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Autore: Lumik Lovefood    08/11/2014    1 recensioni
Sua madre aveva un tempismo perfetto per dargli notizie riguardanti la sua vita sentimentale. Più che tempismo, ora che ci pensava, approfittava dei momenti in cui lui non aveva grande lucidità mentale e spiattellargli le sue trentasette parole retoriche alla velocità della luce, e lui si ritrovava ad annuire meccanicamente, come quando le diceva di “sì”, solo per farla zittire. Frank si era sempre ripromesso di ascoltare la madre almeno per i primi diciassette secondi di discorso, ma puntualmente non ascoltava nemmeno i primi cinque, e così si ritrovava spesso e volentieri in situazioni a lui ostiche e del tutto incalcolabili della sua vita, come pranzo dai parenti, oppure accompagnarla a qualche zia malata di domenica mattina o, addirittura, di dare il benvenuto in casa al suo nuovo compagno-barra-promesso sposo.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frank Iero, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimerchemenedimenticosempre: i persone citate in questa storia esistono realmente (ma dai!) ed i loro caratteri o modi di fare sono frutto della mia fantasia; questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Se i MCR mi appartenessero, sicuramente non si sarebbero sciolti, ma avrebbero dovuto fare a meno di Frank Iero, dato che starei tutto il giorno a spupazzarmelo per benino.


 

Fear to Trying




- I'm Okay (maybe) -



Il giorno dopo, Marnie fu svegliata dalla voce di Linda che le diceva che doveva svegliarsi altrimenti avrebbe perso il pullman per andare a scuola. Si stropicciò gli occhi e la ringraziò, per poi alzarsi dal letto, prendere la divisa scolastica e raccattare la sua roba per il bagno da uno scatolone non ancora svuotato, e dirigersi allo stesso per prepararsi.
Linda andò anche nella stanza di Frank e lo svegliò, seppur con meno gentilezza di quella che aveva usato con la ragazza. Frank mugugnò qualcosa e si girò dall'altro lato, costringendo la donna a spalancare le imposte della finestra ed a strappare dalle mani del figlio la coperta che lo copriva fino al capo.

Svegliati! Marnie è già in piedi ed non ha fatto una piega!” lo sgridò la madre, uscendo dalla sua stanza.
Passarono diversi minuti, prima che i piedi di Frank incontrarono il pavimento freddo della sua stanza. Si stiracchiò le braccia e prese la sua divisa scolastica, andando verso la porta del bagno con solo i boxer addosso, aprendola di scatto.
Dentro di esso c'era una ragazza che si pettinava davanti allo specchio una lunga chioma castana, già vestita di tutto punto con la divisa femminile della sua scuola.
Marnie si girò verso di lui, arrossendo un poco sulle guance, e smettendo di pettinarsi “Era il tuo turno del bagno?” gli chiese, mortificata.
Frank scosse il capo freneticamente, mugugnando un “scusa” poco convinto “Avrei dovuto bussare.” continuò poi a dire, grattandosi il petto nudo con la mano destra.

Non preoccuparti.” mormorò la ragazza, raccogliendo la sua roba ed uscendo dal bagno, ma prima di richiudersi la porta alle spalle, si girò verso Frank “Alla tua scuola, le ragazze devono avere i capelli sciolti o legati?”
“Legati.”
Marnie scrollò le spalle “Comunque, buongiorno.” e gli sorrise, chiudendo la porta.

Quando scese, trovò tutta la famiglia al completo: sua madre era impegnata a cuocere bacon e pancakes ai fornelli, Scott leggeva il giornale del giorno mentre sorseggiava una tazza di caffè americano e Marnie intingeva dei biscotti al cioccolato nel latte freddo. Si era legata i capelli in una treccia laterale che le arrivava fin sotto al seno. Quando sua madre lo guardò entrare, lo squadrò da capo a piedi, lanciandogli un'occhiata contrita.
Ancora sai fare il nodo alla cravatta?”
Frank sbuffò ed incontrò lo sguardo di Scott, che sorrise.

Avanti Linda, mica è un avvocato? Io ho imparato a farlo la mattina del mio dottorato...”. Il ragazzo lo ringraziò con lo sguardo, e si sedette affianco a Marnie, agguantando un pancakes e versandosi del succo.
E' uscito il nuovo Harry Potter, Marnie.” - Frank drizzò le orecchie.
Lo so, papà. E' il quinto, se non mi sbaglio.”
Leggi Harry Potter?” chiese Frank alla ragazza.
Legge? Frank, stai parlando con una che mangia, i libri di Harry Potter...”
“Anche io li leggo.” continuò il ragazzo, beccandosi un sorriso dalla ragazza.
Linda, però, fece un gesto ai ragazzi “Dovete andare, o perderete l'autobus!”
Si alzarono da tavola e corsero a prendere i loro zaini, per poi precipitarsi in strada. Frank cercava di aggiustarsi la cravatta alla meno peggio, borbottando insulti alla stessa.
Marnie lo guardava con la coda dell'occhio, per poi fare un sorrisino “Lascia. Faccio io.”. Sciolse il nodo storto che Frank aveva fatto ed aggiustò meglio la cravatta intorno al colletto della camicia. Le sue dita erano gelide e si scontrarono col collo bollente del ragazzo, che rabbrividì un poco. In meno di un minuto, fece un nodo perfetto e lo strinse largo attorno a Frank.
“Grazie.” mormorò questi.
Marnie gli sorrise e si volse a guardare l'enorme autobus giallo che si era fermato di fronte a loro. Frank salì per primo e raggiunse un gruppo di ragazzi seduti sul fondo del mezzo. Marnie lo osservò e si morse un labbro. Si guardò un po' in giro e trovò una coppia di sedili vuoti, su cui si sedette, prese il suo mp3 e fissò gli occhi fuori dal finestrino.

Frank, non si era nemmeno reso conto di aver lasciato indietro la ragazza quando era salito sul pullman, perché si era avvicinato direttamente ai suoi amici.
Dov'è tua sorella?” gli chiese curioso Gerard, guardando i vari sedili.
Il ragazzo sgranò gli occhi. L'aveva persa il primo giorno di scuola, ed non erano nemmeno arrivato all'edificio! “Ce l'avevo dietro fino a poco fa...” disse, allungando il collo.

Sei senza speranza...” mormorò Mikey, scuotendo il capo.
Se si perde?”
Non credo, Ray... Aspettate, l'ho vista. E' seduta a metà.”
Perché non viene qui?” chiese Gerard, sporgendosi anch'esso per vedere la ragazza.
“E' quella con la treccia castana.” disse distrattamente Frank “Bah, va' a capirla.”

Marnie era nel suo mondo fatto di prati verdi, libri da cinquecento pagine e musica dei Red Hot Chili Peppers, quando una mano le si posò sulla spalla. Alzando gli occhi, vide la figura di Frank farle cenno di seguirla, dato che erano arrivati a scuola. Spense e ripose il suo mp3 nella borsa e si alzò dal sedile, aggiustandosi la gonna a pieghe della divisa scolastica, che già non sopportava più. Seguì il ragazzo, stringendosi la testa nelle spalle quando capì che si stava avvicinando al gruppo di amici di Frank. Erano, chi più chi meno, dei tipi strani. Avevano tutti i capelli scuri ed abbastanza lunghi e residui di matita nera o rossa sugli occhi. Non è che se li aspettasse diversi, data l'indole e l'abbigliamento di Frank.
Il ragazzo si fermò davanti gli amici, indicando la ragazza con il pollice sinistro “Lei è Marnie.”
Un ragazzo dai lunghi capelli neri, si fece avanti, sollevando una mano “Ciao, mi chiamo Gerard.” poi indicò un ragazzo sottile ed occhialuto alla sua destra “Lui è mio fratello Mikey, ed il ricciolino è Ray.”
Marnie tirò un sorriso, sventolando una mano a mo di saluto.
Frank si girò a parlarle “Hai il numero e la combinazione del tuo armadietto?”
La ragazza sventolò un foglietto stropicciato che aveva cacciato dalla tasca della giacca blu “Ho anche l'orario delle lezioni.”

Hai bisogno di una mano?” chiese Ray, facendo un passo verso di lei.
No, faccio da me, grazie.” disse Marnie, scuotendo il capo “Ci vediamo.” disse poi, incamminandosi verso l'ingresso della scuola, aggiustandosi meglio la cartella sulle spalle.
Frank la vide allontanarsi “Ve l'ho detto che non so come definirla.” disse, guardando gli sguardi smarriti dei suoi amici.

Non le fu difficile trovare il suo armadietto, più che altro le fu difficile ignorare le occhiate degli altri studenti nei suoi confronti. Ovviamente, la voce di una nuova alunna si era sparsa in fretta e, siccome tutti conoscono tutti bene o male, era ovvio che l'avessero già inquadrata come “quella nuova”. Aprì l'armadietto ed un odore pungente di chiuso le si propagò nelle narici. Scosse il capo, sconsolata, e dalla sua cartella tirò fuori una busta di plastica che si era portata da casa, in caso di un'eventualità come quella. Da quell'armadietto vi tirò fuori alcuni fogli di algebra stropicciati e strappati in più punti, alcuni adesivi a forma di pallone da football ed una buccia di banana annerita, o almeno le sembrava quello. Chiuse la busta di plastica, passò un fazzoletto all'interno dell'armadietto e vi ci poggiò dentro i libri di storia e chimica, tenendosi quello di biologia nella borsa, dato che era la prima materia che aveva quel giorno. Richiuse l'armadietto e cercò un secchio. Dopo averlo trovato, riprese il suo foglietto con l'orario delle lezioni e cercò l'aula di biologia.

Frank odiava l'algebra. E, notò, che anche Mikey la odiava, dato che sonnecchiava beatamente sul suo banco con gli occhiali storti sul naso. Iniziò a tamburellare con le dita sul banco, canticchiando sommessamente la canzone che avevano provato il giorno prima. Mancava poco alla pausa pranzo ma, ovviamente, gli ultimi minuti non passavano mai. Frank iniziò a pensare a Marnie. Chissà se aveva trovato il suo armadietto o la sua aula... E meno male che Scott si era raccomandato con lui!
Era talmente distratto, che non notò i continui richiami di Mr. Fellner, il docente di algebra.

Iero, vuoi renderci partecipe delle tue fantasie, oppure vorresti essere così gentile da risolvere questa funzione?”
Frank strizzò gli occhi, e colpì Mikey con una gomitata, costringendolo a destarsi dal suo sonno.

Aiutami!” gli mimò con le labbra il più basso dei due.
Il più giovane dei Way si stropicciò gli occhi, e cercò di decifrare la scrittura approssimativa e scoordinata di Mr. Fellner, rammentandosi che i geroglifici erano più comprensibili dell'algebra.
Mr. Fellner era un uomo sulla cinquantina, con una piazza di calvizia in mezzo la testa bianca, gli occhiali che velavano l'acidità del suo sguardo e delle labbra sottili che s'increspavano solo per assumere un'espressione contrita sul volto, mai in un sorriso.

Sto aspettando, Iero, ma sono felice che tu renda partecipe di questa funzione anche Way. Almeno potete prendere una bella F insieme...”
I due ragazzi iniziarono ad agitarsi. Perché diavolo quella campanella del cazzo non suonava?
“Beh...” iniziò a dire Fellner, ma fu bloccato dal provvidenziale squillo che annunciava la pausa pranzo.
Frank e Mikey raccattarono in fretta le loro cose e si precipitarono fuori dall'aula, ignorando le urla del docente, che li richiamava a studiare di più per l'interrogazione che gli attendeva nella prossima lezione.
Raggiunsero la mensa in fretta, dove trovarono già in fila Gerard e Ray con i loro vassoi vuoti.

Che facce... Fellner?”
“Sì Gee, ci siamo scampati una bella F rossa grossa come una casa...” ammise Mikey, agguantando un vassoio ed affilandosi insieme a Frank dietro i primi due.

Odio Fellner!” grugnì Ray, assumendo poi un espressione disgustata di fronte a quello che doveva essere purè di patate “La scorsa settimana mi ha interrogato sui logaritmi, e nemmeno li avevamo fatti! Spiegalo poi a mia madre che è un stronzo.”
I quattro ragazzi risero e, dopo essersi riempiti i vassoi col cibo della mensa, si diressero ai gradoni del cortile, il loro “territorio” per così dire, dato che ci mangiavano solo loro lì.
Mentre addentava una fetta di pane, Frank si guardava intorno, nella speranza di trovare Marnie da qualche parte.
Gerard, seduto su un gradone più in alto rispetto a lui, lo notò “L'ho vista io nel cambio della seconda ora. Sembrava tranquilla."
Il ragazzo sospirò, leggermente sollevato e mangiò con più appetito il suo disgustoso pranzo.All'improvviso, si sentì un botto, tipo quando cadono le cose a terra. I quattro ragazzi sollevarono lo sguardo e sgranarono gli occhi.
Il mezzo al cortile c'era Nelson Roth, il biondino bullo della scuola e capitano della squadra di football, che si teneva la pancia dal ridere e Marnie, che guardava il suo vassoio a terra ed il suo pranzo che sporcava tutto il prato verde. Tutti i ragazzi del cortile, ridevano per lo “scherzo” di Roth ai danni della nuova arrivata.

Oh cazzo!” imprecò Frank alzandosi, e facendosi largo tra la folla curiosa che aveva circondato i due ragazzi, seguito da Gerard, Mikey e Ray.
Marnie alzò lo sguardo verso il ragazzone, ma non sembrava intimorita o altro. Lo guardò un po', per poi scrollare le spalle “Sei soddisfatto?” mormorò, infine.
Nelson smise di ridere e la guardò stranito, non capendo cosa volesse intendere.

Sì, dico, ora che mi hai rovesciato il vassoio, sei soddisfatto?”
Molto, novellina.” grugnì questo, ghignando.
Marnie assottigliò lo sguardo, e gettò un'occhiata al suo cibo a terra “Beh, solitamente, le persone sono soddisfatte di loro stesse quando, che so, ricevono un “grazie” o una carezza inaspettata, o dei complimenti... Tu, invece, sei soddisfatto di far digiunare una persona?”
Nelson la guardò, sgranando gli occhi, incapace di replicare.

Hai un concetto particolare e personale riguardante la soddisfazione.” e prima che potesse risultare equivoca e cattiva, si affrettò a continuare “Non dico che sia sbagliato, non sono nessuno per giudicare... Solo, è particolare.”
Frank le fu subito vicino, prendendola delicatamente per un braccio “Marnie... Stai bene?”
La ragazza continuò ad osservare il ragazzone biondo, per poi annuire “Aspetta...” disse, togliendosi gentilmente di dosso la mano del ragazzo “Devo raccogliere il vassoio...”

Ehi!” esclamò Gerard, sbucando all'improvviso da dietro Frank “Ti sembra il modo?”
Nelson inspirò aria dalle narici, pronto a replicare, ma Marnie cercò di calmare gli animi, ingenuamente.

Oh, lo yogurt si è salvato.” esclamò, sorridendo incoraggiante verso il moro. Poi decise di allontanarsi, tenendo il vassoio con gli avanzi di pranzo in mano, e dirigendosi verso un secchio, per poi rovesciare il contenuto dentro di esso.
Frank guardò malamente Nelson, allontanandosi poi di scatto per raggiungere Marnie, insieme ai suoi amici.
Quando le fu vicino, le ripeté se stesse bene e lei abbozzò un sorriso.

Sì, sto bene.” poi si concentrò ad aprire il suo yogurt bianco ed a tuffarci dentro un cucchiaino di plastica.
Quando le furono vicini anche gli altri, le domandarono nuovamente come stesse e lei avvampò, annuendo freneticamente.

Penso che abbia voglia di una lezione...” grugnì Gerard, gettando un'occhiataccia alle persone che stavano scemando verso i propri posti.
Cacciamo di nuovo le mazze da croquet?” esclamò entusiasta Mikey, sorridendo al fratello.
Io dico di cacciare quella chiodata...” propose Ray.
No.” esclamò Marnie, finendo il suo yogurt e buttando la confezione vuota nel secchio vicino “Non bisogna rispondere alla violenza, con altra violenza.” e li osservò tutti negli occhi.
Marnie...” iniziò a dire Frank, grattandosi la nuca “L'anno scorso eravamo noi vittima di Nelson Roth e dei suoi compagni. Per farli smettere, abbiamo dovuto massacrarli con le mazze da croquet. Da allora, si tengono alla lontana da noi.”
La ragazza sospirò “Non ce ne sarà bisogno. Davvero.” poi li guardò negli occhi uno ad uno, e sorrise lieve “Grazie comunque. Ora devo andare.” e si allontanò, osservata dai ragazzi.

Erano finite finalmente le lezioni e Marnie si stava recando al suo armadietto, per riprendere i vari libri che aveva lasciato durante le ore scolastiche. Prese il foglietto con la combinazione ed iniziò a ruotare il lucchetto, ma una mano la bloccò, improvvisamente. Alzò lo sguardo e trovò gli occhi di Nelson Roth guardarla malamente. Marnie deglutì. In confronto, il ragazzo era dieci volte più alto e più grosso di lei. Forse aveva sbagliato a dirgli quelle cose nel cortile, ma le sembrava di essere stata molto gentile ed educata nei suoi confronti.
Il ragazzo, inaspettatamente e delicatamente, le tolse le dita dall'armadietto “Dammi la tua combinazione.”
Marnie si morse il labbro “Uno-otto-nove-uno.”
Il ragazzo girò il lucchetto, posizionando la rotella sui numeri detti dalla ragazza, facendolo scattare ed aprire. Sempre con una delicatezza inaspettata, la spinse lontana dall'armadietto, mentre lui lo aprì di scatto e si coprì con la porta di esso. Uscì con uno spruzzo una specie di poltiglia gialla e puzzolente che, se non fosse stato per Roth, l'avrebbe colpita dritta in faccia. Ora, invece, giaceva a terra, in una striscia di un paio di metri.
Marnie guardò prima a terra, poi osservò il ragazzone, che sbucò dalla porta dell'armadietto, con un sorrisino soddisfatto. Lasciò l'armadietto ed iniziò ad incamminarsi verso l'ingresso della scuola, ma fu fermato dalla voce di Marnie.

Grazie, Nelson.” gli disse gentilmente la ragazza, sorridendogli.
Il ragazzo sventolò una mano in segno di saluto e se ne andò.


Era in ritardo. Era fottutissimamente in ritardo. Frank sbuffò alla fermata dell'autobus e corse dentro la scuola per vedere dove si era cacciata Marnie. Non sapeva dove fosse il suo armadietto e si maledisse per non averle chiesto nulla o esserle stata vicino tutto il giorno ed aiutarla. Dopo aver girovagato un po' per i corridoi, la trovò di fronte ad un armadietto con lo scopettone di un bidello in mano, intenta a pulire per terra una pozza gialla.
Cazzo, le avevano fatto un altro scherzo. Si sentì uno schifo.
Le si avvicinò correndo “Marnie!”
La ragazza si voltò verso di lui, sorridendogli poi. Non era sporca e non sembrava nemmeno arrabbiata o delusa.

Cosa è successo?” le chiese, riprendendo fiato con i suoi polmoni da fumatore incallito.
Oh, questo...” disse, guardando distrattamente a terra “Qualcuno mi ha fatto uno scherzo.”
Chi è stato?”
La ragazza lasciò perdere lo straccio, appoggiandolo alla fila di armadietti “Tranquillo, non mi ha colpito. Nelson mi ha avvisato prima di aprirlo.”
Frank ribollì di rabbia. Nelson stava esagerando: due scherzi in un giorno! Poi si bloccò “Nelson ti ha avvisato prima che ti colpisse in faccia?”
Marnie annuì “Ora sto pulendo a terra. Mi sembrava brutto farlo pulire ai bidelli...”
Frank scoppiò a ridere “Marnie, è il loro lavoro.” la prese per un braccio e la condusse fuori scuola, dove c'erano anche Gerard, Mikey e Ray ad aspettarli.

Il pullman è passato!” annunciò il più grande dei Way.
Come mai non lo avete preso?” chiese Frank, accendendosi una sigaretta e facendosi dare l'accendino da Gerard.
I tre fecero spallucce, e guardarono Marnie, che li sorrise.

Come stai?” chiese Ray, avvicinandosi alla ragazza.
Bene. Scusatemi se vi ho fatto fare tardi...”
Ma no, figurati!” esclamò Gerard, dandole una pacca sonora sulle spalle.
Gee...” lo rimproverò Frank, poi guardò la ragazza, che si fissava distrattamente le dita della mano “Nelson le ha fatto un altro scherzo.” sputò poi.
Cosa?” esclamò Mikey, voltandosi immediatamente verso Marnie, che incassò la testa nelle spalle.
Ragazzi, prepariamo le mazze.” annunciò Gee, estremamente serio.
Frank!” lo rimproverò Ray “E tu dove cazzo eri?”
Per fortuna sua, Marnie s'intromise per difenderlo “Frank non ha detto che è stato Nelson ad avvisarmi dello scherzo e ad evitare che mi sporcassi.”
I tre ragazzi la guardano, straniti, mentre Frank sbuffò, cominciando ad incamminarsi verso casa, seguito da Marnie.

Questa è da capire...” borbottò Mikey, seguendoli.

Questa sera vieni a mangiare da mia nonna?” chiese Gee, prendendo Frank per una spalla e strattonandolo un po'.
E va bene, basta che mi lasci la spalla attaccata al corpo!” borbottò il più basso dei ragazzi.
Marnie, che camminava più indietro rispetto a loro, increspò il viso in un sorriso e guardò le villette a schiera che aveva alla sua destra, perdendosi nei suoi pensieri. La vita a Newark era molto diversa da Miami, tutto scorreva calmo e, anche se il clima non era piacevole come in Florida, si stava bene.
Era talmente concentrata, che non si accorse dei richiami di Gerard.

Oh, scusami. Dicevi?”
Vieni anche tu a mangiare con noi da nostra nonna?” ripeté Mikey, indicando col dito lui e il fratello.
Non vorrei disturbare...” iniziò imbarazzata la ragazza, ma fu bloccata da Gerard.
Gli unici che creano disturbo sono Frank e Ray, di certo non tu!”
Ehi!” si lamentarono i due presi in causa, facendo scoppiare a ridere gli altri.
Marnie giocherellò con la sua treccia, notando poi che erano arrivati davanti casa Iero “Va bene.”

Perfetto!” esclamò il più grande dei Way “Alle otto, Frank! Ci vediamo Marnie!” continuò poi, sventolando una mano ed allontanandosi col fratello e Ray.
Marnie li guardò allontanarsi, per poi rivolgersi verso Frank “Sono simpatici.”
Il ragazzo le sorrise, per poi ricordarsi improvvisamente una cosa “Ah! Domani stammi appiccicata. Non vorrei che Nelson se la prendesse nuovamente con te.”
“Non c'è bisogno, davvero.” sorrise la ragazza, aprendo la porta di casa ed entrandovi.
Trovarono Linda intenda a fare delle pulizie, che gli sorrise raggiante “Com'è andata a scuola, Marnie?”
Frank stava per risponderle, ma la ragazza lo stoppò, sorridendo di rimando “Bene, grazie.” poi guardò fuori dalla finestra “Mio padre ancora torna?”

No, sarà qui per cena. Avete fame?”
I due ragazzi scossero la testa, e Frank lanciò un'occhiataccia alla ragazza. Aveva mangiato solo uno yogurt a scuola per ora di pranzo.

Non preoccuparti per cena, ma'!” esclamò il ragazzo “Andiamo a mangiare da Nonna Way.” - Nonna Way era il soprannome con cui erano soliti chiamarla lui e Ray, anche se oramai era diventata un po' anche loro nonna.
Ok. Marnie, cosa preferisci per cena?” domandò la donna.
Frank sbuffò “Mamma, ho detto “andiamo”, non “vado”!”
Linda Iero addolcì lo sguardo, e si avvicinò alla ragazza, prendendole le spalle “Elena Lee Rush è una brava e gentile donna. Ha accolto Frank come un nipote.”

E cucina bene.” continuò il ragazzo, iniziando a sciogliersi la cravatta “Vado prima io al bagno, ti spiace Marnie?”
La ragazza scosse il capo, sorridendogli “No, ne approfitto per fare i compiti.” e, detto questo, si precipitò in camera sua.
Linda sorrise, per poi gettare un'occhiataccia al figlio “Specchiati, Frankie. Tu da quant'è che non fai dei compiti scolastici?”
Il ragazzo ghignò, scoccando un bacio sulla guancia della madre “Dal secondo liceo.” ed andò al piano di sopra, chiudendosi in bagno.







Salve! Eccomi di nuovo qui!
Ok, forse sono tornata prima del solito... O forse no? Boh! In ogni caso, so che molte persone vogliono leggere almeno un po' lo sviluppo di una storia prima di commentarla, sia positivamente che negativamente, per cui non mi lamento delle visite o delle due recensioni che ho avuto, anzi pensavo di non riceverne affatto! Ha-ha-ha! 
Beh, come avrete capito, questo capitolo riprende un po' il video di I'm not Okay (I Promise), diciamo come se fosse un sequel ecco, tra l'altro è la canzone che ho ascoltato tutto il tempo nella stesura di questo capitolo, insieme a Action Cat... Non so, ero nel mio mondo depressivo o maliconico... 
Diciamo che, man mano si delinea un po' il carattere del mio PG, spero che vi piaccia, ma se non vi piace dovrei essere felice comunque dato che, nella vita reale ci sono persone che ci piacciono ed altre no... Quindi, deduco che l'ho caratterizzata bene? Staremo a vedere... 
Volevo assolutamente mettere il personaggio di Elena Lee Rush, soprattutto perché so che ogni fan dei MCR le deve molto e diciamo che sarà il mio omaggio a lei, con tanto affetto!

Vorrei ringraziare _rageandlove_ e Not_Lollipops che hanno recensito il capitolo precedente.
E un grazie va anche a ashelyofsuburbia che ha inserito la storie tra le preferite, ed a xkeepituglyx e, nuovamente, a Not_Lollipops che hanno inserito la storia tra le seguite.

Noi ci vediamo prossimamente, questa volta però non so quando... Probabilmente quando mi arriverà Stomachaches dall'UK e verrò a vantarmi un pochino... No, scherzo, anche perché arriverà con un Cd di mia madre degli ABBA... Non c'è nulla di cui vantarsi! Ha-ha-ha.
Come sempre, vi lascio i miei contatti sul fondo...

Vostra, Lu.




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