Disclaimerchemenedimenticosempre:
i persone citate in questa storia esistono realmente (ma dai!) ed i
loro caratteri o modi di fare sono frutto della mia fantasia; questa
storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Se i MCR mi
appartenessero, sicuramente non si sarebbero sciolti, ma avrebbero
dovuto fare a meno di Frank Iero, dato che starei tutto il giorno a
spupazzarmelo per benino.
Fear to Trying
- I'm Okay (maybe) -
Il
giorno dopo, Marnie fu svegliata dalla voce di Linda che le diceva
che doveva svegliarsi altrimenti avrebbe perso il pullman per andare
a scuola. Si stropicciò gli occhi e la ringraziò,
per poi alzarsi
dal letto, prendere la divisa scolastica e raccattare la sua roba per
il bagno da uno scatolone non ancora svuotato, e dirigersi allo
stesso per prepararsi.
Linda
andò anche nella stanza di Frank e lo svegliò,
seppur con meno
gentilezza di quella che aveva usato con la ragazza. Frank
mugugnò
qualcosa e si girò dall'altro lato, costringendo la donna a
spalancare le imposte della finestra ed a strappare dalle mani del
figlio la coperta che lo copriva fino al capo.
“Svegliati!
Marnie è già in piedi ed non ha fatto una
piega!” lo sgridò la
madre, uscendo dalla sua stanza.
Passarono
diversi minuti, prima che i piedi di Frank incontrarono il pavimento
freddo della sua stanza. Si stiracchiò le braccia e prese la
sua
divisa scolastica, andando verso la porta del bagno con solo i boxer
addosso, aprendola di scatto.
Dentro
di esso c'era una ragazza che si pettinava davanti allo specchio una
lunga chioma castana, già vestita di tutto punto con la
divisa
femminile della sua scuola.
Marnie
si girò verso di lui, arrossendo un poco sulle guance, e
smettendo
di pettinarsi “Era il tuo turno del bagno?” gli
chiese,
mortificata.
Frank
scosse il capo freneticamente, mugugnando un
“scusa”
poco
convinto “Avrei dovuto bussare.”
continuò poi a dire,
grattandosi il petto nudo con la mano destra.
“Non
preoccuparti.” mormorò la ragazza, raccogliendo la
sua roba ed
uscendo dal bagno, ma prima di richiudersi la porta alle spalle, si
girò verso Frank “Alla tua scuola, le ragazze
devono
avere i capelli
sciolti o legati?”
“Legati.”
Marnie
scrollò le spalle “Comunque,
buongiorno.” e gli sorrise,
chiudendo la porta.
Quando
scese, trovò tutta la famiglia al completo: sua madre era
impegnata
a cuocere bacon e pancakes ai fornelli, Scott leggeva il giornale del
giorno mentre sorseggiava una tazza di caffè americano e
Marnie
intingeva dei biscotti al cioccolato nel latte freddo. Si era legata
i capelli in una treccia laterale che le arrivava fin sotto al seno.
Quando sua madre lo guardò entrare, lo squadrò da
capo a piedi,
lanciandogli un'occhiata contrita.
“Ancora
sai fare il nodo alla cravatta?”
Frank
sbuffò ed incontrò lo sguardo di Scott, che
sorrise.
“Avanti
Linda, mica è un avvocato? Io ho imparato a farlo la mattina
del mio
dottorato...”. Il ragazzo lo ringraziò con lo
sguardo, e si
sedette affianco a Marnie, agguantando un pancakes e versandosi del
succo.
“E'
uscito il nuovo Harry Potter, Marnie.” -
Frank drizzò le
orecchie.
“Lo
so, papà. E' il quinto, se non mi sbaglio.”
“Leggi
Harry Potter?” chiese Frank alla ragazza.
“Legge?
Frank, stai parlando con una che mangia, i libri di Harry
Potter...”
“Anche io li leggo.” continuò il
ragazzo,
beccandosi un sorriso dalla ragazza.
Linda,
però, fece un gesto ai ragazzi “Dovete andare, o
perderete
l'autobus!”
Si alzarono da tavola e corsero a prendere i loro
zaini, per poi precipitarsi in strada. Frank cercava di aggiustarsi
la cravatta alla meno peggio, borbottando insulti alla stessa.
Marnie
lo guardava con la coda dell'occhio, per poi fare un sorrisino
“Lascia. Faccio io.”. Sciolse il nodo storto che
Frank aveva
fatto ed aggiustò meglio la cravatta intorno al colletto
della
camicia. Le sue dita erano gelide e si scontrarono col collo bollente
del ragazzo, che rabbrividì un poco. In meno di un minuto,
fece un
nodo perfetto e lo strinse largo attorno a Frank.
“Grazie.”
mormorò questi.
Marnie
gli sorrise e si volse a guardare l'enorme autobus giallo che si era
fermato di fronte a loro. Frank salì per primo e raggiunse
un gruppo
di ragazzi seduti sul fondo del mezzo. Marnie lo osservò e
si morse
un labbro. Si guardò un po' in giro e trovò una
coppia di sedili
vuoti, su cui si sedette, prese il suo mp3 e fissò gli occhi
fuori
dal finestrino.
Frank,
non si era nemmeno reso conto di aver lasciato indietro la ragazza
quando era salito sul pullman, perché si era avvicinato
direttamente
ai suoi amici.
“Dov'è
tua sorella?” gli chiese curioso Gerard, guardando i vari
sedili.
Il
ragazzo sgranò gli occhi. L'aveva persa il primo giorno di
scuola,
ed non erano nemmeno arrivato all'edificio! “Ce l'avevo
dietro fino
a poco fa...” disse, allungando il collo.
“Sei
senza speranza...” mormorò Mikey, scuotendo il
capo.
“Se
si perde?”
“Non
credo, Ray... Aspettate, l'ho vista. E' seduta a
metà.”
“Perché
non viene qui?” chiese Gerard, sporgendosi anch'esso per
vedere la
ragazza.
“E' quella con la treccia castana.” disse
distrattamente Frank “Bah, va' a capirla.”
Marnie
era nel suo mondo fatto di prati verdi, libri da cinquecento pagine e
musica dei Red Hot Chili Peppers, quando una mano
le si posò
sulla spalla. Alzando gli occhi, vide la figura di Frank farle cenno
di seguirla, dato che erano arrivati a scuola. Spense e ripose il
suo mp3 nella borsa e si alzò dal sedile, aggiustandosi la
gonna a
pieghe della divisa scolastica, che già non sopportava
più. Seguì
il ragazzo, stringendosi la testa nelle spalle quando capì
che si
stava avvicinando al gruppo di amici di Frank. Erano, chi
più chi
meno, dei tipi strani. Avevano tutti i capelli scuri ed abbastanza
lunghi e residui di matita nera o rossa sugli occhi. Non è
che se li
aspettasse diversi, data l'indole e l'abbigliamento di Frank.
Il
ragazzo si fermò davanti gli amici, indicando la ragazza con
il
pollice sinistro “Lei è Marnie.”
Un
ragazzo dai lunghi capelli neri, si fece avanti, sollevando una mano
“Ciao, mi chiamo Gerard.” poi indicò un
ragazzo sottile ed
occhialuto alla sua destra “Lui è mio fratello
Mikey, ed il
ricciolino è Ray.”
Marnie
tirò un sorriso, sventolando una mano a mo di saluto.
Frank
si girò a parlarle “Hai il numero e la
combinazione del tuo
armadietto?”
La
ragazza sventolò un foglietto stropicciato che aveva
cacciato dalla
tasca della giacca blu “Ho anche l'orario delle
lezioni.”
“Hai
bisogno di una mano?” chiese Ray, facendo un passo verso di
lei.
“No,
faccio da me, grazie.” disse Marnie, scuotendo il capo
“Ci
vediamo.” disse poi, incamminandosi verso l'ingresso della
scuola,
aggiustandosi meglio la cartella sulle spalle.
Frank
la vide allontanarsi “Ve l'ho detto che non so come
definirla.”
disse, guardando gli sguardi smarriti dei suoi amici.
Non le fu difficile trovare il suo armadietto, più che altro le fu difficile ignorare le occhiate degli altri studenti nei suoi confronti. Ovviamente, la voce di una nuova alunna si era sparsa in fretta e, siccome tutti conoscono tutti bene o male, era ovvio che l'avessero già inquadrata come “quella nuova”. Aprì l'armadietto ed un odore pungente di chiuso le si propagò nelle narici. Scosse il capo, sconsolata, e dalla sua cartella tirò fuori una busta di plastica che si era portata da casa, in caso di un'eventualità come quella. Da quell'armadietto vi tirò fuori alcuni fogli di algebra stropicciati e strappati in più punti, alcuni adesivi a forma di pallone da football ed una buccia di banana annerita, o almeno le sembrava quello. Chiuse la busta di plastica, passò un fazzoletto all'interno dell'armadietto e vi ci poggiò dentro i libri di storia e chimica, tenendosi quello di biologia nella borsa, dato che era la prima materia che aveva quel giorno. Richiuse l'armadietto e cercò un secchio. Dopo averlo trovato, riprese il suo foglietto con l'orario delle lezioni e cercò l'aula di biologia.
Frank
odiava l'algebra. E, notò, che anche Mikey la odiava, dato
che
sonnecchiava beatamente sul suo banco con gli occhiali storti sul
naso. Iniziò a tamburellare con le dita sul banco,
canticchiando
sommessamente la canzone che avevano provato il giorno prima. Mancava
poco alla pausa pranzo ma, ovviamente, gli ultimi minuti non
passavano mai. Frank iniziò a pensare a Marnie.
Chissà se aveva
trovato il suo armadietto o la sua aula... E meno male che Scott si era
raccomandato con lui!
Era
talmente distratto, che non notò i continui richiami di Mr.
Fellner,
il docente di algebra.
“Iero,
vuoi renderci partecipe delle tue fantasie, oppure vorresti essere
così gentile da risolvere questa funzione?”
Frank
strizzò gli occhi, e colpì Mikey con una
gomitata, costringendolo a
destarsi dal suo sonno.
“Aiutami!”
gli mimò con le labbra il più basso dei due.
Il
più giovane dei Way si stropicciò gli occhi, e
cercò di decifrare
la scrittura approssimativa e scoordinata di Mr. Fellner,
rammentandosi che i geroglifici erano più comprensibili
dell'algebra.
Mr.
Fellner era un uomo sulla cinquantina, con una piazza di calvizia in
mezzo la testa bianca, gli occhiali che velavano l'acidità
del suo
sguardo e delle labbra sottili che s'increspavano solo per assumere
un'espressione contrita sul volto, mai in un sorriso.
“Sto
aspettando, Iero, ma sono felice che tu renda partecipe di questa
funzione anche Way. Almeno potete prendere una bella F
insieme...”
I
due ragazzi iniziarono ad agitarsi. Perché diavolo quella
campanella
del cazzo non suonava?
“Beh...” iniziò a dire Fellner, ma fu
bloccato dal provvidenziale squillo che annunciava la pausa pranzo.
Frank
e Mikey raccattarono in fretta le loro cose e si precipitarono fuori
dall'aula, ignorando le urla del docente, che li richiamava a
studiare di più per l'interrogazione che gli attendeva nella
prossima lezione.
Raggiunsero
la mensa in fretta, dove trovarono già in fila Gerard e Ray
con i
loro vassoi vuoti.
“Che
facce... Fellner?”
“Sì Gee, ci siamo scampati una bella F
rossa grossa come una casa...” ammise Mikey, agguantando un
vassoio
ed affilandosi insieme a Frank dietro i primi due.
“Odio
Fellner!” grugnì Ray, assumendo poi un espressione
disgustata di
fronte a quello che doveva essere purè di patate
“La scorsa
settimana mi ha interrogato sui logaritmi, e nemmeno li avevamo
fatti! Spiegalo poi a mia madre che è un stronzo.”
I
quattro ragazzi risero e, dopo essersi riempiti i vassoi col cibo
della mensa, si diressero ai gradoni del cortile, il loro
“territorio” per così dire, dato che ci
mangiavano solo loro lì.
Mentre
addentava una fetta di pane, Frank si guardava intorno, nella
speranza di trovare Marnie da qualche parte.
Gerard,
seduto su un gradone più in alto rispetto a lui, lo
notò “L'ho
vista io nel cambio della seconda ora. Sembrava tranquilla."
Il
ragazzo sospirò, leggermente sollevato e mangiò
con più appetito
il suo disgustoso pranzo.All'improvviso,
si sentì un botto, tipo quando cadono le cose a terra. I
quattro
ragazzi sollevarono lo sguardo e sgranarono gli occhi.
Il
mezzo al cortile c'era Nelson Roth, il biondino bullo della scuola e
capitano della squadra di football, che si teneva la pancia dal
ridere e Marnie, che guardava il suo vassoio a terra ed il suo pranzo
che sporcava tutto il prato verde. Tutti i ragazzi del cortile,
ridevano per lo “scherzo” di Roth ai danni della
nuova arrivata.
“Oh
cazzo!” imprecò Frank alzandosi, e
facendosi largo
tra la folla
curiosa che aveva circondato i due ragazzi, seguito da Gerard, Mikey
e Ray.
Marnie
alzò lo sguardo verso il ragazzone, ma non sembrava
intimorita o
altro. Lo guardò un po', per poi scrollare le spalle
“Sei
soddisfatto?” mormorò, infine.
Nelson
smise di ridere e la guardò stranito, non capendo cosa
volesse
intendere.
“Sì,
dico, ora che mi hai rovesciato il vassoio, sei soddisfatto?”
“Molto,
novellina.” grugnì questo, ghignando.
Marnie
assottigliò lo sguardo, e gettò un'occhiata al
suo cibo a terra
“Beh, solitamente, le persone sono soddisfatte di loro stesse
quando, che so, ricevono un “grazie” o
una carezza
inaspettata, o
dei complimenti... Tu, invece, sei soddisfatto di far digiunare una
persona?”
Nelson
la guardò, sgranando gli occhi, incapace di replicare.
“Hai
un concetto particolare e personale riguardante la
soddisfazione.”
e prima che potesse risultare equivoca e cattiva, si
affrettò a
continuare “Non dico che sia sbagliato, non sono nessuno per
giudicare... Solo, è particolare.”
Frank
le fu subito vicino, prendendola delicatamente per un braccio
“Marnie... Stai bene?”
La
ragazza continuò ad osservare il ragazzone biondo, per poi
annuire
“Aspetta...” disse, togliendosi gentilmente di
dosso la mano del
ragazzo “Devo raccogliere il vassoio...”
“Ehi!”
esclamò Gerard, sbucando all'improvviso da dietro Frank
“Ti
sembra il modo?”
Nelson
inspirò aria dalle narici, pronto a replicare, ma Marnie
cercò di
calmare gli animi, ingenuamente.
“Oh,
lo yogurt si è salvato.” esclamò,
sorridendo incoraggiante verso
il moro. Poi decise di allontanarsi, tenendo il vassoio con gli
avanzi di pranzo in mano, e dirigendosi verso un secchio, per poi
rovesciare il contenuto dentro di esso.
Frank
guardò malamente Nelson, allontanandosi poi di scatto per
raggiungere Marnie, insieme ai suoi amici.
Quando
le fu vicino, le ripeté se stesse bene e lei
abbozzò un sorriso.
“Sì,
sto bene.” poi si concentrò ad aprire il suo
yogurt bianco ed a
tuffarci dentro un cucchiaino di plastica.
Quando
le furono vicini anche gli altri, le domandarono nuovamente come
stesse e lei avvampò, annuendo freneticamente.
“Penso
che abbia voglia di una lezione...” grugnì Gerard,
gettando
un'occhiataccia alle persone che stavano scemando verso i propri
posti.
“Cacciamo
di nuovo le mazze da croquet?” esclamò entusiasta
Mikey,
sorridendo al fratello.
“Io
dico di cacciare quella chiodata...” propose Ray.
“No.”
esclamò Marnie, finendo il suo yogurt e buttando la
confezione vuota
nel secchio vicino “Non bisogna rispondere alla violenza, con
altra
violenza.” e li osservò tutti negli occhi.
“Marnie...”
iniziò a dire Frank, grattandosi la nuca “L'anno
scorso eravamo
noi vittima di Nelson Roth e dei suoi compagni. Per farli smettere,
abbiamo dovuto massacrarli con le mazze da croquet. Da allora, si
tengono alla lontana da noi.”
La
ragazza sospirò “Non ce ne sarà
bisogno. Davvero.” poi li
guardò negli occhi uno ad uno, e sorrise lieve
“Grazie comunque.
Ora devo andare.” e si allontanò, osservata dai
ragazzi.
Erano
finite finalmente le lezioni e Marnie si stava recando al suo
armadietto, per riprendere i vari libri che aveva lasciato durante le
ore scolastiche. Prese il foglietto con la combinazione ed
iniziò a
ruotare il lucchetto, ma una mano la bloccò,
improvvisamente. Alzò
lo sguardo e trovò gli occhi di Nelson Roth guardarla
malamente.
Marnie deglutì. In confronto, il ragazzo era dieci volte
più alto e
più grosso di lei. Forse aveva sbagliato a dirgli quelle
cose nel
cortile, ma le sembrava di essere stata molto gentile ed educata nei
suoi confronti.
Il
ragazzo, inaspettatamente e delicatamente, le tolse le dita
dall'armadietto “Dammi la tua combinazione.”
Marnie
si morse il labbro “Uno-otto-nove-uno.”
Il
ragazzo girò il lucchetto, posizionando la rotella sui
numeri detti
dalla ragazza, facendolo scattare ed aprire. Sempre con una
delicatezza inaspettata, la spinse lontana dall'armadietto, mentre
lui lo aprì di scatto e si coprì con la porta di
esso. Uscì con
uno spruzzo una specie di poltiglia gialla e puzzolente che, se non
fosse stato per Roth, l'avrebbe colpita dritta in faccia. Ora,
invece, giaceva a terra, in una striscia di un paio di metri.
Marnie
guardò prima a terra, poi osservò il ragazzone,
che sbucò dalla
porta dell'armadietto, con un sorrisino soddisfatto. Lasciò
l'armadietto ed iniziò ad incamminarsi verso l'ingresso
della
scuola, ma fu fermato dalla voce di Marnie.
“Grazie,
Nelson.” gli disse gentilmente la ragazza, sorridendogli.
Il
ragazzo sventolò una mano in segno di saluto e se ne
andò.
Era
in ritardo. Era fottutissimamente in ritardo. Frank sbuffò
alla
fermata dell'autobus e corse dentro la scuola per vedere dove si era
cacciata Marnie. Non sapeva dove fosse il suo armadietto e si
maledisse per non averle chiesto nulla o esserle stata vicino tutto
il giorno ed aiutarla. Dopo aver girovagato un po' per i corridoi, la
trovò di fronte ad un armadietto con lo scopettone di un
bidello in
mano, intenta a pulire per terra una pozza gialla.
Cazzo, le avevano fatto un altro scherzo. Si sentì uno
schifo.
Le
si avvicinò correndo “Marnie!”
La
ragazza si voltò verso di lui, sorridendogli poi. Non era
sporca e
non sembrava nemmeno arrabbiata o delusa.
“Cosa
è successo?” le chiese, riprendendo fiato con i
suoi polmoni da
fumatore incallito.
“Oh,
questo...” disse, guardando distrattamente a terra
“Qualcuno mi
ha fatto uno scherzo.”
“Chi
è stato?”
La
ragazza lasciò perdere lo straccio, appoggiandolo alla fila
di
armadietti “Tranquillo, non mi ha colpito. Nelson mi ha
avvisato
prima di aprirlo.”
Frank
ribollì di rabbia. Nelson stava esagerando: due scherzi in
un
giorno! Poi si bloccò “Nelson ti ha avvisato prima
che ti colpisse
in faccia?”
Marnie annuì “Ora sto pulendo a terra. Mi
sembrava brutto farlo pulire ai bidelli...”
Frank
scoppiò a ridere “Marnie, è il loro
lavoro.” la prese per un
braccio e la condusse fuori scuola, dove c'erano anche Gerard, Mikey
e Ray ad aspettarli.
“Il
pullman è passato!” annunciò il
più grande dei Way.
“Come
mai non lo avete preso?” chiese Frank, accendendosi una
sigaretta e
facendosi dare l'accendino da Gerard.
I
tre fecero spallucce, e guardarono Marnie, che li sorrise.
“Come
stai?” chiese Ray, avvicinandosi alla ragazza.
“Bene.
Scusatemi se vi ho fatto fare tardi...”
“Ma
no, figurati!” esclamò Gerard, dandole una pacca
sonora sulle
spalle.
“Gee...”
lo rimproverò Frank, poi guardò la ragazza, che
si fissava
distrattamente le dita della mano “Nelson le ha fatto un
altro
scherzo.” sputò poi.
“Cosa?”
esclamò Mikey, voltandosi immediatamente verso Marnie, che
incassò
la testa nelle spalle.
“Ragazzi,
prepariamo le mazze.” annunciò Gee, estremamente
serio.
“Frank!”
lo rimproverò Ray “E tu dove cazzo eri?”
Per
fortuna sua, Marnie s'intromise per difenderlo “Frank non ha
detto
che è stato Nelson ad avvisarmi dello scherzo e ad evitare
che mi
sporcassi.”
I
tre ragazzi la guardano, straniti, mentre Frank sbuffò,
cominciando
ad incamminarsi verso casa, seguito da Marnie.
“Questa
è da capire...” borbottò Mikey,
seguendoli.
“Questa
sera vieni a mangiare da mia nonna?” chiese Gee, prendendo
Frank
per una spalla e strattonandolo un po'.
“E
va bene, basta che mi lasci la spalla attaccata al corpo!”
borbottò
il più basso dei ragazzi.
Marnie,
che camminava più indietro rispetto a loro,
increspò il viso in un
sorriso e guardò le villette a schiera che aveva alla sua
destra,
perdendosi nei suoi pensieri. La vita a Newark era molto diversa da
Miami, tutto scorreva calmo e, anche se il clima non era piacevole
come in Florida, si stava bene.
Era
talmente concentrata, che non si accorse dei richiami di Gerard.
“Oh,
scusami. Dicevi?”
“Vieni
anche tu a mangiare con noi da nostra nonna?”
ripeté Mikey,
indicando col dito lui e il fratello.
“Non
vorrei disturbare...” iniziò imbarazzata la
ragazza, ma fu
bloccata da Gerard.
“Gli
unici che creano disturbo sono Frank e Ray, di certo non tu!”
“Ehi!”
si lamentarono i due presi in causa, facendo scoppiare a ridere gli
altri.
Marnie
giocherellò con la sua treccia, notando poi che erano
arrivati
davanti casa Iero “Va bene.”
“Perfetto!”
esclamò il più grande dei Way “Alle
otto, Frank! Ci vediamo
Marnie!” continuò poi, sventolando una mano ed
allontanandosi col
fratello e Ray.
Marnie
li guardò allontanarsi, per poi rivolgersi verso Frank
“Sono
simpatici.”
Il
ragazzo le sorrise, per poi ricordarsi improvvisamente una cosa
“Ah!
Domani stammi appiccicata. Non vorrei che Nelson se la prendesse
nuovamente con te.”
“Non c'è bisogno, davvero.” sorrise la
ragazza, aprendo la porta di casa ed entrandovi.
Trovarono
Linda intenda a fare delle pulizie, che gli sorrise raggiante
“Com'è
andata a scuola, Marnie?”
Frank
stava per risponderle, ma la ragazza lo stoppò, sorridendo
di
rimando “Bene, grazie.” poi guardò fuori
dalla finestra “Mio
padre ancora torna?”
“No,
sarà qui per cena. Avete fame?”
I
due ragazzi scossero la testa, e Frank lanciò
un'occhiataccia alla
ragazza. Aveva mangiato solo uno yogurt a scuola per ora di pranzo.
“Non
preoccuparti per cena, ma'!” esclamò il ragazzo
“Andiamo a
mangiare da Nonna Way.” - Nonna Way era il soprannome con cui
erano
soliti chiamarla lui e Ray, anche se oramai era diventata un po'
anche loro nonna.
“Ok.
Marnie, cosa preferisci per cena?” domandò la
donna.
Frank
sbuffò “Mamma, ho detto
“andiamo”, non
“vado”!”
Linda
Iero addolcì lo sguardo, e si avvicinò alla
ragazza, prendendole le
spalle “Elena Lee Rush è una brava e gentile
donna. Ha accolto
Frank come un nipote.”
“E
cucina bene.” continuò il ragazzo, iniziando a
sciogliersi la
cravatta “Vado prima io al bagno, ti spiace Marnie?”
La
ragazza scosse il capo, sorridendogli “No, ne approfitto per
fare i
compiti.” e, detto questo, si precipitò in camera
sua.
Linda
sorrise, per poi gettare un'occhiataccia al figlio
“Specchiati,
Frankie. Tu da quant'è che non fai dei compiti
scolastici?”
Il
ragazzo ghignò, scoccando un bacio sulla guancia della madre
“Dal
secondo liceo.” ed andò al piano di sopra,
chiudendosi in bagno.
Salve! Eccomi di nuovo qui!
Ok, forse sono tornata prima del solito... O forse no? Boh! In ogni
caso, so che molte persone vogliono leggere almeno un po' lo sviluppo
di una storia prima di commentarla, sia positivamente che
negativamente, per cui non mi lamento delle visite o delle due
recensioni che ho avuto, anzi pensavo di non riceverne affatto!
Ha-ha-ha!
Beh, come avrete capito, questo capitolo riprende un po' il video di I'm not Okay (I Promise),
diciamo come se fosse un sequel ecco, tra l'altro è la
canzone che ho ascoltato tutto il tempo nella stesura di questo
capitolo, insieme a Action
Cat... Non so, ero nel mio mondo depressivo o
maliconico...
Diciamo che, man mano si delinea un po' il carattere del mio PG, spero
che vi piaccia, ma se non vi piace dovrei essere felice comunque dato
che, nella vita reale ci sono persone che ci piacciono ed altre no...
Quindi, deduco che l'ho caratterizzata bene? Staremo a
vedere...
Volevo assolutamente mettere il personaggio di Elena Lee Rush,
soprattutto perché so che ogni fan dei MCR le deve molto e
diciamo che sarà il mio omaggio a lei, con tanto affetto!
Vorrei ringraziare _rageandlove_ e Not_Lollipops che
hanno recensito il capitolo precedente.
E un grazie va anche a ashelyofsuburbia
che ha inserito la storie tra le preferite,
ed a xkeepituglyx
e, nuovamente, a Not_Lollipops
che hanno inserito la storia tra le seguite.
Noi ci vediamo
prossimamente, questa volta però non so quando...
Probabilmente quando mi arriverà Stomachaches
dall'UK e verrò a vantarmi un pochino... No, scherzo, anche
perché arriverà con un Cd di mia madre degli
ABBA... Non c'è nulla di cui vantarsi! Ha-ha-ha.
Come sempre, vi lascio i miei contatti sul fondo...
Vostra, Lu.
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