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Autore: Giorgia_Farah    09/11/2014    2 recensioni
Alexia vive nel suo mondo fatato, insieme alla famiglia, un ragazzo che ama, degli amici stupendi. Ma il futuro le riserverà eventi al di là di ogni sua aspettativa: con l'arrivo di un fratellastro, un padre che non ha mai conosciuto, la sua vita cambierà. Un misto di avventure, pericoli, passioni, sogni infranti, battaglie e scontri, l'eterna storia di questa giovane vampira sarà un portale che vi porterà in un mondo mai conosciuto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se pensate che vi stia raccontando questa storia per annoiarvi sappiate che non ne ho alcuna intenzione. La mia vita è piena di intrighi, avventure spericolate, e soprattutto amore. Certo, avrei potuto possedere tanti tipi di amori, dato il mio fascino (come scoprirete più avanti), ma non ero quel tipo di ragazza che si prendeva ogni uomo che gli capitava ai suoi piedi.

Dunque, a parte il mio fascino, preferirei raccontarvi da dove tutto ebbe inizio, la mia storia comincia molto prima della mia nascita: sicuramente negli anni in cui viveva mia madre. A quell’epoca in cui tutto comincio mia madre era giovane, una fanciulla si può dire, molto amante della natura, timida, e dolce. Si chiamava Kate.

Sappiate che non vi sto descrivendo un paese che si trova nelle vostre carte geografiche, né trovereste il luogo se decideste di intraprendere un’avventura per ritrovarvi lì dopo vari giorni. È un luogo magico quello in cui abito, i quali ereditari sono creature magiche: orchi, fate, animali parlanti, draghi…c’è tutto e di più; qualunque creatura ora voi stiate pensando statene pur certi che in quel mondo esiste sicuramente. La situazione più interessante è che abbiamo uno stile di vita moderno come il vostro, tipo: c’è il calcio ma solo che i calciatori sono uomini alati con la loro palla volante e gareggiano dal cielo non da terra; le case sono come le vostre…negozi, alberghi…tutto simile al vostro mondo, a parte l’aeroporto che al posto di un aereo c’è un dragone; ma questo solo nelle città grandi e importanti, il mio luogo di nascita è piccolo.

Ognuno abita nel proprio regno, e in ogni regno ci abitano sempre sia creature di luce che creature di ombra tipo: fate e draghi, orchi e gnomi, maghi e streghe, ecc.… e chissà per quale ragione non si scatena mai una guerra: basta che ognuno rispetti le proprie regole per non essere ridotto a brandelli.

Il posto in cui crebbe mia madre, e successivamente io, si chiama Solemville ed era un paesino disperso nella campagna del Regno di Armonia. Già dal nome capireste che ogni giorno c’è più sole che nuvole, nelle stagioni invernale le nuvole coprono il cielo quasi un quarto d’ogni mese e quello fu stato sempre il periodo in cui combatto per la mia vita cercando di sfiorare il rischio di rimanere fritta.

Il paesino è diviso da una stradicciola sassosa che poi attraversa varie dune di prato fino ad essere allineata da una fila di alberi quasi spogli la cui fine rivela i resti di un antico castello, chiamato per l’appunto Redmoon: un castello antico di un milione di anni e passa, era posto su una pianura, si elevava su di questa con le sue imponenti mura che lo circondavano. Sotto i tetto merlati si riusciva a distinguere: l’alta torre circolare con la biblioteca, le finestre delle cucine erano posizionate sul lato a strapiombo e i balconi d’alabastro delle camere degli ospiti e- del governatore- sul lato del cortile. Da quei balconi si riusciva a vedere ogni cosa di Solemville e della campagna. Di fronte c’erano i bassi e tozzi padiglioni degli ospiti e quelli d’orto che erano affacciati sul lato più ripido. Il ballo si svolgeva nell’enorme cortile circolare.

Come negli altri regni- o villeggi e città, che siano- anche lì abitava sia creature benigne che maligne. Il vero peccato- non per me ma per le creature che adesso vi presenterò- era che di essere maligni ce n’erano soltanto due. Ma con un solo gesto potevano rendere a loro piacimento, o volere, tutti degli esseri mostruosi. Ad esempio io; per dirla tutta, ero tra l’essere benigno e maligno; tuttavia il destino volle che tutti gli abitanti del paese mi accogliessero come una di loro. La cosa era più piacevole ( molto piacevole).

Ebbene, e nomi di questi due individui erano Drakon ( padre) e Alucard ( figlio): due vampiri belli e tenebrosi, ed unici vampiri in tutta Solemville- grazie al cielo. Ora vi stareste chiedendo il perché io sia come loro, bè…il motivo miei cari amici è che io sono una specie di ibrido tra l’essere umano-magico e l’essere vampiresco: nacqui da mia madre e Drakon, e teoricamente sono una mezza-vampira. Eh già, un difficile destino il mio, ma non mi lamentai tanto.

Tutte le ragazze, nell’epoca di mia madre, si innamorarono si Drakon e di Alucard – ma soprattutto di Drakon- e giocavano a chi sarebbe diventata sua per prima, ma Drakon si innamorò della dolcezza e sensibilità di mia madre. E lei più tardi si innamorò di Drakon.

Quando mia madre scoprì che era in cinta di me – ed aveva diciott’anni- si spaventò e chiese al suo amato quale specie di essere sarebbe venuto fuori dal suo grembo. All’inizio i due vampiri rimasero scioccati…entrambi non sapevano che era possibile che dall’unione di un vampiro e un essere umano-magico si possa concepire un’altra vita. Una notizia bomba. E tutto era chiaro: sarebbe nato un mezzo-vampiro da mia madre. Ma la dolcezza e l’amore di mia madre non riuscii a far crescere la paura che mi accettò senza indugio. Perfino i suoi genitori accettarono le circostanze e tutto andò bene. Fino a quando…..

Nel momento del parto nessuno ci sarebbe aspettato che una creatura come me poteva uccidere mia madre: il mezzo-vampiro quando esce fuori dal grembo materno usa come arma i denti ( in questo casi i canini) e uccide nel maggiore dei casi la madre. Fortunatamente in quella famiglia non accadde tutto ciò: non fu Alucard né Drakon né i familiari di mia madre a salvarla: fui io; pensate che ancora oggi non riesco a farmene una ragione.

Poco prima di morire mamma volle tenermi in braccio per guardare per l’ultima volta “il suo angioletto” e in quel preciso istante le accarezzai la guancia, dalla mia manina uscì uno spiraglio di luce bianca che a poco a poco andò a posarsi sul corpo di mia madre guarendole poi la voragine sanguinata che le avevo creato nella pancia. Inaspettatamente, fu lo stesso Alucard ad aiutarmi ad uscire dal grembo mentre Drakon era pronto a trasformarla senza aspettarsi quello che sarebbe avvenuto dopo. La mattina seguente Drakon e mia madre decisero di ritornare come una volta: buoni amici. E fu stato.

A mamma dispiacque molto averlo lasciato, ma quando Hendrik entrò nel suo cuore la mancanza del suo primo amore non la sentii più. Hendrik diventò suo marito e il padre più comprensivo che ebbi mai avuto. Drakon, invece, ci rimase più male di mamma, tormentandosi giorno e notte, ma gli dispiaceva ancor di più che per colpa sua avesse generato una creaturina destinata ad un destino così orribile.

Per quanto ad Alucard non sentì la mancanza di nessuno perché di notte veniva intorno a casa mia. Si affezionò molto a me, come una sua sorellina tanto aspettata, tantoché veniva ad osservarmi mentre dormivo. Ho ancora qualche ricordo di quelle sere: una mano che mi accarezzava le guance e la testa, o delle frasi sussurrate come “ che bimba bellissima sei diventata” oppure “sembri un angioletto” ed una canzoncina che pareva una ninna nanna. Tuttavia, tutto questo lo fece quando ero ancora profondamente addormentata, quando pensavo in continuo che fosse sempre Hendrik che ogni volta veniva nella mia stanza per restarmi accanto. Quando ebbi la capacità di comprendere e capire tutto, i miei genitori mi dissero ogni cosa.

Forse, secondo voi, avrei dovuto essere soddisfatta di sapere che cosa ero veramente senza che mi facessi tante preoccupazioni o domande del mio essere, invece cominciai ad odiare Drakon ed Alucard con tutta me stessa. Il motivo? Aveva lasciato me e mia madre quando ero ancora piccola, durante il parto la costrinsi quasi ad una morte certa, e Drakon mi aveva fatto diventare quella che ero. Dopo due giorni dalla verità, la notte del secondo giorno, nel letto della camera mia mi svegliai sentendomi osservata. Rimasi spaventata alla vista di una figura oscura che si trovava accanto a me e accesi la luce, ma quando mi rigirai verso l’intruso mi accorsi che ero sola. La mattina seguente ne parlai con mio padre e mia madre ed entrambi non credettero alle mie parole dicendomi che forse stavo ancora sognando; ma io non mi sentivo pazza…avevo visto veramente quell’intruso. Dopo quella sera Alucard non venne più a farmi visita. Non mi dispiacque di averlo allontanato, ansi mi sentivo fiera di me per aver scacciato un vampiro- un parente- che perfino odiavo a morte. Non consideravo Alucard un vero fratellastro, e Drakon un vero padre. Loro non fecero mai parte della mia vita, erano come polvere nell’aria. 

In quel tempo imparai a padroneggiare di bene in meglio il mio potere: il potere della vita: era il principio di tutti gli altri elementi che avevano il resto della gente del villaggio: aria, acqua, fuoco terra, roccia, metallo, fulmine, ecc.… In un certo senso mi sentivo la più importate di Solemville ignorando il fatto che proprio Alucard sembrava esserne il capo: aveva il potere della morte.

Oltre a padroneggiare il mio potere cominciai soprattutto a scoprire molto di più della vampirella astuta che ero. Seppi che i vampiri non devono esporsi alla luce del sole altrimenti ne rimarrebbero inceneriti, hanno un udito e una vista più sviluppata degli esseri umani, non dovrebbero avvicinarsi all’aglio, alla chiesa, alla croce ed a altre simboli sacri che possono infastidire il mostro, possiedono lunghi canini per uccidere le loro prede e succhiarne il sangue e sono molto veloci e forti. Sono creature notturne che vagano nella notte come fantasmi per cacciare e attrarre la loro vittima con la loro bellezza sovrumana e l’ipnosi. Il sangue per i vampiri è come una fonte di vita.

I mezzi-vampiri, invece, sono un tantino contrari ai vampiri comuni: sono esseri pallidi e diafani con le stesse fattezze del loro genitore, ma con una aspetto malsano, possiedono i poteri di un vampiro minore (eccetto le abilità metamorfiche), non subiscono danni all’aglio o ai simboli sacri (ma provano ribrezzo per entrambi), né all’acqua corrente o al solo che li infastidisce ma può ustionarli (ma non veramente danneggiarli), ma in cambio possono essere feriti da armi normali e non possono entrare in luoghi sacri; possono cibarsi di sangue o anche di cibo umano (al loro piacimento) e sono più longevi della media della loro razza, diventando poi vampiri a tutti gli effetti dopo la morte. Hanno sia la vista che l’udito molto sviluppato, ma mai troppo rispetto ad un vampiro normale. Dentro di loro scorre sangue umano e il cuore batte più rapido rispetto a dei battiti cardiaci normali, hanno la possibilità di cresce come qualsiasi essere mortale. In alcuni casi smettono di crescere a diciannove anni per poi diventare totalmente vampiri comuni. In altri piccoli casi- se posseggono un partner umano- muoiono come qualsiasi essere umano.

Scoprendo me stessa, imparai a non cacciarmi nei guai e a cibarmi solo di sangue animale, donde evitare di cacciare sangue umano e sentirmi un’assassina. Le mie prede le cacciavo in un fitto bosco trovatosi nel lato est, lontano dieci chilometri di distanza tra Redmoon e Solemville, chiamato Boscosenzafine per il semplice motivo che una volta entrati questo sembra non finire mai impedendoti di uscirne. Boscosenzafine è ancora oggi un bosco magico: alberi che parlano, e si muovono a loro piacimento (maledetti a loro quando saltavo da un ramo ad un altro e quest’ultimi si muovevano facendomi cadere a terra sorpresa), animali aventi il dono della parola, fatine così piccole e luminose da sembrare lucciole, e altre minuscole creature da non saperle elencare.  Una cosa era certa: quel bosco ormai era come una seconda casa; dentro di esso mi sentivo più…me. La mamma mi permise anche di andarci nei giorni più afosi, lontano dal sole. In quei momenti aspettavo, oltre alle mia prede, qualcuno; contando i  secondi, minuti , ore, giorni, contai perfino i mesi trasformatisi poi in anni…Forse, sotto sotto, aspettavo il momento in cui Alucard venisse a cercarmi.





Salve a tutti, è la mia prima fanfiction e spero vi piaccia. 
A presto con il primo capitolo, mi raccomando ditemi se vi è piaciuto!!! Kiss....

   
 
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