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Autore: ChibiNekoChan    04/11/2014    5 recensioni
[Gravity Falls]
[SPOILER - "What if?" che continua dalla S2EP4]
Sono passati ormai due anni da quando il libro è andato distrutto, e con esso sembra scomparsa anche ogni traccia della vita frenetica che precedentemente caratterizzava le giornate dei gemelli Pines.
Colui che ne soffre di più è ovviamente Dipper. Rimpiange cercare di scoprire chi ha scritto il libro, andare a fondo riguardo i misteri che caratterizzano Gravity Falls, e, per quanto gli sia difficile anche solo da concepire, gli manca anche interagire con Bill Chiper.
Il demone non si è mostrato da quel fatidico giorno che determinò la sua vittoria.
La frustrazione è tale che porterebbe Dipper anche a fare un patto stupido con quel demone dei sogni;
Ma il ragazzino castano non si lascia ingannare così facilmente, giusto?
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Dipper scoppiò a ridere.
Non l'aveva davvero detto, no?
Non che pensasse che Bill potesse ancora vedere ogni cosa che Dipper facesse, ma quando si sentì osservato in ogni caso il suo viso esplose in un rossore che era raro vedere sulla faccia del ragazzino.
"Si, certo, lo farei sicuramente" Si prese in giro sarcasticamente, "chi non lo farebbe?".
I suoi pensieri vennero interrotti bruscamente dalla voce di Mabel proveniente dal piano di sotto, sentì chiaramente "Dipper" venir urlato con quel tono estremamente acuto tipico di sua sorella, dunque, seppur svogliatamente, si avviò verso la direzione da cui proveniva.
"Arrivo!" Intermediò mentre scendeva le scale frettolosamente quando si accorse di star tremando e percorrendo la discesa in maniera decisamente troppo affannosa. Non sapeva neppure spiegarsi perché d'un tratto stesse provando queste sensazioni, ma si convinse fosse lui stesso a immaginarle. A causa della noia.
Alla vista di Dipper, Mabel accorse per poi punzecchiarlo sul naso, "Boop" sorrise allegra.
"Hai bisogno di qualcosa?" Cercò di chiedere senza sembrare troppo infastidito.
Certe volte gli atteggiamenti di sua sorella lo lasciavano senza parole, ma le voleva davvero bene.
"Dipper, sai che giorno è oggi?" Domandò Mabel con crescente eccitazione, e quando suo fratello scosse la testa lei posò teatralmente una mano sulla sua spalla e l'altra dritta in cielo "Il giorno occupati-dello-Shack!" Emise un piccolo urlo riuscendo a malapena a contenere l'euforia.
"Il... huh?" Dipper sembrava confuso a dir poco.
"Forza! Grunkle Stan è fuori per chissà quali impegni e tocca a noi e Soos dirigere questo posto," spiegò "noi ci occupiamo dei tour!" Concluse infine.
Dipper sospirò "Ooh... oh, okay. E, uhm, è già arrivato qualche cliente?" Domandò con poco interesse, già con le mani in tasca. Mabel gli diede un piccolo colpo sul braccio "Non essere così noioso!" Sembrava volesse sgridarlo, ma il grande sorriso sul suo volto lasciava invece intendere uno scherzo. Mabel scoppiò a ridere, mentre Dipper si limito a sogghignare non volendogliela dare vinta. Questi atteggiamenti erano tipici fra loro.
"Dunque?" Dipper ritornò sulla sua domanda.
"Oh, giusto! Beh... ancora no. Ma magari presto si!" Espresse felice.
Il ragazzino castano decise fosse meglio non rovinare il divertimento a Mabel, quindi finse un minimo di eccitazione, e quando la sorella fu scomparsa dalla sua vista emise un sospiro. Si chiedeva come avrebbe sopravvissuto fino a fine giornata il posto, essendo stato affidato a due bambini e... sé stesso. Il castano rise sotto i baffi a quel pensiero, "Almeno in quel senso ci sarà da divertirsi, sperando che Stan non ci spelli vivi a fine giornata a causa degli incassi persi".


Con grande sorpresa di Dipper, qualcuno bussò alla porta di legno dello Shack, che scricchiolò sotto i colpi delle nocche di chiunque si trattasse. Per un istante tutti non seppero come reagire, ma quando i colpi si fecero più concisi e impazienti, subito Mabel corse alla porta e la spalancò mostrando al cliente il suo più largo e rassicurante sorriso, "BENVENUTO AL MISTERY SHACK, DOVE OGNI TUO SOGNO SI REALIZZA!". Dipper non potè fare a meno di sogghignare allo slogan spaventosamente prevedibile che la sorella aveva scelto, e per qualche istante gli sembrò quasi che anche il cliente condividesse quest'osservazione.
In effetti l'individuo sfoggiava un ghigno talmente ampio da sembrare disumano.
"Oh, ne sono sicuro!" Esclamò, ed ad ogni parola detta sembrava dovesse scoppiare a ridere da un momento all'altro, come se stesse ascoltando la barzelletta più divertente al mondo.
Dipper scrollò le spalle deducendo che il cliente fosse semplicemente eccitato.
Raggiunse la sorella, affiancandola, e cercò di starle al passo "Si, err, benvenuto!" si impegnò, ma era palese dal rossore del suo viso che si sentisse incredibilmente impacciato. Soos, occupato com'era a giocare col suo nuovo fiammante Gameboy, si limitò ad agitare una mano, cercando comunque di essere cortese.
Il cliente si guardò intorno, "Allora, da dove si comincia?" domandò, e per qualche istante Dipper giurò di aver già sentito la sua voce da qualche parte. Era incredibilmente acuta per trattarsi di un ragazzo che dimostrava circa diciassette anni, ed a tratti sembrava quasi mono-tono. Tuttavia il ragazzino non riusciva a pensare a niente, credette dunque si trattasse della propria immaginazione.
O di un deja vù di qualche sorta.

Mabel intanto cominciò a mostrare tutte le esposizioni dello Shack, commentandole come se fosse la più pregiata esperta, mentre il cliente la osservava interessato, ogni tanto scrutando l'oggetto della conversazione o annuendo leggermente. Aveva una mano poggiata sotto il mento, come se stesse riflettendo, ed i suoi occhi erano indecifrabili.
Dipper si prese qualche istante per osservare meglio l'unico cliente che fosse ancora entrato nel Mistery Shack.
I capelli erano di un biondo quasi innaturale, quasi... giallo. Erano corti e decisamente spettinati, ma lunghi abbastanza da infilarsi spesso sotto la stringa della benda nera che gli copriva uno dei due occhi, con conseguente sbuffo rassegnato del biondino che ripetutamente doveva tirarli fuori.
Sopra di essi, un cappellino nero decisamente piccolo, simile ad una tuba in miniatura.
I suoi occhi erano più scuri, quasi color ambra, tuttavia sembravano quasi risplendere di una flebile luce gialla, come se fossero due piccoli soli. Non aveva notato questo particolare in precedenza.
Continuando, aveva delle spalle piccole e con esse anche la vita, era estremamente alto ed indossava un completo nero, corredato di camicia giallo canarino e papillon nero. Per completare il tutto ai piedi aveva dei mocassini neri che a primo impatto assomigliavano più ad un paio di stivaletti. Decisamente un tipo stravagante a dir poco, ma in Gravity Falls incontrare gente così era più o meno la norma.
"E questo è nuovo fra le esposizioni! Vieni che te lo mostro meglio... " Mabel si posizionò dietro al cliente e lo spinse verso la prossima attrazione, quasi non notando che il ragazzo sembrasse visibilmente infastidito da questo comportamento.
Infatti si ritirò prontamente dalla spinta della ragazzina, "Non toccarmi!" tuonò con occhi furenti, dopodichè si schiarì la voce e si ricompose, "Perdona la mia perdita di controllo, ma il contatto umano mi fa ribrezzo." spiegò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Mabel sorrise imbarazzata "Oh, eheh, scusa." disse semplicemente, prima di ritornare a mostrargli le stranezze che lo Shack conteneva, il suo viso leggermente rosso.
Dipper aveva assistito all'intera scena ed aveva cominciato istintivamente ad odiare quel biondino, chunque egli fosse nessuno, nessuno doveva permettersi di inveire a quel modo contro la sua gemella.

Seguì i due mentre il tour continuava, tenendosi comunque a qualche passo di distanza, 'Giuro che se quel tipo ci riprova, lo faccio secco.' Pensò minaccioso, ed il cliente sembrò capire cosa Dipper pensasse, infatti il castano era convinto di aver visto gli angoli della sua bocca curvarsi in un ghigno compiaciuto.
Infilò nuovamente le mani nelle tasche, sbuffando.
La sensazione di essere osservato era ora più che mai presente, e lo faceva quasi tremare mentre giurò di aver sentito un respiro alle sue spalle. Girò lentamente la testa, ma non c'era nessuno, se non Soos seduto alla cassa ancora assorto nel suo Gameboy.
Ritornò a seguire i due.

Passarono diversi minuti, e finalmente "TOUR CONCLUSO!" sbottò Mabel, sorridendo allegra "Dieci dollari, accettiamo mance!" aggiunse.
Sempre con quello strano sorriso in volto, il ragazzo uscì dalla tasca una pepita d'oro grezza, con stupore dei tre, posandola distrattamente sul bancone, "Il resto è mancia" annunciò.
Dipper non si fidava decisamente più di quell'individuo, sapeva che qualcosa con lui non andava.

"Hey, biondino" lo chiamò con aria di sfida, "Come ti chiami?".
Lui sembrò trattenere una risata "E perché ti interessa saperlo?", il castano non gliel'avrebbe data vinta.
"Politica del negozio." Mabel sembrò sul punto di obiettare ma poi decise di stare in silenzio ad assistere le intenzioni del fratello.
"Se ci tieni tanto", scrollò le spalle, sembrando quasi stesse decidendo in quell'istante il suo nome "Mi chiamo Seth." e quando pronunciò questo il suo tono lasciava quasi intendere che volesse prenderli in giro, sospetti che divennero più acuti quando subito dopo il biondo si mise a ridere, "Contento ora?".
Dipper annuì in silenzio, aspettando che Seth uscisse da un momento all'altro, ma egli rimase dov'era.
Allora il castano si grattò la testa confuso "Ehm, il tour è finito, non c'è altro da vedere..." gli spiegò, mentre osservava la porta alle spalle del cliente.
"Oh, ma io sono qui per cercare lavoro." Spiegò con un tono che sembrava provocatorio.
I gemelli rimasero senza parole per qualche istante.
Mabel sorrise impacciatamente "Ma... il possessore dello Shack è fuori al momento, e... non possiamo decidere al suo posto.", Dipper poi prese la parola "Perché ti interessa lavorare qui invece? Dal modo in cui hai pagato e in cui ti vesti sembra quasi che tu sia ricco." Osservò.
"Giusta osservazione, ragazzino" sibilò l'ultima parola, "ma ciò che davvero mi interessa è, uhm, abitare qui!" cercò di sembrare il più sincero possibile "Perché vedi, sono da poco giunto in questa interessante cittadina ma non so, ehm, cavarmela molto bene da solo con le faccende da um- cioè, di casa, dunque... err... avete un posto libero?"
"Dubito vi sia un posto libero." Tagliò corto Dipper, l'ultima cosa che voleva era ritrovarsi un biondo fastidioso e ficcanaso in giro per la casa. Aveva certo voglia di avventura, ma non era stupido, e sicuramente non era disposto a rinunciare alla sua solita tranquillità.
E poi, dove avrebbe dovuto dormire, nel suo letto?
Gli sembrò subito fuori discussione, e di nuovo gli parve che Seth riuscisse a capire cosa pensasse, infatti il biondo lo osservò  a denti stretti, con gli occhi infuocati.

Improvvisamente sembrò notare quanto quel tipo fosse inquietante.
A questo pensiero il biondo parve compiaciuto. Dipper rabbrividì.
Poteva per caso sentire ogni cosa che pensava?
Impossibile.
Ma d'altro canto si trovavano a Gravity Falls, e in quello strano posto nulla era impossibile.
"Oppure... ripensandoci..." Dipper cercò di prender tempo "potresti aspettare l'arrivo di zio Stan, il proprietario, per vedere cosa ne pensa lui." Propose, sicuro che Stan non avrebbe mai acconsentito.
Il biondo, in tutta risposta, si mise a sedere, gambe accavallate, sembrava avere tutta l'intenzione di aspettare anche millenni l'arrivo di questo "zio Stan".
Il tempo passava, nessun'altro cliente arrivava.
Dipper trascorreva i minuti, le ore ad osservare attentamente l'ospite indesiderato, cercando di carpirne i segreti, cercando di decifrare il suo sguardo perso fra le travi del soffitto.
Quando rapidamente lo diresse verso Dipper, egli si voltò con fare imbarazzato.
Cosa gli prendeva?
Odiava quel biondino.
Lo detestava.

Questo sentimento di odio sembrò formare un collegamento nel profondo della mente di Dipper, e quando egli realizzò chi avesse davanti, si sentì uno stupido a non essersene accorto prima. Allo stesso tempo, provava paura ed eccitazione.
Cosa ci faceva là, dopo tutto quel tempo? Cosa poteva volere ancora dai gemelli Pines?
Ma era anche un po' sollevato di averlo incontrato dopo due lunghi anni.
Bill.




 
- Angolo Autrice -
So bene che praticamente nessuno leggerà questa fanfic
ma sentivo assolutamente il bisogno di scriverla!
E poi l'Italia ha bisogno di più fans di Gravity Falls, decisamente.
So che il mio modo di scrivere non è eccezionale,
ma sto ancora cercando di migliorare,
dunque spero possiate apprezzare in ogni caso!
Sono una sostenitrice della BillDip, vi dico questo.
Ma niente romanticismo in questa fic,
solo tanti bei momenti che a molti farebbero piacere,
credo.
Al prossimo capitolo!
  
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