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Autore: SusanButterfly    09/11/2014    5 recensioni
[AU High school] [Reyna/Piper, con accenni Jason/Nico, Frank/Hazel, Percy/Annabeth]
Reyna si trasferisce a San Francisco insieme alla sorella dopo la morte del padre. Si è lasciata tutto alle spalle ed è più sola che mai, ma un gruppo di amici riuscirà a farle tornare il sorriso. Un intreccio di amicizia, gelosie e amori adolescenziali.
Dal terzo capitolo:
-Io... cosa... non mi piace Pi...- alla fine, nonostante i numerosi tentativi di nasconderlo, si arrese alla dura realtà: era pazzamente cotta di lei.
La ragazza ispanica si sedette accanto a Jason su uno dei tavoli. Lui tirò fuori una sigaretta dalla tasca della felpa e le propose di fare un tiro. Accettò e prese la sigaretta, inspirando profondamente e calmandosi.
-E va bene, mi hai scoperta. Non volevo dirlo a nessuno per paura di essere presa di mira, ma Piper mi piace da morire. Non so se lei ricambia, e sinceramente mi sembra impossibile innamorarsi di una come me.-
L'amico le passò un braccio attorno alle spalle con fare protettivo. -Non dire stupidaggini! Tu sei una ragazza gentile e forte. E, in alcuni momenti, incredibilmente dolce.-
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Drew Tanaka, Nico di Angelo, Piper McLean, Quasi tutti, Reyna
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5

 

Reyna fu svegliata dalla sveglia del cellulare, che mandava a tutto volume Stop and Stare degli One Republic, la canzone che aveva impostato come sveglia. Di solito al mattino si svegliava di buon umore grazie a quella canzone: la preferita di Piper. Quel sabato mattina ebbe l'effetto opposto. Reyna aprì lentamente gli occhi, lasciando che la sveglia continuasse a suonare, e il suo pensiero corse al pomeriggio in cui era uscita con Piper e avevano parlato di musica.
Lei le aveva parlato del suo gruppo preferito, gli One Republic, dicendole che quella era in assoluto la sua canzone preferita, e Reyna l'aveva segretamente impostata come sveglia del cellulare. Quando le aveva chiesto che musica amasse, Reyna le aveva sorriso dicendole: -scommetto che a te non piacciono i generi estremi con cui mi drogo io- e poi le aveva citato i Pink Floyd, i Green Day, i Guns N' Roses e i Led Zeppelin, e lei si era sorbita volentieri le sue canzoni preferite.

Il ricordo di quei momenti, delle loro risate, riaprì la voragine che Reyna aveva in mezzo al petto dalla sera prima. Dopo che Piper era fuggita, lei era restata inginocchiata a terra con il viso tra le mani, e aveva pianto finché non le erano rimaste più lacrime. Non piangeva quasi mai, tanto meno per questioni romantiche, ma la reazione di Piper dopo quel bacio magico l'aveva letteralmente uccisa. Il dolore non era solo mentale, ma anche fisico, e peggiore di quello che si prova quando ci si rompe un braccio- lo sapeva per esperienza- perché un arto prima o poi guarisce, mentre un cuore spezzato non ritorna mai come nuovo. Diede un colpetto allo schermo per far cessare la sveglia e le lacrime cominciarono a rigarle le guance, ma lo squillo della suoneria la strappò ai suoi pensieri. Afferrò il dispositivo, sperando che si trattasse di Piper, ma sul display lesse: Frank. Durante gli ultimi mesi il ragazzo canadese era diventato un suo grande amico, e riusciva a farla ridere e divertire anche nei momenti più tristi. Rispose:

-Pronto, Frank? Stavo dormendo.

-In piedi, dormigliona, è mezzogiorno!

-Il motivo della tua chiamata?

-Visto che mia madre deve lavorare, oggi vado a pranzo dalla nonna. Ti va di venire? Altrimenti sarò costretto a finire da solo il mare di prelibatezze che starà preparando.

Reyna aveva solo voglia di restare a letto a piangere, ma nonostante ciò decise che passare un po' di tempo con il suo amico le avrebbe fatto bene. E poi non si rifiuta un pranzo dalla nonna di Frank, famosa per le sue ottime doti culinarie.

-E va bene, accetto. Ci vediamo da tua nonna alle 13:20.

Frank la salutò entusiasta e riattaccò. Reyna andò in bagno a lavarsi; non si curò neppure di truccarsi... intanto a chi sarebbe dovuta piacere? Sentì un nodo in gola e si impose di non piangere, quindi aprì l'armadio e indossò i primi vestiti che le capitarono a tiro: una larga felpa verde, i jeans e gli anfibi. Salutò Hylla dicendole che avrebbe pranzato da un amico, e uscì nell'aria fredda di Novembre.

 

Bussò tre volte alla porta di casa della nonna di Frank, e dopo qualche secondo di attesa la signora venne ad aprirle. -Oh, ciao cara. Frank mi ha avvisato che saresti stata nostra ospite. Prego, accomodati pure!- la invitò la signora Zhang.

Il salotto era molto ampio e ben arredato: c'era un grande divano rosso, una televisione a schermo piatto, un tavolino da caffè, diverse poltrone e una miriade di vasi cinesi decorati con disegni di dragoni e samurai. Frank era seduto sul divano intento a giocare alla Wii U, e non si era nemmeno accorto dell'arrivo dell'amica. Reyna lo salutò e lui voltò la testa di scatto: -Oh, Reyna! Non ti avevo sentita entrare... vieni, siediti pure.- disse, dando una pacca al divano per invogliarla a sedersi. La ragazza prese posto vicino al suo amico, e lo guardò finire una partita di Super Mario 3D World. Era molto bravo: le sue dita si muovevano velocissime sui tasti e Mario sfrecciava tra un nemico e l'altro senza farsi mai colpire. Frank atterrò sulla punta della bandierina di fine livello, e in quel momento una ragazza entrò dalla porta d'ingresso. Non appena Reyna notò la cascata di ricci castani, riconobbe Hazel e la salutò con la mano.

-Oh, dimenticavo... ho invitato anche Hazel. Spero che la cosa non ti dia noia.- commentò Frank, andando ad abbracciare la sua ragazza, che lo strinse a sé con fare protettivo. Reyna scosse la testa, per far capire che la presenza di Hazel non le dava affatto fastidio, anzi, le stava molto simpatica. I due fidanzatini si accoccolarono sul divano e cominciarono a parlare del più e del meno; Reyna li ascoltava incuriosita.

-La mia squadra è arrivata prima nella caccia al tesoro, ieri a scuola. Pensa che sono stata proprio io a scovare il tesoro: una pepita d'argento!- raccontò Hazel, sorridendo. Frank la baciò sulla guancia, complimentandosi per la vittoria, e le raccontò dei suoi allenamenti di judo che stavano andando piuttosto bene. Hazel lo attirò a sé e lo baciò. Chiusero entrambi gli occhi, stringendosi forte: si amavano davvero tanto, pensò Reyna, mentre il dolore le stringeva il petto in una morsa ghiacciata e la sua mente correva alle labbra di Piper premute contro le sue.

All'improvviso la signora Zhang fece capolino dalla cucina con il matterello in pugno per annunciare che il pranzo era in tavola, e si scandalizzò nel trovare il nipote avvinghiato ad Hazel.

-Ehi, voi due! Queste smancerie scambiatevele a casa vostra! Frank, ragazze, venite che il pranzo è pronto.- sbraitò, dandosi colpetti sul palmo della mano con il matterello; aveva un'aria piuttosto minacciosa.

La tavola era imbandita con ogni ben di dio: pollo arrosto, lasagne, pizza ai peperoni, frutta fresca e gelato a volontà. Frank si riempì il piatto fino a far straripare il cibo, beccandosi i rimproveri della nonna che lo invitava a mangiare con calma se non voleva diventare un pachiderma. Hazel ridacchiò a quella battuta, e il povero ragazzo arrossì imbarazzato. Anche Hazel si servì e mangiò di gusto le lasagne, mentre Reyna non era affatto affamata. Ma non voleva offendere la nonna di Frank, così prese un paio di fette di pizza ai peperoni e le sgranocchiò svogliatamente, nonostante fossero squisite. Quando finì di mangiare la pizza, si dichiarò sazia, ma la nonna non volle sentir ragioni: -Non dire sciocchezze, tesoro, non hai praticamente toccato cibo! Ah, le ragazze d'oggi... tutte fissate con la linea. Ma dovete mangiare se volete diventare grandi e forti! Ora non ti lamentare e assaggia queste lasagne leggendarie.- dichiarò, mettendole nel piatto una porzione di lasagne per tre persone. La povera ragazza le mandò giù con fatica, lottando contro il buco nero che aveva nello stomaco, e alla fine ripulì il piatto, con la pancia che stava per esplodere. Frank, al contrario, fece il bis di tutte le portate, e alla fine mangiò pure una coppa di gelato.

-Tutto squisito come al solito, nonna.- commentò a fine pasto. Anche Hazel fece i complimenti alla signora, e poi tutti e tre decisero di uscire per fare una passeggiata all'aria aperta dato che c'era il sole e camminare li avrebbe aiutati a digerire.

Mentre camminavano per il parco, Hazel disse:

-Oh, Reyna, ti chiedo scusa per prima... quando io e Frank ci siamo messi a sbaciucchiarci davanti a te. Siamo stati un po' indiscreti!-

Reyna sorrise, triste. -Sta' tranquilla, non c'è niente di male a mostrare il proprio affetto in pubblico. E poi non mi infastidisce in generale vedere due persone che si baciano.-

Frank approfittò della situazione per cambiare discorso, probabilmente sentendosi in imbarazzo, così domandò: -Ehi, Reyna, a proposito di romanticismo... ti sei trovata un principe azzurro? Carina come sei, chissà quanti ti cadranno ai piedi! Ma scommetto che tu sei una di quelle che quando si innamorano di una persona, vedono lei e nessun altra.-

Quelle parole la trafissero come un pugnale affondato nella carne e rigirato più e più volte. Quando si innamorano di una persona, vedono lei e nessun altra.Già, da quando l'aveva incontrata al museo non pensava che a lei, ai suoi occhi dai colori cangianti, ai suoi morbidi capelli, al suo sorriso luminoso in grado di renderle migliore la giornata, alle sue labbra perfette … al modo in cui era fuggita, come se baciarla fosse stata un'eresia terribile. Reyna si lasciò cadere su una panchina, lo sguardo perso nel vuoto, e non riuscì a trattenere le lacrime. Non le importava che la gente la vedesse, non le importava di niente; senza Piper nulla aveva senso.

-Reyna! Non piangere, mi dispiace... non volevo ferirti. Ho detto qualcosa di sbagliato?- cercò di rassicurarla Frank, ma la sua voce era come un borbottio sordo nei pensieri torbidi di Reyna. Hazel, che era dotata di un minimo di sensibilità femminile, mollò una gomitata al suo fidanzato e si sedette accanto a Reyna passandole un braccio intorno alle spalle. -Coraggio Reyna, raccontaci cos'è successo. Magari possiamo darti una mano a sistemare le cose, eh?- disse Hazel, con un tono di voce dolce e rassicurante. Reyna era abbastanza legata a Frank, e Hazel la conosceva appena, ma nonostante ciò sentì il bisogno di gridare il suo dolore al mondo intero. Avrebbe raccontato loro tutto, e al diavolo se non l'avessero capita.
Intanto ormai non aveva più nulla da perdere. Si asciugò le lacrime con il dorso della mano e raccontò tutta la storia, dall'inizio alla fine.

-Ci siamo incontrate una settimana prima dell'inizio della scuola al museo d'arte moderna. Mi sono innamorata di Piper nell'esatto momento in cui i miei occhi hanno incontrato i suoi. So che sembra una cavolata da film, ma è successo proprio così, e io ho sentito che le nostre strade si sarebbero incrociate di nuovo. Sentivo di appartenerle, sentivo che l'aspettavo da sempre, e quando l'ho vista mi sono sentita completa. Infatti ci siamo ritrovate in classe insieme e siamo diventate subito amiche. In questi ultimi mesi non desideravo altro che dirle “non voglio essere tua amica, Piper, tu mi piaci da impazzire. Ti voglio con tutta me stessa e non posso sopportare i tuoi abbracci e i tuoi ti voglio bene, perché io desidero i tuoi baci e i tuoi ti amo...”. Poi ieri sera mi ha baciata e io ho visto il paradiso. Sento che mi ricambia, l'ho capito quando le sue labbra hanno toccato le mie, ma quando ci siamo staccate lei è corsa via piangendo senza dirmi nulla. Soffro come un cane da ieri, non mi ha chiamata e non risponde al cellulare. Vorrei correre a casa sua a chiederle spiegazioni, ma non so dove abita. Mi sento male, mi sento distrutta!- le lacrime ripresero a solcarle copiose le guance. -Non so se mi capirete. Mi piacciono le ragazze, okay? Spero che la cosa non vi disgusti.-

Hazel l'abbracciò stretta, Frank si sedette alla sua destra e si unì all'abbraccio di gruppo come un grizzly che si avventa su un albero per afferrare un alveare. Il calore dei suoi amici fece sentire meglio Reyna, che sorrise.

-Allora voi... mi volete bene ugualmente?

-Non dire scemenze, Reyna, io ti voglio un mondo di bene e sei la mia migliore amica. E poi non c'è nulla di male se ti piace Piper; ci si innamora di una persona per quello che è, non per il suo sesso.- disse Frank, stringendo forte l'amica.

-Per una volta hai detto qualcosa di sensato!- lo punzecchiò Hazel, ridendo. I tre sciolsero l'abbraccio e Frank propose di camminare ancora un po' prima di tornare dalla nonna a fare una bella partita tutti insieme alla Wii U, per tirare su Reyna. Lei accettò volentieri, grata al suo amico per l'interesse.

-Ottima idea, Frank. Comincia a prepararti psicologicamente alla batosta che ti darò.- ridacchiò Hazel, dando un'affettuosa pacca sulla schiena del suo ragazzo.

 

Le 20:30. Quella sera Reyna sarebbe andata alla stupidissima festa di compleanno di Drew, per il semplice motivo che aveva sentito dire dai ragazzi più grandi che ci sarebbe stato da bere. Ottimo, aveva solo bisogno di una bella sbronza. Frank e Hazel l'avevano tirata un po' su di morale, avevano giocato tutti insieme a Super Mario, ma appena tornata a casa la voragine nel petto di Reyna si era riaperta con una violenza inaudita. “Magari incontro qualche ragazza carina e mi diverto un po'” pensò, ma subito una vocina si intromise: “Anche la ragazza più bella del mondo non mi renderebbe mai felice. Da quando ho incontrato il suo sguardo arcobaleno non vorrei nessun altra.”

Sarebbe andata alla festa lo stesso, decise, per distrarsi un po'. Non credeva che Piper sarebbe andata a quella festa, dato che odiava la festeggiata e in generale non apprezzava quel tipo di party. La ragazza ispanica andò in bagno a truccarsi, poi indossò un vestito da sera viola con un ampia scollatura e lo spacco laterale. Se sua sorella l'avesse vista in quel momento l'avrebbe spedita in bagno a mettersi qualcos'altro, dato che quell'abito era estremamente provocante. “Al diavolo, tanto mia sorella non mi vedrà” si disse Reyna, prese la borsetta e uscì di casa.

 

La villa di Drew era enorme. Il giardino era strapieno di adolescenti intenti a parlare e a pomiciare. Reyna notò anche una piscina dall'altro lato del giardino. La veranda dell'abitazione era decorata con festoni e luci colorate, e il vialetto davanti alla casa era ingombro di automobili appartenenti agli invitati. Reyna avanzò decisa verso la porta d'ingresso, consapevole dello sguardo del novanta per cento degli individui di sesso maschile sopra di sé, e qualche amica di Drew la riconobbe e la additò, senza però fare commenti sgradevoli. In effetti, con quel vestito faceva una gran figura, si disse, anche se l'unica da cui voleva essere guardata non era presente.

-Che ci fai alla mia festa, sfigata?- domandò Drew, acida, quando Reyna varcò la soglia della villa. La ragazza orientale era seduta su un grosso divano, circondata da ragazzi e ragazze adoranti, e in mano teneva un bicchierino di vodka.

-Ehi dolcezza, hai detto che era invitata tutta la scuola, e fino a prova contraria io ne faccio parte. Ma sta'tranquilla, principessa, perché sono venuta solo per bere e ballare un po', quindi non disturberò te e i tuoi sudditi.- Reyna si sforzò di assumere un tono da dura, anche se le riusciva difficile distrutta com'era, ma con Drew le veniva naturale essere sgarbata. La ragazza non fece commenti, e agitò la mano come per scacciare un insetto fastidioso. La ragazza ispanica si allontanò da quella scena volgare, e si diresse verso la fonte della musica.

Un'immensa sala- probabilmente la sala da pranzo- era stata allestita per scatenarsi tutta la sera: una grossa palla da discoteca era appesa al soffitto e proiettava frammenti colorati dappertutto, un DJ stava alla consolle e dalle casse un pezzo rock era sparato a tutto volume. In pista c'erano diverse coppie scatenate, ragazzi e ragazze che si strusciavano uno contro l'altra, e ai tavoli una ventina di persone era intenta a bere alcolici. Reyna si sentì stonata immediatamente, e i sensi le si irretirono.
Un ragazzo del quinto anno le chiese se le andava di ballare, probabilmente attirato dallo spacco del vestito, e lei accettò senza neppure pensarci. Prima di ballare decisero di bere un bicchierino, e Reyna si lasciò un po' prendere la mano: ne bevve uno, poi un secondo, un terzo... perse il conto. Cominciò a vedere macchie colorate davanti agli occhi, non sentiva più il contatto con il terreno. Il suo accompagnatore, approfittandosi della sua ubriachezza, la trascinò in pista e cominciò a dimenarsi contro di lei. Reyna era completamente stordita, ma percepiva il fisico eccitato di lui premuto contro il proprio. La cosa la schifava; non si sarebbe dovuta sfogare con la prima persona che le capitava a tiro, soprattutto se si trattava di un maschio. La mano di lui cercò la sua scollatura, e nel cervello della ragazza scattò una sorta di allarme: Piper, quel nome la ridestò immediatamente, e si rese conto di tutto quello che stava succedendo. La mano scattò da sola e mollò un cazzotto fortissimo in faccia al ragazzo, che si ritrasse premendosi le mani sul viso:

-Ma che hai, sei impazzita? Sei proprio cretina, non sai cosa ti perdi.- sghignazzò lui, e si dileguò tra gli invitati.

Reyna non gli gridò neppure una risposta sgarbata, tanto era il disgusto che provava verso sé stessa per essersi lasciata toccare da quel verme.
Uscì in giardino; tutt'a un tratto non le andava nemmeno più di bere. Attraversando la sala colma di corpi accaldati notò come uno spiraglio di luce, l'unica cosa degna di essere guardata in tutta quell'animalesca massa uniforme che si dimenava pazzamente: Jason e Nico erano stretti l'uno all'altro e si baciavano, mentre un gruppo di ragazzi rideva di loro. Reyna sorrise, lieta che almeno qualcuno fosse con la persona che amava, quella sera.

Il cortile era suddiviso in due parti: la prima, che straripava di gente, era la più spaziosa, e circondava la facciata della casa. La seconda era accessibile solo grazie a un paio di porte sul retro e dava sulla piscina. Essendo deserta, Reyna scelse la seconda.

Andò a sedersi vicino alla vasca e si abbracciò le ginocchia, rivolgendo lo sguardo all'acqua dai riflessi cangianti. Il vento giocava con la superficie dell'acqua, increspandola e cambiandone il colore, e a Reyna ricordò gli occhi di Piper. Le stava pensando, come al solito, quando una voce ruppe il silenzio:

-Ti stavo cercando, Arellano.- Ethan Nakamura era appoggiato alla porta-finestra che dava sul cortile, indossava una camicia mezza sbottonata, pantaloni di velluto e mocassini. Era famoso per essere uno dei più accaniti ammiratori di Drew. Squadrava Reyna, famelico, come un leone che incontra un cucciolo di zebra ferito completamente alla sua mercè.

La ragazza si voltò, scocciata.

-Che diavolo vuoi, Nakamura? Voglio essere lasciata da sola, sparisci.

-Sta'tranquilla- il ragazzo alzò le sopracciglia e si aprì in un sorriso crudele. -Me ne andrò, non appena avrò compiuto la mia vendetta. Vedi, ieri mi hai fatto fare una pessima figura con Drew, e se non te la facessi pagare ne andrebbe del mio orgoglio.-

Reyna si alzò e lo raggiunse a passo spedito, quindi lo afferrò per il colletto della camicia:

-Cosa credi di potermi fare, ragazzino? Se cerchi guai, ti avviso che sei nel posto sbagliato. Potrei farti molto più male di quanto credi.- ringhiò la ragazza, a pochi centimentri dal suo viso.

Lui sorrise, sprezzante.

-Mi sottovaluti, Arellano, mi sottovaluti.- con una mossa rapidissima la face cadere a terra e le bloccò i polsi. Reyna cercò di mollargli un calcio, ma Ethan era troppo svelto e la bloccò.

-Alzati- ordinò. -Se mi obbedisci sarò generoso.-

Reyna si alzò a fatica, ma non per dargli retta. Sperava piuttosto di riuscire a liberarsi con qualche mossa, ma Ethan era davvero esperto. Probabilmente le aveva tenuto nascoste le sue doti di lottatore  durante la partita di caccia alla bandiera, premeditando già quel momento. Infondo, la odiava dal primo giorno di scuola.

Ethan la spinse sul  trampolino, finché la ragazza non si ritrovò in bilico sulla punta.

-Guarda, sarò clemente: ti farai solo un bel bagnetto a Novembre. Ti rovinerai un po' il vestito, magari ti prenderai un bel raffreddore, ma nulla di che. Ah, già, ti farò un bel po' di foto e le posterò su Internet per far morire dal ridere tutta la scuola. Te lo meriti, dopo aver segnato l'ennesima sconfitta della squadra viola!- la punzecchiò Ethan, spingendola ancora un po' più avanti.

 

_

 

A Piper le feste non piacevano per niente. Nessuno l'aveva invitata a ballare, e a lei andava bene così. Aveva cercato Reyna dappertutto, ma di lei non c'era traccia. “Forse Jason si sbagliava, e ora lei sarà a casa. Magari starà soffrendo a causa mia, e io dovrò chiederle scusa per telefono, e lei non mi perdonerà mai.” pensò, sconsolata, e si versò un bicchiere di birra. Decise di uscire nel giardino della piscina, dove non c'era nessuno, per rilassarsi un po' prima di tornare a casa.

Jason e Nico si stavano divertendo, e a Piper dispiaceva rovinare loro la serata con i suoi problemi di cuore, quindi decise che sarebbe tornata a casa a piedi. Una passeggiata le avrebbe fatto bene.

Attraversò la porta-finestra e si ritrovò nel giardino deserto. La visuale della piscina era coperta da una siepe. La oltrepassò e si portò il bicchiere di birra alle labbra, ma i suoi occhi caddero inevitabilmente su ciò che stava accadendo sul trampolino: un ragazzo teneva stretta una ragazza per i polsi; lei cercava di dimenarsi inutilmente, e lui la spingeva avanti sul trampolino. Normalmente non sarebbe intervenuta, pensando che si trattasse di due amici che scherzavano. Ma la prima cosa che registrò il suo cervello fu quella ragazza è Reyna. Il ragazzo, inoltre, sogghignava minaccioso, e le tappava la bocca con una mano.

Crash! Piper lasciò cadere a terra il bicchiere, che si ruppe in mille pezzi mentre il liquido in esso contenuto si spargeva sul pavimento. Le gambe scattarono in avanti, verso la piscina. La gamba destra di Piper si alzò da sola, tirando un forte calcio al ragazzo che teneva ferma Reyna sul bordo del trampolino. Il malcapitato, che la ragazza riconobbe come Ethan Nakamura, volò un metro più avanti a causa della violenza del calcio. Piper non riusciva a pensare; il suo corpo reagiva da solo senza alcun controllo. Reyna era sul bordo del trampolino, ma perse l'equilibrio e vacillò all'indietro. Piper fece una cosa stupidissima: le gettò le braccia al collo.

Ovviamente, l'impatto fece perdere del tutto l'equilibrio a Reyna, e le due ragazze caddero avvinghiate nella piscina. Piper sentì un sonoro splash, poi affondò nell'acqua, avvinghiata a Reyna come se fosse l'appiglio più sicuro del mondo. In quel momento si domandò se il mondo intero non fosse una stupida illusione, perché per lei non contava più nulla. Le mani di Reyna la strinsero forte, e si sentì al sicuro da ogni pericolo e insicurezza.

Riemersero, i capelli e i vestiti fradici e attaccati al corpo. Piper restò senza parole guardando la ragazza che aveva dinanzi: i capelli neri sciolti e bagnati le incorniciavano il volto serio e bellissimo, dagli occhi colava un po' di mascara, ma non faceva che renderla ancora più perfetta. L'acqua, poi, aveva reso il suo vestito ancora più aderente di quanto non fosse già. Reyna la teneva ancora stretta tra le braccia, anche se entrambe sapevano nuotare benissimo, e finalmente si decise a proferire parola:

-Per quale motivo non mi hai semplicemente porto una mano e invece mi sei saltata addosso? Mi hai fatta bagnare!- esclamò, imbronciata. Piper arrossì violentemente; probabilmente pronunciando quella frase Reyna non si era accorta del doppio senso. La ragazza mora si morse il labbro inferiore, facendo quasi perdere a Piper il controllo delle proprie azioni. Si notava, però, che Reyna faceva una certa fatica a mantenersi seria, come se il suo corpo volesse fare tutt'altro rispetto a quanto la mente gli ordinava.

Piper cercò di trovare le parole giuste, ma le emozioni erano troppe e minacciavano di sopraffarla. Cominciò a dare voce ai propri pensieri senza controllarsi:

-Reyna, Reyna, Reyna... sono una stupida. Sono una persona orribile! Quello che ti ho fatto ieri è stato imperdonabile. Ma non mi riferisco al bacio, - quello è stato splendido- mi riferisco al modo in cui sono scappata via. Ero confusa, avevo paura di non essere accettata dai miei amici e... e io non sono forte, Reyna, non sono come te. La vigliaccheria mi ha sopraffatta e sono scappata spezzandoti il cuore. Non ti merito, non merito una ragazza fantastica come te.- si fermò un attimo per incontrare i suoi occhi neri, che parevano contenere una tempesta di emozioni. Il viso di Reyna si rilassò, e incorniciò il volto di Piper con le mani. La ragazza continuò a parlare, persa nei suoi occhi scuri. -Non so se mi perdonerai, ma, qualunque sia la tua decisione, sappi solo una cosa: non ti ho baciata per provare nuove esperienze o perché ero elettrizzata dalla vittoria della partita; ti ho baciata perché io ti...-

Non riuscì a terminare la frase, perché le labbra di Reyna si impossessarono delle sue. Chiuse gli occhi e le cercò i fianchi con le mani, ricambiando il bacio. Dio, quelle labbra, e quei capelli, e quel corpo perfetto... mentre si stringevano l'una all'altra Piper ebbe la conferma di tutti i sentimenti che provava per Reyna. Si staccò di un millimetro da lei; quel tanto che bastava per riuscire a parlarle sfiorandole le labbra. -Ti amo- mormorò, mentre una scarica elettrica percorreva i loro corpi abbracciati immersi nell'acqua. -Ti ho già perdonata, stupida.- Reyna la baciò con foga, e le leccò le labbra lentamente, come per chiederle il permesso di approfondire quel bacio. Piper schiuse la bocca e le loro lingue finalmente si incontrarono, desiderose di intrecciarsi ancora come la sera prima. Piper era in estasi, era estasi. Senza neppure accorgersene morse il carnoso labbro inferiore di Reyna fino a farlo sanguinare. Stava per ritrarsi e chiederle perdono, ma lei la strinse forte a sé, accarezzandole i capelli castani, e lasciò che qualche goccia del suo sangue bagnasse le labbra di entrambe. Quel bacio così travolgente, quasi furioso, che aveva fame di lei, di loro, la fece sentire dannatamente viva. Non si era mai sentita così, vulnerabile e invincibile al tempo stesso, e percepì per la prima volta ogni singola fibra del proprio corpo fremere a contatto con quello di un altro essere umano, e il sangue pulsare nelle vene.

Si staccarono, il volto in fiamme, e ripresero fiato l'una sulla bocca dell'altra.

-Forse dovremmo uscire dall'acqua... sai, non è un toccasana fare il bagno a Novembre, di sera per giunta.- disse Reyna, sorridendole. Piper capì che l'aveva perdonata per averla buttata in piscina.

Una volta fuori dall'acqua, si squadrarono entrambe da capo a piedi, visibilmente in imbarazzo dato che i vestiti da sera erano completamente attaccati ai loro corpi. Per spezzare l'imbarazzante silenzio, Reyna esordì:

-Merda, non ne ho proprio voglia di restare a questa festa. Ma ne ho ancora meno di andare a casa... Hylla ha detto che si sarebbe aproffittata della mia assenza per organizzare una bella festa, e non voglio nemmeno immaginare cosa staranno facendo.-

Piper ridacchiò, divertita. Poi, senza sapere dove aveva trovato il coraggio, propose:

-Ehm... Io non... non voglio provare a fare niente, ma questa notte mio padre non c'è. A casa mia non c'è nessuno e in teoria sarei dovuta andare a dormire da Jason, ma lui preferirebbe di sicuro avere la casa tutta per sé e per Nico, e io, bhe... potresti venire da me. Io dormirò sul divano e tu sul mio letto.-

Reyna arrossì, e le rivolse un sorriso mozzafiato.

-Grazie mille dell'invito. Accetto molto volentieri!-

Piper sorrise, lieta che la ragazza avesse accettato l'invito, ma poi si rese conto di stare ancora indossando un vestito da sera fradicio.

-Perfetto. Casa mia è poco lontana da qui e possiamo arrivarci a piedi. Ma prima andiamo da Jason e Nico a farci prestare due giacche, altrimenti ci prenderemo un malanno.

 

_

 

Quando entrarono in casa, il freddo cominciò a farsi sentire nonostante Reyna indossasse il pesante giaccone di Jason. Durante il tragitto, essendo stata mano nella mano con Piper per tutto il tempo, era stata scossa da numerosi brividi che, tuttavia, non erano stati causati dal freddo.

-Vado a prenderti un pigiama... starai morendo di freddo.- decise Piper, correndo su per le scale.

La casa era molto spaziosa e ben arredata. Il padre di Piper, oltre ad essere benestante, aveva davvero buongusto. Trovarsi in quella casa così bella e confortevole era rassicurante, soprattutto dopo l'abitazione kitsch e volgare di Drew. Reyna si concesse di dare un'occhiata ai muri, decorati da quadri e da alcuni disegni che probabilmente erano opera di una piccola Piper.

Dopo qualche minuto, Piper la chiamò dal piano di sopra:

-Ehi, Reyna! Vieni qui, puoi andare a cambiarti in bagno.-

In bagno Reyna si tolse volentieri di dosso il fradicio abito da sera, che si era anche rovinato un po'. “Chissene frega”-si disse- “Per quel bacio in piscina avrei sacrificato anche tutti i miei vestiti”. Indossò la giacca del pigiama rosa decorata con cuoricini bianchi e i pantaloni rosa, poi si diede un'occhiata allo specchio: aveva un aspetto un po' troppo coccoloso, per i suoi gusti. Di solito per dormire indossava una maglietta nera e i vecchi pantaloncini da pugilato, non quelle cose da bambina delle elementari. Ma, se immaginava Piper con quel pigiama, la trovava perfetta come sempre, se non ancora più adorabile. Si asciugò i capelli corvini con il phon, quindi uscì dal bagno.

Piper la stava aspettando: indossava solo una canottiera rosa e un paio di pantaloncini azzurri che le lasciavano scoperte le gambe sinuose e una buona parte delle cosce. Reyna arrossì fino alla punta del naso, sentendosi incredibilmente ridicola.

-Ehm... il pigiama ti sta bene.- balbettò Piper, per farla sentire un po' più a suo agio. -Io allora vado in salotto a dormire sul divano. Percorri il corridoio; la mia stanza è la seconda porta a destra. Il letto è bello spazioso.- concluse, arrossendo a sua volta. L'ultima parte, in particolare, aveva scosso Reyna, che comunque non si osò di dirle che c'era spazio per tutte e due.

Piper scese le scale, diretta in salotto, e Reyna percorse il corridoio fino ad arrivare alla porta della camera della ragazza. La aprì e si fermò ad osservare la stanza: c'era un letto molto grande- ci sarebbero state tranquillamente due persone- con le lenzuola candide e il piumone rosso, un armadio di mogano, una scrivania stracolma di libri e una sedia su cui erano adagiati numerosi vestiti. Reyna sorrise guardando le felpe larghe e i jeans strappati... Piper poteva mettersi tutti gli abiti larghi e logori del mondo, ma sarebbe stata sempre, inevitabilmente, stupenda. Alzò il piumino ed entrò nel letto, accoccolandosi sotto il piumone rosso. Seppellì la testa nel cuscino e inspiró profondamente quell'odore di cannella e sudore, con un pizzico di cioccolato... l'odore di Piper. Reyna era nella sua stanza, circondata dalle sue cose, nel suo letto, con il suo profumo nelle narici; ma mancava ancora qualcosa: lei. Nonostante si trovasse semplicemente al piano di sotto, Reyna ne sentiva la mancanza come se fosse stata distante mille chilometri. Sarebbe voluta andare da lei, ma probabilmente si era già addormentata e non voleva disturbarla, così chiuse gli occhi cercando di addormentarsi. Non ci riuscì; aveva freddo. Provò tutte le posizioni del mondo: a pancia in giù, sul fianco, di traverso, con la testa al posto dei piedi, con le braccia dietro la testa... niente. Alla fin si arrese e si distese sulla schiena, lasciandosi trasportare dai ricordi della giornata appena conclusa. Ma la riflessione non durò a lungo, perché una voce dolce come il miele e familiare la riscosse dai suoi pensieri:

-D-dormiamo insieme...?- mormorò Piper, con un filo di voce. Reyna si voltò verso di lei e si concesse qualche secondo per ammirarla. Ogni volta che la vedeva restava abbagliata dal suo splendore, e così scarmigliata e con indosso solo quei miseri pezzi di stoffa pareva proprio la dea della bellezza. Qualche ciocca ribelle le ricadeva sulla fronte, e i suoi occhi caleidoscopici brillavano al buio.

-Vieni qui.- sussurrò Reyna, spostando il piumone per farle spazio. Lei sorrise e si insinuò nel letto, riscaldandolo immediatamente.

-Non hai... freddo?- domandò la ragazza mora, ricordandosi che l'altra era praticamente in intimo.

-Non se mi stringi.- bisbigliò Piper, sorridendo, e le passò un braccio intorno alla vita. Reyna non disse più una parola; l'attirò a sé e l'abbracciò forte, intrecciando le proprie gambe con quelle nude e perfette di lei. Nessuna delle due sentiva più freddo; Reyna non si sentiva più neppure in imbarazzo. I loro corpi aderivano perfettamente, seno contro seno, le gambe avviluppate in un groviglio fremente.

Reyna mise due dita sotto al mento di Piper, in modo da trovarsi a pochi millimetri dal suo viso, dalle sue labbra rosee. -Non mi dai neppure il bacio della buonanotte?- domandò, facendole la faccia da cucciolo e fingendo un tono di supplica. La ragazza scoppiò a ridere e le accarezzò una guancia.

-Se me lo chiedi con quell'espressione non posso rifiutarmi.-

Piper annullò la minima distanza che le separava e unì le loro labbra. Reyna chiuse gli occhi, per godersi maggiormente quel momento dannatamente perfetto, mentre una vampata di calore si diffondeva dal suo petto e dal suo basso ventre in tutto il corpo. Piper le baciò l'angolo della bocca, le guance, il mento e di nuovo le labbra, le accarezzò la schiena, il profilo del seno con i polpastrelli. Reyna non riuscì a trattenere un gemito.

-Piper, ti prego, non ancora, non ancora...- ansimò, accarezzandole i capelli.

-Va bene, stai tranquilla.- la ragazza ebbe la lucidità di capire che non voleva fare l'amore, ma che non avrebbe rifiutato i baci, le carezze, il calore del suo corpo. Scese a baciarle il collo, provocandole brividi in tutto il corpo. Quando Piper le baciò la spalla nuda, dalle labbra di Reyna sfuggì un altro gemito: -Ti amo, Piper... Dio, se ti amo.-

 

Verso le due di notte, esauste e accaldate, si rilassarono una contro l'altra, e chiusero gli occhi. Reyna si sporse a baciarle un orecchio:

-Buonanotte, Pipes.- sussurrò.

Poi chiuse gli occhi, e si addormentò cullata dai ricordi di quella giornata perfetta, con il sapore di lei sulla bocca e le sue labbra a sfiorarle il collo.

Angolo autrice:
Ehi, eccomi tornata con il quinto capitolo. A parte che ho aggiornato pochi giorni fa... Comunque in questo capitolo la nonna di Frank è mooolto OOC XD, ma volevo inserire la classica nonna alla quale non si può dire "non ho fame" eh eh. Ero indecisa se dividere il capitolo in due, ma alla fine l'ho postato intero. Il prossimo sarà l'ultimo.
NB: L'autrice della fanfiction si solleva da ogni responsabilità in caso di morte per diabete dei lettori.
Recensite! 
Greta

 

   
 
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