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Autore: rossella0806    08/11/2014    2 recensioni
Alessandro Terenzi è un giovane commissario di Torino: è scapolo e vive con la sua tartaruga, Miss Marple, in un trilocale.
E' la sua prima avventura online: si ritroverà infatti ad indagare su un caso complicato che avrà dei risvolti clamorosi. Per riuscire a dipanare la matassa, verrà in suo aiuto un misterioso "collaboratore", che gli consiglia di andare in Toscana, a Porto Ercole.
Qui incontrerà dei personaggi ognuno con una caratteristica e una storia diverse, e verrà a conoscenza di un passato che spesso ritorna.
Se a Torino Terenzi è sempre affiancato dall'ispettore Ghirodelli, nella provincia grossetana, il giovane poliziotto sarà accompagnato da una ragazza, Ginevra, laureata in Archeologia, amante dei dolci e "sfruttata" dal notaio Marchetti, suo datore di lavoro.
Insieme riusciranno a risolvere il Mistero a Doppia Indagine!
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
Capitoli:
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Terenzi sta rientrando all’agriturismo quando vede Oldoini attenderlo appoggiato alla volante della polizia:
-Buon giorno, commissario, cercavo proprio lei-
-Buon giorno, ispettore, mi dica. Novità sull’elenco che le ho chiesto?-
-Nessuno dei quattro uomini ha precedenti, per la legge sono puliti-
Terenzi si passa una mano sulla barba incolta:
-Me lo sentivo, ma fino all’ultimo ho sperato che avessero compiuto qualche delitto o qualche furto che potesse anche solo vagamente ricordare le dinamiche dell’indagine. Vorrà dire che ricominceremo daccapo- conclude sospirando.
-Proprio dall’inizio non direi. Abbiamo trovato una chiave sotto la finestra della stanza in cui è avvenuta l’aggressione ieri sera … - continua Oldoini.
-Bene, qualcosa di concreto, finalmente! E si sa già a chi appartiene o che cosa apre?- chiede ansioso Terenzi.
-Per ora no. Da un primo rilievo sembra sia un modello usato per i portoni vecchio stile, sa quelli che hanno più ruggine che vernice per intenderci … ?-
-Sì, ho presente … ce l’ha qui? Posso vederla?- domanda il commissario, tendendo già la mano destra.
-Certo- il poliziotto gli porge la chiave custodita in una busta di plastica per conservare le eventuali impronte digitali.
-Se questa notte non ho dormito per l’aggressione di ieri sera e per questo stramaledetto caldo, da stasera non dormirò più del tutto!- conclude amareggiato Terenzi, restituendo l’indizio e aggiungendo di non aver mai visto quel tipo di oggetto lì all’agriturismo:
–Inoltre le chiavi delle nostre stanze non sono di questa forgiatura-
-Aspetti a darsi per vinto, c’è un’altra novità … - continua Oldoini
-Di che tipo?-
-I miei uomini, poco prima che arrivasse, hanno trovato questo biglietto. Credo che lei conosca già la scrittura- l’uomo porge a Terenzi un pezzo di carta scritto con gli stessi minuti ed eleganti caratteri che il commissario ha ben in mente:
-M-a ma questo è identico ai precedenti messaggi!-
Terenzi guarda stupefatto l’ispettore. Quel pazzo criminale lo ha seguito proprio come si era immaginato poche ore prima:
“Commissario, le è piaciuto lo scherzetto che le ho fatto ieri sera?! Pensavo che avrebbe capito subito che anch’io sono qui in questa bella cittadina di mare! Per il momento la saluto. Il suo fedele amico Giovanni Arcangeli”
-Ispettore, mi dica che ho le allucinazioni! Non c’è altra spiegazione-
-Mi dispiace deluderla, ma quello che vede purtroppo non è frutto della sua immaginazione … che cosa pensa di fare adesso?-
-Se è davvero l’Arcangeli che stiamo cercando, mi dispiace dirlo, ma si è incastrato con le sue stesse mani: i miei colleghi a Torino lo hanno visto in faccia e, anche se ancora non mi spiego come possa essere arrivato fin qui eludendo la sorveglianza, dev’essere da qualche parte lì fuori e farò di tutto per catturarlo!-
-Ha ragione, sotto questo aspetto abbiamo la fortuna dalla nostra: direi che è un buon punto di ri-partenza! Mi faccia avere via fax l’identikit dell’uomo, lo diramerò in tutta la zona entro un’ora-
-Sarà la prima cosa che chiederò a Ghirodelli, ispettore. Anche se non ci spero, le posso chiedere di far esaminare il biglietto alla Scientifica?-
-Ci ho già pensato:appena torno in centrale, lo faccio analizzare subito. Stia tranquillo, commissario, vedrà che lo prenderemo-
 
                    
∞∞∞∞∞∞∞∞∞
 
Il pomeriggio prosegue in un’altalenarsi di eventi che non fanno altro che aumentare lo stato di continua apprensione in cui il commissario si ritrova impantanato da quando è arrivato appena il giorno prima.
Terenzi ha provato di tutto: in internet cercando notizie su Rachmaninov che, non sapendo di preciso cosa individuare, è come se non le avesse nemmeno iniziate; poi ha controllato i referti delle prove calligrafiche fattigli avere dalla Scientifica, talmente certo che non ci fossero impronte, da mettere la mano sul fuoco, e in effetti così è stato; e, ovviamente, non ha tralasciato di leggere tutti gli interrogatori della notte in cui è avvenuta l’aggressione alla signorina Gandolfi.
Risultato di quelle ore: niente, in una stanza appena ripulita da cima a fondo avrebbe sicuramente trovato almeno un granello di polvere, su quei biglietti scritti da Giovanni Arcangeli invece è come se avessero usato l’inchiostro simpatico.
Quello sdoppiarsi tra Torino e Porto Ercole lo sta facendo impazzire. Nella sua città tutta la squadra è impegnata nelle ricerche dell’evaso: se davvero è qui in Toscana, in qualche modo deve esserci arrivato, continua a ripetersi il poliziotto, e prima o poi riusciremo a trovarlo.
Ogni strada è costellata di posti di blocco, sono stati diramati in entrambe le città e provincie foto segnaletiche insieme all’identikit dell’uomo, i giornali scrivono del fuggitivo, eppure ancora nessuna notizia…
Il commissario sta uscendo dalla doccia quando squilla il cellulare:
-Ghirodelli, dimmi-
-Ci sono buone notizie! Abbiamo ricevuto una segnalazione: una donna ci ha detto che ieri sera, intorno alle ventuno e quaranta mentre stava portando fuori il cane, ha visto un uomo che assomigliava incredibilmente a Giovanni Arcangeli-
-Quindi è ancora a Torino?!-
-Sembrerebbe di sì-
-E’ sicuro o è qualcosa di campato per aria?-
-Sì, commissario, è sicuro. Insomma, era buio e la donna fa quella strada ogni giorno, però dice che l’ha visto …-  Ghirodelli non è del tutto convinto, sa che deve ponderare per bene le parole, non ha nessuna voglia di subirsi l’ennesima ramanzina dal suo capo in meno di ventiquattr’ore.
-Ho capito, continua. Altre novità?- sbuffa Terenzi, il cellulare nella mano destra, la sinistra alla ricerca di una maglia pulita nella valigia.
-Ecco, la donna lo ha notato perché scappava come un disperato, ma si è fermato per una manciata di secondi dietro a una macchina, vicino a un lampione. E’ in quel momento che ha potuto vederlo-
-Almeno di questo particolare è convinta?-
-Sì, su questo punto è assolutamente certa-
-Benedetto quel cane, allora…-
-Come, commissario?-
-Niente. Continuate con le ricerche, e se avete delle notizie, chiamatemi anche di notte. Tanto con tutto quello che sta succedendo è impossibile dormire-
-D’accordo, non si preoccupi. Appena ho qualche novità, gliela comunico. Buona serata-
-Grazie, anche a te – e sospirando, l’uomo richiude con un colpo energico la valigia, dimenticandosi di prendere la maglietta.
 
 
In attesa della cena, Terenzi esce in veranda dove la mattina ha fatto un’inesistente colazione, per colpa del suo stomaco perennemente chiuso: è affacciato alla terrazza che dà sul giardino, in lontananza il mare calmo e più vicino la distesa a perdita d’occhio della campagna toscana.
Il frinire dei grilli e di qualche civetta appollaiata chissà su quale albero, lo distoglie per qualche secondo dai suoi monotoni pensieri.
-Buonasera, commissario-
L’uomo si gira e si ritrova davanti Ginevra avvolta in un elegante tubino nero.
-Ah, è lei. Le è venuto in mente qualcosa?-
-No, ci ho pensato e ripensato, ma tutto quello che ho visto gliel’ho già raccontato questa mattina. Mi dispiace-
-Non è lei che si deve dispiacere. E’ tutta questa situazione che è assurda. In dodici anni di servizio non mi è mai capitato niente del genere … -
- Dev’essere frustrante non riuscire a risolvere un caso, ma sono sicura che ce la farà- lo consola Ginevra, sorridendo
- Se non dovessi farcela, non mi sentirei a posto con la mia coscienza di uomo e di poliziotto - Terenzi la guarda e ricambia con un sorriso incerto quello di lei, poi continua in tono più sollevato:
-Come è andata la giornata? A pranzo non c’è stata occasione di chiederglielo-
-Bene, il paese è molto grazioso e sono riuscita a trovare un tratto di spiaggia tranquillo dove leggere e prendere il sole!-
-Mi fa piacere-
L’uomo emette un sospiro quasi impercettibile, lo sguardo perso verso la distesa al tramonto del mare.
-Commissario, a proposito di coscienza, c’è una cosa che dovrei dirle- la ragazza distoglie lo sguardo dal suo interlocutore, gli occhi sulle mani incrociate.
-Riguarda lei?-
-Sì- risponde Ginevra titubante.
-Non mi dica che è successo qualcos’altro, la prego!- replica allarmato il commissario, voltandosi di scatto, la schiena appoggiata alla balaustra.
-Oh no, non è successo nulla per fortuna! E’ solo che credo di aver fatto una cosa… illecita-
-Illecita?! In che senso?-
-Questa mattina, come le ho detto prima, sono andata in giro per il paese e ho fatto delle domande ai negozianti, loro sanno sempre qualcosa di interessante quando accadono episodi di questo genere … - spiega la giovane tutta d’un fiato.
-E chi gliel’avrebbe detta questa sciocchezza?!-
Sebbene la luce lunare stia prendendo lentamente il sopravvento e quella fioca dei lampioni già accesi nel giardino sottostante non riescano ad illuminare alla perfezione il viso di Ginevra, su di esso si può, senza difficoltà, leggervi imbarazzo e timidezza.
-Mi sta dicendo che si è spacciata per un poliziotto?!- continua Terenzi, in cambio di quell’ostinato e un po’ infantile silenzio.
-No, questo no! Non mi sarei mai permessa. E’ che volevo esserle d’aiuto in qualche modo, ho fatto finto di…-
-Non voglio nemmeno saperlo! Senta- prosegue l’uomo, cercando di controllare il più possibile la voce - a me fa piacere questo suo interessamento nel caso, ma non può e non deve immischiarsi in faccende che non la riguardano! Può essere molto pericoloso, lei non ha esperienza, e per quanto entusiasmo abbia, non serve in situazioni del genere, glielo assicuro!-
Terenzi si passa la mano sulla barba incolta: quella ragazza è un pericolo pubblico, pensa.
-Lo sapevo che non dovevo dirglielo-
-Signorina, la prego. La smetta di fare l’investigatrice dilettante. E’ per il suo bene-
-Ma commissario…-
-Non voglio fare la parte del poliziotto cattivo, anche perché  credo non mi si addica per niente. Mi dia retta, dimentichi l’episodio che è successo ieri, continui a fare la parte della turista, si goda la sua vacanza lei che può!-
-Sì, ma le assicuro che non è successo niente, che…-
-Ora mi scusi, devo andare. Prima di cena ho urgenza di sentire un’altra volta la signorina Gandolfi. Buonasera-
 
   
                                                     ∞∞∞∞∞∞∞∞∞           
                          
 
Terenzi bussa alla camera della ballerina.
 -Avanti… ah, commissario è lei! Si accomodi-  esordisce la donna una volta accertata l’identità del suo visitatore: indossa una maglietta a maniche corte e una gonna di seta e, con un gesto della mano, indica la sedia di fronte alla sua sul balconcino.
-Sì,grazie- il poliziotto si siede.
-E’ tornato per interrogarmi, vero?-
-Esatto. Vede, quello che è successo l’altra sera mi sembra  così strano da non riuscire a trovare risposta. E poi penso che sia la stessa cosa anche per lei, motivo in più che è stata direttamente coinvolta … -
-Sì, la capisco, è così. E la ringrazio per come sta svolgendo il suo lavoro-
Il commissario annuisce, un movimento di assenso con il capo come gesto di ringraziamento.
-Ma non so che altro dirle-
 -A Torino- prosegue l’uomo annuendo assorto -sto conducendo delle indagini molto particolari, che mi hanno portato qui a  Porto Ercole. Ecco, è dall’incidente di ieri sera che continuo a chiedermi che cosa possa collegarla al caso di cui mi sto occupando … -
- Le ripeto, commissario, purtroppo non so proprio come aiutarla…-
-Ha per caso qualche fan troppo insistente nell’ultimo periodo?-
La ballerina abbassa per un istante lo sguardo, poi riprende:
-No, che io sappia direi di no. Ogni volta che incontro degli ammiratori, uomini o donne che siano, sono sempre gentili con me, spesso mi regalano dei fiori ed io li ricevo con disponibilità e cortesia: firmo autografi, mi presto a farmi fotografare, cose del genere insomma. Sa, commissario, nel nostro campo, quello degli artisti, non si è niente senza gli ammiratori, loro sono fondamentali per iniziare e per continuare a fare questo mestiere. Essere sempre cordiali con loro è il minimo-
Il poliziotto abbozza un sorriso, comprensivo, un po’ com’è il questore: devo sempre cercare d’ingraziarmela, altrimenti avrei già smesso da un pezzo di fare questo lavoro.
-Capisco. E a proposito del suo rapporto con i fan, si ricorda qualche episodio spiacevole che l’ha vista coinvolta? Magari anche con qualche collaboratore o qualche collega … ?-
La ballerina scuote la testa per l’ennesima volta, le mani intrecciate appoggiate alla gonna rosa antico:
-No, non mi è mai successo nulla di spiacevole. Anzi, ho sempre avuto la fortuna di lavorare con grandi professionisti e di trovarmi bene con loro, sia dal punto di vista lavorativo che dal punto di vista umano-
Una donna dal passato lindo come quello di un bambino, pensa tra sé e sé Terenzi:
-Ha parlato a qualcuno dell’esibizione che avrebbe fatto la scorsa sera? - continua incuriosito il commissario
-Sì- risponde senza indugio la donna - ieri pomeriggio ho telefonato al mio agente, Andrea Mirafiori, e oltre a lui anche gli ospiti dell’agriturismo lo sapevano, la signora Gabriella aveva preparato una locandina. L’avrà vista anche lei, giù all’entrata … ?- risponde Serena.
Terenzi annuisce, poi prosegue:
-E questo Mirafiori è una persona fidata?-
-Assolutamente sì! Lui e la moglie hanno appena avuto una bambina che hanno chiamato come me: direi che se ci fossero stati degli screzi o cose simili, di certo avrebbero scelto un altro nome!- sorride la donna, orgogliosa per quel dato di fatto.
-Certo, ma a parte questo, può dirmi qualcosa in più riguardo il suo agente?-
-Io e Andrea ci siamo conosciuti alla scuola di danza che ho frequentato circa dodici anni fa e nella quale mi sono diplomata. Lui era un giovane coreografo molto capace e così, quando ho iniziato a diventare famosa, l’ho preso con me come agente personale: ormai lavoriamo insieme da otto anni-
-Dove abita?- chiede Terenzi
-Vicino a San Gemignano, la moglie è di quelle parti-
-Lei conosce un certo Giovanni Arcangeli?-
La ballerina ci pensa un attimo, poi scuote delicatamente la testa, le labbra arricciate come se si sforzasse d’incasellare quel nome al giusto posto nella sua memoria:
-No, perché? C’entra qualcosa con l’aggressione che ho subìto ieri sera?-
-Non si preoccupi, mi ricollegavo semplicemente al caso di cui le ho parlato prima, se non lo conosce meglio così … - risponde sorridendo Terenzi.
-Un’ultima cosa- prosegue  -per caso ha sentito il rumore di una chiave che cadeva mentre si stava esibendo o quando sono andate via le luci?-
Serena Gandolfi lo guarda accigliata:
-Una chiave? No, non mi sembra-
-Va bene. E’ stata molto chiara. Ovviamente se le dovesse venire in mente qualche particolare o qualche episodio di screzio che ha avuto in passato, me lo faccia sapere- l’uomo si alza dalla sedia e stringe la mano dalle dita lunghe e le unghie curate che la donna gli porge.
-Sarà fatto, commissario-
-La ringrazio, ci vediamo giù a cena-
 
 
Nota dell’autrice: grazie a tutti quelli che hanno letto la mia storia fino adesso e, ovviamente, grazie a coloro che continueranno a farlo!
Vi chiedo solo un piccolo favore: se riuscite – e se volete- lasciate un commento, sia esso positivo che negativo, così da capire quali sono le cose che devo migliorare per il bene del racconto!
Ciao a tutti, a presto!
rossella0806
 
   
 
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