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Autore: fredlove    03/11/2014    5 recensioni
Emma Jo Mitchell è la nipote di Peter ed Elizabeth.
Neal Caffrey... è Neal. Sicuro di sè, di far sempre colpo sulle donne, abituato a vederle a cadere ai suoi piedi.
Tutto inizia con delle frecciatine, battibecchi finché ci scappa anche un bacio! Ma... Emma si tira indietro.
C'è un passato che lei vuole dimenticare, e Neal non fa altro che ricordarglielo inconsciamente.
Bene, vi ho incuriosito? Leggete!!!
[... ]
Dal capitolo 3
Peter scosse il capo, mentre Emma rimaneva a guardare Neal che continuava a provocarla.
- Te crois-tu tout permis pour ta beautè et pour charme de tes yeaux bleus.* - sibilò, sorridendo con una smorfia alla sua espressione interrogativa.
Neal finì di sorseggiare il caffé, prima di alzarsi con eleganza, indossare il cappello e seguire Peter verso l'uscita.
Poi si voltò, un'ultima volta. - Ciao Eli, ci vediamo. -
- Ciao Neal. - gli rispose dalla cucina.
- En passant, merci pour le compliment.* - disse poi, rivolgendosi ad Emma che si era portata la tazza alle labbra.
La ragazza tossì, visto che le era andato di traverso il contenuto ed alzò lo sguardo su di lui.
- A più tardi, Emma. -

[...]
Non meno importante. La storia è in collaborazione con la mia amica Ambra.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Burke, Neal Caffrey, Nuovo Personaggio, Peter Burke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nda : Chiedo venia per il ritardo, ma ho passato una settimana di cacca. E non ho toccato pc, per niente.. Beh, parte 'Gotham' e 'Forever'- Nemmeno per il nuovo ep di Arrow!
Bando alle ciance, spero il capitolo vi piaccia.








Cap 65




Il cielo era un pò cupo, quel giorno. Ed il freddo impervesava per le strade. Ma ciò che la incuriosiva maggiormente, era l'espressione silenziosa e cupa del suo ragazzo.
E ne era incredibilmente attratta.
- Neal?-
Lui era rimasto in silenzio, mentre continuavano a camminare sul marciapiede.
- Neal?-
Lo tirò per il braccio, fermandolo. - Caffrey.-
- Cosa?- la guardò.
L'azzurro dei suoi occhi, sembravano far concorrenza al cielo. Anche in quel frangente.
- Sei silenzioso. Tutto okay? -
- Credo di sì. - riprese a camminare. - Perché?-
Emma allungò il passo, fermandosigli di fronte. Lo guardò attentamente. - Devo preoccuparmi?-
- No. - ammise sospirando. - L'ultima cosa che ti chiedo, è appunto quella di preoccuparti. Non c'è niente... -
- Sì, invece. Sei silenzioso. È una settimana, ormai, che sei un po' sulle tue. Nessuna battuta a doppio senso, nessun battibecco. - lo guardò negli occhi - E... quando siamo a letto, sembri distante un attimo dopo aver fatto l'amore. - le tremò la voce, mentre diceva l'ultima frase.
- No. No. - le mise le mani sulle spalle, guardandola. - Emma io ti amo. Non c'è dubbio che tenga. -
- Allora, cosa?-
Neal rimase un attimo in silenzio, mentre calava maggiormente il cappello sulla testa. Celandosi, così, allo sguardo implorante di lei.
Si schiarì la gola, ma non sapeva come iniziare a parlare. Quel dubbio che lo attanagliava, da parecchi giorni, era una perenne domanda. Ed aveva paura di una risposta.
Aveva paura.
- Neal?-
- Cosa posso offrirti, Emma?- le domandò, arrendendosi.
- Cosa? -
Entrambi, fermi sul marciapiede.
- Guardami, e rispondimi. Cosa posso offrirti? Niente. -
- Non capisco di cosa parli. -
- Emma, guardami. Sono... un criminale. Perennemente monitorato. Senza possibilità di muovermi in libertà. - non la guardò, ma continuò a parlare. - Tutto entro due miglia. -
- Due miglia, sono tante. -
- Non per me! - sollevò di scatto, il capo, guardandola dispiaciuto. - Non per me, che... Voglio darti tutto. Hai visto le nostre giornate? Lavoro, appartamento, lavoro, appartamento. Non ... è così che penso alla nostra relazione. -
- Mi stai lasciando?-
- No. Non riuscirei nemmeno a fare due passi, senza pentirmene, se lo facessi. - la guardò. - Sarei un pazzo, solo a pensarlo. - deglutì. - Sei felice con me?-
- Sì. E non ho voglio nemmeno tempo, per pensarci. Neal, non mi interessa di come passo le mie giornate, se sono con te. - gli sorrise. - Non mi interessa se sono monotone. Non mi interessa se sei perennemente sotto controllo, e tanto meno di restare con te entro le due miglia. -
- E perché continuo a pensare.... di privarti di qualcosa?-
- Non lo fare. Non lo pensare, perché non è vero. Ho te, mia zia e mio zio. Cosa posso volere di più? - gli posò una carezza sul viso, intenerita da quella piccola lacrima che gli era sfuggita dall'angolo dell'occhio. Raccogliendola subito sotto le sue dita.
- Per la prima volta... mi sento insicuro. - ammise.
Emma gli sorrise, prima di sporgersi e baciarlo sulle labbra. - Non devi. - borbottò. - Oh, benedetti tacchi!-
Lui la guardò stranito, interrogativo. Poi scosse la testa, e tornò a baciarla. - Ti amo. -
- Anche io, Caffrey. -




Una settimana, era passata da quella discussione. Ciò nonostante, Emma si era ritrovata ad osservare il ragazzo con più attenzione.
Sebbene lui, evitasse di mostrarlo, poteva chiaramente notare quanto fosse pensieroso. Era evidente, che continuava a pensare alla situazione.
Come in quel momento, in ufficio. Impegnato a leggere un fascicolo, seduto alla sua scrivania.
Così, gli andò alle spalle e lo cinse in un abbraccio. - Sai che quando pensi, l'azzurro dei tuoi occhi diventa cupo? - lo baciò sulla guancia, appena vicino alle labbra.
Lui la guardò. Emma non gli era mai sembrata, così semplice, e seducente.
- Inoltre, stai mordicchiando quella povera penna, da quasi un'ora. -
- Non sarai gelosa, di una penna?- scherzò, lui.
- Forse. Non te la porterai, mica a letto?-
Neal, si scostò appena, tirandola per il polso e facendosela sedere sulle gambe.
L'ufficio, era pressocché vuoto. A parte qualche agente, lui aveva tutta la libertà di stare con Emma.
- Questa volta, natale e capodanno insieme. - disse lui, sorridente.
La ragazza fece spallucce. - Beh... considerando l'anno scorso... tira e molla. -
- Shh, non voglio pensarci. - la baciò, sfiorandole le labbra.
Emma si tolse gli occhiali, chiudendoli e posandoli sulla scrivania. Prima di passare un braccio, dietro al collo di lui.
- Li stai usando spesso. - alluse lui all'oggetto. - Qualche problema?-
- Ultimamente, mi stanco spesso la vista. - ammise. - Eppure ho dieci decimi ad entrambi. Ho una vista perfetta, secondo l'oculista. -
Poi emise un sospiro, mentre un brivido la percorreva. Anche da sopra il cappotto, sentiva le carezze di Neal, per la schiena, e contro il fianco. Per non parlare della mano, sopra la sua coscia.
- Ti ricordi, il nostro primo bacio?-
- Quello che mi hai rubato... -
- Quello cui tu hai risposto. Anche se dopo mi hai sbattuto fuori dalla stanza. -
Emma si rabbuiò. Mentre Neal, le sfiorava il viso con la mano.
- Cosa sarà mai... mi hai sbattuto la porta in faccia, più di una volta. -
Lei rimase ancora in silenzio, pensando intensamente.
- Sono diversa?-
- Cosa?-
- Sono diversa, da quando mi hai conosciuta? - lo guardò. - Io mi trovo diversa. -
- Per me, sei sempre la stessa. -
- Sicuro?-
- Sì. Inoltre, sei gelata come un ghiacciolo. Piccola, come fai a prenderti tutto il gelo di New York?-
Emma si mise a ridere.
Erano le stesse parole, che lei gli aveva detto un anno prima.
Lui le posò una mano sul viso, tenendola dolcemente, prima di tirarla a sè e baciarla. Dolce. Appassionato.
Le accarezzò le labbra, facendogliele schiudere. Trovando così accesso, ed insenguirla, assaggiarla, con la lingua. Legandosi a lei, e sfuggendole.
Rubandosi, l'un l'altra, qualche gemito sommesso.
La mano di lui, ancora sul viso, salendo verso i capelli e finendo sulla nuca. Una presa ferrea e dolce allo stesso tempo, mentre le dita si nascondevano tra i suoi capelli. Sospirando, suo malgrado, quando le dita di lei lo stuzzicarono sul collo.
Si staccarono un attimo. Forse nemmeno un secondo, per riprendere fiato. E subito, tornarono a baciarsi.
Senza dar conto, di chi gli stava intorno, o dove fossero.


Un colpo di tosse, anche se divertito, li riportò in ufficio. Diana, a braccia conserte li stava guardando.
- Sono contenta, per voi due... ma Caffrey, santo cielo, rispondi a quel maledetto cellulare. -
- Eh? -
Emma scese dalle sue gambe, indossando gli occhiali, e dandosi una sistemata ai capelli. Mentre lui rispondeva al cellulare.
- Pronto?-
Allungò la mano, fermando la ragazza.
- Grazie, arrivo tra massimo venti minuti. - poi si alzò, e ripose l'apparecchio. - Vieni con me. -
Una ventina di minuti dopo, forse di più, Emma lo stava seguendo fuori dal taxi. Fermi davanti ad una gioielleria.
- Neal?-
- Questo, è il mio regalo... - ammise.
- Una gioielleria?-
- No. Per quanto mi piacerebbe... - le rispose. - Stavo cercando un regalo perfetto, per te. -
La spinse all'interno, verso il bancone. Dove un uomo distinto, con un paio di occhiali tondi, lo salutò. - Signor Caffrey. Tutto come avevamo concordato. - E sul banco mise una scatolina di velluto nero.
- Aprilo, avanti. -
Lei lo fece. E rimase sbalordita nel veder l'oggetto in questione.
Un anello d'oro bianco. Una fascia sottile, percorso per intero da un filo rosso, fino ad intrecciarsi e formare l'infinito.
- Vedilo come... un simbolo. Perché ti amo. -
- L'incisione è quella, richiesta. - si intromise l'uomo.
Emma la lesse. Prima di guardare Neal.
Infintamente tuo, Neal.

- Non so co... non so cosa dire. - ammise lei.
Neal sorrise. - Emma, io ti amo. E questo è solo un modo per dimostrartelo. - prese l'anello e con dolcezza glielo infilò al dito. - Anche se dovrò sottolineare, a tuo zio, che non è... una richiesta di matrimonio. - ma l'ultima parola la borbottò.
La ragazza sorrise, prima di baciarlo.
- Ti amo. -







   
 
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