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Autore: michijei    06/11/2014    1 recensioni
“Si può tollerare un mondo di demoni per l’amore di un angelo. E ricordati, il diavolo non si presenta come un ometto con le corna ed il viso rosso, ma come il tuo desiderio più grande.”
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo due.
Ero ancora leggermente rossa dapprima per via delle sfere che non s'illuminavano, ma appena s'è illuminata quella sfera rimango per un attimo con il fiato sospeso, insieme a tutti gli altri presenti. Si avvicina il preside leggendo il nome scritto nel foglietto.
-'' Angelo del.. Destino'' rimango inerme non sapendo cosa fare o dire, tutti i presenti si alzano ed applaudono, io mi volto verso il preside leggermente rossa in viso. ''Si vada pure a sedere'' m'invita il preside e così faccio.
Dopo che la cerimonia degli angeli è finita ci portano a vedere la scuola mentre fanno la stessa cosa ma per i demoni.
La scuola è in tre piani; al pian terreno una vecchia palestra con vari attrezzi, una caldaia ed un ripostiglio. Al primo piano due o tre classi, la mensa, una cucina, l'aula d'arte, due entrate e nel corridoio la cattreda dei bidelli e due bagni uno per i maschi ed uno per le femmine.
Al terzo piano infine ci sono tutte le restanti classi, due bagni ovviamente, l'aula di tecnologia ed un'altra aula completamente vuota e l'aula magna.
Dopo aver fatto tutto questo bel giro della scuola portano ognuno nelle proprie classi assegnate al momento dal preside, io sono in B insieme a Leila, entriamo in classe scortati da un professore angelo, di matematica - primo giorno di liceo e subito matematica, magnifico direi.

 
-'' Buon giorno ragazzi'' sorride e ricambiamo il saluto ''Tra un pochino arriveranno il resto dei vostri compagni, i.. Demoni'' c'informa il professore ''come penso saprete per ognuno di voi c'è un demone con gli stessi poteri e dovrete imparare a conviverci forse per l'eternità'' parte un brusio ''calmi ragazzi!'' Ci ammonisce lui ''allora, sapete che una metà di voi sono angeli e l'altra demoni e, purtroppo per voi, accanto dovrete avere il demone con i vostri stessi poteri per tutto l'arco del liceo, per imparare a conviverci'' si siede.
-'' Cosa?'' Alza un sorpacciglio Leila ''ma è dall'asilo che sono seduta insieme a te! Non voglio di certo cambiare proprio ora per una stupida cosa come questa!'' Dice a bassa voce lei.
-'' D'altronde non possiamo farci niente'' alzo le spalle.

-'' Dai ragazzi, fate silenzio e sopratutto cambiatevi di posto, dovete stare con un banco libero'' c'informa lui e, nostro malgrado gli ubbidiamo.
Passano alcuni minuti dopo aver cambiato posto tutti quanti quando vediamo entrare altri dieci nostri compagni di classe, scortati dal preside, immediatamente noto un ragazzo in mezzo a tutti gli altri -cosa che non capita spesso. Il professore inizia a fare l'appello ed ogni demone si siede accanto al proprio angelo, Leila finisce accanto ad un ragazzo alto quanto lei - centimetro più, centimetro meno -, capelli ricci e neri ed occhi azzurri con occhiali leggeri, Gavin Sweatte.
-'' Landon Cruz?'' Domanda il professore.
-'' Presente'' risponde con pochissima voglia un ragazzo che avevo notato poco fa, media altezza con i capelli sul biondo scuro rasati ai rispettivi lati - come qualunque ragazzo in questo momento d'altronde - e più lunghi di sopra, occhi penetranti ed azzurro ghiaccio, un piercing al sopracciglio sinistro ed uno al labbro inferiore sempre a sinistra con un tatuaggio nel braccio visibile grazie alla canottiera che porta.
-'' Qual'è il tuo potere?'' Domanda lui guardandolo e scrutandolo.
-'' Destino'' risponde lui con noncuranza.

-'' Bene, si sieda all'ultimo banco vicino alla finestra'' gli ubbidisce venendosi a sedere accanto a me. ''Ragazzi ora io sbrigherò alcune faccende mentre voi parlerete solo con il vostro vicino di banco per conoscervi meglio e mi raccomando non fate casino!'' Detto questo esce dall'aula, poso lo zaino verde sul banco tirando fuori astuccio e diario ed anche il cellulare ed inizio immediatamente a messaggiare con alcuni amici. L'ho posato per venti minuti e già ci sono venti messaggi, dannati gruppi chatt.
-'' Ehi, non dovremo parlare per conoscerci meglio?'' Sento la sua voce come un brusio noioso provenire accanto a me.
-'' In teoria sì'' alzo le spalle.
-'' Ed anche in pratica'' mi prende il cellulare - o meglio me lo strappa dalle mani - ''non hai sentito il prof?'' Mi guarda alzando il sopracciglio con il piercing.
-'' Si, l'ho sentito. E tu non hai sentito quello che ho detto? Non m'interessa, ed ora ridammi immediatamente il cellulare'' lo guardo male.
-'' A parte che non ti ho sentito affatto dire che non te ne frega, angie, e te lo ridarò solo quando avremo fatto conversazione'' fa un sorrisetto.
-'' Ma sei serio?'' Gli domando con tono ironico.
-'' Serissimo, angie''
-'' Come vuoi tu, allora che vuoi sapere?'' Mi rassegno.
-'' Com'è che sei un angelo ma non segui le regole?'' Ridacchia ridandomi il cellulare e lo poso nella tasca sinistra.
-'' Non hai mai conosciuto un angelo prima d'ora, vero?'' Lo guardo alzando un sopracciglio ''Non siamo tutti con l'aoreola e le ali bianche e facciamo del bene seguendo le regole, come voi non avete le corna, la coda ed il forcone e non fate solo del male''
-'' Le ali ci spunteranno quando usciremo dal liceo'' ridacchia ''a voi bianche ed a noi nere, e le corna io le ho già'' ride di nuovo ''quella stronza della mia ex, con un mio amico. Un mio ex amico'' rido con lui.
-'' Non intendevo quel tipo di corna, e delle ali mi ero scordata'' alzo le spalle.
-'' Come ti chiami?'' Mi domanda lui.
-'' Elizabeth, ma tutti mi chiamano Effie, tu?'' Gli domando anche se sapevo già la risposta.
-'' Landon, ma tutti mi chiamano bel figone'' ridacchia.
-'' Che simpatia'' mi trattengo dal ridere.
-'' Non importa come ti chiamano gli altri, per me sarai angie''
-'' Ah beh, come vuoi'' alzo le spalle con poco interesse.
-'' Quanti anni hai?'' Mi domanda.
-'' Quindici compiuti da poco, te?'' Gli domando con poco interesse.
-'' Diciassette''
-'' Ma sei in prima superiore'' lo guardo alzando un sopracciglio.
-'' Sono bocciato un paio di volte, in prima e terza media'' alza le spalle con noncuranza ''che vuoi farci?'' ridacchia.
-'' Ah, okay'' prendo una penna ed inizio a scarabbocchiare sul diario.
-'' Di dove sei? Di queste parti?'' Che è? Un quiz?
-'' Sì, abito a cento metri dalla scuola, te?''
-'' Un po' più lontano, a mezz'ora da qui più o meno'' alza le spalle ''quindi siamo rari, a quanto pare non ci sono due come noi da millenni ha detto il preside'' ride.
-'' Io ho fatto una figura di merda alluccinante''
-'' Parli anche male, mh, molto male per un angelo'' mi guarda serio ''comunque, quale?''
-'' Non aveva messo quella sfera, quella del destino, e non si è illuminata nemmeno una sfera, mi ha chiesto se ero umana e tutti hanno iniziato a ridere'' scuoto la testa al solo ricordo, lui scoppia a ridere.
-'' Stai scherzando?'' Mi guarda, faccio cenno di no e ride più forte. Penso l'odierò.
  
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