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Autore: Nana_Hale    11/11/2014    1 recensioni
La pericolosità delle missioni non è una novità per Tony e Steve. Ma quando ,per un malaugurato caso, Steve causa il ferimento, forse permanente, di Tony entrambi reagiscono in un modo che non si sarebbero mai aspettati, capendo di essersi cambiati l'un l'altro più di quanto avevano mai realizzato. (Steve/Tony)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Effect
 
Bip...bip...bip...
Incredibile come un elettroencefalogramma possa risultare un suono così piacevole dopo aver perso i sensi nel modo più orribile che si possa immaginare: per il troppo dolore.
E perfino qualcuno con una così grande riluttanza per gli ospedali come Tony Stark si riscoprì a trovare confortante l'idea di stare sdraiato in uno scomodo e asettico lettino bianco piuttosto che essere crepato in modo orribile.
Si rese conto immediatamente di avere qualcosa sopra agli occhi, di morbido e tiepido, e il suo cervello immediatamente ritornò all'ultimo ricordo cosciente impedendogli di tentare di aprire le palpebre.
Mosse le dita di mani e piedi per controllare che il corpo non fosse paralizzato e con piacere si accorse di essere solo un po' intorpidito e accartocciato.
"Tony?"
Improvvisamente sentì un voce alla sua destra, molto vicina. Ci mise qualche secondo per collegarla ad un volto ma poi ci riuscì.
"Bruce..."
Chiese sentendo la gola riarsa e impastata.
"Aspetta, di prendo dell'acqua."
Sentì i passi che si allontanavano, ma non di troppo, per poi fermarsi. Plastica che striscia contro plastica e poi lo scrosciare leggero di uno di quei distributori d'acqua automatici.
"Ecco."
Una mano si infilò sotto la sua nuca, sollevandola leggermente, la plastica sfiorò le sue labbra e l'acqua fresca fece il suo dovere splendidamente.
"Quanto sono rimasto svenuto?"
Domandò alzando il busto raddrizzarsi leggermente ,voltando la testa dove riteneva stesse il viso di Banner.
"4 giorni. Ci hai fatto prendere un bello spavento."
La voce di Bruce era ancora segnata da un velo di quella scia di preoccupazione residua che doveva averlo agitato parecchio in quelle 96 ore ma che ora stava scemando via con gioia.
4 giorni.
Ripensò a quel dolore insostenibile che aveva sentito e subito la sua curiosità fece capolino, ancora prima dell'interesse verso la sua stessa salute fisica.
"Cos'era quel gas?"
Bruce prese un bel respiro e gli parve di sentilo accomodarsi delicatamente su una sedia accanto al letto che grattò lievemente il pavimento.
"Ho fatto analizzare il gas e, come mi aspettavo, non corrisponde a nessun elemento o materia di questo pianeta. Ho scoperto solo che sembra quasi un composto con un altissimo livello di reazione al freddo e al calore."
C'era una nota di dispiacere nella sua voce e in quel momento balenò nella testa di Tony l'istante esattamente prima dell'esplosione nella sua mano. 
La provetta, il fumo, Steve.
"Che mi è successo? Rogers sta bene?"
"Hai subito un lesione al nervo ottico ma non era nulla di grave, abbiamo rimediato subito. E sì, lui sta bene. Ha trascinato fuori le tue pesanti chiappe metallizzate dal quel palazzo prendendoti sù di peso. Gli hai quasi fatto venire un infarto!"

Bruce scherzò ma Tony non riuscì a trovare il solito lato divertente della cosa questa volta: Ricordava il suo dolore e le sue grida ma, per un attimo, si ritrovò ad immaginare lo sforzo e la fatica di dover trasportare in braccio 220 kg, tra lui e l'armatura, per 7 piani di scale.
Stava per dire qualcosa quando sentì un cigolio e capì immediatamente che la porta della sua stanza di ospedale si era appena aperta. Rimase in silenzio ad aspettare che il nuovo arrivato si identificasse, ma non lo fece.
Dopo qualche secondo, Tony si accorse di sentire un profumo nuovo nella stanza, come di menta e sapone e la sua mente aprì un cassetto della memoria collegandolo ad un volto.
"Se i miei sensi funzionanti hanno fatto il loro lavoro in maniera corretta, questa dovrebbe essere la signorina Romanoff."
"Bentornato, Stark."

La sua supposizione ebbe immediatamente conferma. La voce di Natasha decisa ma gentile si fece sentire ma, mentre lei finiva di parlare, a Tony parve di sentire un colpo di tosse fuori tempo dalle parole della donna.
"E chi c'è con te?"
Chiese sorridendo, sperando di non dover rifare quel giochetto del profumo un'altra volta. La sua memoria olfattiva era buona, ma non così buona.
"Ciao, Stark."
Clint.
La sua voce un po' nasale e l'accento con cui pronunciava il suo cognome erano inconfondibili.
"Legolas."
Ripose sorridendo mentre altri passi di una terza intensità entravano dalla porta. Passi decisi e pesanti.
"Si capisce che sei enorme anche se non ti si vede, Thor!"
La risata partì subito dopo la battuta, piena, goduta e bassa come solo la sua poteva essere.
"E' una gioia sentire che sei ritornato fra di noi!"
Sentì una mano dargli un colpetto alla gamba e con qualche analisi logistica riuscì più o meno a intuire dove fossero posizionati tutti i membri della squadra.
Tranne uno.
"Rogers?"
Chiamò, ma fu la voce di Bruce a rispondergli.
"Sta arrivando. Ha avuto un contrattempo."
Tony non disse nulla, si limitò ad annuire per poi portarsi una mano al viso per grattarsi il naso ma incontrarsi con l'ostacolo delle bende. Toccò un po' la fasciatura prima che la voce di Banner si facesse sentire di nuovo.
"Oh! Le bende! Adesso possiamo anche toglierle!"
Esclamò come se si stesse rimproverando per non esserselo ricordato prima e dopo qualche rumore indistinto, Tony sentì la mano del dottore afferrarlo delicatamente per un braccio e condurlo a mettersi completamente seduto.
Pian piano sentì la garza assottigliarsi intorno alla testa e la luce iniziò a farsi più forte attraverso le sue palpebre mentre un silenzio quasi religioso era calato nella camera.
"Ecco fatto!"
A quelle parole Tony spalancò gli occhi come fossero due fanali per poi richiuderli subito per la troppa luce. Sbattè le palpebre con forza un paio di volte prima di concentrarsi.
Forse, sagome, colori, dei suoi amici che lo fissavano dal fondo del letto come fosse un animale in una teca di vetro erano al loro posto.
"Beh? Lo so che sono bello ma non mi sembra il caso di fissarmi così intensamente!"
Disse facendo sorridere tutti quanti, che subito lo bollarono come irrecuperabile, incorreggibile, simpatico bastardo e si rilassarono nel vedere che stava bene.
Natasha gli allungò il borsone che gli aveva portato con dentro un cambio di jeans e maglietta e Tony scivolò fuori dal letto e si vestì alla velocità della luce, non sopportando la sensazione di quel camice fatto praticamente di cartapesta.
Si infilò per ultima la sua doppia t-shirt a maniche lunghe, sotto, e corte, sopra, chiudendo gli occhi e lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo quando la testa passò dal collo.
"Che meraviglia..."
Bisbigliò riaprendo gli occhi e voltandosi verso Bruce che, aggrottando la fronte, andò verso di lui con passo svelto.
"Tony..."
"Che c'è?"

Domandò vedendolo avvicinarsi in maniera esagerata alla sua faccia.
"I tuoi occhi... stanno... diventando azzurri...?"
"Cosa?!"

Esclamò ridendo, sorpreso e incredulo, voltandosi subito verso lo specchietto appeso accanto alla testata del letto.
Vide le sue iridi castane incresparsi di un azzurro chiarissimo come se delle venature di acqua si stessero espandendo dalla sua pupilla.
"Ma che..."
"Tony, ti senti bene?"

Non si voltò per rispondere a Bruce, ma rimase a guardare i suoi occhi diventare pian piano sempre più chiari fino a inghiottire tutto il calore del suo sguardo trasformandosi in freddo ghiaccio.
"Sì, sto bene ho solo un po' di mal di tes..."
Sbattè le palpebre rimanendo sempre a fissare lo specchio e tutto si fece più chiaro, come se qualcuno avesse acceso una luce potentissima nella stanza.
"Che... cosa..."
Le sbattè di nuovo, mentre una spiacevole ansia saliva lungo la sua spina dorsale, e i contorni più grandi degli oggetti e delle persone sbiadirono come acquerelli bagnati dalla pioggia.
In quell'istante, intravide dal riflesso la porta della stanza aprirsi e una figura fare capolino in tutta fretta.
"Scusate il ritardo, sono stato trattenuto!"
Si voltò sbattendo di nuovo le palpebre, sentendo quella voce così preoccupata, e il baleno luminoso degli occhi azzurri di Steve fu l'ultima cosa che vide prima che tutto intorno a lui si facesse buio come un incubo.
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Capitolo numero 2. Le cose si complicano...
Alla prossima!
Bacio
-Nana
  
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