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Autore: Mars_16    09/11/2014    3 recensioni
Il mondo dei pokémon è un mondo ricco di forti emozioni. In molti si gettano all'avventura con il singolo scopo di vivere esperienze senza precedenti, ma sono veramente pochi coloro che veramente cercano di capire come quello che hanno intorno funzioni. Certo, esistono persone come il professor Oak che dedicano la loro vita alla scoperta, ma, diciamocelo, oltre a loro chi vi è? Beh, in realtà qualcuno c'è...più di qualcuno, anzi, diciamo pure che oramai la Pokémon's Research Accademy vanta centinaia di studenti e futuri Professori, tutti desiderosi di poter mettere mano sui segreti più intrinsechi delle creaturine che popolano il globo. E che ne dite di seguire le vicende di qualcuno di loro? Di certo potrebbe essere interessante, non trovate?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Capitolo 2: Team.


 

Respirò…a fondo…l’aria era mancata per troppo tempo nei suoi polmoni. Probabilmente si era imbambolato, visto che in sottofondo la sentiva chiamarlo con un che di preoccupato. Lui però non poteva darle retta, il suo corpo gli impediva di reagire e l’unica cosa che poteva fare era rimanere a guardare quelle tre cifre che lo additavano con scherno.

Idiota, dicevano.

Come previsto, asserivano.

In un attimo, quasi senza rendersene conto, scattò in piedi, urlando per la gioia. < IIIIIIAH! >.

Molti si girarono a guardarlo, sconvolti, alcuni anche sobbalzando per lo stupore. Nessuno però osò dire qualcosa, soprattutto una volta capito il perché di tanta ilarità. 100, cento, one hundred, come si scriva si scriva, era quello il voto che aveva preso, un punteggio praticamente perfetto e che denotava il frutto di una vita passata a studiare. Quasi non si accorse di aver incominciato a stringere a se il collo della povera ragazza, la quale ancora gli parlava, anche se non riusciva a capirla.

< L...asc…! St… ocando! > rantolava, cercando di fare forza sull’altro per liberarsi da quella morsa omicida. Ci riuscì dopo poco e senza pensarci inspiro tutta l’aria che aveva intorno, evitando del tutto il rischio di soffocamento. < *coff coff* Sei un idiota, di prima categoria! Mi stavi soffocando… > ma già sorrideva, contenta per il compagno e per quel suo risultato. In fondo se lo meritava, non come lei il quale 83,7 era probabilmente frutto di qualche botta di fortuna. O almeno così pensava…

Ripresosi dallo shock iniziale, Connor, tornò a sedersi, cercando di sfuggire agli sguardi divertiti che lo stavano puntando. Borbottò qualcosa, ma alla fine quel momento di grande imbarazzo fu stroncato da un’altra voce, quella del Professor Oak che già ora stava pacatamente battendo le mani. < Bravi. Bravi tutti! Abbiamo appena avuto i risultati e tutti voi avete passato l’esame. A grande sorpresa ci sono stati molti voti superiori ai novanta centesimi. Siamo sicuri che oggi il mondo abbia guadagnato grandi leve! > si congratulò, mettendosi in piedi, la gamba destra posizionata sul tavolo, come si fosse messo in posa.

< Professore, ma che fa?! > lo rimbeccò Platan e subito il vecchio ricercatore si ricompose, cercando inutilmente di nascondere quel rossore che gli pervase le gote. Inutile dire che tutti scoppiarono a ridere, più che altro per il sollievo provato.

Ora, però, tutti sapevano cosa stava per succedere e con trepidazione molti portarono lo sguardo su una porta, l’unica presente oltre quella d’entrata e nella quale mai nessuno aveva potuto sbirciare.

Proprio lì Roawn, il professore proveniente da Sinnoh, stava armeggiando con un mazzo di chiavi, le quali probabilmente non ne volevano sapere di far trovare la giusta accoppiata. < No…questa neanche…Eccola! No, aspetta, questa è della sala mensa…mmhh… > eh, già, non era proprio il suo forte. Alla fine però ecco che uno scatto secco si udì nell’aree e la porta venne spalancata con un tocco leggero.

< Su…mettetevi in dil…Woah!!!!! > neanche il tempo di finire la frase che un orda di gente si precipitò contro l’uscio, cercando con tutte le forza di far pressione e poter entrare per primi. Se non fosse stato per la porta aperta, probabilmente, il pover’uomo sarebbe stato schiacciato dalla folla.

< Ordine, ordine! > sbraitò, senza poter nulla contro la folla, ma che, in poco tempo, si decise a smettere di premere il pover'uomo sempre più all'interno della stanza. Quest'ultimo dovette prendersi qualche attimo prima di poter di nuovo parlare, respirando con calma e aggiustandosi l'elegante cravatta che gli circondava il collo.

In molti sembravano imbarazzati per quello appena successo, ma in altrettanti già si stavano guardando intorno per cercare l'unica cosa che hanno sognato in così tanti anni chini sui libri. Eppure nessuna traccia, che fosse una! E la preoccupazione dilagò fra gli studenti, chi già gridava alla truffa o chi sconsolato si poggiava alla parete, sbuffando.

La stanza dove si trovavano era molto più grande della precedente, con tanti, tantissimi scaffali a sorreggere una quantità di libri spropositata. Solo una cosa spezzava la monotonia del luogo: un tavolo, piuttosto grande, al centro della stessa. Di solito parecchie sedie venivano addossate a quella superfice, ma ora non vi era spazio per nulla, se non grandi scatoloni contenenti chissà che cosa.

< Su, forza! Cosa sono quei musi lunghi...fatemi passare, per favore. > cercò di farsi strada Birch, mettendo le mani sul volto di più di un giovane per riuscire a superarli tutti senza rimanere imbottigliato fra la folla. < Uff, finalmente...certo che siete piuttosto facili da buttare giù, eh? > scherzò, avvicinandosi già al tavolo, battendo una mano con forza e facendo segno a tutti i professori di farsi avanti.

Come prima, un po' tutti si ritrovarono a fissare la fila ordinata di autorità che li guardava con un mezzo sorriso. Le stesse disposizioni, quasi avessero lavorato ad una coreografia da mettere in scena ogni anno e, forse, alla lunga era diventato proprio quello.

< Credi che ci faranno aspettare ancora molto? > domandò a bassa voce Stephany, bisbigliando all'orecchio del moro, il quale naturalmente non aveva una risposta certa, ma che comunque sperava in una prettamente negativa. Nessuno osava disturbare quel silenzio, però, se non con qualche sbuffo di attesa, ma, in due minuti, i professori non si degnarono di muovere un muscolo.

E andò avanti così ancora per altri due minuti, allo scadere dei quali tutti quegl'adulti scoppiarono a ridere come se fossero davanti a chissà quale spettacolo comico. Cosa ci fosse di divertente proprio non si riusciva a capire, ma, in poco, il motivo fu ben chiaro a tutti.

< Sempre così, ogni anno...sono proprio tutti uguali... > rideva Elm. < Dai su, almeno non è stato come l'ultimo anno che si sono messi a cercare in giro per la stanza...ahahahah > aggiunse Oak, battendo con forza sul tavolo con il pugno, in preda a un vero attacco umoristico. L'unico che non stava ridendo, in realtà, era Platan, alieno a questo tipo di comportamento e, sicuramente, sconvolto quanto i suoi studenti. Si piegò su un lato, sussurrando alcune parole all'orecchio di Aralia, ben più composta degl'altri colleghi, ma che comunque commentò divertita. < Capirai...un giorno. > gli rispose a gran voce.

Nessuno dei giovani però sembrava in vena di condividere tale allegria, anche perchè in molti si stavano spazientendo e, di certo, nessuno dei Ricercatori anziani voleva che una mandria di ragazzini infuriati si riversasse su di loro, in preda ad una furia omicida.

Fu di nuovo Oak a prendere la parola, sollevando, inseme ai suoi colleghi, una delle scatole e mostrandone il contenuto. < Questo è quello per cui avete studiato, il motivo per il quale vi siete impegnati tanto. Osservate: questo è il vostro futuro. > disse, prendendo in mano una delle tante sfere che adornavano la scatola. Erano tantissime, sicuramente un centinaio per pacco e, a quanto pare, una sola di quelle era destinata a loro.

< Sapete, una volta questa procedura era sostituita da una ricerca del proprio pokémon, ma, ci rendiamo conto, che una condotta simile porta solamente a tempi molto lunghi, tal volta insufficenti, quindi, solo per questa volta, saremo noi ad affiancarvi un compagno con il quale legare. > aggiunse, facendo un segno inequivocabile. Tutti si misero in fila, uno dietro l'altro, chi guadagnandosi i posti migliori, chi i peggiori, in fondo. I nostri due "eroi", invece, si beccarono un posto più o meno centrale, molto più vicino alla coda di quanto sperassero.

< Uffa...ci vorrà un secolo... > si lamentò la rossa, innnescando uno sbuffo piuttosto sonoro nell'amico che, per quanto più mite, la pensava allo stesso modo. Eppure, alla fine, quell'attesa era nulla in confronto al premio che li attendeva...certo, a meno che non si fosse rivelato un Patrat...solo Arceus sapeva quanto loro non volessero ottenere un Patrat.

E così venne il turno del primo. Si avvicinò titubante, poi infilò la mano nella scatola. Scavò un po', poi si decise ad afferrare una sfera. Deglutì, agitatissimo, sapendo bene di non poter tornare indietro. Premette il pulsante e il raggio cremisi si fece strada fra i presenti. Sotto il suo sguardo meravigliato, ecco che uno Starly si presentò, piuttosto spaesato. Non di certo un pokémon ultra raro, ma non sembrava poi così scontento.

Ora, ci furono molti altri che presero il loro pokémon e, di certo, non possiamo star quì a descriverli uno per uno, ma, sappiate, che ci vollero venti minuti buoni prima che la fila arrivasse a prevedere Connor come primo. I ragazzi subito prima di lui avevano ottenuto, in ordine, questi pokémon: Aron, Abra e Patrat (guarda un po' il caso), cosa che in un certo caso lo rincuorava, di certo la possibilità che due pokémon uguali uscissero era a dir poco infima.

Comunque, quando toccò a lui si trovò davanti ben tre professori: quello di Sinnoh, di Kalos ed, infine, quello di Hoen, tutti muniti di scatola. E fu proprio Birch quello che si interpellò a lui, additandolo con bonarietà. < Sei un cencio figliolo, su, calmati, nessuna scelta sarà sbagliata. > scherzò, facendogli segno di scegliere, anche perchè c'erano ancora molte persone dopo di lui.

Connor sospirò, allungando la mano verso la scatola centrale. Cambiò idea, muovendosi verso quella più a destra, poi verso la sinistra, poi di nuovo a desta, al centro, sinistra, destra e...SBAM! Un colpo ben assestato sulla nuca lo portò a girarsi. < Ehi, Stephany! Mi hai fatto... > SBAM, dritto in faccia!

Tutti incominciarono a ridere del poveretto, il quale capì il messaggio e allungò la mano per inserirla all'interno della scatola centrale. Ci mise solo qualche attimo, minacciato ancora dalla mano omicida dell'amica.

Quando tirò fuori l'oggetto era tutto un emozione. Era curioso, ma il dito faticava a centrare il bottone di rilascio, cosa che avvenne con un imbarazzante ritardo. Un altro raggio cremisi venne rilasciato, ponendosi a terra e prendendo la forma che meno si è aspettato in tutti questi anni. Si era immaginato un po' tutto: dai più semplici pidgey al meno comune Larvitar, ma quando si ritrovò davanti Arceus giurò di sentire mancare un colpo.

...

Ci siete cascati?

Ok, no, non ottenne Arceus, ma quello che uscì fuori lo stupì altrettanto. Con gli enormi occhioni e la zampetta in bocca lo osservava con attesa, la paura di non sapere chi ha davanti e la curiosità che solo un cucciolo poteva avere. Si, perchè quello era un cucciolo, si notava. Le dimensioni ridotte, l'agitazione e l'evidente voglia di curiosare erano come le pagine di un libro per bambini: chiare come il sole.

< *Panch...Pancham!* > verseggiò, quasi a voler distruggere la tensione e, d'istinto, Connor andò a caricarselo in braccio, per poter lasciare il posto alla giovane. Continuava però a fissarlo mentre si avviava verso l'uscita, le parole della gente che non riuscivano neanche a sfiorarlo, sopratutto quelli che lo additavano come "troppo fortunato" o "echepallelovolevoiopancham".

Naturalmente c'era anche chi vedeva la cosa come un fatto di poco conto, in fondo non a tutti può piacere quel tipo di pokémon. Eppure non si riusciva a capire se il giovane fosse contento o no della cosa, lo sguardo che sempre rimaneva puntato sulla creaturina e che mai si staccava da essa. Rischiò due volte di rimanere coinvolto in qualche collisione,ma, alla fine, riuscì ad uscire dalla stanza tutto intero.

Una volta fuori fu il professor Elm ad indicargli di uscire fuori, in giardino, visto che oramai c'era una sola cosa rimasta da fare prima che tutto fosse finito. E così lui si incamminò, facendo quella breve strada a ritroso, fino a che i suoi piedi non si fermarono un passo prima di uscire all'esterno. Lo aveva visto tante volte quell'enorme giardino, ornato da siepi alte e alberi di bacche imponenti nelle loro dimensioni. Il lastricato leggero tagliava a metà la fila di aiuole che accompagnava il suo sguardo e, oltre alla presenza delle piante, gli altri studenti sembravano ben contenti di poter far conoscenza con i loro nuovi amici.

E così si fece coraggio, incamminandosi un poco in avanti e andandosi a sedere su uno spiazzo libero, posando a terra il pokémon che, intanto, non la finiva di guardarsi attorno. < * Panch? * > domandò, fra se e se, scostando per un attimo lo sguardo dal giovane per posarlo altrove.

Nessuno pareva fare troppo caso a quel ragazzo, così impegnato a rimirare il piccolo orsacchiotto, quasi fosse qualcosa di infinitamente prezioso ed inimitabile. Piccoli e brevi mugolii potevano essere uditi, mescolati più che altro a grattate di capo e occhiate parecchio...profonde? Va beh, diciamo che non sapeva proprio come approcciare con quel piccoletto, tanto che, alla fine, dovette essere proprio il pokémon a fare il primo passo. Una volta capito che Connor non aveva intenzione di aprire bocca, infatti, pensò bene di girarsi, puntando i suoi enormi occhioni nocciola nei suoi, per poi esordire con un piccolo buffetto sulle gambe, come a volerlo scuotere da un evidente torpore.

< Uh? > mugugnò l'interpellato, facendosi poco più attento, ricevendo però solamente un'altra occhiata non meglio definita. Si fece coraggio, prendendo aria, poi si rivolse al pandino < Allora...dovremmo presentarci, no? > un po' a tentoni, la voce che irradiava insicurezza da tutti i pori. Il pokémon non rispose subito, sbattendo le palpebre, poi decise che la cosa migliore era girarsi, andandosi a sedere di spalle rispetto al giovane. < Cos'è, non mi capisci...va beh, intanto qualcosa ti dico: > in mancanza di altre soluzioni...

< Allora, mi chiamo Connor e, beh, credo che da oggi ne vivremo tante io e te...sai, insieme stiamo per andare in un posto parecchio lontano, dove ci uniremo a dei gruppi di ricerca...o almeno così mi hanno detto. > provò a raccontargli, ma il pokémon sembrava piuttosto indolente, probabilmente non capendo molto di quello che gli veniva detto, ma, comunque, dopo qualche attimo si convinse a verseggiare qualcosa. < * Panch Pa! * > esclamò, allargando un poco le braccia ed indicando più o meno davanti a se.

Connor dovette pensarci su prima di capire che il piccoletto gli stava indicando qualcuno, ovvero l'unica persona che si stava dirigendo verso di lui: Stephany. Sembrava allegra, per ovvi motivi, mentre giocherellava con un esemplare di Fletchling che gli svolazzava attorno. < Ehi, Connor! > lo salutò non appena si rese conto di essere osservata. < Sei scappato subito dopo aver preso il tuo pokémon...guarda invece cosa ho preso io!? Non è bellissimo? > domandò, allegrissima, battendo delicatamente sul becco dell'uccellino,ora sulla sua spalla. Questo cinguetto prima di incominciare a pulirsi le piume con l'ausilio del becco.

< Si, molto bello. A me è capitato lui...però non sembra molto interessato alla cosa. > e in effetti Pancham era tutto impegnato a giocherellare con l'erba piuttosto che dare retta ai due, ma son dettagli. < Magari ha solo bisogno di prendere confidenza, almeno non sembra contrariato dalla cosa. > fece spallucce la rossa, mostrando uno dei suoi sorrisi smaglianti, non prima però che un'ombra di curiosità gli passasse sul volto. < Oh...a quanto pare hanno finito. > commentò, puntando il dito poco più in là, dove un gruppo di persone abbastanza folto si stava radunando intorno ai Professori, comparsi di nuovo sulla scena dopo la consegna delle pokéball. I due si avviarono, quindi, sapendo già che quelli sarebbero stati momenti importanti.

Intanto, lì, i professori stavano evidentemente parlando fra loro, rileggendo una specie di lista e scribacchiando qualcosa sul quel foglio piuttosto lungo. Sembravano concentrati e, alcuni, avevano già capito cosa stessero facendo. Solo che, non si sarebbero mai immaginati che non avessero ancora finito con quella cosa, in fondo sarebbe stata una delle decisioni più difficili da prendere e, rimandare all'ultimo momento, non sembrava esattamente la migliore soluzione.

< Allora, io direi di mettere questi due qui e lei lì...uhm, dici che così va bene? Perfetto, possiamo incominciare. > concluse alla fine il professor Oak, sollevando lo sguardo sul gruppo e sorridendo a tutte le reclute che avevano davanti. < Bene bene, finalmente è arrivato il momento tanto aspettato: come sapete, ora, ci sarà una delle decisioni più significative per la vostra vita, visto che state per partire alla volta di una delle tantissime regioni che popolano il nostro mondo. Avremmo voluto sicuramente fare in modo che tutti voi poteste riuscire a rincontrarvi, ma, ahimè, questo non è mai possibile. > fece spallucce, schiarendosi la voce, indicando i professori rimanenti, ora sparsi nei dintorni, in attesa. < Sapete benissimo che prima di poter diventare Ricercatori a tutti gli effetti dovrete passare un periodo di apprendistato, sul campo, cosa che vi permetterà di crescere come persone ed esperti di pokémon. Per rendervi la cosa più facile, però, è sempre luogo comune creare dei piccoli “team” di tre persone. Siamo stati noi a dividervi, già e questo per evitare troppi “squilibri” e ingiustizie. >

Un passo indietro indicò l'inizio di quella che sarebbe stata la suddivisione effettiva. Tutti erano tesissimi, ansiosi di sapere cosa li avrebbe aspettati e, soprattutto, con chi sarebbero stati inseriti. Connor e Stephany, sopratutto, pregavano per essere nello stesso gruppo e, in un certo senso, la cosa era quasi ovvia: erano amici da sempre, quindi quale cosa più indicata? < Dai, vedrai che staremo assieme... > cercò di rassicurarlo la ragazza, ma in un certo senso era più tesa di lui.

E così si iniziò, nomi che si accavallavano ad altri in un lista apparentemente infinita. I loro nomi non venivano mai pronunciati e, più la lista si accorciava, più le speranze salivano all'inverosimile. Ci volle più o meno una mezz'ora, poi rimasero solo in una decina, lì davanti, gli altri già messi in trio e accompagnati dal professore di riferimento. < Allora... > si schiarì la voce Oak, osservando i rimanenti. < Sthepany, avvicinati. > le fece e la giovane obbedì, dando un ultimo sguardo speranzoso a Connor. < Oliver, Damond...anche voi. > e crack, qualcosa si ruppe nel cuore di Connor. Per qualche strano motivo, però, la cosa non lo stupiva gran chè, sicuramente i professori avevano studiato la cosa con competenza e, naturalmente, nessuno si sarebbe mai aspettato una decisione sbagliata. Prese quindi un gran respiro, accettando la cosa, stringendo a se il proprio pokémon, che di certo non capiva e evitando lo sguardo della rossa, carico di un'aspettativa assai delusa.

< Connor, Elisabeth, Rick...voi farete parte dei team diretti ad Hoen > si decise in fine a chiamare e, per la seconda volta, Connor strinse a se Pancham. Non tanto per la ragazza, che sinceramente non conosceva, ma per l'altro ragazzo: Rick. Alto e impostato, era uno dei personaggi meno raccomandabili della scuola. Spaccone e bullo, si divertiva a dar fastidio al prossimo. Connor non aveva mai avuto alcun rapporto con lui, anzi, lo evitava spesso, evitando problemi, ma, a quanto pare, quella volta sono stati i problemi a non evitare lui.

Prima che riuscisse ad incamminarsi verso Birch, però, venne intercettato dai due, che gli si pararono davanti. < Ciao > < Ehi > fecero all'unisono, la prima con un leggero imbarazzo, il secondo con distacco palese. < Ciao > rispose, sorridendo, fermandosi per vedere cosa volessero dirgli. Come già detto, Rick, era molto alto e muscoloso, con una zazzera castana che gli copriva il capo, mentre Elisabeth era decisamente più bassa, seppur non troppo rispetto alla media, con dei capelli neri a caschetto e un paio di occhiali tondi che incorniciavano un volto leggermente lentigginoso.

< A quanto pare staremmo in squadra per parecchio tempo, eh? > disse il primo con un'aria leggermente minacciosa, anche se nel suo tono vi era principalmente divertimento.

< Già... > si costrinse a bisbigliare, non sapendo veramente cosa aspettarsi.


 

Fine Capitolo.



//Note dell'autore

Ok, anche il Secondo Capitolo è andato e io vi ringrazio per le recensioni ricevute e il feedback! Ringrazio anche per i personaggi inviati e, spero, possa inserirli il prima possibile, forse anche nel prossimo capitolo ^-^

Giuro che dal prossimo i capitoli saranno un pochino più movimentati: stay tuned ;)  

  
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