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Autore: JeckyCobain    08/11/2014    1 recensioni
Himeros è la passione del momento, il desiderio fisico presente e immediato che chiede di essere soddisfatto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Langdon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Orgoglio e Pregiudizio

You've got that smile, you've got it all // Hai quel sorriso, hai tutto questo
I know I'm right, you think I'm dead wrong // So di essere nel giusto, tu pensi che ho dannatamente sbagliato
You've got that face, you've got that laugh //  Tu hai quella faccia, hai quella risata
I know you're shy and girl I like that // So che sei timida, e questo ragazza mi piace

You'll find a mirror to see what I see in you // Troverai uno specchio per vedere ciò che io vedo in te
But I will follow you until you see it too // Ma ti seguirò finché non lo vedrai anche tu
I know I can't help but love everything you do // So che non posso aiutarti, ma amo ogni cosa che fai
But you can't see that and girl I like that // Ma tu non riesci a vederlo e, ragazza, questo mi piace

So take my world, just take it all // Quindi prendi il mio mondo, prendilo tutto
I'd cross the earth, to break your free fall // Attraverserò la terra per interrompere la tua caduta libera
I'd run the streets, to show you that // Correrò per le strade per dimostrarti
I'm so in love, and girl I like that // Che sono così innamorato e, ragazza, questo mi piace.
(Before you exit - I like that)



Alice si rigirò nel letto più e più volte, non riuscendo a farsi passare la nausea. La testa le martellava fortissimo, e qualsiasi movimento facesse non riusciva a trovar pace.

Pian piano aprì gli occhi: dapprima vide tutto sfuocato, ma quando cominciò a mettere a fuoco le venne un grandissimo dubbio. Dove diavolo si trovava?

Spaventata si alzò e si sedette, ignorando l'insistente mal di testa. Quelle coperte non erano le sue.

Guardandosi intorno vide di essere su un grande letto a due piazze, su un materasso morbidissimo poggiato su del robusto legno lavorato sapientemente a formare bellissimi disegni sulla testata.

C'erano delle mensole con dei libri, un comodino, un armadio a muro, e un appendiabiti con una giacca appesa. Avrebbe riconosciuto quella giacca fra mille, e solo quando la vide cominciò ad avere dubbi ancora più grandi: perché la giacca di Robert era lì?

Dalla grande finestra alla sua destra entrava la luce del primo mattino, illuminando il suo volto stanco che vedeva riflesso allo specchio. Si guardò un paio di volte, e non solo vide una ragazza stanca e triste, ma sopratutto notò di non avere più la sua preziosa collana al collo.

Si rese conto in quel preciso istante che non solo le mancava la collana, ma anche i vestiti: constatò di avere addosso soltanto la biancheria intima. D'istinto afferrò le coperte e si coprì, ma si rassicurò nel vedere che i suoi vestiti e la collana erano meravigliosamente piegati su una sedia lì affianco.

Dov'era e cosa ci faceva lì? Perché era mezza nuda? Non ricordava un'accidente della sera precedente.

Una fitta le trapassò la testa, e la costrinse a tornare sotto le coperte, quando qualcuno bussò alla porta.

«Posso entrare?» chiese una voce familiare. La risposta di Alice fu un mugugno stano.

«Alice, come stai?» domandò di nuovo a bassa voce.

Robert si sedette sul bordo del letto accanto a lei. Le accarezzò leggermente la testa.

«Dove mi trovo?» fu tutto quello che riuscì a dire Alice, di cui l'unica cosa che sporgeva dalle coperte era la sua faccia.

«Sei a casa mia» sorrise dolcemente Robert. A quel punto la ragazza spalancò gli occhi di colpo, e, come se il dolore fosse misteriosamente sparito per una seconda volta, si drizzò a sedere.

Si rese conto subito dopo di essere praticamente svestita, e afferrò nuovamente le coperte coprendosi.

«Cosa ci faccio io qui?» esclamò allarmata «E perché sono nuda?»

«Alice, stai tranquilla» la rassicurò il professore «Ora ti racconterò tutto.»

Robert la fece tranquillizzare, e nonostante fosse una situazione ben più che bizzarra, Alice cedette alla sua dolcezza: nonostante tutto sentiva che poteva fidarsi di lui.

Robert le disse che la sera prima aveva alzato un po' il gomito e invece di lasciarla andare a casa da sola aveva preferito accompagnarla lui stesso. Aveva preso la macchina di Alice e, con lei a bordo, aveva l'intenzione di portarla a casa, fino al momento in cui si rese conto che non aveva la più pallida idea di dove abitasse la ragazza. Così aveva deciso di portarla a casa con sé. Una volta arrivati, Alice aveva cominciato a dimostrare conati di vomito, e Robert l'aveva accompagnata in bagno.

«Quindi mi sta dicendo che ho vomitato nel suo bagno stanotte?» lo interruppe la ragazza, paonazza dalla vergogna.

«Eh sì» sospirò il professore con un sorriso «E sono stato con te tutto il tempo.»

Ad Alice si fermò il cuore per pochi istanti: lui era stato con lei tutto il tempo mentre vomitava, non esattamente la cosa più deliziosa per la quale sarebbero potuti rimanere assieme da soli, ma la rendeva comunque felice. Sapeva che in realtà il fatto di vomitare da soli può provocare gravi danni, e che quindi Robert si sentiva responsabile per lei, ma le faceva comunque piacere il fatto che si fosse preso cura di lei.

Robert continuò a raccontarle che una volta che aveva terminato, l'aveva portata a letto. Si era sporcata il vestito, e quindi glielo aveva tolto, lasciandola solo con della biancheria, non avendo altro con cui vestirla. Inoltre le era venuta una terribile febbre, e lo stare senza vestiti le avrebbe abbassato la temperatura corporea.

Lui era rimasto lì tutta la notte, dormendo a tratti e controllando che stesse bene, perché non poteva lasciarla in balia degli eventi.

Quando ebbe terminato il racconto, Alice si sentì piena di vergogna «Mi dispiace» disse sommessamente «Non avrei dovuto combinare tutto questo casino, è colpa mia»

«Non preoccuparti» chi le parlava era un Robert stanco e affaticato «Non avrei dovuto offrirti quel drink».

Le si avvicinò di più, e con delicatezza le posò le labbra sulla fronte. Alice si sentiva andare a fuoco: il cuore le martellava nel petto più forte che nella testa, e i suoi occhi si chiusero un'istante per assaporare quel momento. Lasciò scorrere le coperte sul suo corpo semi-nudo, non vergognandosi più del fatto che lo fosse o meno.

«Sembra che la febbre ti sia passata» sorrise Robert allontanandosi da lei.

Le stava solo controllando la temperatura. Alice sperava volesse qualcosa di più da lei, ma si era sbagliata di nuovo.

«In ogni caso oggi ti obbligo a rimanere qua, sei ancora molto debole, hai perso un sacco di forze. Ti ho lasciato qualcosa in cucina da mangiare e c'è del succo di frutta nel frigo. Mi raccomando bevi molto e prendi le medicine che ci sono qua sopra, ti aiuteranno a stare meglio.»

La ragazza annuì leggermente. Nonostante la delusione le faceva piacere che il professore si prendesse cura di lei.

Lui si alzò dal letto, e si diresse verso la porta. «Professore!» esclamò Alice prima che se ne uscisse «Io... mi rendo conto di aver combinato un gran pasticcio, ma dovrei avvisare la mia coinquilina. Lei si aspettava che tornassi ieri sera e...»

non concluse la frase perché fu Robert a farlo «Ci penso io, non preoccuparti, Alice» le sorrise «Riposati e non pensare ad altro».

 

Quando Robert uscì dalla porta tirò un sospiro lungo e stanco. Si portò una mano al petto e sentì il suo cuore battere forte. Cos'era quella sensazione? Era troppo tempo che non la provava, eppure la sentiva familiare. Perché quella ragazza lo rendeva così pazzo? Si sentiva un'idiota, si sentiva impotente. Eppure cercava di reprimere quel sentimento che si faceva sempre più strada dentro di lui “Non posso innamorarmi di lei” continuava a ripetersi. “è solo una circostanza strana, non è così”. Stanco e con la testa piena di pensieri si diresse verso l'aula: non era certo che sarebbe riuscito a tenere una lezione decente quel giorno.

 

Quella mattina Alice non fece granché. Come le aveva detto il professore, si alzò e fece colazione, prendendo anche le medicine. Stare seduta a letto però la annoiava, così se n'era andata in giro ad esplorare la casa. Provava ancora brividi di freddo quando si muoveva fuori dalle coperte, ma essendo il vestito scomodo e stretto, si infilò la giacca che era appesa alla parete. “Harris Tweed” pensò abbracciandola e ispirandone l'odore. Sorrise. Sapeva del profumo del suo amato. “Penso che capirà il motivo per cui l'ho presa” pensò Alice ridendosela sotto i baffi. Sapeva bene che non avrebbe dovuto farlo, ma Robert non le aveva dato particolari restrizioni, e sopratutto nessuno sarebbe venuto a saperlo.
Gironzolò per la casa, finché non finì nel suo studio per vedere che libri custodiva, e rimase impressionata dalla molteplicità di volumi che possedeva. Venne particolarmente attratta da un volume rilegato in pelle rossa con una scritta dorata sul fianco. Era una copia di “Orgoglio e Pregiudizio”, uno dei suoi libri preferiti, ma non ne aveva mai vista un'edizione così bella.

Prese uno sgabello lì vicino e si arrampicò per raggiungere il libro, troppo in alto per il suo metro e sessantaquattro di altezza. Ovviamente, sbadata e malaticcia, c'era da aspettarsi che ne combinasse una delle sue. Perse l'equilibrio e finì con il sedere a terra e un paio di volumi in testa. Se non altro il mal di testa le era passato, pensò. Ma ciò che la distrasse non furono i libri per terra o il fondo schiena dolorante, ma bensì il loro contenuto. Sul pavimento erano sparpagliate una serie di cartoline provenienti dai posti più disparati: luoghi esotici, città d'arte, oceani cristallini. Si chiese chi le aveva inviate a Robert. Ogni dubbio sparì quando vide, assieme alle cartoline, una serie di foto. Ritraevano tutte lo stesso soggetto: Robert Langdon aveva uno sguardo felice e compiaciuto, sullo sfondo la Tour Eiffel, o il Colosseo, i canali di Venezia. Le sue mani stringevano però la vita di una persona che Alice riconosceva benissimo: alta, capelli scuri, carnagione abbronzata e corpo perfetto. Vittoria Vetra era nota per essere non solo una scienziata e fisica incredibilmente intelligente, ma anche bella da togliere il fiato.
Alice si portò una mano alla bocca. Le sue idee si facevano pian piano spazio, perché era consapevole che qualcosa tra loro c'era stato, e quelle foto ne erano la conferma. Incuriosita lesse anche le cartoline, sapeva di non doverlo fare, ma quel colpo era stato troppo duro, e non riusciva a crederci, così voleva conferme. Purtroppo lo furono.

Tra le molteplici righe di rivelazioni scientifiche si leggevano dolci parole, e la decisione di trovarsi ogni sei mesi nei luoghi più romantici del mondo.

Quindi le cose stavano così: Robert Langdon non era lo scapolo che Alice pensava. Si vedeva, o era fidanzato, con la Vetra.
Non voleva crederci, perché anche se lieve sperava di avere qualche possibilità. Ma non era così. Non avrebbe mai avuto alcuna possibilità, lei non era a livello di Vittoria neanche lontanamente.
Fece per mettere via tutto quel materiale compromettente, quando qualcosa la bloccò.
La porta si spalancò e vide l'ultima persona che avrebbe voluto vedere.
«Alice, cosa stai facendo?» disse Robert Langdon, guardando stupido ed indignato la ragazza in ginocchio al centro del suo studio, vestita soltanto con una delle sue giacche preferite.




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Angolo autrice:
salve a tutti e ben trovati al quinto capitolo! ^u^
Spero di avervi lasciato un po' di curiosità per la fine di questo capitolo eheheh ewe
A dire la verità era molto più lungo ma ho deciso di dividerlo in più parti per agevolarne la lettura e renderlo più piacevole, e sopratutto così vi lascio un po' sulle spine u.u 
Ho cominciato Orgoglio e Pregiudizio, ecco il perché del titolo xD La verità è che dovevo scegliere un libro che piacesse alla protagonista e visto che non potevo certo mettere il MIO preferito (è il Codice Da Vinci) ho scelto questo. Stranamente si sposa anche abbastanza bene con il capitolo, mi da questa idea (?) eeeee bwwwh, la canzone è adorabile ascoltatela tutti! *0*/ 
Comunque è stata veramente dura trovare il tempo per scrivere il capitolo, con lo studio della teoria della patente e Lucca di mezzo sono stata impegnatissima! >< martedì ho l'esame speriamo di liberarmi di questo stress una volta per tutte xD
A sabato prossimo miei seguaci (???) *0*/

Alice

 

   
 
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