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Autore: yachan    11/08/2003    0 recensioni
Sono passati tre anni...e nulla è più come prima. C'è la faranno i protagonisti del più famoso mondo Pokèmon, ad evitare una nuova catastrofe? Riusciranno a rincontrarsi, prima che il peggio si avveri?
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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VORTICE

Cap.2

 

 

SEDE CENTRALE

Tre personaggi insoliti, scesero dalla macchina nera, un po' ammaccata dall'ultima avventura.

Il primo che scese era un ragazzo, di circa 20 anni, alto, biondo, di origine irlandese.

La seconda era una ragazza, anni 18, alta e magra, capelli color rosso, legati ad una coda di cavallo e occhi azzurri.

Il terzo era un ragazzino di 16 anni, capelli neri, pettinati un po' alla sbarazzina.

I primi due portano un completo nero, mentre il terzo di colore verde scuro. Tutti e tre portano degli occhiali scuri, che per il ragazzino servono anche per la vista.

-         Oh, che bello essere tornati vivi!- esclamò Jonny, una volta sceso dalla macchina.

-         Avevi qualche dubbio?- chiese Nick e gli diede una pacca amichevole.

-         Certo, appena ha saputo che doveva lavorare con te, gli sarà venuto il crepacuore- disse Mist, con il suo solito sorrisino.

-         Figuriamo, lui mi adora…vero?- sorrise a Jonny.

-         …ehm, si.

-         Bravo.

I tre, si diressero verso un alto edificio con vetrate scure.

Due uomini con il cellulare in tasca, li riconobbero e gli aprirono le porte d'ingresso.

-         Bentornati- gli dissero, inchinandosi leggermente.

-         E' bello ricevere un'accoglienza calorosa, dopo tanto movimento- disse compiaciuto Nick.

-         Brock è nel sul suo ufficio?- chiese Mist ai due uscieri.

-         Si, vi sta attendendo- rispose uno dei due.

Nick, Mist e Jonny presero l'ascensore e salirono al decimo piano.

-         Ecco l'ufficio di Brock- informò, Mist.

Davanti alla porta, c'era una guardia incaricata a sorvegliare l'ufficio.

-         Brock ci ha detto di venire da lui in ufficio- spiegò Nick.

-         In questo momento, però, è in sala congresso- rispose la guardia- Ha lasciato detto di aspettarlo dentro l'ufficio. Tra non molto dovrebbe ritornare.

-         Come mai avranno indetto una riunione all'improvviso?- si chiese Nick, mentre si sedeva su una sedia dell'ufficio.

-         Non sarà per colpa della corsetta, nel cuore della città di Junta?- suggerì Mist.

-         No, non credo. Non è la prima volta che succede.

-         Credete che il signor Brock se la prenderà?- chiese Jonny, timoroso.

-         Sta tranquillo Jonny- Misty gli sorrise- Brock sarà anche un pezzo grosso di questa organizzazione, ma ci conosce e sa che se agiamo così, è per un buon motivo.

In quel momento si aprì la porta, ed entrò Brock, con in mano una cartelletta piena di fogli sparpagliati.

-         Buongiorno ragazzi, bentornati- disse felice e raggiunse la sua scrivania.

L'ufficio di Brock era piena di statue di pietra, raffiguranti alcuni Pokèmon estinti. Alle spalle della scrivania, c'erano delle grosse finestre, che occupavano tutta la parete. Si poteva vedere da lì la strada di Hypo e le automobili che la percorrevano. 

-         Scusatemi il ritardo, ma sono stato trattenuto a lungo- ammise Brock, sedendosi alla sua sedia.

-         Di cosa avevi bisogno?- chiese Nick.

-         Dovevo parlarvi…

-         A proposito del lavoro, con il dipartimento della difesa o della riunione, che avete appena fatto?- chiese Mist.

-         Beh, tutte e due.

-         Oh, allora risparmiaci il sermone, c'è l' ha già sciroppato il Generale Fo…mhhh!- Mist venne fermata da una veloce mano di Nick, che gli tappò la bocca.

-         Il Generale Fonz vi ha fatto la ramanzina?- chiese Brock.

-         Eh, eh, ma no! Mist ha sempre voglia di scherzare- Nick cercò di sembrare tranquillo.

-         Ah. Comunque, tornando a noi- il suo sguardo divenne serio-…c'è un importante missione che dovete portare a termine…

-         Come, di già? Abbiamo appena finito e già ci rifili altro lavoro! Sei ingiusto Bro…mhhh!- Nick gli tappò di nuovo la bocca.

-         Vai pure avanti- gli disse Nick a Brock.

-         Vedete…si sta abbattendo una minaccia di grandi proporzioni…

-         Una guerra?- chiese Jonny.

-         No…molto peggio.

-         Allegria, adesso sono più felice- ironizzò Mist.

-         Vi verrà affidato l'incarico, fase per fase…inizialmente lavorerete separati, ma poi una volta formato il gruppo, si potrà iniziare la vera missione.

-         Ehm…scusa Brock...perchè non ci vuoi dire subito di cosa tratta la nostra missione?- chiese Nick.

-         E' troppo presto…e anche troppo tardi, se non vi muoverete subito.

-         Lo faremmo…se ci dicessi cosa fare- disse Mist.

Brock prese una busta gialla, dal suo cassetto della scrivania.

-         Dunque, a te Nick è affidata la missione di andare a prendere questo ragazzo…- gli consegnò la busta- dentro ci sono la foto e i suoi dati anagrafici. 

-         D'accordo…

-         Dovrai solo scortarlo fin qua e dargli questa busta…- gli passò una busta bianca chiusa con un timbro-…quando sarete quasi arrivati a destinazione.

-         Ma dovrò spiegargli qualcosa…?

-         No, niente, se non che sia necessario per la missione. Ricordate, massima segretezza. Qualcuno potrebbe starvi alle costole- rivolse lo sguardo alla ragazza- E tu Mist, dovrai occuparti di quest'altro ragazzo…- gli diede un'altra busta gialla, insieme ad una busta bianca- e questa è la busta che devi consegnare al ragazzo.

-         Okey.

-         Mi raccomando, questi due elementi sono estremamente importanti per la missione…

-         Si, ma perché noi? Insomma, per una cosa così banale, perché non chiamarli e farli venire qui, oppure affidare l'incarico ad altri?- chiese Mist.

-         Lo avrei fatto…ma entrambi sono in pericolo di vita. Se il nemico viene a sapere che li stiamo cercando e se sanno qualcosa su di loro, faranno di tutto per catturarli od ucciderli.

-         Il nemico…? Di chi stai parlando?- chiese Nick.

-         Non è il momento per parlarvene. Vi dico solo di stare ben attenti…perché sono molto pericolosi…non sarà facile come bere un bicchiere d'acqua.

-         E io?- chiese Jonny.

-         Oh, Jonny, come ti trovi con Nick e Mist?- il volto di Brock tornò sereno- Ormai è da un mese che lavori con loro.

-         Beh, diciamo che sono molto spericolati.

-         Su questo non c'è dubbio, sono stati addestrati così. La tua missione, per il momento, sarà quello di stare nella sede e collaborare ad un progetto. Ci servono menti fresche e brillanti.

-         Per fortuna che non l' hanno chiesto a Nick- scherzò Mist.

-         Spiritosa.

-         Adesso potete andare- informò Brock, alzandosi dalla sua sedia- Avete tempo massimo quindici giorni per portarli qui. Prima di partire, andate al laboratorio, dove verrete dotati dei nuovi strumenti di difesa.

-         Va bene- disse Nick e tutti e tre uscirono dall'ufficio- Okey, adesso porto la mia macchina a ripararla.

-         Ancora con questa storia?- gli disse un po' scocciata Mist- Non pensi che alla macchina? Non è per qualche graffio, che morirà!

-         Ehi, io ci tengo a lei…sono anni che lavoriamo insieme!

-         Adesso capisco, perché non hai la ragazza- scherzò Mist e se ne andò per conto suo.

-         Ehi, torna indietro, non finisce qui!- gli urlò dietro, ma ormai se n'era andata- Oh, Jonny, meno male che sei tu qui- rivolse lo sguardo al ragazzino.

-         Eh?- il povero Jonny, si era così incantato a vedere la scena, che si era dimenticato di svignarsela.

-         Che ne dici di venire con me, a lustrare la macchina?- chiese, felice come una pasqua.

-         Ehm, veramente io…- Jonny era un po' titubante, poi pensò alle notizie che circolavano su di lui, per niente piacevoli- forse potrei…

-         Bene!- gli diede una spallata forte, che fece cadere a terra il ragazzino- Sapevo che avresti accettato! Non sei come Mist, tu! Allora, che aspetti? Vogliamo darci una mossa?- e spinse il ragazzo in avanti.

Jonny pensava, con tristezza, all'occasione sprecata per potersela svignare da Nick.

Nel frattempo Mist andò nel suo camerino e si cambiò di vestito. Uscì dal camerino, con addosso pantaloni e maglietta, azzurri. Uscì dalla sede e prese la sua bicicletta, posteggiata nel retro.

-         Da quanto tempo amica, eh?- disse Mist, rivolta alla bicicletta dal colore azzurro.

Mist salì in sella e notò la piccola scritta, incisa sul manubrio…

Chissà cosa starà facendo, adesso?- pensò e si mise a pedalare.

 

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OSPEDALE di BERNY

-         Ancora cartaccia?!- gridò una donna, così forte che rimbombò in tutto l'ospedale- Quante volte le avrò detto che c'è il cestino? Ma lo fa apposta? Perché se è così, ha capito male!

-         Ha detto qualcosa?- chiese il vecchietto, fingendosi ingenuo.

-         Non mi prenda in giro! Le ho detto e ripetuto, di non far venire nella sua stanza i bambini! Non va bene!

-         Uh? Non lo sapevo.

-         Senta, io non sono idiota! Lo so che lo sta facendo apposta, per farmi venire una crisi isterica!

-         Davvero?

-         Grr, non mi faccia perdere la pazienza! Sto cercando di lavorare, io! E lei mi rende la vita impossibile!

-         Non le ho detto io, di lavorare qui.

-         Ma io devo guadagnare!

-         Beh, allora rispetti le mie decisioni.

-         No, questo mai! Qui comando io, chiaro?! Che non vi venga in mente, di disubbidirmi di nuovo, altrimenti…

-         Altrimenti?

-         Beh…farò qualcosa!

-         Bene, anch'io- si alzò dalla sua sedia.

-         E adesso dove va?

-         A prendere una boccata d'aria!- rispose seccato.

-         Non può!

-         E perché?

-         Perché l' ho deciso io. E lei deve eseguire i miei ordini!

-         Non ti sembra di esagerare?- chiese una terza voce, che proveniva alle spalle della donna, all'ingresso della stanza.

-         Oh, ma tu…- disse il vecchio, con espressione sorpresa e felice.

-         Buongiorno signor Antonio. Le sono mancata?- chiese la ragazza, andandogli incontro.

-         Certo, molto!- disse il vecchio, squadrando la donna.

-         Ciao Misty. Come mai sei qui? Non eri andata via, perché eri impegnata in altro?- chiese la donna, con una leggera seccatura.

-         Ciao Sandra. Non me ne sono andata, sono dovuta stare via, per un impegno urgente.

-         Come vuoi. Però adesso, non puoi venire qui e pretendere di avere potere su di me!

-         Non ho detto questo, però i miei pazienti tornano a stare sotto la mia tutela.

-         Meno male- disse sollevato il signor Antonio.

-         Unf, che presuntuosa che sei! E va bene, ti lascio i tuoi pazienti. Tanto ne avevo fin sopra i capelli, soprattutto di questo vecchietto citrullo!- indicò Antonio.

-         Ehi!- si lamentò Antonio.

-         A quanto sento, l' ha fatta proprio disperare, eh?- asserì Mist ad Antonio.

-         L' ha voluto lei- precisò lui.

La donna uscì dalla stanza tutta nervosa.

-         Allora, raccontami. Come va il piede?- chiese Mist, sedendosi su una sedia.

-         Molto bene. Vedi?- mosse il piede- Adesso cammino bene. Merito del dottore, che mi ha operato.

-         Già, la dottoressa Joy è molto brava.

-         Si, e anche grazie al ciondolo che mi hai imprestato.

-         Ti è servito allora?

-         Si. All'inizio non ci credevo molto, ma al momento dell'operazione mi ha portato molta fortuna. Pensa che alcuni medici avevano detto che anche con l'operazione, non avrei ripreso a camminare.

-         Si sbagliavano, evidentemente.

-         Già. Vedi, tengo ancora il ciondolo nella mano.

-         Come mai? Sente ancora dolore?

-         No, speravo che lei tornasse al più presto- sorrise a Mist.

-         Oh, grazie- disse felice- Mi siete mancato, lei e i suoi racconti, e tutti gli altri pazienti.

-         E dimmi, che hai fatto in questo periodo?

-         Beh…diciamo che ho fatto molto movimento- ridacchiò.

-         Hai intenzione di rimanere a lavorare qui?

-         Non ancora, domani mi tocca partire di nuovo, ma appena potrò, tornerò.

-         Oh, allora se ne va di nuovo- disse, un po' sconsolato.

-         Ma non per sempre. E poi ho chiesto che vi cambino persona, che si occupi di voi altri. Sandra è brava, ma non paziente.

-         Già, me ne sono accorto. Allora ti rifarai vedere di nuovo?

-         Certo. Però lei non faccia scappare un'altra addetta, chiaro?

-         Si, cercherò.

-         Mi fido di lei.

-         Ah, a proposito. Ti ridò il tuo collare…penso che adesso ti servi più a te, vero?

-         …beh…

-         Lo leggo nei tuoi occhi, c'è qualcosa che ti assilla…qualcosa di importante…e qualcosa di pericoloso.

-         Ma no, niente del genere.

-         Eh, inutile negarlo, Mist. Però tu sei in gamba e so che qualsiasi cosa si tratti, tu c'è la farai.

-         Lo spero.

Dopo aver visitato tutti i suoi pazienti, Mist esce dall'ospedale. Prende la bici e torna a casa.

-         Ah, casa dolce casa!- disse, buttandosi sul divano.

Il suo appartamento si trovava nel quartiere di One Town, vicino a Berny.

Nella sua mano aveva ancora le buste che Brock gli aveva dato.

Chissà che tipo sarà, questo personaggio così importante?- pensò Mist, mentre prese la busta gialla- Sono curiosa. Di sicuro deve trattarsi di un pezzo grosso.

Mist scartò la busta e sfogliò i fogli, mentre dal frigo prende una lattina di Po-kè.

Uhm…abita a pallet Town, un bel po' lontanino, si trova in un altro continente. C'impiegherò tre giorni, utilizzando i mezzi normali- sorseggiò la bibita- Chissà che faccia avrà?- guardò la foto- Mh…carino…però il suo viso mi è un po' familiare. Il suo nome è…Ash Ketchum…?!!- gli andò di traverso la bibita.

-         Ash Ketchum?!- gridò. Poi si tappò da sola la bocca.

Ash Ketchum è la persona che dovrei scortare alla sede?! Com'è possibile? Questo deve essere uno scherzo di Brock, già deve essere così, non c'è altra spiegazione- riguardò la foto- E io che non l'avevo riconosciuto subito…però, è cresciuto in quattro anni, ormai avrà diciotto anni. Se penso che fino ad un minuto fa, ho pensato che era carino, mi viene voglia di rimangiarmi tutto!

 

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SEDE CENTRALE- laboratorio sotterraneo

-         Okey, queste sono le vostre attrezzature- un ingegnere glieli consegnò.

-         Grazie- dissero Nick e Mist.

-         Eh, eh. La mia attrezzatura è più bella della tua- si vantò Nick.

-         Scherzi? Qui non conta la bellezza- disse Mist-…però di sicuro la mia è doppiamente più bella!

-         Su, non fate i bambini- disse Brock- Tutte due, sono le migliori prodotti da questo laboratorio.

-         Ehi, tu!- Mist lo fulminò e si avvicinò a lui.

-         Che c'è Mist?- la guardò preoccupato. Poi però, capì il perché della sua arrabbiatura.

-         Tu lo sapevi, vero? Perché allora lo hai fatto?! Perché proprio io devo scortare lui?!

-         Perché sei la più idonea- gli spiegò.

-         Idiozie! Se è uno scherzo è ben poco piacevole!

-         Non è uno scherzo- rispose calmo.

-         Ma cosa succede?- chiese Nick, che non capiva cosa stesse succedendo.

-         Niente- disse sereno, Brock.

-         Niente, un corno! Ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo? Io…non posso!

-         Un sacrificio da niente, in confronto a quello che ti aspetterà.

-         Ma perché proprio lui? Cosa ha di speciale, a parte catturare i Pokèmon?

-         Te ne accorgerai tu stessa, stando con lui- spiegò Brock- Vi auguro un buon viaggio. Mi raccomando, vi voglio ancora qui fra quindici giorni.

-         Sicuro- rispose Nick.

-         Dannato!- Mist digrignò tra i denti.

-         Ma perché ti sei arrabbiata così tanto? E' per via di chi devi andare a prendere, vero?

-         Più o meno.

-         Lo conosci?

-         …più o meno- rispose con voce bassa.

-         Non potresti essere più precisa?

-         No. Ora devo andare. Prenderò la moto, così c'impiegherò meno tempo.

-         Aspetta, non mi hai ancora risposto. Perché cerchi sempre, di evadere alle mie domande?!

-         Perché non ho voglia di rispondere. Ciao e in gamba, mi raccomando!

-         Anche a te…e torna salva.

-         Sicuro, preoccupati per te, piuttosto. Io so cavarmela da sola, ma tu…hai poche possibilità senza me- ridacchiò.

-         Ehi, ti faccio vedere io! Tornerò prima di te, vedrai!- disse in tono di sfida.

-         Vedremo, vedremo- si avvia all'uscita- Se ci riuscirai di pagherò la cena ad un ristorante.

-         Allora prepara i soldi!

Mist si diresse al suo camerino e si cambiò con il suo abbigliamento nero. Aprì poi, un cofanetto chiuso a chiave. Lo aprì e s'intravidero delle sfere Pokè.

Per questa missione mi porterò i miei Pokèmon, mi potranno essere utili. E adesso in marcia. Pallet Town mi attende!

 

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PALLET TOWN

Altrove, a Pallet Town, un ragazzo riposa beatamente sul divano.

Sa che la madre è fuori, con le sue amiche e che i fans non verranno quel giorno ad assediarlo.

-         Ah, che goduria, vero Pikachu?

-         Pika- rispose il Pokèmon giallo. Anche lui era comodo sul divano.

-         Nessuno che ti disturbi per gli autografi o i mestieri di casa, oppure per sfidarti- disse il ragazzo soddisfatto.

-         Pika, pi- confermò.

Il ragazzo sorrise al suo Pokèmon e diede uno sguardo alle sue molte medaglie e coppe, vinte durante ai tornei…tra cui uno al torneo Avance. Tutte le coppe, erano appoggiate sul ripiano del muro, della sala. Accanto, c'erano incorniciate delle foto. Una era del torneo Orange, con i suoi Pokèmon, l'altra era al congresso Pokèmon, fatta nel primo anno di viaggio e tanti altri raffiguranti lui e tutti i suoi amici, che lo avevano affiancato durante il suo viaggio.

-         Eh, che avventure, vero Pikachu? Mi mancano un po' quelle notti passate fuori nel bosco, oppure le sfide con i capopalestra…quante emozioni…

-         Pika?

-         Hai ragione, rimpiango un po' quei periodi di spensieratezza.

-         Pika, pi?

-         I miei amici, dici? Mh…mi mancano anche loro. Non ho avuto più notizie da loro, dopo che ho vinto alla Lega internazione di Pokèmon. Soprattutto Misty…deve essere tornata alla palestra dalle sue sorelle, ricordo che se n'erano andate dalla palestra per un tournèe. Ormai sono quattro anni che non ci vediamo, né sentiamo. Chissà come sta?

-         Pika.

-         Si, confermo. Un tipo come lei starà di sicuro bene- sorrise a se stesso- Mi piacerebbe risentirla…

-         Pi!

-         Come? No. Non saprei cosa dirle…e poi credo, che ormai si sia dimenticata di me- disse triste.

-         Pika, pi.

TOC - TOC. Qualcuno bussò alla porta.

-         Oh, no. E adesso chi sarà? Un'altra scocciatore? Non ho voglia di aprire…farò finta di non esserci.

-         Piiiiikaa!- il Pokèmon saltò in piedi e gli si rizzò il pelo. Dalle sue guance rosse scaturirono delle piccole scintille di elettricità.

-         Che ti succede Pikachu? Perché sei teso?- chiese l'allenatore.

TOC – TOC. Insistettero a bussare.

-         Pika, pika!

-         Mh? Mah, vado ad aprire…- si alzò dal divano e aprì la porta- Si, chi è?

Davanti a lui, c'erano tre uomini vestiti tutti di puntino, giacca e cravatta di colore nero, con degli occhiali scuri.

Uno dei tre, avanzò verso Ash.

-         Signor Ketchum?

-         Si, sono io. Cosa desiderate?

-         Lei.

-         Eh?

Ma non fece in tempo a capire, che l'uomo gli diede un pugno allo stomaco, facendolo cadere in ginocchio dal dolore.

-         Pika, pi!!!- il Pokèmon grignò e si mise pronto a scaricare le sua elettricità, sugli estranei.

-         E questo è Pikachu- disse un altro. Prese il Pokèmon in mano e Pikachu tirò le sue scariche elettriche. Però non gli fecero alcun male, anzi, l'uomo non avvertì neanche il dolore.

-         Pika?- Pikachu si spaventò. Era la prima volta che una persona, non rimaneva folgorato dalla sua elettricità.

-         Abbiamo finito. Possiamo rientrare- disse l'altro uomo, con in mano un cellulare- Avviso il capo.

-         Non credete di correre troppo in fretta?- si udì una voce tra la vegetazione.

I tre uomini si guardarono intorno, senza capire da dove provenisse quella voce.

-         Dovete fare i conti con me, bellocci! Non ve l' ha detto vostra madre, che bisogna essere gentili quando si è ospiti di altri?- adesso la figura si vedeva chiaramente.

Una ragazza, vestita con una tuta nera, occhiali scuri e cintura in vita, stava in piedi sopra un ramo di un albero.

-         Un intrusa…bisogna eliminarla- disse l'uomo con il cellulare.

-         Oh, povera me- scherzò la ragazza- Però sarete voi a fare una brutta fine!- saltò giù dall'albero e si buttò a capofitto sui tre uomini.

Diede un calcio di volata all'uomo del cellulare. Poi tirò un pugno destro, a quello che aveva in mano Pikachu.

-         Pika!- Pikachu saltò giù dalle mani dell'uomo, che cadde per terra.

-         Ferma o questo ragazzo farà una brutta fine!- disse l'altro uomo, che puntava una pistola sulla tempia del ragazzo.

Il ragazzo era braccato dall'uomo e non riusciva a muoversi. Il pugno ricevuto di sorpresa lo aveva un po' confuso e non riusciva a distinguere bene, la figura che aveva davanti a se.

La ragazza sorrise e si abbassò per sferrare un veloce calcio all'uomo, che volò addosso al muro.

Alle sue spalle, comparve l'uomo del cellulare, con in mano un bastone. Misty si abbassò per schivare il colpo e gli diede una gomitata, si girò verso lui e concluse con un pugno.

-         Fatto- disse la ragazza, mentre l'ultimo uomo cadde a terra- Possiamo andare adesso.

Ash, che era stato lasciato libero dalla presa dell'uomo, non ci capiva niente.

-         Ma chi…dove…quando?!

-         Mh?

-         Chi sei?! E chi sono loro?- chiese indicando gli uomini a terra.

-         Oh, diciamo che erano gente che voleva farti fuori, ma adesso sei al sicuro con me. Per fortuna che sono riuscita ad arrivare in tempo. Vuoi venire adesso?

-         Non mi hai risposto, chi sei tu? E perché c'è l' hanno con me?!

-         Uhm, belle domande…ci penserò su, durante il tragitto- disse con sarcasmo, mentre si avviava verso il bosco.

-         Ehi, non ho ancora finito! E poi perché ti dovrei seguire? Non ti conosco neanche!

-         Hai ragione. Però per tua norma, ti ho salvato la vita. E questo credo che posso bastare.

-         E chi mi dice, che in realtà non sei una di loro?

-         Uff, con il tempo sei diventato assillante, sai?

-         Eh? Mi conosci?

-         Non importa. Se vuoi farti uccidere da loro, accomodati pure. O altrimenti seguimi, che non c'è tempo.

-         Ma io…

-         Pika, pi!!!- il Pokèmon urlò.

I tre uomini si alzarono da terra, tutti e tre perfettamente composti, come se non avessero avuto un combattimento.

-         Uh, tipi duri, eh?- disse la ragazza- Tu, sei vuoi salvarti, sali con il tuo Pikachu sulla moto, che ho lasciato nel bosco.

-         Che? Non ti lascio qui!

-         Me la so cavare, che credi?!- la ragazza si mise in posizione di difesa.

I tre uomini si lanciarono addosso alla ragazza. Lei di risposta, tirava pugni e calci, con abili mosse marziali. Gli uomini, uno dopo l'altro, caddero per terra.

-         Uff, che faticaccia!

-         Sta attenta- gli gridò il ragazzo che non se n'era ancora andato- si stanno ancora alzando.

-         Cosa?! Com'è possibile! Li avevo appena stesi!

Uno dei tre si lanciò alla carica, seguito dagli altri. La ragazza si difendeva e attaccava, però il suo fiato corto, si cominciava a sentire di già, mentre i tre uomini si rialzavano, sempre composti e ordinati, senza il minimo segno della stanchezza.

-         Accidenti, ma chi diavolo sono?!- disse la ragazza. Poi pensò a quello che le aveva detto il suo superiore.

"state attenti…perché sono molto pericolosi…non è il solito nemico di prima"

Aveva ragione! Questi, per quanto gli dia a loro, calci o pugni, sono sempre in piedi! Io invece comincio a sentirmi stanca. Non posso continuare così…è una lotta impari- allungò la mano nella sua cintura ed estrasse una master ball nera- Non mi tocca che ricorrere a questo modo, per poterci allontanare da questi tipi.

-         Una Master ball?- vide il ragazzo- Perché è nera?

-         Togetic, go!- gridò la ragazza, facendo uscire il Pokèmon dalla ball.

-         Toge?

-         Togetic?!- esclamò sorpreso Ash.

-         Togetic, presto, portaci dove sai tu!- disse la ragazza al Pokèmon.

-         Toge!- mosse il capo e una luce azzurra lo circondò.

-         Prendeteli!- gridò un uomo agli altri.

Troppo tardi, erano già scomparsi. Loro e il Pokèmon bianco.

-         Accidenti ci sono sfuggiti! Il capo non lo prenderà bene.

-         Presto, andiamo alle nostre macchine. Li rintracceremo subito!

Nel frattempo nel bosco, comparvero dal nulla in aria quattro figure, che caddero sull'erba.

-         Ahi!- esclamò Ash, che era caduto con il sedere- Ma cosa sta succedendo?- si lamentò.

La ragazza non gli diede retta e raggiunse la moto posteggiata lì. Prese il casco e lo indossò.

-         Bel lavoro, Togetic- disse la ragazza al suo Pokèmon, che sorrise. Poi lo richiamò nella sua sfera.

-         Mi vuoi rispondere?- chiese Ash molto scocciato.

-         Prendi il tuo Pokèmon e fallo rientrare nella sua sfera- gli disse solo.

-         Pikachu non è mai stato nella sua sfera- affermò lui.

-         Allora faccelo stare! E' per il suo bene!

-         No! Se lui non vuole, io non lo obbligo! E poi chi sei tu, per darmi degli ordini?!

-         Senti, mentre noi stiamo qui a perdere tempo, quei tre ci staranno cercando, capisci vero?

-         Solo in parte. Però non farò rientrare Pikachu nella sua sfera- disse fermamente convinto.

-         Uff, me lo immaginavo. Va bene. Tienilo ben stretto a te e salite in moto.

-         Perché dovremmo?

-         E' il momento di chiedere questo? Vuoi vivere o morire?- salì sulla moto e cominciò a metterlo in moto- Ti muovi?!

Il ragazzo era incerto sul fidarsi, ma in fondo non voleva rimanere con quei tre tipi là. Non sapeva perché c'è l'avessero con lui, ma era chiaro che non avevano buoni intenzioni.

-         Però devo avvisare mia madre che…

-         Lo farai dopo, te lo garantisco io.

-         Va bene…- un po' insicuro salì sulla moto insieme alla ragazza.

-         Aggrappati bene, andremo molto veloce- mise in moto e partì di colpo.

-         Ahhh!- Ash si spaventò della velocità e si avvinghiò alla vita della ragazza- Ma si può sapere chi sei tu?

-         …

-         Quando me lo dirai?

-         Quando arriveremo a destinazione.

-         E dove?

-         Lo vedrai…ti stanno aspettando, lì.

-         Eh?

La ragazza lasciò le stradine del paese e si diresse verso la strada principale.

Non passò molto, che i due si accorsero di essere seguiti da due macchine.

-         Ancora loro?!- disse la ragazza innervosita.

-         Che facciamo? Ci stanno alle costole.

-         Accelero, stai ben aggrappato!- fece girare il manubrio e accelerò la velocità.

Da una vietta, spuntò una macchina della polizia, che li seguì con la sirena accesa.

-         Bingo, anche la polizia, adesso! Come se tutte le sfortune non venissero da sole!- disse la ragazza.

-         E se ci facessimo aiutare dalla polizia?

Si sentì una risata.

-         Che c'è adesso?- chiese Ash.

-         Credi davvero che loro ci possano aiutare? Caschi male, Ash.

-         Avevo ragione, quindi! Tu mi conosci, vero?- disse serio.

La ragazza si morse la lingua.

Bel lavoro, non c'è che dire! Certe volte mi chiedo, perché ho la lingua lunga! Adesso che gli dico? 

-         Più o meno…ho avuto le tue informazioni dal mio superiore, che mi ha chiesto di portarti con me.

-         Ah.

Okey, adesso spero che se ne stia  zitto, un bel po'- pensò la ragazza.

Ma le macchine del nemico e della polizia non demordevano. L'inseguimento si stava trasformando in una gara di velocità.

 

 

CONTINUA…

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Fine secondo capitolo. Un po' più lungo, no?

Ho cercato di pensare ad una scena movimentata…non so se ci sono riuscita. (^_^)'

Più avanti andrà la storia, più i luoghi saranno più dettagliati e più precisi.

Se ci sono qualche errori (frequenti di solito) fatemelo sapere.

Ho già qualche ideuzza per il seguito, vedrò come metterlo giù.

 

Pokèmon e personaggi non mi appartengono.

 

By Ya-chan

   
 
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