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Autore: Piumadifenice    05/11/2014    2 recensioni
Sherlock non capiva.... Come mai Molly tendeva a ignorarlo completamente? Si era comportato come sempre in quelle ultime due settimane: non aveva nessun caso da svolgere e passava tutto il tempo che aveva in compagnia del suo amante preferito;il violino. Mangiava come di consueto un pasto ogni due, tre giorni e questo lo aiutava a pensare più velocemente... Aveva ripreso tutto ciò che faceva e che aveva prima della Caduta... Il suo lavoro, i suoi amici, persino la signora Hudson che si ostinava a dire che non fosse la sua governante....Aveva tutto ciò che aveva prima eppure c'era qualcosa di diverso, qualcosa che gli sfuggiva; si irritò non poco, c'era sempre qualche minuscolo dettaglio, qualche piccola incognita... È la sua, in quel momento, era proprio la sua patologa preferita: Molly Hooper.
SHEROLLY ambientata dopo la terza stagione.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Molly Hooper, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 2: ABBRACCIO SUPER
 
Sherlock Holmes era un uomo abbastanza intrattabile. 
Lo pensava la signora Hudson ( "oh povero caro vedrai che tra un po' ci sarà un bell'omicidio che ti risolleverà il morale" gli aveva detto il giorno in cui lui aveva deciso che il muro poteva anche essere utilizzato come mezzo per incassare i colpi della sua pistola) lo pensava John ( che era sopravvissuto alle interminabili notti insonni e alle cattive maniere dell'amico) e molto probabilmente lo pensava anche Molly. 
La suddetta Molly aveva appena cominciato il suo turno all'obitorio quando si scontrò contro qualcosa di scuro. 
O più precisamente contro qualcuno che indossava un cappotto scuro. 
O più precisamente contro l'unico consulente investigativo al mondo che aveva scelto proprio quel momento per girarsi e per ritrovarsi praticamente abbracciato con la patologa. 
Furono solo pochi secondi nei quali Molly tentò invano di non schiantarsi sul petto di Sherlock che nel frattempo si era ritrovato con la testa di Molly sotto il suo naso. Subito il suo Mind Place venne invaso da odori, ricordi, e soprattutto Molly, Molly         -Molly- disse Sherlock con voce roca.
Molly alzò la testa, le mani ancora artigliate al cappotto del consulente, e guardò in quegli occhi freddi come il giaccio, che in quel momento erano però caldi come il sole: - Sh-Sherlock...- 
L'uomo parve risvegliarsi dal suo stato di trance e, come se stesse guardando la patologa per la prima volta e non si fosse accorto di quello che era appena successo, schiarendosi la voce e riprendendo il suo tono freddo e distaccato disse:
- Hai intenzione di rimanere qui attaccata tutto il giorno o vuoi riprendere il tuo lavoro?-
Vide negli occhi della patologa cosa? Rabbia?( No, era da escludere) Delusione? Oh si... E anche cosa? Tristezza? Non poteva mai esserne certo, non capiva mai le cose quando si trattava di sentimen-.. 
-Si, scusami Sherlock, sono molto sbadata in questo periodo...- la voce imbarazzata della patologa lo riscosse dai suoi pensieri.
-In questo periodo? Molly tu sei sempre sbadata- disse con tono sgarbato Sherlock.
-Ah si? Bè allora Miss sbadata adesso andrà a lavorare e Mr Perfezione starà qui fuori e non intralcerà il lavoro della qui presente patologa ok?- disse Molly molto arrabbiata sbattendogli la porta in faccia.
 
*****
Di nuovo, di nuovo, di nuovo! -Dannazione!- gridò Sherlock.
Lo aveva fatto. Per la seconda volta. E Sherlock non poteva crederci. 
Insomma lui era sempre stato intrattabile, ma era lui quello intrattabile, non Molly. Che cosa aveva fatto per meritarselo? Oh certo oltre al fatto che l'aveva offesa, ma non era la prima volta... E se si fosse stancata? E se non avesse voluto avere più niente a che fare con lui? La sola idea lo terrorizzava. 
Rimase a fissare con astio la porta bianca dell'obitorio come se fosse sua la colpa di tutti i suoi problemi. Esitò, incerto sul da farsi. "Oh al diavolo! Non mi farò spaventare da una porta!" pensò mentre entrava nell'obitorio: stranamente, però, non vide nessuno.
 
*****
Appena aveva sbattuto la porta in faccia al detective, Molly si era sentita un vero e proprio schifo.
Iniziò a piangere sommessamente e si diresse verso il piccolo bagno attiguo per non farsi sentire da Sherlock.
Subito calde lacrime amare iniziarono a rigare il volto della patologa.
Scossa dai singhiozzi iniziò a pensare a come aveva passato le ultime settimane.
Aveva appena metabolizzato il fatto che Sherlock avesse sparato a sangue freddo un uomo. Oh certo lo aveva fatto per difendere i suoi amici e non lo biasimava per questo. Inoltre sapeva che non era la prima volta. 
Dio solo sa cosa aveva fatto nei due anni in cui tutti lo credevano morto.
E poi, non aveva ancora ben accettato la "partenza" di Sherlock. 
<<“John e Mary Watson saranno sulla pista di partenza, potrai salutarli”
“Bene. Grazie, Mycroft... lo apprezzo molto”
“Posso arrangiare la presenza di qualcun altro, se vuoi”
“Qualcun altro? No, non e’ necessario”>>*
Le parole della registrazione portata da Mycroft per lei le ronzavano in testa da giorni ormai. Riviveva quel momento ogni ora di ogni giorno.
Lei sapeva che, se fosse partito, non lo avrebbe più rivisto. E lui non l'aveva ritenuta  necessaria. Non sapeva se arrendersi all'evidenza o piangere ancora di più perché, lo sapeva, il suo cuore si era spezzato definitivamente. E lei, come al solito, era rimasta sola a raccogliere i pezzi della sua anima infranta. 
E poi c'era Jim. No Moriarty, si corresse mentalmente. Era solo lui il motivo per cui Sherlock era tornato a Londra. Anche se era il miglior consulente criminale del mondo, "e anche il più sexy", non poteva far altro che ringraziar-... No, momento. Momento. Momento. Momento. 
"Molly devi assolutamente mettere da parte questi pensieri, lui è un criminale. Lui ti piaceva quando era Jim dell'IT, non puoi pensare a lui adesso. No, no, no."
Si rannicchiò ancora di più vicino la parete del bagno per cercare di scomparire e affondare nella vergogna dei suoi pensieri, quando un messaggio sul suo telefono decise di farle ricordare perché aveva rotto con Tom.
 
*****
Sherlock non era uno stupido. 
Sapeva che Molly si era rintanata in bagno eppure si era seduto. Logicamente parlando, voleva dare alla patologa il tempo per ricomporsi, ma sapeva che era una scusa bella e buona.
Quando mai aveva dato a un qualsiasi inetto essere vivente "il tempo per ricomporsi?"
No, lui non voleva andare da Molly perché sapeva che era colpa sua se stava piangendo, perché stava piangendo, lui ovviamente lo sapeva. 
Non era certo la prima volta che piangeva per lui comunque. Non poche volte l'aveva notata con gli occhi rossi e lo sguardo vuoto e triste, proprio mentre gli altri non la guardavano. Ma lui non era "gli altri" e notava cose che solo un occhio attento poteva vedere. Buffo come a volte le persone che sembrano le più felici e disponibili siano in realtà le più tristi. Tuttavia prima non gli importava. O forse fingeva di non importarsene. 
Adesso però le cose erano cambiate. Prima di tutto lei aveva visto in lui cose che nemmeno John era riuscito a notare. E, secondo, lei gli aveva salvato la vita. E non solo quando lo aveva aiutato a fingere la sua morte, ma in tantissimi modi diversi che nemmeno lui era in grado di comprendere... 
Ecco, stava divagando, di nuovo.
"Tutta colpa di John" si rimproverò mentalmente. È stato lui a fargli aprire quella dannata porta dei sentimenti nel suo Mind Place, che non era riuscito più a chiudere. 
Ed era anche un po' colpa di John se si trovava all'obitorio quella mattina. Come se non avesse niente di meglio da fare...
Aveva infatti avuto una "leggera discussione" (con accenni di ira da parte di John) dopo che era uscito in fretta e furia dall'obitorio.
E poi quella stupida idea della cena... No, non ci sarebbe andato. O forse si... 
Ma perché doveva essere tutto così complicato quando si parlava di sentimenti? 
E poi si sentiva in colpa... Più che altro aveva associato il suo "sentirsi in colpa"alle occhiatacce di John...
Ecco, si era distratto ancora... 
Mmm era veramente una questione importante se si era permesso di distrarsi... Non lo aveva fatto nemmeno con Moriarty... 
Comunque, dopo essere uscito sotto l'insistente pioggia londinese, John lo aveva raggiunto a Baker Street dove avevano discusso del suo comportamento con Molly e della cena.
 
*****
"Hey non prendere appuntamenti per questa sera. Ceniamo insieme. -Tom" 8:30
Continuava a guardare il display del cellulare incerta su come rispondere.
Dopo il ritorno di Sherlock, Molly si era finalmente resa conto che l'uomo che aveva accanto a sè non era che una brutta imitazione dell'uomo che amava. Così, una sera, dopo aver cenato con il suo futuro sposo, lo aveva lasciato, spiegandogli che, quello che provava per lui, non era che un'illusione. 
Ovviamente il suo fidanzato non si era arreso all'idea di dover rinunciare a lei per sempre, e aveva cercato di riconquistarla in mille modi diversi. Naturalmente se non fosse stata innamorata di quel cieco presuntuoso di Sherlock, sarebbe cascata ai suoi piedi in meno di ventiquattro ore.
Ma purtroppo nel suo cuore c'era posto per un solo sociopatico iperattivo.
"Mi dispiace Tom, ma sono già impegnata questa sera. -Molly" 8:42
"Oh non mi dire, il tuo principe azzurro ti ha chiesto di uscire? -Tom" 8:43
Okay non era andata proprio come aveva previsto, ma finché si manteneva sul generico non era in pericolo.
"No, dei miei amici mi hanno invitata a cenare da loro. -Molly" 8:44
"Disdici. -Tom" 8:44
Adesso iniziava ad irritarsi. Perché Tom non voleva accettare la realtà?
"Ti ho già detto che sono impegnata. -Molly" 8:45
"Dai Molly, non farmi arrabbiare... -Tom" 8:45
Cos'era quella? Una minaccia? Un modo per farla spaventare? 
Perché iniziava davvero ad avere paura. 
Le corse un brivido lungo la schiena al ricordo dei momenti successivi in cui lei gli aveva detto di non amarlo: Tom aveva iniziato a gridare e a dare calci a ogni cosa che si presentava sul suo cammino, e si sarebbe avventata anche su di lei se non ci fossero stati dei ragazzi che lo avrebbero fermato... 
Per migliorare un po' la situazione a suo favore scrisse:
"Davvero, non posso rinunciare, ma possiamo vederci comunque durante la settimana... Che ne pensi? -Molly" 8:49
Non aveva intenzione di uscire con lui comunque. Si sarebbe inventata un'altra scusa all'ultimo momento. Lei odiava dare false speranze, ma non aveva alternative questa volta purtroppo...
La vibrazione del suo telefono la avvisò dell'arrivo di un nuovo messaggio che la riscosse dai suoi pensieri:
"Mmm okay ma vedi di non inventarti le tue tipiche scuse dell'ultimo momento. -Tom" 8:50
Il suo piano geniale non aveva funzionato a dovere, ma almeno era riuscita a guadagnare un po' di tempo, così scrisse velocemente una risposta:
"Certo che no! Scusami Tom ma ora ho del lavoro da fare. -Molly" 8:51
In realtà l'ultima cosa che voleva fare era lavorare, così decise di rimanersene lì per un altro po'. 
 
****
Poche ore prima...
-A cosa devo questa visita, mio caro amico?- disse Sherlock con un falso sorriso dipinto sulle labbra. A volte gli sarebbe piaciuto tirargli un altro pugno in faccia. 
Non che non avesse buoni motivi... Anzi, di quelli, ne aveva anche troppi. 
Represse i suoi istinti omicidi facendo uso di tutta la buona volontà che possedeva.
-Penso che dovresti scusarti con Molly- esordii .
-Io? E perché mai?- 
-Perché Sherlock sei stato sgarbato con lei, anche se non ti aveva fatto niente- continuai imperterrito.
-Non mi ha fatto niente?! John lei mi ha volutamente ignorato!-
-Oh già, avevo dimenticato che la rotazione del globo dipendeva da Mr Gentilezza**- ripresi sarcastico.
-Oh, ti metti anche tu adesso?- riprese lui con il suo solito tono da MI-STO-ANNOIANDO-PER-FAVORE-NON-MI-DIRE-CHE-SEI-UN-IDIOTA-ANCHE-TU-ANCHE-SE-IN-REALTÀ-LO-SEI.  
-Si, e comunque sono qui anche per un altro motivo... - continuai incerto.
-Non ci vengo alla cena.- rispose secco lui.
-Ma come diavolo fai a sapere della ce-... Oh sai che ti dico? Non mi interessa come lo sai, tu vieni e basta.- 
-NO.- 
-Sherlock non fare il bambino! Ci saranno solo le persone con cui riesci a dimostrare un po' di umanità...-
-Ci sarà anche Gavin?-
-Greg-lo corressi automaticamente mentre lui gesticolava con noncuranza- e si comunque, lui e Molly oltre me te e Mary-
-Okay vengo.- 
-Tutto qui?- dissi sorpreso - Mi aspettavo come minimo la terza guerra mondiale o qualcosa del genere...-
-Si tutto qui. Ora se non ti dispiace potresti allietare qualcun altro con la tua ingombrante presenza?- disse con nonchalance.
-Eh no caro! Tu ora vai da Molly e ti scusi con lei.-
-No-
-Si, invece!-
-No-
-Si-
-No-
-Si-
-NO-
-SI!-
-NO!-
-SI!-
-SI!-
-NO!-
-Okay John, visto che insisti, non vado.- disse Sherlock, compiaciuto di aver beffato l'amico.
-E dai però non è giusto...-
-Stai tranquillo John, andrò da lei domani, le ho già inviato un messaggio per dirle di non venire questo pomeriggio per portarmi gli organi, andrò io direttamente all'obitorio.- disse Sherlock.
In realtà non aveva inviato proprio nessun messaggio, ma lo avrebbe fatto quando John se ne fosse andato.
Voleva davvero scusarsi con Molly, ma prima doveva ordinare i suoi "sentimenti" in modo che non intaccassero la sua fredda e amata logica.
-Ehm okay io vado- disse John salutando l'amico.
-Mmm- fu l'unica risposta che ottenne.
 
*****
La lontana vibrazione di un messaggio lo riscosse dai suoi pensieri. 
Sherlock aveva passato un buon quarto d'ora a pensare al motivo per cui era lì.
Doveva scusarsi con Molly. E non perché glielo aveva imposto John, ma perché voleva farlo. Quindi si alzò dalla sedia e con passo deciso si diresse verso il bagno.
 
*****
Era ancora rannicchiata contro una parete del bagno quando sentì dei passi avvicinarsi alla porta nel quale si era rinchiusa.
Subito si alzò in piedi e facendo pressione sulla porta per evitare che venisse aperta, disse: -Vattene via Sherlock.-
-Molly...- disse quasi sussurrando il detective attraverso la porta.
-Ti prego Sherlock va via-
-Volevo chiederti scusa per come mi sono comportato in questi giorni-
Non si udì alcun rumore per un paio di secondi, poi, tutto ad un tratto, la porta venne sbloccata e ne uscì una Molly con il volto arrossato e gonfio per il pianto.
Nessuno dei due parlò per un po' poi alle fine il detective continuò dicendo: -Perdonami Molly, ti prego. Sono stato uno stupido e so che sei arrabbiata non solo per questi eventi, ma anche perché non ti ho voluto salutare dopo il caso Magnussen, ma l'ho fatto solo perché sapevo che non sarei mai riuscito a dirti addio... So che se sei triste è solo colpa mia, ma sapevo per certo che non si trattava di sei mesi quando sono salito sull'aereo, perché molto probabilmente sarei morto prima di atterrare. ***-
Molly rimase immobile. Non poteva crederci. Sherlock aveva preparato un discorso (composto da più di tre parole messe in fila) per chiederle scusa. 
Non quelle solite scuse per sfruttare la sua pazienza, il suo tempo, o il laboratorio, ma solo per lei.
E l'aveva pregata di perdonarlo
Appena ebbe formulato questi pensieri si mise a piangere di nuovo. Cavoli, doveva essere proprio patetica in quel momento.  
-Ho detto qualcosa di sbagliato? Scusami non volev...- 
La patologa lo travolse con un abbraccio, impedendogli di continuare il discorso. 
-Certo che ti perdono Sherlock- disse Molly mentre affondava la testa nel petto del detective. 
Un paio di anni prima non si sarebbe mai permessa di abbracciarlo, nemmeno di toccarlo, ma da quando lo aveva schiaffeggiato, si sentiva molto più sicura di sè. Sentì il detective che si irrigidiva con il suo abbraccio, ma, quando stava per scioglierlo, lui la colse di sorpresa e la abbracciò.
 
 
Da "Brocken" di Yllel grazie per avermi ispirato con le tue bellissime storie ^-^ Ps: ho pianto troppo, l'angst più bello di sempre 😍 
** Riferimenti casuali al primo capitolo
*** Licenze poetiche; molto probabilmente Sherlock non avrebbe mai detto queste parole, ma visto che in questa storia dirigo io i miei personaggi preferiti, (sono una megalomane, lo so) mi sono presa questa libertà ^_^ 
 
 
*Sgabuzzino della ragazza normale ( normale= termine con cui si indica il valore inversamente proporzionale alla sanità mentale)*
Riciao a tutti!!!! Questo è un odioso, ma necessario "capitolo di passaggio". È stato abbastanza complicato e alcuni punti non mi piacciono molto, soprattutto quelli che si avvicinavano alla fine.
Ho cercato di rendere i personaggi abbastanza simili alla storia originale, ma non sono sicura di aver reso l'idea.... Come sempre i commenti, le critiche (positive e negative) e i consigli sono ben accetti. Ringrazio particolarmente coloro che hanno letto/recensito/messo tra le preferite la mia storia. Perdonatemi se non ho ancora risposto a tutti i vostri commenti/messaggi, ma il computer per ora ha deciso che non posso recensire😔. Anyway spero che il capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima😘😘
   
 
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