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Autore: dancy184    22/10/2008    1 recensioni
Chiedo scusa ma per una serie di circostanze difficili e serie non sono riuscita a continuare questa fiction. Spero di non aver lasciato troppe aspettative per nulla. Grazie mille per chi ha letto. Isabella Occhi blu, argentati, gialli e verdi... un turbine di colori che riportano lo sguardo fisso su di lei. Solo su di lei. La dannata, la bella, la mezzosangue, la Gryffindor, la migliore amica, la peggior nemica, l'unica da cui bisogna stare lontano.. Hermione Granger. Un Serpeverde, un principe incompreso, un diurno e un bambino sopravvissuto. Ma soprattutto, la mezzosangue. Per tutti e quattro. E una scelta che finirà per ferirli tutti.. tutti tranne uno.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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occhi occhi occchi ecc

“Sei un grandissimo idiota!” mi urla.

Mi sposto. Un movimento impercettibile quasi. Il suo pugno colpisce il muro di pietra.

Lei soffoca un’imprecazione e mi fissa con astio. Ricambio con indifferenza. Una gelida maschera di noia che le da sui nervi. Inizia ad urlarmi insulti di ogni genere, ma è come se non la sentissi.

Inizio ad impilare le provette una di fianco all’altra, fissando quei pezzi di vetro, senza prendermi il disturbo di ascoltare le sue urla fastidiose.

In fondo come si permette lei, una lurida mezzosangue, anche solo di parlare con me,un purosangue fin dalle origini?

Deve solo frenare quella sudicia lingua da so-tutto-io e inchinarsi davanti alla mia perfezione.

Sbatte le mani sul tavolo, facendo cadere la piccola piramide di provette che avevo formato.

“Starei parlando Malferrett!” urla con fastidio.

Con fare imbronciato sollevo lo sguardo per incontrare il suo.

Puah.

Feccia i mezzosangue.

E poi lei è così altezzosa e imperiosa. Stupida zannuta secchiona.

Non sa nemmeno con chi ha a che fare.

È pure brutta.

Okay.

Magari brutta no.

In effetti le zanne non le ha più, ed è anche grazie ad una fattura di Goyle, in quarta.

Il viso è ovale e perfetto,incorniciato da folti capelli ricci,che ricadono sulla schiena, leggermente crespi.

Gli occhi vispi, con le ciglia folte e color caramello,contratti in un espressione furente, mentre mi sbraita contro.

Certo, l’abbigliamento potrebbe migliorare…

In effetti potrebbe anche andare in giro senza sembrare un foca monaca, se non una monaca stessa.

Di sicuro c’è un corpicino niente male sotto quei vestiti da suora.

Non  sto più di un secondo a rimirarla.

“Fai tranquilla mezzosangue… non mi dai fastidio”. Si morsica il labbro pallido, probabilmente per non esplodere in insulti poco adatti alla sua reputazione da santa Gryffindor.

Non riesco a pensare che tutto sto casino, tutta sta guerra è per causa sua. Per causa dei suoi genitori. Di tutti i suoi simili, di tutti quei dannati mezzosangue.

Inutili.

E Potter ci spreca pure tempo.

Lui in realtà può fare quel cazzo che gli pare, a me non interessano le sue stupide avventure.

Sprecare la sua vita e quella dei suoi amici contro l’uomo più idiota del mondo.

Io non lo farei.

Anche perché quell’uomo potrebbe anche essere invitato a casa mia per  pranzo.

Verrebbe davvero.

A casa mia dico.

Mio padre lo accoglierebbe con un profondo rispetto. Mia madre con un leggero sussulto, un impercettibile tremore alle gambe, ma con riverenza.

Per quanto riguarda me, io non ci andrei mai a pranzo con Voldemort.

MAI.

Se lui non avesse perso con lo Sfregiato, se lui non fosse caduto come un debole, io non avrei avuto nulla a che fare con lui.

Per quanto io sia purosangue nelle vene, non mi abbasserei mai al livello di un mangiamorte.

Io lascio che il tempo faccia il suo corso, e che i fatti scivolino via con esso.

Non ho mai preso parte alla guerra. Non ne prenderò mai parte, per il semplice fatto che non riguarda me.

Riguarda solo quell’idiota di Potty e dei suoi amici babbanofili e mezzosangue.

“Senti mezzosangue: smettila di sbraitare come un’oca e aiutami. Voglio finire questa punizione al più presto”. Mi fissa, come se avessi appena bestemmiato.

“Caro il mio principino, questa non è una punizione. Questa pozione fa parte della categoria compiti extra!!! E c’è una bella differenza. E se tu non ti fossi pavoneggiato, insultando tutti a destra e a manca ora non saremmo qui!” Mi urla, sempre tenendosi la mano stretta, che è diventata rossa e in parte violacea.

Alzo gli occhi al cielo, senza guardarla.

“Come ti pare Granger, ora però fai la brava bambina e fai il compitino per il professorino Piton”.

Glielo dico sgranando gli occhi, un leggero ghigno sul viso, come se parlassi ad una bambina di cinque anni.

Ora basta. Glielo si legge negli occhi.

Mi punta la bacchetta alla gola, chinandosi verso di me, gli occhi minacciosamente socchiusi.

Non mi muovo. La fisso solo con sufficienza.

Brava quanto vuoi, ma quello più forte sono comunque io.

L’avrei disarmata in mezzo secondo, sbattendola al muro e facendola pentire di avermi sfidato.

Ma non si può fare, perché vedo la gravità e le conseguenze che porterebbe una cosa del genere.

Espulsione come minimo.

E mio padre non lo avrebbe accettato.

O forse no.

Non credo che lui si interessi molto a me. In effetti appena si tocca l’argomento “tuo figlio Draco” lui sembra improvvisamente troppo occupato e deve assolutamente andare a leggere il giornale o a dare il cibo al serpente o ad ammazzare qualche babbano.

Stringo il pugno, sentendo il freddo metallo dell’anello premere contro la mia pelle.

È  sempre meglio la sua indifferenza. Sempre meglio delle sue punizioni.

Faccio un enorme sforzo per non rabbrividire di fronte alla mezzosangue: potrebbe pensare che ho paura.

Io non ho paura.

Di nulla. O quasi.

“Granger: quando hai finito di giocare ti puoi degnare di aiutarmi? Non che mi serva il tuo aiuto, ma Piton se ne accorge se non la fai. Deve essere almeno un po’ sbagliata… altrimenti pensa che l’ho fatta da solo, e che tu non hai preso il comando. Non ho ragione?”

Le sorrido, per nulla amichevole.

È diventata così rossa che potrei cuocerle un uovo sulla fronte.

Non penso sia arrossita di vergogna. Penso più dalla rabbia.

“Malfoy…sei già morto… Non farmi incazzare”.

Sgrano gli occhi sorpreso.

“Mezzosangue hai detto una parolaccia? Impressionante…. Addirittura con la minaccia! Vedo che inizi ad imparare qualcosa da me”.

In effetti è una specie di giorno storico. Mai sentita la santa di Grifondoro dire parolacce.

Minacce di morte si, frequenti, ma parolacce raramente.

Mi fissa con disprezzo, allontanandosi leggermente.

“TU non potresti insegnarmi nulla Malferrett. Sei solo un grandissimo leccapiedi. Non meriti neanche un minimo di attenzione!” Sbotta furente.

Sorrido tra me e me.

Eppure lei me ne dedica fin troppe di attenzioni.

“Sicura? Guarda che ti posso dare delle ripetizioni sai? Non hai idea delle magie che potrei fare in camera tua”.

Mi morsico il labbro.

L’ho detto solo per farla irritare, ma potrebbe pensare male. Potrebbe pensare a qualcosa che NON c’è.

Mi osserva con disgusto crescente.

Sembra prenderla dal verso giusto, cioè male.

Serra la presa sulla bacchetta e la preme sulla mia gola.

Che spreco di tempo. Muoviti mezzosangue!! Devo andare agli allenamenti.

“Tu sei ufficialmente morto Malfoy”. Sussurra con cattiveria, premendo ancora di più la bacchetta contro il mio collo.

“Lo faresti davvero? Uccideresti il sogno ricorrente di tutto il copro studentesco femminile di Hogwarts!”

Sbuffa, alzando gli occhi al cielo.

“Capirai! Semmai l’incubo ricorrente”.

“Sei la sola a pensarla così”. Le dico con un ghigno.

“E infatti sono l’unica ragazza con un po’ di sale in zucca in questa scuola”. Sibila in risposta.

Glielo concedo.

Sono quasi tutte delle oche quelle del settimo anno.

“E poi andiamo, faresti fuori il migliore amico della tua nuova fiamma! Non rende tanto bene se è depresso sai?” Dico con malizia.

Mi fissa disorientata.

_Che cavolo Malfoy, dove sei andato a parare?_  Di sicuro lo sta pensando.

Mentre io qui, mi sto bestemmiando contro in turco, per essermi fatto scappare l’unica cosa che non doveva scappare in questo pomeriggio insopportabile.

Lei in questo momento sta di sicuro collegando, sempre più preoccupata la mia frase.

_Migliore amico di Draco? Blaise Zabini.

Nuova fiamma di chi? Di Hermione Granger.

Come??? Nuova fiamma di Hermione Granger????_

Di sicuro lo sta pensando.

E ora mi fissa con diffidenza, cercando di capire se mi deve credere o no.

La bacchetta ricade al lato del suo fianco, leggermente molle, come se le stesse scivolando dalle mani.

La mano destra ormai è blu.

Però, mica male la Granger.

Ha un ottimo destro.

Non faccio in tempo a chiederle se ha intenzione di rimanere a fissarmi con orrore per tutto il pomeriggio, perché la sua bacchetta sottile torna a puntarmi contro, stavolta contro il petto, in direzione del cuore che secondo lei, non c’era.

“Cosa diamine centra Zabini?” Mi chiede con freddezza.

Okay, ora sono nella merda.

Mi guarda, esige una risposta.

Ricambio lo sguardo, svogliato.

Odio compiangere quel viso. Non posso permettermelo nemmeno per un secondo.

Non posso avere compassione per quel viso ogni volta che la insulto.

È  una mezzosangue!! È feccia.

Eppure quel viso tormentato, ogni volta che la prendo in giro davanti a tutti è una vera punizione. Mi sento bene nel farlo, superiore, ma una piccola parte di me prova una fitta a vedere i suoi occhi orgogliosi fremere un attimo, prima di tornare imperiosi e fermi.

In questo momento mi odia. Forse più di quanto la odio io, per quello che ho detto questa mattina in classe.

Ma è vero no? Lei è uno schifo. Un vero schifo. Indegna persino da calpestare.

Ho riso, quando Potter è sbiancato e a Lenticchia è venuto un colpo, davanti a quell’insinuazione pubblica.

Il sorriso poi è scemato, sostituito da un ghigno, nel vedere il viso di lei tremolare appena.

Un ghigno che mi serve solo per nascondermi, perché nessuno è davvero degno di vedermi dentro, nemmeno i Serpeverde.

Io sono IL Serpeverde. Nessuno può capirmi. Io sono il piccolo principe incompreso.

E una mezzosangue non può venire e sconvolgermi, tanto da farmi dimenticare per un attimo che io sono il principe. Che comando IO.

Semplicemente non può.

Per questo la insulto. Per questo mi odia. Per questo adesso ci guardiamo con acidità.

“Zabini… beh. Puoi scoprirlo no?” Mi fissa, ancora più confusa.

“Che.. che vuoi dire?” Mi chiede, abbassando la guardia.

Sghignazzo con voce roca.

“Poi ovviamente se lui non ti basta puoi sempre venire da me… Te l’ho detto: sarei magi..” Non riesco a finire.

Lei si volta di scatto, facendomi morire le parole in gola, andando con passo deciso verso la porta del sotterraneo.

Come si permette??? Nessuno se ne va mentre parlo. Nemmeno se lo sto insultando.

Mi alzo dalla sedia con uno scatto e in quattro falcate sono da lei.

Ho avuto uno scatto troppo repentino e lei non si è accorta che mi sono alzato.

La sbatto contro il muro con una spinta.

Lei ricade sulla parete parecchio spesata, la bacchetta floscia in mano.

Mi avvicino al suo viso stranito, senza toccarla, senza sfiorarla neanche col mantello, un po’ perché sono un vero amico, un po’ perché non voglio morire infettato dal sangue sporco della Griffyndor.

“Adesso mi ascolti bene mezzosangue. Non ti deve nemmeno passare per l’anticamera del cervello di allontanarti mentre ti parlo. Seppure non sono tanto gentile. È una cosa che mi fa andare semplicemente sui nervi”.

Sta per rispondere per le rime, una battuta sarcastica sulla punta del lingua ma la guardo con furia e lei tace.

“Seriamente mezzosangue: devo andare agli allenamenti e se non ti muovi a fare questa dannata pozione con me… mi arrabbio”. La minaccio.

Caspita Draco. Mi arrabbio. Ma che idiota. Qualcosa di più originale no?

Sembra pensarlo anche lei, ma decide di stare zitta e finisce per stare li a fissarmi, mentre io ancora non la sfioro nemmeno. Siamo troppo vicini e la cosa mi rende nervoso.

Se Blaise entrasse in questo momento andrebbe semplicemente fuori di testa e io ci lascerei le penne.

Altro che Voldemort!

Lei annuisce, uno strano sorrisetto sulle labbra pallide e si sposta in avanti.

Io mi allontano da lei con stizza e lei si dirige tranquilla verso il banco, pieno di ingredienti e provette di vetro.

Io mi mordo il pugno, per non gridarle contro tutti gli insulti conosciuti in lingua umana e la seguo, con passo più lento e pesante, fissando il suo sorriso mentre si siede dove prima avevo occupato il posto.

“Granger… quella sedia è mia”. Le dico appena mi avvicino al banco di legno.

Lei quasi non alza lo sguardo: sta già tritando le radici di mandragola, inserendole in una provetta.

“Non penso che ci sia scritto il tuo nome sai? Quindi siediti e smettila di fare il bambino”.

Prendo una sedia e mi ci appoggio con rabbia, mugugnando imprecazioni.

Inizio a svolgere le complicate operazioni per finire la pozione di amicizia, mentre la mezzosangue canticchia sottovoce, un sorrisino irritante sulle labbra.

Dannazione quanto è insopportabile.

Sono praticamente all’ultimo passaggio quando mi serve un po’ di polvere di rubino.

Allungo la mano per afferrarne un po’, ma accidentalmente sfioro la mano della Granger.

Ritiro la mia di scatto, fissandola con furore.

La sensazione di calore che viene nel toccarla non mi piace affatto.

“Stai attenta a quello che fai mezzosangue… non voglio infettarmi”.

Sono bastate quelle parole direi, a mandare tutto all’aria.

Mi fissa, quasi incredula, facendo cadere a terra la bilancia che stava adoperando.

Sposta la sedia e si alza, allontanandosi da me.

“Andiamo mezzosangue…. È vero! Devi stare più attenta…provochi solo disastri!” le urlo dietro.

Non si ferma nemmeno a guardarmi, o a degnarmi di una risposta.

Cammina, a passo di marcia, fuori dal sotterraneo.

“Guarda che se fai così anche con Blaise, lui non ti vorrà più!” Ridacchio io.

“Ma andate a quel paese te e Zabini!” urla con stizza, sbattendosi la pesante porta di quercia alle spalle.

Mi accascio sulla sedia, un sorrisino beato sulle labbra.

Finalmente silenzio in quest’aula!

La pozione la finisco in neanche mezz’ora e poi posso andare agli allenamenti.

Mi incanto un attimo nel fissare una delle tante candele che illuminano l’aula di Piton.

In lontananza i passi leggeri e veloci della mezzosangue.

Mica male come fisico, non c’è che dire. Solo che il fatto che sia una mezzosangue, e per di più so-tutto-io, le annulla tutti i pregi.

Ai passi della Granger se ne aggiungono altri.

È una persona sola. Ha una camminata diversa, più calma ed elegante.

Di colpo non sento più nulla.

La mezzosangue sta parlando.

Si è fermata, e davanti alla persona meno indicata in questo momento.

“Ciao Hermione! Sai dov’è quello scemo di Malfoy?” chiede tutto allegro.

Sento la Granger ridacchiare, con un’intonazione maligna.

“Certo: è in aula di pozioni. Ha detto che ti deve confessare una cosa sulla tua nuova fiamma. Mah. Non ho mica capito sai?”.

Un saluto mozzato del moretto e un risolino da parte della mezzosangue.

Brutta schifosa di una….

Ma non ho il tempo di formulare un insulto coerente.

Davanti a me, con l’espressione più furente che abbia mai visto, ora c’è Blaise Zabini, che sicuramente è pronto a sclerare, per la stronzata che ha appena detto la mezzosangue.

In effetti è particolarmente bravo nel cruciatus.

E per la prima volta, vorrei davvero essere lontano dal mio migliore amico.

  
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