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Autore: Princess Leila    09/11/2014    1 recensioni
"Forse ho capito, ti sei lasciata con il tuo ragazzo"
"Io non sono fidanzata"
"Beh potremmo rimediare..."
Come avrei fatto a stare con lui come se nulla fosse? Come potevo io abbattere un alto muro di pregiudizi costruito mattone per mattone durante gli anni? Come potevo io, da un giorno all'altro, far evaporare la sua accanita avversione verso i mezzosangue?
Come potevo io essermi innamorata di lui?
"Se pensi di poter giocare con me come con una bambola di pezza che puoi buttare quando ti sei annoiato di usarla sappi che non te lo permetterò"
"Non vedo l'ora"
Siamo state in due a scrivere questa ff riguardante una coppia paradossale, impossibile. Stiamo parlando di Draco e Hermione. Una storia frastagliata e piene di colpi di scena. Il nostro obiettivo è quello di rendere questa cosa impossibile un po' più possibile, anche se solo per un momento, facendovi entrare nel nostro mondo di sfegatate fangirls.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO V: Una giornata difficile

Hermione

«Hermione! Hermione fermati!» mi gridavano dietro Harry e Ron, ma io continuavo a camminare, anzi a correre, per i corridoi di Hogwarts. Non mi interessava della lezione seguente, volevo andare nel dormitorio e addormentarmi con la speranza che al mio risveglio tutto quello che era successo alla lezione di Pozioni fosse stato solo un bruto incubo.
Arrivai alla torre dei grifondoro, entrai dal buco del ritratto della signora grassa e salii di volata le scale del dormitorio femminile. Lì Harry e Ron non potevano raggiungermi.
Lanciai via la cartella e mi buttai sul letto facendo cigolare le molle. Presi il cuscino e lo abbracciai nascondendovi dentro il viso; non volevo piangere. Non dovevo piangere. Quell'idiota non si meritava nemmeno una delle mie lacrime.
La cosa che faceva più male però era che io non lo pensavo davvero, io sapevo di piacergli e anche a me piaceva lui... Solo che ora, per colpa del mio inutile orgoglio da grifondoro, l'avevo allontanato ancora di più e non era affatto questo che volevo... Dopotutto era possibile che io mi fossi immaginata tutto e magari non gli piacevo affatto e quindi non mi dovevo preoccupare di recuperare nessun rapporto. Questa possibilità però faceva ancora più male, così una lacrima ribelle solcò la mia guancia, calda e salata.
Il mio orgoglio però doveva durare fino in fondo quindi non sarei rimasta un minuto di più lì dentro. Sarei andata alla prossima lezione come tutti gli altri e a testa alta per giunta. Non gliel'avrei data vinta. Mai.

Andai a lezione di Storia della Magia, fui l'unica a prendere appunti,come al solito, e ovviamente più tardi Harry e Ron mi avrebbero chiesto di passarglieli.
La lezione non finiva più, anch'io avevo dimenticato la monotonia delle lezioni del professor Rüf, finalmente suonò la campanella e andammo tutti a pranzo.
In Sala Grande c'erano già quasi tutti quando arrivammo, compreso Malfoy. Notai che mi stava guardando ma continuai a camminare con lo sguardo dritto davanti a me.
Mi sedetti tra Harry e Ron di spalle al suo tavolo.
Avevamo quasi finito di mangiare quando arrivò la professoressa McGrannitt
«Signorina Granger può seguirmi nel mio ufficio se non le dispiace?» non avevo idea di cosa volesse da me, forse solo che diventassi rappresentante di un qualche gruppo studentesco.
«Ci vediamo alla prossima lezione» dissi a Harry, Ron, Ginny e Neville che si erano seduti difronte a noi e seguii la professoressa.
L'ufficio era vicino e non appena varcai la soglia mi piantai per terra. Seduto su una sedia della scrivania della McGrannitt c'era Draco Malfoy e al suo fianco il professor Piton che poggiava le mani sulla spalliera della sedia.
Capii immediatamente dove sarebbero andati a parare, ma quale sarebbe potuta essere questa grande punizione? Pulire i trofei? Lo stanzino delle scope?
«Signorina Granger si accomodi. Ci è giunta notizia che quest'oggi lei e il signor Malfoy avete avuto un diverbio davanti a tutta la classe di pozioni» mi sedetti sulla sedia e tentai di mantenere un tono calmo e rilassato, quello di qualcuno che non ha nulla da nascondere.
«Sì, è vero»
«E da cosa è scaturito il tutto?» domandò Piton. Ero un po' in difficoltà, in effetti ero stata io a provocarlo, ma dopotutto la mia provocazione non meritava una risposta sprezzante e offensiva come quella che avevo ricevuto.
«Il diverbio è nato dal commento offensivo di Malfoy»
«Potrebbe essere più precisa?» Piton voleva che ammettessi di avere torto, mi stava spingendo a contraddirmi, così risposi tutto d'un fiato:«Io ho fatto un commento ironico con molta leggerezza e probabilmente Malfoy l'ha presa sul personale e così a pensato bene di ribattere con un commento inadeguato»
«Malfoy si è già sorbito la ramanzina dal sottoscritto, non c'è bisogno quindi che lei ribadisca, anche perché non è nella posizione per farlo».
Guardai Malfoy; aveva uno sguardo inespressivo, io invece lo fulminai.
«Risolveremo questa faccenda una volta per tutte con una punizione per entrambi» disse la McGrannitt. Ora però la prospettiva di un'ipotetica punizione non mi andava proprio giù, era stato lui ad insultarmi io non meritavo una punizione!
«Entrambi?»
«Sì, signorina Granger, entrambi»
«Ma... Perché?! Sono successe cose ben più gravi in questa scuola e sono rimaste impunite, questa in confronto è davvero una sciocchezza!»
«Non sta a lei decidere, e poi quest'anno non possiamo permetterci il lusso di sbagliare. Al Ministero basta qualcuno che non si pulisca bene il moccio per iniziare una polemica dalla quale non sarebbe facile uscire. Quindi entrambi vi recherete domani sera alle dieci con Hagrid al limitare della foresta proibita per aiutarlo nel suo compito di guardiacaccia».
Ero a dir poco shockata e spostavo lo sguardo da Draco a Piton alla McGrannitt con la bocca aperta. Malfoy continuava ad avere uno sguardo inespressivo e vacuo, non aveva proferito parola e non aveva dato segno della sua presenza. Molto strano per un egocentrico narcisista come lui.
«Potete andare» disse Piton.
Mi alzai presi la borsa che avevo appoggiato alla sedia e mi diressi verso l'aula di Incantesimi. Ero a dir poco furiosa, ma il giorno dopo sarebbe finito tutto. Avremmo scontato la nostra punizione e fine della storia.
Durante il tragitto un altro pensiero si fece strada nella mia mente... Dopotutto, saremmo stati io e lui da soli nella foresta proibita lontano da sguardi indiscreti. Non era poi la punizione peggiore del mondo.

   
 
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