Secondo
capitolo
Harry
Potter sfrecciava in sella alla sua moto per le vie della Londra babbana, mentre
il tipico tepore primaverile era stemperato da un venticello fresco che,
abbinato ad un cielo coperto, non prometteva niente di
buono.
Fermatosi
nel grande parcheggio di fronte l'agenzia fotografica, il moro si tolse il
casco, sistemandosi i capelli. Il suo abbigliamento, unito ad una eccessiva dose
di vanità ed arroganza, consentiva ad Harry di camminare altero per la strada,
con un' andatura audace, accompagnato da un perfetto ghigno, che gli anni
passati avrebbe attribuito a quei bastardi Slytherin.
Ripensando
al suo passato, adesso che aveva scoperto la sua nuova personalità, Harry era
sicuro che il cappello Parlante avesse ragione a volerlo spedire fra i
verde-argento.
Chiunque
avesse visto Harry Potter ora, di sicuro non l'avrebbe mai accostato al
ragazzino mingherlino e dimesso di una volta: aveva cambiato tutta quella che
era la sua vita, dai modi di fare, alle abitudini e perfino le amicizie. Oramai,
si era allontanato completamente da quella che un tempo era stata la sua
famiglia.
L'unica
persona che sentiva, di tanto in tanto, era Hermione; anche se in fin dei conti
il ragazzo avrebbe dato volentieri un taglio netto al passato. Ma la ragazza,
ormai divenuta una donna, aveva escluso a priori la possibilità di troncare
così, un'amicizia durata anni, per cui, ogni volta che usciva una nuova campagna
pubblicitaria, od occupava le prime pagine delle copertine dei tabloid, Harry si
aspettava sempre una sua telefonata.
Aveva
poche amicizie anche nel mondo babbano: oltre ai colleghi dello staff non aveva
conosciuto nessuno, da poter considerare come un "amico". La guerra aveva
cambiato anche il suo lato amichevole e affettuoso; oramai preferiva di gran
lunga uscire da solo, a spassarsela con qualche ragazzo, per poi mandarlo via al
mattino e tornare a caccia la notte successiva... insomma, sembrava in tutto e
per tutto un vero serpeverde.
Ciò
che era stato il suo punto di forza per sconfiggere Voldemort, poi gli si era
rivoltato contro, diventando il suo maggiore punto debole: l'Amore.
"Basta
relazioni e sentimenti ", questa frase era diventata la sua nuova filosofia di
vita, il mantra che si ripeteva ogni mattina sdraiato sul letto, accanto
all'ennesimo sconosciuto.
Ci aveva preso l'abitudine, e per niente al mondo
avrebbe sconvolto nuovamente l'equilibrio che si era così duramente creato...
Varcando
il portone dell'ufficio si ritrovò sommerso di segretarie, tutte pronte a
servirlo e riverirlo; un'altra abitudine alla quale il suo nuovo narcisismo non
avrebbe mai rinunciato. Alle volte, il suo modo di fare attuale gli ricordava
Malfoy...Malfoy, chissà perché gli tornava in mente ogni
tanto...
Congedò
con un gesto della mano le varie assistenti, che stizzite si allontanarono,
mentre lui si avviò nella direzione opposta, diretto all'ufficio del suo agente.
Senza
neanche bussare, entrò nella grande stanza circolare, dove Brian era intento a
parlare al telefono piuttosto animatamente.
"Me
ne sbatto dei tuoi problemi, ho bisogno di quei preventivi domani al massimo,
non ho mica tempo da perdere!" così dicendo, chiuse piuttosto bruscamente la
chiamata con il malcapitato. Nel frattempo, Harry si era comodamente seduto
sulla poltrona di pelle ed aveva appoggiato i piedi sulla scrivania, proprio
come se fosse a casa sua.
Brian
si accomodò sulla poltrona, dall'altra parte della scrivania, e guardò il
giovane Potter con sguardo truce:
"Non
vieni pagato per fare quello che vuoi, sai Potter? Ringrazia che hai il
contratto firmato, altrimenti saresti in mezzo alla strada!" fece un gesto con
la mano per far togliere i piedi dalla scrivania, ma il moro lo ignorò e prese a
sbeffeggiarlo.
"Non
hai abbastanza fegato per cacciarmi dal tuo paradiso... sono io la tua star,
adesso! Cosa faresti senza di me?" Brian tacque, sapendo che discutere con il
suo più ricercato modello sarebbe stato come parlare con un mulo, o peggio,
tentare il suicidio.
Valeva troppo quel ragazzo per la sua carriera, ed
attirare le sue ire non sarebbe stata una mossa vincente.
"Dovevi
essere qui alle nove, dovevi vestirti ed essere pronto per il trucco... e invece
eri a casa a dormire, o a fare solo Dio sa cosa!" si coprì gli occhi e simulò
con un gesto volgare quello che voleva lasciar intendere.
"Ho
dovuto rinviare il servizio a domani, fotografi e truccatrici rimandati a casa
senza aver ottenuto niente, chi me la rimborsa la giornata eh, Potter? La scalo
dal tuo stipendio?" riprese, ancor più irritato, Brian davanti al sorrisino
strafottente che faceva bella mostra sul viso del giovane.
"Te
l'ho detto, ho avuto dei problemi a casa" rispose, in tutta tranquillità, il
moro. Brian sbuffò.
"Dove
ti sei cacciato, ieri sera? Ti sei appartato con quel tizio e poi non ti ho più
visto, dove eri finito?" chiese l'agente, cambiando argomento e tornando almeno
in parte calmo.
"Sei
sicuro di volerlo sapere? Io non credo! Avevi detto che c'erano dei documenti
per me, di che si tratta?" chiese, fingendo interesse.
"Niente
d'importante, soltanto alcuni fogli per l'assicurazione e il nuovo contratto di
cui ti parlavo ieri sera. La Brooks Athletics ha richiesto esplicitamente la tua
presenza, ma dovrai dividere i riflettori con un altro ragazzo, il nuovo collega
di cui ti parlavo."
Cercò sulla scrivania alcuni documenti che porse
ad Harry.
"Biancheria
intima? Bene! Quando si comincia?" chiese, mentre con una Biro firmava i
documenti per l'assicurazione.
"Si
cominciava oggi, razza di scapestrato. Adesso sbrigati a firmare questi
documenti, che ti faccio conoscere il nuovo modello!"
"Fantastico"
sussurrò Harry, nel momento in cui dal telefono sulla scrivania arrivò il
segnale di chiamata interna.
"Si,
Sarah?" disse Brian, con voce annoiata, premendo il pulsante di
ricezione.
"Signor
McGowan, c'è il modello della Brooks Athletics nell'atrio, posso farlo passare?"
chiese la segretaria, alquanto timorosa.
"Si,
certo, fallo entrare!" rispose Brian.
Dopo
neanche due minuti, si udì bussare alla porta, e Brian invitò il giovane ad
entrare.
"Avanti,
giovanotto, entri pure."
"Salve,
signore" disse, con voce strascicata, non appena si fu accomodato.
Osservò
la stanza e si soffermò a guardare la figura del ragazzo, stravaccato sulla
poltrona.
"Potter?"
chiese incredulo, proprio mentre l'altro esclamava in contemporanea un
altrettanto incredulo:
"Malfoy?"
Ecco
postato anche il secondo chappy… che ne pensate?
Voglio
ringraziare la mia Beta, Annaly, che
corregge i miei deliri xD
Inoltre
ringrazio chi ha letto questi primi capitoli e soprattutto che mi ha lasciato un
commento:
antote:
Ah si lo so… Harry bastardo è piuttosto utilizzato come protagonista, comunque
spero che oltre a questo inconveniente continuerai a seguire la mia fic e farmi
sapere cosa ne pensi ;) Grazie del commento… Bacioni ;)
ragazzasilenziosa: Ma che bello trovarti anche di qua! Sono
veramente contenta che la storia ti piaccia… mi vuoi far arrossire con tutti
questi complimenti? Sei veramente troppo gentile… Alla prossima… Bacioni
;)
miss pink 87: Oh che bello non solo a me piacciono
le storie con Harry sexy da morire xD Sono felice che l’idea ti piaccia,
continua a seguirmi e fammi sapere che ne pensi dei prossimi chappy! Bacioni
cara ;)
Volevo farvi
sapere, che i primi cinque capitoli di questa fic sono già stati scritti, e di
conseguenza l’aggiornamento arriverà relativamente presto, penso di postare il
prossimo tra due giorni.
Poi quando avrò
finito i capitoli a disposizione,l’aggiornamento arriverà una volta a settimana,
sempre se gli impegni me lo permetteranno ^.^
Intanto voi fatemi
sapere che ne pensata di questo capitolo! Bacioni e alla prossima!
;)