Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Zaylena    08/11/2014    0 recensioni
«Un uccello mitologico, che non muore mai, la fenice vola lontano, avanti a noi, osservando con occhi acuti il paesaggio circostante e lo spazio distante. Rappresenta la nostra capacità visiva, di raccogliere informazioni sensorie sull'ambiente che ci circonda e sugli eventi che si dipanano al suo interno. La fenice, con la sua bellezza assoluta, crea un'incredibile esaltazione unita al sogno dell'immortalità»
Una leggenda narra che non esitano animali più affascinanti delle mitiche fenici, uccelli in grado di risorgere dalle loro ceneri, coloro che della morte ne fanno un inganno. Wendy, seppur non sapendolo, era una bellissima fenice, aveva superato un cancro fatale e adesso si trovava a ricomporre i puzzle di una vita squarciata dal dolore.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

P.o.v Wendy
Una volta alzata mi diressi in cucina per fare colazione dove trovai un biglietto di mia zia che diceva:
" Wendy nel frigo trovi un po’ di latte e c'è ancora un pezzo di torta avanzata da ieri. Ti spiace fare la spesa tesoro? Stasera rientro tardi, con amore zia Ella xoxo"
Vicino ad esso c'era una banconota da 30 £ e le chiavi di casa così mangiucchiai qualcosa e dopo una doccia mi diressi alla ricerca di un supermercato. Zia Ella era una donna intelligente ma spesso svampita tanto da dimenticarsi che io non conoscevo per niente quest'enorme città.

Armata del mio ipod e del GPS del telefono cominciai la mia ricerca ma ben presto scoprii che il più vicino supermercato distava circa 2 km da casa così trovata la fermata degli autobus mi misi tranquillamente ad aspettare il suo arrivo. Dopo neanche dieci minuti il malmesso mezzo giunse davanti a me e io mi sedetti nel primo posto libero che trovai. Impacciata alzai il capo verso la pianta delle fermate cercando di capire dove dovessi scendere esattamente. Mancavano cinque fermate così mi misi ancora ancor più comoda sul sedile ad ascoltare i Fall Out Boy guardandomi intorno.

Fin da piccola ero stata una bambina curiosa e crescendo avevo sviluppato molto la mia osservazione verso il Mondo, mi piaceva guardare le persone e cercare di scoprire quale felicità o amarezza raccontasse la loro storia. I miei occhi vagarono lentamente da una parte all'altra scorgendo visi allegri, falsi sorrisi e occhi cupi. Mi voltai alla mia destra accorgendomi solo in quel momento di avere accanto uno slanciato ragazzo probabilmente sui  18 anni, che mi scrutava quasi con avidità con i suoi abissali occhi color caramello.
Volsi immediatamente il capo dalla parte opposta, non abituata ad essere studiata dalle persone con tale accuratezza. Buttai una fugace occhiata allo specchietto retrovisore per vedere se l'ambiguo moro mi stesse ancora guardando e sì era ancora con gli occhi puntati verso di me. Ma non c'era una sottospecie di regola fra le persone che stabiliva la durata di uno sguardo, evitando sgradevoli situazioni?
Ma a quanto pare non ero l'unica che amava far vagare lo sguardo perché ben presto il giovane puntò la sua attenzione verso lo stesso specchietto, incontrando i miei occhi e lanciandomi un'occhiata indecifrabile. Forza Wendy solo tre fermate e sarai libera da questa presenza opprimente, mi ripetevo mentalmente quando il mezzo si fermò facendo entrare nuovi passeggeri.

E fu in quel momento che notai una vecchietta che con una pesante borsa della spesa e un'espressione stanca cercava un posto da sedere così prontamente mi alzai e le dissi: - Signora se vuole si può sedere qui tanto io sono quasi arrivata.
- Oh ma sei proprio un tesoro, sai non se ne trovano tanti di giovani come te in circolazione. Vuoi una caramella cara? - disse dandomi un forte pizzicotto alla guancia e mi parse di sentire il moro ridacchiare della scenetta che gli si era presentata davanti. Grandioso.
- No, si figuri -le risposi cortesemente. Giunta alla mia destinazione uscii dall'autobus con la voce dell'anziana donna che mi urlava se fossi sicura di non volere almeno un cioccolatino.
- Finalmente un po’ d'aria - sospirai perché nonostante la superata malattia avevo ancora seri problemi respiratori e stare compressa in luoghi affollati, dove il proprio spazio vitale si annullava, mi mandava ancora in crisi. Facilmente trovai il grande market ed entrando e prendendo solo qualche articolo mi diressi alla cassa, quando notai dietro le spalle della cassiera una barretta di cioccolato fondente, il mio preferito e involontariamente mi feci sfuggire: Uh cioccolato!
- Hahah si lo vuoi? -mi chiese cordiale la ragazza.
- Sì grazie – arrossii, per la mia stupida reazione.
- Non ti preoccupare io sono peggio di te quando vedo il cioccolato - mi informò lei notando il mio purpureo colorito.
- Io sono Nina comunque.
- Wendy - mi presentai.
- La Wendy nipote della dottoressa Ella? - mi chiese lei.
- Sì esatto.
-Mi ha parlato di te, benvenuta a Bradford piccoletta! Come ti trovi per ora? -esclamò euforica.
- Bhè sono arrivata solo ieri e non sono andata da nessuna apparte qui e alla fermata dei pullman.
- Se vuoi ti mostro io un po’ il post, adoro tua zia e mi ha parlato di te fino allo strazio quindi è come se già ci conoscessimo. Andiamo se vuoi tanto adesso stacco.
- Davvero ti andrebbe? - chiesi stupita abituata alla riservatezza del mio paesino e a stare comunque per la maggior parte del tempo da sola.
- Certo perché?.
- Sono abituata a stare da sola tutto qui.
-Possiamo sempre stare sole insieme insieme- mi rispose facendomi l'occhiolino. Sorrise e prestai maggiore attenzione all'aspetto di Nina: aveva lunghi capelli castani, due occhioni da cerbiatto e un sorriso che trasmetteva allegria solo a guardarlo. Le mie "vecchie amiche" non erano per niente come lei ma vedendo come si erano comportate mi rallegrai di questa differenza. Dopo essersi tolta la divisa da lavoro ci dirigemmo fuori e ci fermammo davanti ad una vespa rossa, Nina mi lanciò un casco.
- Forza sali piccoletta! - mi incitò.
- Ho sempre voluto una vespa, ma dove metto la spesa?
- Davvero? E' bellissima non è vero? Comunque tranquilla non è tanta e ci sta nel bauletto, dammi qui- disse prendendomela dalle mani e sistemandola.
- Ci sei mai salita sopra? Sembra che tu non ne abbia mai vista una da vicino - mi domandò notando la mia eccitazione ed io negai con il capo.
- Allora benvenuta a bordo signorina Wendy, prego si allacci la cintura che in questo caso è la pilota stessa.
Risi di gusto del suo modo spigliato di fare ed era da talmente tanto che non sentivo il suono della mia risata da non riconoscerla neanche. Nina partì urlando:"STIAMO DA SOLI INSIEME POTREMMO ESSERE GIOVANI PER SEMPRE, URLALO CON TUTTO IL FIATO CHE HAIII".
- Ti piacciono i Fall Out Boy? - chiesi intanto che sfrecciavamo per le viuzze.
- Ovviamente e a quanto pare anche a te, saresti la prima amica che li ascolta - urlò per farsi sentire e nel frattempo io sorrisi alla parola amica. Nina mi portò ovunque e mi mostrò: il Lister park, la cattedrale della città, il St. George Hall, la Red House e infine il museo delle sorelle Bronte, le mie eroine e infine il centro della città e la scuola con la promessa da parte sua di accompagnarmi il giorno dopo in motorino. Non ci accorgemmo neanche di aver saltato il pranzo così prendemmo un gelato alle quattro e mezza passate del pomeriggio iniziando a chiacchierare.
- Allora Wendy raccontami qualcosa di te.
- Sono americana, vengo da una contea del New Jersey, un posto minuscolo in confronto a  Bradford.
- Tranquilla molte città in confronto sembrano piccole. Come mai ti sei trasferita?
Ahi e ora che le dico: Oh niente ho avuto un cancro ma tranquilla adesso non l'ho più, genitori scarsi nelle dimostrazioni d'affetto e un lutto? No okkey sembrava deprimente così ma magari potevo distorcere giusto un po’ la realtà per non spaventarla.
- Studi, la scuola inglese offre una preparazione nettamente migliore, nel paesino dove abitavo la massima aspirazione consiste nel saper fare la calza maglia e poi volevo stare un po’ con mia zia, era da moltissimo che non la vedevo.
Ottimo Wendy mi auto congratulai, buona versione.
- Caspita e ai tuoi va bene che tu sia così lontana da loro?
- Sì certo loro lavorano parecchio e gli spiace lasciarmi sempre da sola così hanno pensato di mandarmi da mia zia Ella. Sono entrambi avvocati a d Atlantic City ma spesso vanno a New York e Chicago quindi non ci sono quasi mai a casa. Tu invece che mi dici?
- Sono bulgara da parte di mio padre e britannica dalla parte materna, sono del capricorno, adoro i film in bianco e nero, adoro il teatro e ho una fissazione da quando avevo undici anni per Orlando Bloom.
- Un attrice, wow quando sarai famosa ricordati della ragazza del New Jersey.
- Magari, ma per ora recito solo a scuola e in qualche commedia di una piccola compagnia con Ian il mio ragazzo, sogniamo di sfondare a Broadway!
- Avete le idee chiare, come vi siete conosciuti?
- Ci siamo conosciuti quando io ero in seconda e lui in quinta, lo conobbi al corso di recitazione e mi piacque subito e credo che la cosa fosse reciproca. Un giorno stavamo facendo le prove per la recita di Natale, quell'anno inscenammo il Canto di Natale e durante la pausa Ian mi si avvicinò presentandosi e iniziando a fare squallide battute, come ti sei fatta male cadendo dal Paradiso e frasi simili, io scoppiai a ridere e lui cadde nello scatolone dei brillantini portandomi con sé. Quindi diciamo un grosso grazie a quella grossa scatola che mette insieme giovani dal 1978.
Finito di mangiare portai Nina a casa mia e scoprii che la sua distava di un solo isolato. Poco dopo Nina mi chiese: - Wendy visto che è l'ultima sera prima dell'inizio della scuola che ne dici di uscire stasera, ti presento il famoso Ian e i miei amici. Sai giocare a bowling?
- Sì me la cavo, aspetta chiamo un attimo mia zia per avvertirla - dissi scendendo giù da basso. Terminata la chiamata tornai di sopra dove trovai Nina che mi guardava con uno sguardo preoccupato dicendomi: Houston abbiamo un problema, nel tuo armadio non ho trovato neanche un vestito o una gonna, qualcosa di sexy. Nada. Staresti bene con qualcosa di più femminile.. Aspetta prova questa canotta con il cardigan e i jeans - mi disse frugando nelle profondità del mio armadio e pescando un paio di vestiti che mi lanciò. Dieci minuti dopo arrivammo al bowling dove mi presentò il suo fidanzato, un tipo alto, evidentemente più grande di noi di qualche anno, con i capelli corvini e due agghiaccianti occhi azzurri.
- Ian, lei è la mia nuova amica Wendy, è nuova -mi presentò Nina dopo averlo baciato
- Piacere e mi spiace che la tua prima amica sia questa pazza qui.
- Uhm- uhm io sono qui e la cosiddetta pazza è la tua ragazza.
- Ma certo amore lo so!
- Meglio per te, ma dove sono gli altri?
- Dunque Harry e Lou sono voluti restare a casa per una delle loro serate di coppia, Sammy è in visita dai suoi nonni, Nate ha la febbre, e Dylan dovrebbe arrivare a momenti - concluse Ian tenendo il conto con le dita.
- Ma quanto ci mette, è peggio di una ragazza. Oh Signore!
- Sa che stasera ci sarà anche Taylor e credo voglia farsi … come dire bello!
- Ma se è lì che se la fa con Luke e company, come le fa a piacerle proprio non so.
Intanto io li guardai interdetta e Nina sembrò notarlo perché prendendomi a braccetto e facendomi sedere mi disse: -Ora ti spiego, dunque: Harry e Lou sono i nostri amici che stanno insieme, Sammy la biondina fissata con i libri di Nicholas Sparks e Nate.. Bhe' Nate è un tipo tutto da vedere per giudicarlo, infine c'è' Dylan cotto della bionda, pelle ossa sulle gambe di quel biondo che è Luke,il moro è Liam, l'altro biondo Niall e l'ultimo con lo sguardo truce è Zayn - concluse. Un solo viso riconobbi fra quelli che Nina mi presentò, con tanto disprezzo nella voce, il moro dallo " sguardo truce" che avevo incontrato quella mattina sull'autobus. La mia visuale fu però oscurata dall'arrivo di un ragazzo, probabilmente Dylan che ci raggiunse con il fiatone e una vampata di dopobarba.
- Era ora O'Brien, ti sei riempito ancora di dopobarba e non hai visto che eri in ritardo ma bando alle scuse che mi affibbieresti, lei è Wendy.
- Piacere Wendy, io sono Dylan! Ragazzi ma lei è già arrivata?.
- Chi la troia, oh si se parli di lei è laggiù!
- Non chiamarla così!!!
- Preferisci prostituta, battona.. oh, oh donna di facili costumi. Sì non è male, mi piace.
- Non lo è per niente e se fa così avrà un motivo - rispose sulla difensiva Dylan.
- Magari ha ragione lui, chi lo sa forse ha un brutto passato alle spalle o genitori che le hanno dato un cattivo esempio - proposi.
- Grazie a Dio qualcuno che mi sostiene, grazie Wendy per il tuo beneficio del dubbio. Mi sei diventata simpatica in soli due minuti.
- Ma non vale Wendy è troppo gentile e basta! - ribatté Nina.
- Shh, vieni Wendy lasciamo questi malvagi al ritiro delle scarpe per giocare, per me un 44!
- Wendy? - mi chiese Ian.
- Un 38 grazie.
- Come sto? -mi chiese Dylan dato che ci stavamo avvicinando al fatidico gruppo per giocare nella pista accanto.
- Bene direi, ma perché non provi a parlarci?.
- Non sono il suo tipo, il suo genere è quello -disse indicando quei ragazzi e quindi Zayn.
- Questo non puoi saperlo - gli risposi mettendogli una mano sulla spalla. Eravamo talmente intenti a discutere che entrambi non ci accorgemmo dell'arrivo di Luke e del suo gruppo.
- O'Brien ti sei fatto la ragazza? Carina, forse un po’ troppo per te, bambolina fai sempre in tempo ad unirti a noi - mi disse il biondo Luke ammiccando nella mia direzione.
- Sto benissimo qui. Con lui.
- Tesoro sei nuova? Io sono Taylor, hai anche un bel fisico potresti fare la cheerleader, ne stiamo proprio cercando una - mi propose Taylor con aria svampita.
 - Uhm si sono arrivata ieri. Comunque grazie ma non credo di essere adatta.
- Oh eccome invece -disse Zayn in un sussurro appena udibile che sentii solo io dato che mi era affianco.
- Ci sono problemi? - chiese arrivando Ian con Nina e le nostre scarpe in mano.
- Somerhalder stavamo solo facendo amicizia ma sembra che questa bambolina come la tua ragazza preferisca la compagnia di sfigati alla nostra, non è vero O'Brien? - lo canzonò nuovamente Luke. Quest'ultimo stufo, stava partendo per andare addosso al biondo ma lo fermai subito per un braccio e guardandolo negli occhi gli dissi: - Dylan non ne vale la pena ma sopratutto loro non ne valgono la pena.
- Meglio che l'ascolti, non ti conviene sfidarmi - lo avverti Luke. Con un ultima occhiata da parte di Zayn e un - Peccato, sembrava carina, volevo una nuova amica - da parte di Taylor cambiammo corsia. L'ultima frase che sentii fu quella pronunciata la Luke che rispondendo alla bionda le disse
- E' lo sarà!
 
 

 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Zaylena