Non c'è nulla da fare.
Per
quanto io ci metta tutta la mia buona volontà nel cercare di rilassare ogni
singolo muscolo del mio corpo non riesco a prendere sonno. Dal mio letto, oltre
i vetri della finestra, riesco a distinguere la forma vaga della luna, ricoperta
da un sottile filo di nubi. Sono preoccupata per Hanamichi, triste per via del
comportamento di Kaede. Sembra così diverso, una volta avrebbe si risposto ai
pugni di Hana, ma non in quel modo, con tutto quell'astio nello sguardo e in
corpo. L'ho visto ridotto in quello stato, quasi animalesco, solo una volta,
molto tempo fa. E al solo pensare a quella sera, al sangue sull'asfalto, mi
vengono i brividi. Ricordo che avevo provato una pena infinita per Akira e una
grande, grande paura alla vista di Kaede che lo picchiava così forte, senza
lasciargli prendere fiato, senza condedergli il tempo di parlare, di provare a
scusarsi...un bellissimo angelo vendicatore.
Ancora persa nei ricordi mi trascino quasi meccanicamente al piano di sotto,
diretta in cucina per prepararmi una camomilla, un tè, un qualsiasi infuso che
possa rallentare il battito frenetico del mio cuore. Mio padre è seduto al
tavolino del salotto con Hanamichi, e stanno chiaramente conversando, riesco a
sentire le loro voci già dal corridoio; non appena faccio il mio ingresso nella
stanza, però, smettono di colpo, insospettendomi non poco. -buonasera- mi saluta
mio padre, sorseggiando il suo bicchiere di latte come se niente fosse, mentre
Hanamichi fa lo stesso. -buonasera-, rispondo io cautamente, -un po' tardi per
un bicchiere di latte, no?- Hana fa una smorfia. -se è per questo Ucchan, anche
tu sei in piedi a quest'ora, quindi non sei nella posizione giusta per dire cosa
è strano e cosa no- Gli faccio una linguaccia e mi siedo con loro.
-Pa', mi prepari una camomilla?- chiedo, supplicandolo con lo sguardo. -certo-
risponde lui, un po' rassegnato, alzandosi e puntando dritto verso la cucina.
-non dovresti fare l'approfittatrice,sai?!- mi ammonisce Hanamichi, con una
risata. Gli faccio un'altra linguaccia. Dopotutto non ho motivo di preoccuparmi
per lui, mi sembra stia più che bene. Tuttavia, devo accertarmene. -come stai?-
gli domando quindi, cercando di non apparire troppo in pena per lui. Non gli
farebbe piacere. -va tutto bene, cugina. Il Genio ha la pellaccia dura!- Scoppia
a ridere Hana, in quel suo modo vistoso ed esagerato. Spero non sia un modo per
celare la sua delusione. Vorrei dire qualcosa, provare a capire, ma prima ancora
di rendermene conto mio padre è già di ritorno con la camomilla, e il discorso
cade. Quando risalgo le scale per andarmi a coricare nuovamente mi ritrovo a
domandarmi quanto sia difficile essere Hanamichi Sakuragi.
Alle sette in punto la sveglia comincia a suonare, il suo trillare fastidioso si
diffonde per la casa, svegliando chiunque si trovi entro le sue mura. Quando,
dopo esserci velocemente preparati e aver fatto colazione io e Hana usciamo di
casa, le strade sono ancora deserte e spazzate da un vento gelido. All'angolo
aspettiamo Naromi per un tempo che mi pare infinito, motivo per il quale quando
arriviamo a scuola sono già le otto, e le lezioni stanno per cominciare. Io e
Naromi guidiamo precipitosamente Hana fino alla nostra classe (della quale farà
parte anche lui), ma non c'è nulla da fare: il prof è già in classe, e quando
facciamo il nostro ingresso ci fulmina con lo sguardo. Non è lo stesso di ieri:
è un uomo alto, dinoccolato, con il viso spigoloso e l'espressione severa.
-Sembra uno tosto- bisbiglia Naromi, mentre prendiamo posto nella seconda fila
di banchi, gli unici ancora liberi. Mi accomodo tra Naromi e Hanamichi con lo
sguardo basso per evitare di incrociare quello del professore. -molto bene- dice
lui, afferrando brusco il registro e scorrendo l'elenco dei nomi dei membri
della classe, probabilmente alla ricerca dei nostri. -ecco qui, gli unici
assenti al suono della campanella sono Kitazawa, Sakuragi...e Sakuragi-
Rabbrividisco, la sua voce è gelida e piatta, sembra quella di un automa.
-gemelli?- domanda a me ed Hana, inarcando un sopracciglio. Scuoto la testa.
-cugini- risponde Hanamichi, brusco. Sicuramente il professore non gli va a
genio. -Capisco. Tu, craparossa, sei il nuovo studente?- Hanamichi assottiglia
gli occhi, infuriato; Naromi, al mio fianco, trasalisce, probabilmente temendo
una reazione brusca da parte di mio cugino. -calma- gli sussurro io, mentre il
professore estrae dal registro tre fogli di carta. -E non sei l'unico, a quanto
vedo. Vediamo qui...Naromi Kitazawa...- Al sentirsi nominata la mia amica si
irrigidisce sulla sedia. -vieni..dall'istituto Kainan, di Kanagawa...dico bene?-
-s-si, proprio così- risponde lei, con un filo di voce. Evidentemente davanti ai
professori è tutto fuorchè spavalda. Non conoscevo quest'aspetto di lei. -Non
proprio una studentessa modello- continua il prof. Un sorrisetto si delinea sul
suo viso, sfigurandolo. E' davvero inquietante. -hai perso un anno, a quanto
vedo. Dopodichè hai fatto dei progressi, ma i tuoi voti sono rimasti a dir poco
mediocri- Naromi si muove sulla sedia, agitata, ma non dice nulla. -molto bene-
ripete il professore, gongolante, afferrando un altro foglio e portandoselo
davanti agli occhi. -Veniamo a...Uriko Sakuragi- -Si?- Inclino il capo di lato e
incrocio le braccia al petto, preparandomi all'orda di commenti negativi che di
qui a poco si abbatteranno su di me. -Atteggiamento sbagliato- comincia il
professore, squadrandomi e allargando la bocca nell'ennesima smorfia.
-Cominciamo male- Cerco di non agitarmi, ma la rabbia si sta già facendo strada
nel mio corpo, e sta raggiungendo rapidamente il cervello. Maledizione Uriko,
devi mantenerti calma, altrimenti passerai dei guai...ed è l'ultima cosa che
vuoi. -I tuoi voti sono molto...curiosi- continua l'insegnante, -vedo che vai
molto bene nelle materie letterarie e in inglese...ma, sfortunatamente, io tengo
il corso di matematica- Stringo i pugni sotto il banco. Ho una gran voglia di
spaccargli la faccia. -...che è poi la ragione delle tue...-sorrisino ironico-
due bocciature...insieme alle molte assenze, vedo.- Sospiro, cercando di
tranquillizzarmi. Non penso che resisterò ancora per molto. Tra poco meno di
qualche secondo gli griderò in faccia la più orrenda serie di epiteti mai
pronunciata dall'uomo. Per fortuna, -sua ovviamente, e probabilmente anche mia-
lui decide che è arrivata l'ora di cambiare preda. Con la stessa smorfia odiosa
torna a guardare mio cugino, una strana luce negli occhi. -Hanamichi Sakuragi...bocciato
ben...tre volte?- Hanamichi risponde alla provocazione dell'insegnante
scoppiandogli a ridere in faccia. -Si, ma andiamo, lei parla così perchè non ha
mai conosciuto Mitsui! Lui..- Ma il prof non vuole sapere nulla di Hisashi.
-Castigo, Sakuragi. Nel mio ufficio domani, dopo le lezioni-
Dopo la poco gradita lezione di matematica, Naromi, Hana -non proprio di ottimo
umore- ed io seguiamo i nostri compagni fin giù in palestra. E' l'ora di
educazione fisica, cioè quella più odiata da qualsiasi essere umani odi anche
soltanto alzarsi per andare a prendere qualcosa da mangiucchiare in frigo. Ma
oggi la nostra arzilla professoressa, una donna scarna sui trentacinque anni non
ci propone gli esercizietti insopportabili che si fanno solitamente durante
quest'ora. Quando mettiamo piede in palestra, infatti, troviamo, accanto alla
cattedra una grossa cesta colma di palloni da basket. Sussulto, lanciando
un'occhiata a Naromi che, per quanto la riguarda è al settimo cielo. Anche
Hanamichi è molto entusiasta, e già si sta vantando di essere un'assoluta
superstar con alcune nostre compagne. Io, invece, mi sento tutt'altro che bene,
e non ne comprendo il motivo. Quasi immediatamente la prof ci divide in squadre
miste, composte cioè sia da maschi che da femmine. Io fortunatamente finisco con
Naromi, oltre ovviamente che con altri tre nostri compagni, tutti maschi, dei
quali ancora non sono riuscita a capire i nomi. -che fortuna, eh?- mi domanda
entusiasta, mentre raggiungiamo la nostra metà di campo. -gliela faremo vedere,
a questi pivelli!- Cerco di sorridere, ma è difficile. Sono molto agitata e non
so il perchè.
Al suono del fischietto dell'insegnante la partita ha inizio. Un ragazzo della
mia squadra, molto alto, si impossessa quasi subito della palla e tenta di
andare a canestro facendosi strada tra un ragazzino basso e piuttosto rachitico
e una ragazza sovrappeso, ma viene fermato da un altro ragazzo, simile ad un
armadio, che subito passa in avanti, ad una ragazza muscolosa coi capelli crespi
che Naromi provvede subito ad ostacolare. Sorrido. Decisamente Naromi non ha
perso il suo entusiasmo. L'ex stella del Kainan King riesce facilmente ad
impossessarsi della palla, e, dopo avermela passata, corre in avanti pronta a
far vedere di che pasta è fatta. La seguo a ruota, stupendomi della mia
velocità. C'è qualcosa che non quadra, decisamente. Poco prima della linea dei
tre punti, Naromi arresta la sua corsa e si volta a guardarmi, impaziente.
Schivando all'ultimo minuto un ragazzone spuntato da chissà dove, eseguo uno dei
miei passaggi migliori e servo la mia amica, pregustandomi lo spettacolo al
quale, di lì a poco, lei mi farà assistere. E infatti, un solo tocco delle dita,
una lieve pressione sulla palla, ed eccola descrivere una parabola perfetta ed
infilarsi con grazia nel canestro. La palestra si blocca, tutti squadrano me e
Naromi allibiti, mentre io corro a darle il cinque. -bravissima, Ucchan!- grida
Hanamichi da bordo campo e io gli sorrido, ringraziandolo. -ehi, e a me non dici
niente!?- sbotta Naromi, offesa, andando a picchiare mio cugino sulla testa.
Rido, sinceramente divertita, raggiungendola. Il tempo a nostra disposizione è
terminato, tocca alle altre squadre. Quando mi siedo accanto a Naromi in
panchina, osservando Hanamichi fare il suo baldanzoso ingresso in campo, scopro
di non sentirmi affatto come all'inizio della partita. Ora è tutto diverso. Mi
sento davvero felice.
-oh, finalmente è finita!- esulta Naromi, mentre, stanchi morti, ci apprestiamo
ad uscire da scuola, al termine delle lezioni. -è stata la giornata più
massacrante della mia intera carriera scolastica- mi lamento io, tirandomi sulla
testa il cappuccio del giubbotto. Ha cominciato a piovere. -quel tipo non mi
piace per niente- borbotta Hanamichi, e so che si sta riferendo al professore di
matematica. -non si è neppure presentato- aggiunge Naromi, battendo i denti per
il freddo. -quantomeno avrebbe potuto farlo, per educazione...-
In prossimità del cancello una ragazza alta, con gli occhi marroni e i capelli
color sabbia tagliati corti, si para davanti a noi. -Aspettate!- ci grida in
faccia, facendomi trasalire. Sbuffo. E quest'altra cosa vuole adesso?! Sono
stanca di vedermela con i pazzi, quest'oggi. -Mi chiamo Rika Takeru- si presenta
lei, sorridente -e sono il capitano della squadra di basket femminile della
scuola- Trasalisco. Anche qui una squadra di basket femminile!? Naromi, accanto
a me, fissa quasi stralunata la ragazza che ci sta davanti. -squadra?..-
domanda, debolmente. Rika annuisce. -Esattamente. Sono stata informata da una
vostra compagna di classe, che si da' il caso sia mia sorella, del fatto che ve
la siete cavata alla grande, in palestra.-
Faccio spallucce, e Naromi fa lo stesso; abbiamo fatto ben poco, a parer mio.
Un'azione neanche pianificata, fatta così, tanto per divertirsi. Niente di
eclatante. -oh, avanti, non siate modeste!- ci rimprovera scherzosamente Rika,
-non abbiamo talenti come voi in squadra, al momento. Persone con la vostra
classe ci farebbero proprio comodo- Aggrotto la fronte, incrociando le braccia
al petto, quasi a volermi cullare. Non so se ne sono in grado. Tornare sui campi
da basket, anche se per me rappresenterebbe un nuovo inizio, una svolta,
potrebbe essere molto più doloroso di quanto si potrebbe pensare. Dopotutto,
ritrovarsi nuovamente tra la folla, con il canestro davanti e l'ansia del gioco,
e godere nuovamente del tonfo attutito della palla sul parquet mi riporterebbe
facilmente a ripensare a Kaede, alle mie compagne di squadra, a Kanagawa. E mi
farebbe male. -ci devo pensare..- mi ritrovo a dire; Naromi mi lancia
un'occhiata perplessa, stupita dal mio dire. -ci devi pensare!?- sbotta
Hanamichi -no che non ci devi pensare, Ucchan! Devi tornare a giocare!-
Abbasso gli occhi alle mie scarpe. -no, ci devo pensare- ripeto, con più
convinzione. -non c'è problema- sento Rika dire, il tono incerto. -fammi sapere,
d'accordo? mi trovi in palestra dopo le lezioni, anche domani stesso se vuoi...-
Annuisco, senza rialzare lo sguardo. -andiamo, ora- dico, e nè Naromi nè
Hanamichi decidono di protestare.
Volto le spalle a Rika, a lei e alla sua maledetta squadra di basket, dirigendo
i miei passi verso il cancello.
Non riesco più a comprendermi.