata- iniziò a squadrarmi dalla testa ai piedi e la mia rabbia iniziò ad aumentare -tranquilla ce ne andiamo- dissi sostenendo il suo sguardo da arpia. -oh, no lei resta. Sei tu quella che deve andarsene- disse alzando la voce per farsi sentire da tutti -Lauren non vuole restare, mi sembra ovvio- dissi con tono fermo. -Lascia che sia lei a scegliere che fare. Cosa vuoi fare Lauren? Non vorrai mica lasciarci proprio adesso che iniziavamo a divertirci spero- mi girai verso Lauren e la vidi in difficoltà, per trattenere le lacrime iniziò a mordersi il labbro inferiore. -Mi sembra ovvio che voglia andarsene dopo tutto quello che le avete fatto- risposi alla biondona con la faccia da schiaffi più grande del mondo - quindi adesso andiamo via- dissi trascinando via Lauren. Non appena usciti dal locale la portai a sedersi su una panchina del parchetto lì di fronte. Non appena mi sedetti vicino a lei mi buttò le braccia al collo iniziando a singhiozzare, mi sentì a disagio ma cercai comunque di confortarla. Quando iniziò a calmarsi si staccò da me asciugandosi gli occhi -grazie, per quello che hai fatto- mi disse cercando di mantenere ferma la voce. -Figurati- le dissi sorridendole -hai avuto molto coraggio, io non ci sarei mai riuscita- disse sforzandosi di sorridere - è stato così umiliante- disse tornando a singhiozzare, le presi la mano cercando di confortarla. -Hey, sono solo degli idioti, non dare loro questa soddisfazione-. Si girò verso di me e mi sorrise sinceramente stringendomi la mano a sua volta -grazie-disse. -Io sono Melissa comunque- le dissi cercando di cambiare discorso per non farla stare ancora male - io sono Lauren-. Restammo a parlare per un po' quando Lauren intravide qualcuno che catturò la sua attenzione - Oh no- mi girai per vedere a chi si riferisse, era un ragazzo alto, capelli biondi e occhi azzurri. -Chi è?- le chiesi -solo il ragazzo a cui vado dietro dalla quarta elementare, si chiama Travis- disse con occhi sognanti -vuoi andargli a parlare?- le dissi ridendo -nonono, non dopo la figuraccia di poco fa- disse tornando con lo sguardo su di me - e poi non sa nemmeno che esisto...e se avessi riso anche lui della mia caduta?- disse disperandosi -se fosse così allora sarebbe solo un'altro idiota come un'altro e non meriterebbe nemmeno le tue attenzioni-le dissi -grazie-.

Scoprimmo di non vivere molto lontano l'una dall'altra così decidemmo di andare insieme verso casa, iniziammo a ridere e scherzare fin quando non arrivammo a casa sua. Ci mettemmo d'accordo per il giorno dopo di incontraci di nuovo al parco e andai per la mia strada.

  
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