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Autore: ladystorm94    25/10/2008    0 recensioni
Una storia pazza con personaggi pazzi! non manca niente: amore, amicizia e un pizzico di quotidiana magia! questa è la mia prima pubblicazione... spero tanto che piaccia a tutti voi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! scusatemi se non ho l'html ma il mio pc proprio non ne vuole sapere... perdonatemi! LEGGETE E RECENSITE PLEASE!!!!!!!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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-Benvenuti in Scozia!- urlò Gin, mentre sorvolavano il fiabesco paesaggio scozzese. Ettari ed ettari di altopiani e vallate si rincorrevano fuori dai finestrini, tanto vicini che sembrava di poterli toccare. -Quanto manca?- domandò Flora, eccitata. -Quanto manca per cosa, Flo?- -Ovvio, per casa tua.- Gin e Mel scoppiarono in una fragorosa risata. -Allora? Che avete da ridere?- -Niente, Flo, è solo che siamo già a casa mia! Questi sono i miei possedimenti…- -Siamo arrivati!- gridò a un tratto Mel indicando qualcosa nel panorama. Flo schiacciò il naso sul finestrino, a bocca aperta. -No, non è possibile, è…- -Già, Damy, la mia modesta dimora.- -Gin lo ha chiamato “Lady Juno Castle”.- -E’ bellissimo!- -L’ ho acquistato per la modica somma di…be’, non ne parliamo.- D’un tratto la discussione venne interrotta dalla voce di Nicholas: -Tutti pronti per scendere? Stiamo per atterrare.- Pochi minuti dopo il jet atterrava con un rombo presso l’antico portone. Flo era incantata: la maestosa costruzione che si ergeva dinanzi a lei aveva una grazia pari a quella di un unicorno impennato. Al chiaro di luna doveva avere un aspetto tetro e inquietante, ma alla luce del giorno risplendeva in tutta la sua magnificenza. Il gotico permeava in ogni statua, in ogni torre, in ogni bifora, rendendo quell’imponente pezzo di fiaba la dimora adatta per le affascinanti leggende celtiche… o per Ginevra Cliffordy. -Nemo domum quia magna est amat, sed quia sua- disse Gin, avvicinandosi all’amica.- -Oh, no! Ora parli anche in latino?!- -Vuol dire solo “ Nessuno ama la sua casa perché è grande, ma perché sua”; lo diceva Seneca -Veramente, Gin- intervenne Mel –la frase di Seneca diceva “patriam”, non “domum”!- -E’la stessa cosa!- -No che non lo è!- -Sì invece!- -E io ti dico di no…!- -SCUSATE! Non vorrei interrompere la vostra allegra conversazione, ma…- -Ma perché state perdendo tempo, ragazzi!? Io sto morendo di fame!- esclamò Gin, poi bussò il campanello. Andò ad aprire una bambina con spettinati capelli biondi e un vestito rosa tutto spiegazzato. -Maman! Tu est déjà ici!- strillò, correndo ad abbracciare la madre, che ricambiò con entusiasmo. Poi la bambina saltellò verso Mel, incrociò nervosamente le mani dietro la schiena e lo guardò con aria colpevole, poi fissò di nuovo la madre e sorrise con aria maliziosa. -Quando glielo diremo, maman?- -Non ora, Eloise, ma ti prometto che quando sarà il momento potrai dirglielo tu. A proposito, questa è una mia vecchia amica. Si chiama Flora Damiani.- -Très honorée, madame! Je m’appelle Monique Eloise London Claire Princesse. Mi auguro che tu non abbia problemi di memoria, altrimenti credo che avrai seri problemi- esclamò la bambina, allungando la manina che Flo strinse volentieri. -Ora, se volete scusarmi, devo tornare alla mia missione segreta. Il nemico non può averla vinta- -Interessante. E chi sarebbe il nemico?- domandò Mel, incrociando le braccia. -Oh, è una banda di malfattori professionisti capeggiata dai famosi Jack lo Squartatore e Billy the Kid. Sono due criminali assetati di sangue che non esiterebbero a dare prova della loro follia neanche davanti a un bambino innocente. Ora devo scappare!- concluse, sparendo oltre il portone. -Jack e William- dissero Gin e Mel all’unisono. -Chi?- -I gemelli. Che ne dite di entrare? Non vorremo farli giocare da soli, no?- L’atrio era molto grande, con pavimento di marmo e il soffitto costellato di eleganti lampadari. Accovacciato nel sottoscala, un ragazzo sicuramente molto più grande di Monique, occhiali storti su due occhi a mandorla, cravatta slacciata, camicia che fuoriusciva per metà dai pantaloni. Appena si accorse dei nuovi arrivati, portò l’indice alle labbra intimando loro di non parlare. Poche frazioni di secondo e si avvicinò di corsa un altro ragazzo, un tipo magrolino che diede il cambio al primo, il quale si affrettò verso la madre. -Hello! Oggi è la giornata decisiva, non possiamo perdere, è la nostra grande occasione! -La vostra grande occasione per cosa? Hiro, hai sedici anni!- lo rimproverò Mel. -Già, ma fino a prova contraria sono io sua madre e sono l’unica che ha il diritto di digli se può continuare fare l’agente segreto o no- scherzò Gin. -Veramente, mamma, io sono nei ladri- dichiarò Hiro, passandosi una mano fra i capelli corvini. -Capisco. E cosa stavate cercando di rubare, di grazia?- -Ehm…- si passò di nuovo una mano fra i capelli –il tuo anello di diamante.- -Quale dei tanti?- -Quello che ti ha regalato papà per il vostro sedicesimo anniversario- -Hiro Duncan Ethan Frederic Noah West-Cliffordy!- -Mamma, devi per forza usare il mio nome intero?! L’idea è stata di Juliet. Dorian voleva usare il diadema che ti abbiamo regalato per il trentacinquesimo compleanno, ma poi abbiamo pensato che forse ti saresti arrabbiata troppo…- -Dorian!- sbraitò Monica, e il ragazzino di guardia nel sottoscala si avvicinò con aria colpevole nascondendo un sorrisetto compiaciuto. -L’idea del diadema era perfetta, ma la prossima volta che vi viene in mente di giocare a Ocean’s Eleven avvisatemi, così vi fornisco attrezzature da professionisti! E ditelo anche agli altri!- I due fratelli si diedero il cinque e corsero via. -RUPERT!- l’urlo risuonò nella sala d’ingresso e una ragazza comparve dalla scalinata opposta rispetto alla quale erano fuggiti Hiro e Dorian. Era le copia perfetta della madre, tranne che per il fatto che non portava occhiali e per i capelli che, pur essendo ugualmente biondi, erano simili a una nuvola leggera sopra la testa. -Mamma, sei tornata! Oh, io lo ammazzo!- -Fammi indovinare: ha letto di nuovo la tua posta elettronica.- -Già. Ho bisogno di studiare per l’università e devo allenarmi per gli spettacoli, non posso anche pensare che da un momento all’altro lui e Dorian ne combineranno un’altra delle loro!- -D’accordo, dirò ai tuoi fratelli di lasciarti studiare fino al prossimo spettacolo, anche se non credo che mi ascolteranno.- -Quale spettacolo?-chiese Emanuela. -Miranda è la mia primogenita. Lei e Melissa ballano danza irlandese da quando avevano quattro anni e ora si esibiscono in tutto il mondo. Il prossimo spettacolo è a Londra. Miranda, lei è Flora Damiani, una mia vecchia amica.- Le due si strinsero la mano. -A proposito, mom, non gliel’hai mica detto, vero?- domandò Miranda, lanciando di sottecchi un’occhiata a Mel, che sbuffò contrariato. -Certo che no, e poi ho promesso a Monique che sarebbe stata lei a dirglielo…- -Volete spiegarmi cosa sta succedendo qui?- sbottò Mel nel suo buffo accento. -No- risposero impassibili le altre tre. Sbuffò di nuovo. -Fantastico, chissà se riusciremo a sistemarci prima dell’ora di cena- disse Gin. -Dove sono i bagagli?- domandò Flo. -In aereo. Li prenderemo dopo; prima, però, ti faccio vedere la tua stanza.- Gin e Mel condussero Flo nella stanza per gli ospiti, dove questa si distese immediatamente sul letto a baldacchino per saggiarne la consistenza, poi portarono nelle stanze i bagagli aiutati da Irene, la giovane cameriera. -Dove sono Richard ed Erika?- chiese Gin, mentre trascinavano a fatica le valigie di Mel. -Richard è sul set, Erika stava registrando il nuovo album quattro ore fa, quando ha telefonato- rispose Irene –ma ora credo che stia venendo qui. Hai mandato Jen e Nick a prenderla?- -Sì. Non credo che qualcuno le abbia detto del menu di stasera, altrimenti sarebbe già qui.- -Sul set?- domandò perplessa Flo, poi si batté una mano sulla fronte. –Oh, già, tu sei sposata con Richard West! Senza offesa, ma detesto tutti i suoi film: da quello dove interpreta il liceale secchione a quello dove finisce per sbaglio in carcere.- Gin si portò le mani sui fianchi, arricciando il labbro. -Ha vinto l’oscar come miglior attore protagonista per entrambi i film, e il primo lo ha girato a soltanto sedici anni!- ribatté Gin. -Lasciamo perdere, Gin. Piuttosto, di che album stavi parlando?- -Di quello di Erika, “Follow your dreams”. Conosci Erika O’Connell? La cantante irlandese?- -Certo che la conosco!! Aspetta, vuoi dirmi che… Erika O’Connell è la moglie di Mel? Ma non è un po’ troppo grande per lui?- -No che non lo è, abbiamo soltanto quattro anni di differenza!- sbottò Mel, comparendo dietro di loro mentre stringeva la grossa valigia verde acido di Flo. -Perdona la mia ignoranza, Gin, ma di dov’è Richard?- -Di Warwick, perché?- -Sai, ero convinta che fosse americano.- -La considero come un’offesa, Flo.- -Ah, giusto, tu hai sempre adorato l’Inghilterra… e l’India.- -Il Giappone, vuoi dire. E’ lì che ho adottato Hiro.- -E gli altri? Sono tutti figli naturali?- -Quasi. Soltanto Hiro e le due piccole pesti, i gemelli, sono adottati. William e Jack vengono dall’Australia.- -Capisco. E quanti sono in tutto?- -Sedici.- rispose Gin fiera. Flo aveva lo stomaco annodato. Non le piaceva affatto che la gente le parlasse dei suoi figli, perché lei non aveva figli di cui parlare agli altri. Scosse la testa per riscuotersi dei suoi pensieri, dopodiché andò ad aiutare Mel a portare di sopra i bagagli.
  
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