Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: Ciloculo    10/11/2014    2 recensioni
Frank e Gerard vivono a New york e stanno insieme fino a quando Gerard non tradisce Frank con Bert.
Il ragazzo non riesce a sopportarlo e quindi decide di tornare nella sua città natale, Belleville, per dimenticarsi di Gerard.
Ma sarà davvero così facile o il passato continuerà a perseguitarlo?
E se, per esempio, Gerard decidesse di andarsi a riprendere Frank? Cosa succederebbe?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

03. Protege moi ( de mes desirs )



Le settimane passavano e il suo legame con Bob e Ray non faceva altro che consolidarsi. Specialmente con Bob.
Erano usciti un paio di volte e, è vero, ancora non riusciva a considerarlo il suo ragazzo e, ancora vero, non si erano mai baciati ma, ehi!, sentiva di volere davvero bene a quel ragazzone biondo, e sentiva che col tempo quel gran bene avrebbe potuto tramutarsi in qualcosa di più.
Non voleva prendere in giro Bob, nè tantomeno se stesso, pensava a Gerard quasi ogni giorno. Sempre, anche se con minore intensità. A volte pensava a lui di sfuggita, dopo aver sentito una canzone che glielo ricordasse, ma niente di serio. Gerard era un sassolino nella scarpa, ecco.
Si, insomma, magari ti ritrovi a camminare tranquillamente immerso nei tuoi pensieri quando un sassolino ti si infila nella scarpa. E tu pensi, " che sarà mai, è uno stupido sassolino, posso sopportarlo ", e continui a camminare ma dopo un po' ti rendi conto che no, non puoi sopportarlo, hai bisogno di fermarti e toglierlo da lì per poter ricominciare a camminare.
Ecco, Gerard era stato ed era ancora il suo sassolino nella scarpa, nel bene e nel male. Era stato sempre lì con lui, nonostante il tempo che passava e, anche dopo otto mesi, aveva continuato ad occupare il suo piccolo grande posto nella mente di Frank.
Era stato bello lasciarsi cullare dai ricordi di loro due insieme nei momenti di nostalgia, e com'era stato facile scaricare ogni colpa su di lui quando era arrabbiato! Facile pensare di non poter più uscire con nessuno a causa sua, perchè quella storia gli aveva fatto troppo male.
Ma non era vero. Frank aveva finalmente aperto gli occhi e si era reso conto, guardandosi dentro, che era tutta colpa sua. Non la fine della sua relazione con Gerard, o almeno non del tutto, ma il resto si. Lui aveva volutamente ignorato quel sassolino e aveva continuato a camminare, diventando la causa del suo stesso fastidio, del suo stesso dolore. E aveva percorso chilometri, ma il sassolino era sempre rimasto lì.
Non ricordava dove, ma aveva letto, o forse l'aveva semplicemente sentito, un pensiero di Seneca, che gli era rimasto particolarmente impresso nella mente. Il filosofo sosteneva che, quando si ha un problema, si possono anche percorrere chilometri, ma il nostro problema ci seguirà. Bisogna cambiare il proprio animo per vedere un reale cambiamento. Ed era vero.
Frank sentiva di doversi prima liberare del pensiero di Gerard, e poi avrebbe potuto ricominciare la sua vita. Magari con Bob, che era tanto carino con lui, e che ci provava sempre a farlo stare bene e che aveva buttato al vento trenta dollari di cibo cinese quando Frank gli aveva detto di non adorarlo, per comprare delle semplici pizze. Si era sentito lusingato in quel momento, compiaciuto di se stesso e del suo ascendente anche, ma soprattutto sporco.
Ogni volta che guardava Bob non poteva fare a meno di pensare che lo stesse prendendo in giro. Non volutamente, ovvio, lui ci si impegnava davvero per farsi piacere Bob, ma tra loro due si frapponeva ancora il fantasma di Gerard.
E Frank era stanco. Stanco di svegliarsi al mattino e pensare a lui, stanco di accendersi una sigaretta e chiedersi se Gerard fumasse ancora le Rothmans, stanco di ascoltare una canzone dei Placebo o dei Def Leppard e di ricordare automaticamente tutti i pomeriggi trascorsi sul letto di Gerard con lui, a fare l'amore. O forse, per lui era stato sesso da niente? Avrebbe voluto chiederglielo, ed era stanco di pensare anche a questo.
Semplicemente, Gerard lo aveva prosciugato, non aveva più le forze per portare avanti quest'estenuante guerra di logoramento contro se stesso. Perchè si, si sentiva costantemente come se fosse in trincea ad aspettare il nemico, che nel suo caso era qualunque cosa gli ricordasse Gerard. Gettava la spugna. E non gli interessava che fosse o meno un gesto di codardia, la sua salute psicofisica gli richiedeva quest'ultimo grande sforzo, dimenticarsi di Gerard.
Non sapeva se ci sarebbe riuscito, ma voleva con tutto se stesso iniziare a farlo. Così inviò un messaggio a Bob e gli chiese di vedersi, era proprio ora che quel ragazzo avesse ciò che si meritava, che si vedesse ricambiare almeno un quarto delle miriadi di attenzioni che era in grado di riservargli.
Si videro nel parchetto in cui erano soliti andare da bambini. Ovviamente arrivò prima Frank. Aveva quest'assurda mania di dover per forza controllare ogni cosa, e ovviamente l'arrivare in anticipo ad ogni tipo di appuntamento rientrava in quella forma di controllo. Non sapeva bene come, ma anche se non si prefissava l'obiettivo di arrivare in anticipo, lo faceva.
E poi Bob arrivava sempre in ritardo, questo era un tristissimo dato di fatto. Così si trovava in quella panchina arruginita, fumando la sua ennesimo sigaretta, aspettandolo. Alla fine sentì due mani gelate posarsi sui suoi occhi, e sorrise spontaneamente, come non faceva da tempo.
<< Indovina chi sono >>, gli sussurrò in un orecchio, e dopo gli depositò un lieve bacio.
Si sentiva amato, coccolato ed apprezzato da qualcuno. Apprezzato per quello che era. A Bob si era sempre mostrato per quello che era, non aveva mai cercato di mostrarsi diverso, di mostrarsi migliore, e lui si era dimostrato interessato nonostante tutti i suoi difetti. In pratica, si sentiva bene.
<< Ciao Bob >>, gli rispose girandosi in modo goffo e allacciandogli le braccia al collo.
Sentiva di volersi spingere oltre con Bob, sentiva di poterlo fare. Aveva finalmente trovato qualcuno di cui potersi fidare, e ne era estremamente felice.
<< Cos'è tutto quest'affetto? È per caso il mio compleanno? >>, gli chiese stranito guardandolo negli occhi.
Frank amava gli occhi di Bob, erano chiari, limpidi. I suoi occhi non mentivano; e forse un po' lo odiava per questo, perchè ci si poteva specchiare e vedere quanto idiota fosse. Anche in quel momento, lo guardava e vedeva la sua espressione stranita, e si chiedeva se quello che stava per fare era davvero la cosa giusta.
Forse no, se ne rendeva conto, ma era quello che davvero voleva fare. Così gli si avvicinò piano, perchè c'era una remota possibilità che Bob non volesse baciarlo. Ma Bob non si spostò di un millimetro e allora lui poggiò delicatamente le proprie labbra sulle sue.
Non provò esattamente quello che solitamente provava con Gerard, ma a sua discolpa poteva dire che era stato praticamente uno sfioramento di labbra e che lui non era ancora innamorato di Bob, ma sperava di innamorarsi presto di lui. Lo voleva davvero.
Bob lo guardò un attimo dopo che si scostarono e prese a baciarlo l'attimo dopo con maggiore foga, quasi con urgenza. Frank lo assecondò e passò i successivi due minuti a giocare con la sua lingua. E, strano a dirsi- ma strano davvero - si divertì parecchio!
Bob era buffo quando baciava qualcuno e non si fece scappare l'occasione per farglielo notare. Risero insieme e poi il ragazzo lo guardò in un modo che gli fece salire il diabete. Era così dolce mentre lo guardava, sembrava stesse ammirando un'opera d'arte, la sua preferita magari, e Frank si sentì fortunato, e gli sorrise, perchè voleva davvero farlo.
<< Non sai da quanto tempo aspetto questo momento, anzi, non sai per quante notti l'ho sognato. Aspetta, non che io ti sogni tutte le notti, o meglio, lo faccio ma non è una cosa negativa. Cioè, non credo che lo sia, o forse lo è, e tu che pensi? Oddio, ti sto spaventando! >>
Frank lo guardò e già rideva. Bob, il grande Bob, iniziava ad imbarazzarsi e straparlare per un bacio! Non poteva crederci.
E così lo bació di nuovo, perchè voleva fargli capire che non lo stava spaventando.
<< Questo vuol dire che stiamo insieme? >>, gli domandò ancora Bob, e a quel punto Frank si spaventò davvero, e si scostò da lui, mettendosi più comodo sulla panchina e dandogli definitivamente le spalle.
<< Adesso si che ti ho spaventato però >>, disse con un tono abbastanza sconsolato, andandosi ad accomodare accanto a lui e accendendosi una sigaretta.
<< Non sei tu ad avermi spaventato, è che io.. Non so cosa siamo. E hai davvero tanto bisogno di definirci? Voglio dire, non ti basta sapere che ho voglia di stare con te e di abbracciarti e di baciarti? >>
<< Si, suppongo che per ora mi basti ma... Ti prego, toglimi una curiosità: perchè lo stai facendo? Tutto questo intendo. È per dimenticare Gerard? >>, gli chiese a bruciapelo. Ormai non lo guardava neanche più.
Cos'avrebbe dovuto fare Frank? Forse dirgli che, si, in parte era per questo che lo stava facendo. O almeno questo gli stava suggerendo la sua coscienza. Ma Frank da un bel pezzo ormai non l'ascoltava più.
<< No, non è per questo. Io credo di essere andato oltre a quella storia >>, mentì.
Alla fine, non sapeva se fosse stato o meno un bene raccontare a Bob di Gerard, perchè in quel momento lo aveva usato contro di lui. Ma era anche giusto che Bob si ponesse certi dubbi alla luce di tutto quello che gli aveva raccontato, l'avrebbe fatto anche lui.
Ci furono dei minuti di silenzio, in cui entrambi si persero nei propri pensiero; alla fine, Bob si girò a guardarlo e gli sorrise.
<< Va bene, ti credo >>, rispose, e Frank lo baciò di nuovo perchè non aveva nessun'altro modo di esprimergli la propria gratitudine.
Perchè Bob sapeva che in realtà il ragazzo gli stava mentendo, chi non l'avrebbe capito? Eppure aveva deciso di tacere per lui, e aveva accettato di riempire quel vuoto lasciato da Gerard, senza la sicurezza di avere nulla in cambio.
Passarono tutto il resto del pomeriggio a chiacchierare e ridere e a sbaciucchiarsi come una coppierta felice. E, in effetti, Frank si sentiva felice, finalmente.
Tornato a casa, fece una doccia e poi si gettò a peso morto sul letto, e iniziò ad ascoltare i Placebo. Dio, amava Brian Molko, era il suo dio, il suo poeta preferito, il suo modello, era.. Tutto!
ad un certo punto, le note di Every you every me sovrastarono Protege moi e si rese conto che qualcuno lo stava chiamando. Di solito capitava raramente, specialmente da quando si era trasferito, così curioso prese in mano il telefono e si rese conto che era Mikey. Rispose in gran fretta e fu felice di sentire la sua voce dopo tanto tempo.
<< Ciao Frankie, non ci sentivamo da troppo e ho deciso di chiamarti, almeno per sapere se eri vivo o meno >>, ironizzò il ragazzo.
Frank decise di non dirgli che in quei mesi aveva pensato di lasciarsi morire abbastanza spesso e tutto per colpa di suo fratello. E la cosa triste era che lo aveva davvero pensato; forse un po' della vena teatrale di Gerard era finita nelle sue vene, era l'unica spiegazione che era riuscito a darsi, visto che solitamente era una persona fin troppo razionale per pensare a certe cose.
Comunque, era davvero troppo felice di sentire Mikey, quel giorno stava andando tutto per il meglio finalmente. Prima Bob, ora Mikey... Mikey. Il suo migliore amico. L'unico che aveva il diritto di sapere che Frank stava lentamente cercando di rifarsi una vita dopo Gerard.
Anche perchè Frank non era stupido, sapeva che Mikey stava soffrendo per tutta quella situazione tanto quanto lui. Sapeva che il suo migliore amico, in base a uno dei suoi tanti ragionamenti validi solo nel suo personale mondo fatto di unicorni e tostapani ( ma si potrà mai dire tostapani? ), si riteneva personalmente colpevole della rottura di Frank e Gerard. Insomma, era stato lui che aveva spinto Gerard a confessare a Frank di avere un altro; probabilmente, se non l'avesse fatto, Gerard avrebbe lasciato Bert- prima o poi - e tutto si sarebbe sistemato senza inutili spargimenti di sangue e soprattutto senza che Frank andasse via da New York.
Adorava il suo migliore amico anche per questo, perchè sapeva quanto tenesse a lui e gli era grato di non averlo scaricato come invece aveva fatto il fratello.
<< Frank, ci sei? Frankie? Piccolo Frank?! >>, lo stava intanto chiamando Mikey dall'altro capo della cornetta.
<< Oh scusa Mikey, pensavo.. Cosa stavi dicendo? >>
<< Mm.. Chiedevo se almeno ti ricordi che tra meno di dieci giorni è Halloween. E sai chi fa il compleanno ad Halloween? Il piccolo Frankie! >>, urlò entusiasto Mikey rischiando quasi di rompergli un timpano.
In effetti, anche Bob aveva avuto più o meno la stessa reazione nel ricordargli che, " Ehi, tra otto giorni è Halloween, ed è anche il tuo compleanno! "
Non capiva perchè tutti fossero tanto entusiasti. Cioè, era felice che se lo fossero ricordati, ma per lui non era una ricorrenza poi tanto speciale.
<< E io mi chiedevo >>, continuò Mikey ignorando il fatto che quel cretino del suo migliore amico non avesse neanche risposto, << Si, ecco, pensavo.. Insomma, sarebbe carino se facessi un salto a New York quel giorno. Potremmo festeggiare come ai vecchi tempi >>, gli disse esaltato. Poteva capirlo dal tono di voce che era contento nell'esporgli quell'idea.
<< Mi piacerebbe ma non posso >>, fu costretto a dirgli. E non poteva davvero.
Immaginava che Mikey gli avrebbe proposto una cosa del genere, e infatti si era premurato di promettere a Bob che avrebbero passato la giornata insieme.
Non che non avesse le possibilità di tornare a New York, o che non volesse rivedere Mikey, tutt'altro, quel pazzo gli mancava da morire... Ma non era ancora pronto a rivedere Gerard. Non ora che finalmente lo stava dimenticando. Era stato crudele da parte sua? Forse,ma si giustificò pensando che il suo cuore malconcio l'avrebbe ringraziato prima o poi.
<< Capisco.. Posso chiederti come mai o rischio il linciaggio telefonico? >>, il suo amico era già entrato in modalità sconsolato. Gli dispiaceva da morire. Ed era pure arrivato il momento di vuotare il sacco riguardo Bob.
<< ecco, io ho conosciuto una persona qui e, si insomma, dopo più di otto mesi credo che sia arrivato il momento di lasciarmi tuo fratello alle spalle e.. E lui è dolce e mi fa ridere ed è anche abbastanza carino , anzi, è proprio bello e io credo che mi piaccia e.. >>, aveva appena iniziato a raccontare quando un urletto lo fece preoccupare.
<< Non puoi capire quanto io sia felice per te! Come si chiama? Come l'hai conosciuto? Vi siete baciati? L'avete fatto? Voglio sapere tutto! >>, gli urlò Mikey. Frank rise, era contento di sapere che l'altro l'avesse presa bene.
<< Si chiama Bob. Praticamente l'ho incontrato a scuola ed è saltato fuori che da piccoli giocavamo insieme, sai, prima che me ne andassi da qui ma io ricordo poco e niente di lui. Comunque, è un tesoro. L'altra sera è venuto da me con in mano del cibo cinese, io odio il cinese, lo sai, e quando l'ha capito ha subito ordinato due pizze. Poi ho scoperto che aveva comprato quelle schifezze cinesi* in un ristorante stra costoso e che aveva speso tipo trenta dollari, mi è dispiaciuto un sacco! E, per la cronaca, si, ci siamo baciati ma non l'abbiamo fatto. È davvero troppo presto. Ah, per tornare al discorso principale, gli ho promesso che avremmo passato Halloween insieme, è per questo che non posso muovermi >>, raccontò, finalmente felice di poter parlare a qualcuno di Bob.
Dopo un paio di secondi in cui regnò il silenzio, Mikey si profuse in un'altra serie di urletti decisamente poco virili.
<< Sono così felice!rimani pure lì, io me ne farò una ragione! >>, disse e continuarono a parlottare di Bob come due vecchie comari paese per un po'.
Ad un tratto sentirono un rumore strano, come se uno dei due avesse attaccato il telefono, nonostante entrambi stessero continuando a discutere tranquillamente. Frank pensò alla remota possibilità che Gerard avesse ascoltato l'intera conversazione, ma la scartò immediatamente, perchè probabilmente era troppo impegnato con Bert per mettersi ad origliare come un dodicenne. Sarebbe stato troppo ridicolo anche per lui.
<< Mm.. Frankie, non ti sento benissimo, ci sentiamo per messaggi? Devo ancora finire un tema di storia >>, gli disse Mikey.
Tipico di Mikey ridursi a fare i compiti in tarda serata. Comunque, chiusero la conversazione e dopo due secondi gli arrivò un messaggio.
Mi manchi già, era da parte di Mikey.
Il mio migliore amico è un idiota, pensò sconsolato prima di addormentarsi.

Nel frattempo a New York...

Mikey si avvicinò piano alla stanza di Gerard, perchè era abbastanza convinto che fosse stato lui ad aver attaccato il telefono durante la conversazione con Frank.
Aveva avuto sin da subito la sensazione che qualcuno stesse origliando la telefonata, perchè sentiva Frank lontano, ma non c'aveva fatto caso, troppo felice di parlare di nuovo col suo migliore amico. E poi, se c'andava a pensare, Gerard sapeva che Mikey stava per chiamare Frank e in camera sua c'era un telefono. Tutto tornava.
Aprì la porta senza fare rumore e venne inghiottito da un'oscurità totale, che lo stranì per qualche secondo.
<< Cosa vuoi? >>, gli chiese Gerard con voce tetra. Sembrava fosse stanco di parlare, sembrava che non ne avesse più le forze. Mikey sospirò.
<< Te lo dirò senza giri di parole. So che prima stavi ascoltando, e avrai capito che Frank ha finalmente trovato qualcuno capace di farlo felice. E ci tenevo a dirti che se lo merita, e tu meriti di sentirlo felice senza di te, visto tutto quello che gli hai fatto, su questo non ci piove. Ma, appurato ciò, io sono tuo fratello. E ti amo con tutto il cuore, quindi, se vorrai mai sfogarti con me, se vorrai mai parlarmi anche per farmi sapere di essere andato al cesso.. Va bene, io ci sono, e non aspetto altro. Perchè questo tuo mutismo mi sta uccidendo Gee, sta uccidendo tutti e.. Non ho detto nulla a Frank per non farlo preoccupare, perchè sappiamo entrambi che ti vuole ancora un gran bene, e non ho intenzione di farlo in futuro, quindi puoi stare tranquillo che quello che mi dirai, se mai vorrai dirmi qualcosa, rimarrà tra me e te. Però, ti prego, parlami >>, lo supplicò con tutto il suo cuore.
Era da un paio di giorni che Gerard si era chiuso in camera sua e non usciva se non per andarsi a drogare con Bert. Chissà di cosa si facevano quei due, ormai l'erba, da quanto aveva capito origliando una loro conversazione, non sortiva più alcun effetto se non in dosi massicce.
Ma i soldi per l'erba non bastavano mai, e i loro genitori si erano stancati di mantere il suicidio cerebrale che il loro adorato figlio stava mettendo in atto.
E Mikey era preoccupato, estremamente preoccupato per Gerard. Avrebbe voluto consolarlo, ma non sapeva cosa stesse succedendo, e non pensava fosse davvero giusto fargliela passare liscia.
<< Lasciami solo, ti prego >>, gli rispose solo Gerard, e lo disse come se fosse sul punto di esalare il suo ultimo respiro.
Mikey sospirò forte, cercò di impedire alle lacrime di cadere, o per lo meno, di non farlo davanti a quello che ormai considerava il cadavere di Gerard. Così si trascinò fuori dalla porta, e scivolò lentamente con la schiena al muro di fronte. E pianse di disperazione, chiedendosi perchè le cose stessero andando così e cosa potesse fare lui per aggiustare tutto.


Cilo's corner.
Salve a tutti!
Lo so, sono davvero una merda ad aggiornare adesso ma purtroppo non mi sono prefissate dei giorni fissi per postare un capitolo, lo faccio appena posso. Ringrazio tutte le fantastiche stupende e preziose anime che hanno recensito, messo tra ricordate/ seguite/ preferite questa storia. Vi adoro tutte, e se vorrete crescere in numero e/o recensire io vi adorerò ancora di più! <3
Per quanto riguarda il titolo è ovviamente una canzone dei Placebo, Protege moi appunto, e ha un duplice significato. Da un lato, è quasi il desiderio di Frank, che Bob lo protegga dal dolore e gli faccia dimenticare il passato.
Dall'altro lato, è Gerard che rivolge, nella mia testa malata, quest'appello non verbale al fratello. Non a caso ho messo tra parentesi quel De mes desirs. Mi riferisco chiaramente a Gee e al suo nuovo passatempo suicida.
So che nello scorso capitolo avevo parlato di un possibile POV Gerard ma c'ho pensato su mille volte e credo che ancora non sia arrivato il suo momento. Spero non me ne vogliate per questo! >.<
*= Ci tengo a precisarlo, il cinese non piace solo a Frank. Io amo il cibo cinese, TUTTI amano il cibo cinese!
Comunque, chiudo queste note deliranti sperando di ritrovarvi al prossimo capitolo, vi adoro tutti,
Cilo:)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Ciloculo