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Autore: NathalieKheel    04/11/2014    3 recensioni
John e Sherlock si incontrano casualmente in biblioteca.
Scoccherà la scintilla?
AU| Young| Johnlock
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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18 ottobre

Mycroft scosse il fratello urlando- Che cazzo ci fai ancora qua?-
Sherlock aprii gli occhi, arrossati e mormorò qualcosa.
Si trovavano nella Ex- Fabbrica di ombrelli Rainkan, ormai diventato covo di spacciatori, e luogo dove i drogati potevano passare la notte.
Sherlock giaceva su un materasso, nero per la polvere e rosicchiato dalle tarme. Sotto il materasso, c’erano i vestiti puliti e il telefono. Il ragazzo era spettinato, arrossato in volto e con un’aria da sballato totale.
-Possibile che non c’è modo di farti capire che la droga ti rovinerà Sherlock? Dio santo che rabbia. Sei proprio uno stupido-
Il drogato si girò a pancia all’aria e mormorò- Uno stupido che ti ha risolto tutti quei cazzo di casi irrisolti, che tu vecchio mio non hai saputo risolvere-
Mycroft si tormentò il pizzetto- Stai zitto,bastardo. Andiamo a casa. Cerca di farti trovare presentabile dalla mamma e dal papà, o ammazzano te e me.
19 ottobre.
Il fatto è che a Sherlock piacevano i casi. Lo distraevano da quell’ immensa noia mortale che era la vita.
Non aveva amici. No, lui aveva i casi.
La verità è che Sherlock odiava le  persone, e per questo non aveva neanche un’amico. A scuola lo chiamavano tutti ‘’ Il viziatone figlio di papà’’ o ancora ‘’ Lo scorbutico’’.
Sherlock però se ne fregava. A lui bastavano i casi. E la droga.
Aveva iniziato a farne uso due anni prima, e la droga era un’ ottimo stimolante per la sua mente che aveva sempre e bisogno di allenamento. Costante.
Sherlock si sedette nel suo banco, e iniziò a leggere il suo libro sull’anatomia umana. La scuola non gli interessava, tanto quello che c’era da sapere lo sapeva. E il suo voto più basso era stata una A-.
Come al solito Greg Lestrade gli si sedette di fianco. Sherlock non sapeva se lo poteva chiamare amico, dato che per tutta la giornata gli scassava i maroni con sta storia della droga. Probabilmente lo faceva per fare bella figura di con Mycroft, dato che ne era follemente innamorato.
-Ti sei di nuovo sballato vero?- gli chiese Lestrade strabuzzando gli occhi vedendo le pupille dilatate dell’amico.
-Fatti i cazzi tuoi- sibilò Sherlock guardando davanti a te.
-Sono cazzi miei, dopotutto sono l’unico figlio di puttana che ti sopporta- ribattè il ragazzo.
-Lo fai solo perché il tuo scopo è scoparti Mycroft. Ops. Gioco di parole, ah ah ah-
Lestrade sospirò. Era abituato ormai all’acidità di Sherlock, ma lui gli voleva veramente bene.
-Dovresti trovarti una ragazza, magari ti addolcirebbe-
-Ah non è la mia area- scherzò Sherlock.
Lestrade scoppiò a ridere –Quindi ti piacciono i ragazzi?-
Sherlock si rabbuiò- Non mi piace un cazzo di niente, lo vuoi capire? Oh mi chiamo Sherlock e sono una fatina sociopatica, e ora chiudi la bocca che mi devo concentrare sulle arterie venose-
Lestrade sospirò. Dopotutto ci era abituato.




 

20 ottobre.

In verità quello che aveva detto a Greg non era del tutto vero. Aveva notato nei giorni precedenti uno strano ragazzo aggirarsi per la biblioteca, e si era chiesto come mai un ragazzo, carino indossa un maglione così orrendo?
Quel ragazzo gli sembrava una bella persona, bella ma noiosa. Ma in lui Sherlock vedeva qualcosa di strano, come un’innata bontà.
E poi si era presentato. John Watson. Non gli aveva detto nient altro, ma Sherlock aveva capito che andava in una scuola in periferia, aveva tanti amici, giocava a Football americano e gli piaceva il rosso. Ah e aveva una sorella, probabilmente lesbica.
Sherlock si avviò alla biblioteca, usando la sua macchia, una Mercedes nera, appena comperata.
Come al solito, non si degnò di salutare quella rompiballe della vecchiettina, si sedette al tavolo in fondo alla sala, quello vicino alla finestra e tirò fuori il nuovo caso datogli da Mycroft.
‘’ Emma Bookerline, trentaduenne, Londra. Era seduta al tavolo della cucina mentre tagliava la verdura. E’ stata trovata dal marito sdraiata a terra con un coltello ficcato nella schiena. In casa c’erano solo i due figli e la bambinaia. Il marito è tornato dal lavoro più tardi del solito, e la bambinaia giura di non essere stata in cucina’’
Sherlock riflettè. I bambini non ficcano il coltello nella schiena della madre di solito. Ma forse…
-Per me è stato il marito- disse una voce alle sue spalle.
Sherlock trasalii.
-Non è stato il marito. La moglie si sarebbe girata riconoscendone i passi, e il coltello è stato trovato nella schiena. Probabilmente è stata la bambina dato che ha i passi leggeri e la madre non se ne sarebbe potuta accorgere-
John spalancò la bocca- Gesù che cosa orribile, un figlio che uccide la madre …-
John rabbrividì.
-Beh comunque, ora puoi andartene sono occupato non vedi?-
John alzò le mani in segno di resa.
-Si si ora vado.- e il ragazzo tornò a leggere l’odioso ‘’ Conte di Montecristo’’



 

23 ottobre.

Sherlock si svegliò con una voglia matta di farsi.
In casa non c’era nessuno. Mamma  e papà erano a trovare dei loro amici in Kentuchy, e Mycroft era già uscito per andare a lavorare.
Era il giorno perfetto per balzare la scuola.
Corse il bagno, girò lo specchio e prese due pastigliette bianche. Come al solito lo riempì di eccitazione.
I più bei pensieri gli formicolavano in testa, e le sue idee spaziavano da un’argomento all’altro.
Sherlock si buttò sul letto e si mise a ridere a crepapelle.
Finche non sentì la serratura girare.
Era sicuramente Mycroft.
Aveva massimo 34 secondi per scappare. Aprì la finestra e saltò giù ancora in maglietta e jeans stropicciati.
Dove cazzo poteva andare con quel tempo da lupi?
Decise per la biblioteca. Pioveva, e si stava bagnando tutto.
Entrò in metropolitana, aspettò il mezzo, ancora ridendo per averla fatta a quel cretino di Mycroft.
Salii sulla metro. Compe prima cosa notò che c’era John.
Il ragazzo lo guardava con aria tra il divertito e il sorpreso. Cosa ci faceva l’avventore sulla sua metropolitana, con solo i Jeans e una maglietta di Batman?



 

23 ottobre

John aveva deciso di balzare la scuola con Molly e un gruppo di amici.
Erano andati alla riserva naturale, dove c’era un luna park, e i suoi amici si potevano fumare senza che nessuno controllasse. John ovviamente no, lui era contrario.
E aveva deciso di andarsene, in biblioteca dove oltre quello strano ragazzo non c’era nessun altro a disturbarlo.
John era incuriosito da Sherlock, e voleva saperne di più di lui. E quando lo vide in metrò, decise di sedersi di fianco a lui.
-Stai andando in biblioteca?- chiese gentilmente.
Sherlock scoppiò a ridere –E che cazzo, si! Dove credi che possa andare mezzo sballato come sono?-
John strabuzzò gli occhi- Sei fatto? Ma lo sai che ci sono un sacco di poliziotti in giro?-
Sherlock rise- Lo so idiota, sto andando in biblioteca per questo, così non mi…-
E improvvisamente si addormentò. John sospirando decise che non lo poteva lasciare li, e quindi quasi di peso lo trascinò in biblioteca per tutta la strada.






 
Note dell’autrice: allora! Vedete come continuo in fretta? Mi farebbe stra piacere una recensione… anche solo una. Plisss.
Vi kisso alla prossima

 
  
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