Norman si svegliò di soprassalto. Era steso sul
pavimento del corridoio del primo piano. Lentamente si sedette per terra. Era
tutto sudato e aveva dolore ad una spalla. Si rialzò a fatica e si trascinò in
camera sua. Diede un'occhiata alla sveglia. "… Le due…" mormorò Norman, girandosi verso lo specchio. Solo
ora si accorse di cosa stava indossando: aveva una strana tuta verde e
viola. "Ma che diavolo… ?" si chiese Norman,
strappandosi di dosso quell'affare. Dopo averlo fatto si sentì sollevato, quasi
più leggero. Si sedette sul letto, a riflettere. Non ricordava nulla. La sua
mente era completamente vuota. Ricordava soltanto che era tornato a casa, che Gerard gli aveva telefonato e… il vuoto. Scese velocemente
le scale (in slip) e cliccò il tasto della segreteria
telefonica. "Biip… S-Salve, sono Kolina. Norman, volevo chiederti,
sempre che per te non sia un problema… Domani volevo
visitarti, ecco. Va bene a casa tua? Per ora non ho uno studio tutto mio, e il
dottor. Bendix è in vacanza. Beh vengo domani alle…
Alle 10:00? Chiamami se vuoi spostare l'appuntamento.
Il mio numero è 3493652007. Ci vediamo domani!!… Biip… Fine del nastro." La segreteria si spense. Norman tornò a letto, ma prima prese un sonnifero, per una
notte senza sogni. Si svegliò alle 8:40. A dire il
vero, era sveglio da molto, ma non aveva avuto l'impulso di alzarsi,
semplicemente. Prese la vestaglia e scese a saltelli le scale (tanto per
variare un po'). In cucina trovò Harry, intento a
preparare la tavola. "Ciao papà! Il caffè è pronto. Siediti!" esclamò
Harry. Norman si sedette e,
prendendo la tazza di caffè, che non beveva spesso,
annusò l'aroma. Intanto Harry stava imburrando una
fetta di toast. "Che fai oggi?" chiese Harry
con la bocca piena.
"Oggi… ho una
visita e… il pomeriggio sono libero, è domenica, no?" disse sorridendo Norman. "Visita? Medica? Kolina?"
chiese con sguardo calcolatore Harry. "Si, Kolina…" "E' una donna molto solare, una che sa
cambiare le persone…" "Harry, non mi
interessa, se è questo che vuoi sapere."
"Ah… Ma… Beh, niente. Vado fuori, in giardino. E' proprio una bella
giornata." E così dicendo Harry uscì, sbattendo
sbadatamente la porta. "Quel ragazzino mi farà impazzire…" borbottò Norman mangiando il bacon e scartandone il grasso. A
pensarci bene, quella donna era molto attraente, ma Norman si era convinto di non essere più all'altezza di una
relazione seria, non dopo il divorzio. Con questi pensieri, finita colazione,
si mise a passeggiare per il corridoio osservando i vecchi ritratti di famiglia
che con occhi freddi lo scrutavano dall’alto. All’improvviso venne
interrotto dal campanello. “Arrivo!” urlò, visto che il campanello continuava a
suonare. “Ma chi cavolo è?” si chiese, guardando il citofono, dove vide una
faccia sorridente di un uomo che ben conosceva. “Norman
caro! Quanto tempo!” esclamò Thomas, buttandosi di
peso tra le braccia del suo amico, che sconsolato lo portò sul divano. “Cosa
fai di bello?” “Niente… Devo aspettare una persona…” Appena ebbe detto questo, Thomas ammiccò e sussurrò: “Finalmente l’hai trovata, eh?
Una da rimpiazzo, eh?”; Norman lo guardò male, poi
disse: “Sei proprio bislacco… Ah ah ah
ah!” Thomas aveva preso il
suo amico e lo stava solleticando utilizzando una tecnica molto avanzata.
“Basta!!! BASTA, MANIACO!!!! FINOCCHIO!!!! AH AH AH AH,
BASTA!!!” “Sai che con me non attacca, Norman Osbourne. E poi non mi offendi, amorino! Ci vuole ben
altro!” esclamò Thomas. Continuarono così per un po’,
fino a che squillò il cellulare di Norman. “P-pronto?” rispose Norman, ancora
con le lacrime agli occhi. “Norman? Sono Kolina… Senti, per la visita… Se vuoi facciamo un altro
giorno… Tuo figlio ha detto che sei… impegnato, e quindi…” “Che ore sono? Cioè,
non sono impegnato, è solo un amico che… Ma puoi
venire… VADE RETRO, SATANA! Dicevo, se vuoi venire ora, non c’è problema!” Norman tentava di fare un discorso normale
mentre Thomas aveva appena cominciato a
provarci con lui. Lo aveva fatto sedere vicino a lui e gli
stava accarezzando con occhi languidi la gamba. “V-va
bene… Allora aprimi, sono fuori dalla porta…” “Si,
arrivo…” Norman chiuse il telefono, assestò un
ceffone dietro la nuca di Thomas (“MI ROVINI I
CAPELLI!!!”) ed aprì la porta. Thomas si pettinò i
capelli e poi si presentò a Kolina: “Piacere, Thomas, migliore amico nonché aspirante amante del qui
presente Norman Osbourne” Norman si affrettò a correggerlo, visto lo sguardo
divertito di Kolina “”Non è
affatto vero! Gli piace scherzare!!”. Finalmente Kolina parlò “Lo avevo notato…” e poi si mise a ridere
perché Thomas si era messo a fare il baciamano a Norman, che lo stava picchiando con un ombrello dicendo:
“Fatti sotto, marrano, assaggerai la mia lama! Ah ah!”.