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Autore: cin75    12/11/2014    9 recensioni
In un modo e nell'altro, il marchio dal braccio di Dean dovrà essere tolto. Questo è come immagino avvenga.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cain, Castiel, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“No!” rispose categorico Caino.
“Cosa?!” fece sconvolto e nel panico Sam.
“Mi dispiace. Il marchio ha un biglietto di solo andata!” e sparì.
“NOOOO!!” si mise ad urlare Sam al vuoto che all’improvviso aveva dinnanzi. “Torna qui!!, figlio di puttana, torna qui!!” continuava a gridare furioso e poi sempre più disperato, perché consapevole di aver fallito e che Dean sarebbe morto, se già non lo era.
 
Nel frattempo, nel bunker, Castiel cercava di sostenere Dean durante le crisi di dolore più acuto, ma vedeva che l’amico era allo stremo delle forze. Ormai, a Dean riusciva difficile perfino pronunciare qualche parola, era completamente senza energie, e a malapena riusciva a respirare. L’angelo,  che aveva rinunciato perfino a cercare di farlo bere, quando si accorgeva che le labbra del cacciatore si seccavano troppo, gli avvicinava un panno intriso di acqua per provare a dargli un qualche sollievo che però durava sempre meno a causa degli effetti malefici, ormai, continui del marchio.
“Resisti, amico mio!” lo incoraggiava. “Resisti, vedrai che Sam arriverà presto con Caino e tutto si sistemerà!”
“Cass …Cass…” fece ad un certo punto Dean.
“Che c’è…che cosa ….”
“Sam…Sammy…” sussurrava il giovane.
“Ancora non è tornato, ma vedrai che…”
“Mmh!!…no.” fece esasperato nel non potersi spiegare. Cercò di prendere un respiro più profondo e ci riprovò. “Prenditi cura di lui….” iniziò, ma Castiel non voleva sentirlo. Non voleva sentire quello che sembrava essere un discorso di addio. “Dean, no!…sta’ calmo..vedrai che…”
“No. Devi guardargli … le spalle, Cass. Io…Io…ho solo..te…a cui…a cui affidare il…il mio fratellino!...promettimi….promettimi che lo farai, Cass.” Disse riuscendo ad afferrare un lembo di quel trench così familiare ormai.
“Dean…” e Cass, stranamente, sentì la sua voce incrinarsi. Sentì quella che gli umani chiamavano “emozione” farsi pressante e pesante al centro del suo petto.
“Per favore…prometti. Prometti!!” disse ancora.
“Te lo prometto, Dean. Avrò cura di lui, a costo della vita!” e si pentì di averlo fatto perché subito dopo Dean si abbandonò completamente. Castiel si agitò, gli mise immediatamente le mani sulle spalle e lo scosse e non ricevendo risposta, pose la mano sulla vena pulsante del collo e solo dopo essersi assicurato che c’era ancora battito, tirò un sospiro di sollievo. Per un attimo aveva creduto che Dean, dopo aver avuto la certezza che suo fratello non sarebbe rimasto solo e che qualcuno lo avrebbe protetto, si fosse lasciato andare definitivamente.

Mentre stava rimettendo a posto alcune cose, sentì una presenza alle sue spalle, si girò e ciò che vide, fu più chiaro di ogni spiegazione.
Sam e Crowley, da soli. Senza Caino.

“Sam?!” fece comunque , sperando in un’altra spiegazione per quell’assenza.
“Non verrà. Lui…lui non verrà.” Disse mentre gli consegnava il demone , privo del coltello ma di nuovo in manette e  si avvicinava a Dean ancora incosciente. “E’ finita!” fece ancora, abbassandosi verso il fratello. “Mi dispiace. Mi dispiace. Ho fallito. Ti ho deluso. Ancora!” e questa volta la sua voce fu spezzata da un pianto silenzioso ma lo stesso molto doloroso.
Cass obbligò Crowley a sedersi su una sedia posizionata in un angolo della stanza. “Prova a fare un qualsiasi movimento e ti uccido!”
“Ehi, Clarence!! Io non volevo che finisse così. Che divertimento c’è a farla finita in questa maniera!!?” lo provocò, ma Castiel non se lo lasciò scappare e lo colpì violentemente con uno schiaffo.
“Non chiamarmi Clarence. E poi non tutto è perduto!”
“Già!!” rispose sorridendogli ironicamente il demone, mentre si leccava via il sangue dal labbro. “Beata speranza!!”.
L’angelo stava per colpirlo di nuovo , quando Sam lo richiamò.
“Cass, vieni. Ho bisogno di te.” E rivolgendosi al demone. “Tu…chiama se qualcosa cambia!”
Quando i due uscirono dalla stanza, Crowley, facendo molta attenzione a non fare rumore con la catena delle manette, si alzò dal suo posto e si avvicinò al cacciatore. Dean gemeva, sudava, e il suo volto era il volto del dolore. E mentre lo osservava, sentiva, fuori dalla stanza, le voci di Sam e Castiel.

“Sei completamente impazzito??!!Non puoi farlo Sam.”
“Se lo faccio, darà a lui un po’ di sollievo e a noi altro tempo per trovare una soluzione!”
“Non ti darò il mio pugnale per farti uccidere da tuo fratello!!”
“Mi riporterai indietro!”
“E se la mia grazia o quello che ne rimane non fosse abbastanza forte da farlo, da riportarti indietro?!”
“Devo rischiare, Cas. Non posso accettare che lui muoia in questa maniera. So che andrò bene…lui deve solo…io…”
“No, Sam…no. Se non andasse bene…io ….io non posso perdere entrambi, così. Lui…lui mi ha chiesto di proteggerti e io gli ho giurato che lo avrei fatto…perciò io.. non posso fare quello che mi chiedi!”
“Lui ti ha chiesto…anche adesso?!”

E mentre i due, fuori, continuavano quella loro concitata discussione, nella camera, Crowley si faceva più vicino al letto di Dean.
“Avresti dovuto rimanere al mio fianco, amico mio!!” disse sottovoce. “Ti avrei dato il mondo, e invece ? guardati adesso!, una larva umana!!” osservando lo stato pietoso in cui era l’ex demone.
“Crowley…” bisbigliò Dean.
Il demone si sentì quasi in imbarazzo. Non credeva che Dean potesse sentirlo.
“Ehm!! …cosa…cosa vuoi!?” chiese comunque.
“Sta’ lontano …da mio fratello….” Si sforzò di minacciarlo. “Tieni..i tuoi scagnozzi demoniaci…lontani da Sam…mi hai capito??!!” continuava ad ammonirlo, senza , comunque , avere la forza di alzare , neppure, la testa dal cuscino. Solo con gli occhi , sperava di farsi ascoltare e risultare convincente. “O giuro che ovunque ….ovunque andrò….verrò a prenderti…lo..lo giuro!”
“Beh! ma per adesso dovresti preoccuparti dell’istinto suicida del caro Sammy!”
“Che cosa…che cosa vuoi dire?!”  cercando di nascondere l’ennesima fitta al petto.
“Da quello che ho sentito.. il tuo fratellino vuole che tu impugni la lama di Castiel e lo infilzi, così da saziare almeno per il momento la fame del marchio!!...naturalmente spera che la grazia sbiadita del nostro amico angioletto, lo riporti indietro!!” gli rivelò con tono sarcastico e sorridendogli malignamente quando vide gli occhi del ragazzo strabuzzare non dal dolore ma dal terrore di quello che aveva sentito. Poi, il demone continuò. “Ma quello che non sa, è che sarà tutto inutile. La fame viene placata se c’è il desiderio di causare morte. Se Sam va fino in fondo con questo suo piano tutto stile “sacrificio alla Winchester” sarà inutile: lui morirà e tu lo seguirai poco dopo, visto come sei messo.”
“No…no…diglielo…lui non….” provava a dire, si agitò, cercò addirittura ad alzarsi, non riuscendoci, si malediceva di essere così debole in quel momento sapendo che di certo non avrebbe avuto la forza fisica per opporsi a quello che Sam aveva intenzione di fare e quando il demone stava per rispondergli, Dean cominciò a sussultare violentemente, a tossire sangue, il suo corpo fu come preso da convulsioni.
“Cavolo!, se la prenderanno con me!! Andiamo Dean… reagisci!!” quasi lo rimproverò e poi cominciò a chiamare Sam e anche Castiel.

In pochi minuti, i due, allarmati da quel richiamo, piombarono nella stanza.
“Che hai fatto?!” chiese Castiel, spingendo il demone contro il muro, mentre Sam si precipitava dal fratello sempre più scosso da forti tremori e da un insopportabile dolore che lo faceva gridare.
“Solo quello che mi avete detto di fare. Ho chiamato se qualcosa cambiava. Beh!, guarda! Qualcosa è cambiato!!” rispose innocentemente.
Sam cercava di controllare gli spasmi di Dean, lo teneva per le spalle, ma il fratello si agitava furiosamente e cercava di combattere il dolore che sentiva in tutto il corpo.
“Castiel!!” gridò disperato Sam.
L’angelo stava per raggiungerlo, quando si fermò di scatto. “Caino!”
A quel nome Sam si voltò.

Caino non aspettò alcun invito. Si avvicinò al letto e afferrò il braccio di Dean, quello su cui era impresso il marchio. Sam si allontanò per dargli spazio mentre Caino si concentrò e così come era avvenuto la prima volta, anche questa volta l’antico marchio biblico passò da braccio a braccio, ma solo per tornare al suo legittimo proprietario. Caino sopportò quella sorta di scarica in silenzio, contraendo appena la mascella, mentre per Dean , già provato fisicamente, la cosa dovette essere più dolorosa. Il ragazzo gridò mentre il marchio gli scivolava via portandosi dietro ogni effetto malefico, ogni dolore, ogni sofferenza che fino a quel momento aveva causato. Il suo corpo si inarcava sul materasso come se volesse contrastare fisicamente quell’abbandono.
E poi , quando , anche l’ultimo filamento rosso abbandonò il corpo del cacciatore, questi, lentamente si lasciò andare contro il materasso.
Sam guardò Caino, poi suo fratello sul cui volto sembrava essere sparito ogni forma di supplizio. Poi fissò di nuovo l’uomo davanti a lui.
“Io…io pensavo che tu…che tu non volessi…” balbettò.
“Mi dirai “grazie” dopo. Ora, ho bisogno di parlarti e di parlare anche con te.” Fece rivolgendosi anche all’angelo.
“Ma Dean…lui è…”
“Sì. Lui è salvo, ma almeno per stanotte sarà fuori combattimento!” e poi uscì tranquillamente dalla stanza.
Sam prima di seguirlo, guardò Castiel, che sembrava più sorpreso di lui. “Porta lui di sotto, poi raggiungici!” indicando Crowley e uscì dalla stanza.
 
Quello che era rimasto di quella terribile nottata passò così, con Sam e Castiel che parlavano con Caino, Crowley di nuovo rinchiuso nel seminterrato anti demone, e Dean che finalmente riposava tranquillamente.

Quando la mattina arrivò, il maggiore dei Winchester, iniziò a riprendersi. Stranamente, si sentiva bene, per quanto ricordasse tutto quello che aveva sofferto la notte passata, non provava dolore, ma solo una leggera spossatezza. Del tutto sopportabile. Aprì lentamente gli occhi e poi , pigramente, si tirò su e si mise seduto sul bordo del letto; con gesto del tutto normale si passò la mano prima sulla faccia e poi tra i capelli scompigliati.
Il braccio, il destro, quello che aveva usato per compiere quel gesto gli passò quasi a rallentatore davanti agli occhi.
La sua mente razionalizzò subito: il marchio non c’era. Non c’era più.
L’avambraccio era completamente glabro da ogni segno o sigillo. Si osservò ancora, incredulo, esterrefatto. Ricordava di aver sofferto , di aver provato un dolore immane, ma non ricordava come e quando il marchio lo avesse abbandonato.
Poi, un dubbio atroce. Solo nella sua mente. “Sammy, che diavolo hai fatto?!”

Stava per alzarsi, quando la pressante sensazione di una presenza che lo stesse osservando, lo costrinse a guardare meglio in tutta la camera. E lì, in un angolo buio, scorse una sagoma nera.
Non poteva essere. Non lui.
Si sorprese con se stesso di come riuscisse a ricordare ogni suo lineamento, per quanto lo avesse visto per così poco tempo. Il profilo ben marcato, la linea della barba e dei capelli tirati indietro e ancora della stessa lunghezza. La figura possente ma non sproporzionata. Il luccichio di quegli occhi profondi e penetranti e poi la sua voce.
“Ben tornato, Dean Winchester!” fece la figura ancora nascosta nell’ombra. “Anche se penso che in questo periodo te lo abbiano detto già un paio di volte!!”
“Caino?!” ma il tono del cacciatore nascondeva in quel riconoscimento una certa dose di preoccupazione. Che ci faceva il padre dell’omicidio lì. Nel bunker. Nella sua camera. Con lui. Di nuovo.
Il ragazzo si alzò lentamente, mentre , altrettanto lentamente, Caino, veniva fuori dal buio e gli  andava incontro. E quando gli fu abbastanza vicino, Dean, istintivamente, forse senza nemmeno accorgersene, tirò indietro il braccio destro, quasi a volerlo nascondere. Caino notò il gesto e sorrise, sarcastico.
“ Che c’è Dean?, oggi, niente stretta di mano alla “Let’s dance!” lo provocò.
Dean deglutì, perché capì e ricordò a che cosa si riferiva l’assassino primordiale. “Beh!...sai…priorità diverse!” cercò di ironizzare, come al suo solito.
Caino strinse le labbra in un sorriso beffardo senza mai smettere di fissarlo. “Tranquillo! Non ce n’è bisogno.” lo tranquillizzò indicando il braccio ancora leggermente dietro la schiena di Dean. “Diciamo che l’accordo che ho raggiunto con il tuo caro fratellino, per adesso è più che sufficiente, per le mie….priorità!” lo stuzzicò, poi, ben sapendo che quella frase avrebbe creato il panico nella mente del giovane.
E così fu.
“Cosa…tu…Sammy…quale , quale accordo?!” domandò istericamente.
“Qualcosa in cambio dovevo pur averla!?” continuando quel suo sadico gioco che stava facendo impazzire Dean. Ma quello che il ragazzo fece subito dopo, lo stupì. Lo sorprese profondamente.

Ma quanto era visceralmente profondo il legame che avevano questi due fratelli?!

Dean senza pensarci oltre, gli si fece di fronte, con gesti nervosi tirò su la manica della camicia e porse il braccio. Lo stesso che tempo addietro gli aveva già offerto.
“Ridammi il marchio! Rimetti sul mio braccio quel maledetto marchio…ma lascia fuori Sam da questa storia. Lascia mio fratello fuori da tutta questa…”
“..sofferenza?!” finì per lui , Caino.
“Maledizione.” lo corresse , convinto e deciso, Dean. “Non Sammy…per favore..non lui..” disse ancora tendendo di più il braccio e quando Caino, mise la mano intorno al suo polso, Dean, automaticamente, voltò leggermente il capo da un lato, chiuse gli occhi, li strinse forte e contrasse la mascella, pronto a sentire , da un momento all’altro, di nuovo quel dolore e quel bruciore cocente. Lo stesso che sentì la prima volta, quando Caino gli “consegnò” il suo marchio.
Ma né il dolore , né il calore arrivarono. Il ragazzo sentì solo la presa sul suo polso farsi , forse, più gentile e sentì quella stessa presa, spingere il suo braccio verso il basso.
Riaprì gli occhi e guardò il braccio di Caino che portava giù il suo di braccio e la sua mano che lentamente lasciava la presa sul suo polso.
“No!!!” sussurrò credendo che ormai il patto tra Caino e Sam fosse indissolubile. “No!” ripetè ancora, più sconsolato. Quasi implorante.
“Non c’è nessun patto tra me e tuo fratello!” lo rassicurò Caino, mentre si allontanava da lui.
“Ma tu…tu hai detto che hai un accordo con lui…che..” cercava di avere delle spiegazioni a quel comportamento ambiguo.
“Per chi mi hai preso??!!, per un volgare demone degli incroci?!” sembrò quasi rimproverarlo. “Ho raggiunto con tuo fratello un accordo. Un semplice accordo. Nessun patto demoniaco. Nessuna anima persa. Nessuna riscossione tra dieci anni o prima. Solo un accordo!” spiegò.
“Che tipo di accordo?, che cosa vuoi da lui?!”
“Che cosa voglio da …voi.”  lo corresse e Dean restò in silenzio e in attesa dei particolari di quell’accordo. “Diciamo che sono stanco di vedere, secoli dopo secoli, ere dopo ere, svanire nella disperazione e nella morte più atroce , le persone che potrebbero davvero cambiare le sorti di questa insulsa umanità.”
“Che cosa vuoi dire?!” chiese , perché davvero non aveva la minima idea di quello che voleva sire Caino.
“Voglio che tu e il tuo tanto amato fratello, oltre a correre dietro ad ogni demone o mostro o fantasma o altro, focalizziate le vostre ricerche sul modo con cui spezzare questa cosiddetta…“maledizione dei fratelli”!!” rivelò quasi con rabbia.
“Maledizione dei fratelli!?” chiese Dean che onestamente non ne aveva mai sentito parlare.
Caino fece un respiro e strinse le labbra. Si concentrò un attimo e poi raccontò da dove quella maledizione avesse avuto nascita.
“Molti…tutti credono che io sia il primo ad aver colpito suo fratello. Poi, la gente, i popoli, le leggende hanno fatto in modo che quella credenza rimanesse tale. Che divenisse storia. Ma io non sono stato il primo ad alzare la mano contro mio fratello. Io ero già una vittima di quella maledizione.” rivelò dipingendosi sul volto un sorriso amaro.
“Ma come puoi non essere stato il primo a colpire?!...tu hai…” stava per controbattere Dean, quando all’improvviso qualcosa, un pensiero, un dubbio, un quadro di angeli in guerra, l’immagine di angelo che cade, la figura di un altro angelo vittorioso, il rosso dell’Inferno, la luce del Paradiso, gli fornirono un'altra assurda ma probabile risposta.
“Michele e Lucifero!” disse, allora.
“Che qualcuno dia un orsacchiotto al signore!!” ironizzò Caino battendogli le mani e poi tornando immediatamente serio. “Loro sono stati i primi, ma su di me e il mio amato fratello si è abbattuta la prima maledizione. Lucifero e Michele, Caino e Abele, Prometeo ed Epimeteo …Romolo e Remo, fino ad arrivare ai vostri giorni con…”
“Io e Sam!”
Caino annuì e poi riprese a parlare. “Ciò che accadde a me, che realmente accadde, già lo sai. Ma con l’avanzare dei tempi, altri fratelli leali fra loro, fedeli al loro legame di sangue, sono stati portati, chi per un motivo chi per un altro o a tradirsi o a doversi sacrificare l’uno per l’altro. Tutto in nome di una antica guerra fraterna, di una discendenza che ora deve essere spezzata, di una maledizione che ora non ha più motivo di esistere.”
Dean era pensieroso e mentre Caino sembrava si stesse sfogando, lui ripensava a tutte le volte che un angelo o un demone, avevano paragonato lui e Sam ai due angeli in lotta, e poi a Caino e Abele e sempre dicendo loro che erano una discendenza, che era nel loro sangue.
“Ma cosa..come possiamo fare per spezzare la….maledizione. Sono anni che tormentano me e Sam con questa storia della discendenza. Credi che non ci abbiamo provato a spezzarla, ad ignorarla ?”
“Credo che non ci abbiate provato abbastanza!!” lo biasimò. “Ora sai da dove tutto è iniziato e lo sa anche Sam. E come tutte le più belle storie: tutto deve finire dove e con chi, tutto, è iniziato!” sentenziò.
“Ma come pensi che possiamo fare, visto che coloro che hanno iniziato, stanno friggendo insieme nella gabbia di Lucifero nell’Inferno più profondo?!”
“Questo non è un problema mio. Io vi ho dato il caso, ora sta a voi risolverlo!”

Un attimo dopo, Dean si ritrovò a fissare il vuoto nella sua stanza e ad ascoltare il silenzio che tornò a regnarvi, spezzato solo dal suo respiro affannato e dal battito stranamente rumoroso del suo cuore.
Ancora pensando e ripensando a tutto quello che Caino gli aveva appena detto, Dean, uscì dalla sua stanza e si apprestò a raggiungere il fratello che con molte probabilità era ancora con Cass e con Crowley, quindi l’unica stanza possibile era il seminterrato. Arrivò al grande salone e vide quello che rimaneva della cena della sera precedente. “Che ben di Dio sprecato!!” pensò, osservando la pizza e i panini ormai da buttare e la birra ridotta ad un pessimo brodo ospedaliero. Per non parlare della poltiglia color verde marcio che era diventata l’insalata di Sam. Ebbe un tremito di disgusto guardando quell’ammasso informe di foglie.

Proseguì oltre e andò verso il seminterrato. Poco prima di giungervi, sentì la voce infuriata di Sam.

“Dammi quella maledetta lista!!” gridava il giovane cacciatore.
“Non esiste! La lista non esiste…te l’ho già detto.”  gli rispondeva il demone che cercava di tenergli testa.
“E’ impossibile che non..”
“E’ una questione di sicurezza. Il sigillo lo conosce solo chi deve spezzarlo e lo conosce solo quando viene richiamato per spezzarlo!!” gli spiegava.
“Ok! Allora un’altra via di accesso!” suggerì il ragazzo.
“Co…cosa?!” e questa volta alla voce di Crowley si unì anche quella di Castiel.
“Sì. Ci sono i portali per il Paradiso, l’accesso segreto per il Purgatorio. Di sicuro ci sarà un altro accesso per la gabbia di Lucifero o almeno per arrivarci vicino!!”
“Sam , sei impazzito?!” fece Castiel.
“Magari!! Ma anche i pazzi sanno quando fermarsi!” lo corresse il demone.
“Beh!! allora vuole dire che non sono pazzo e che tu mi dirai quello che voglio sapere!!” lo incalzò, minacciandolo con il coltello. Ben sapendo che il demone nulla poteva all’interno della trappola.

 Dean aprì gli scaffali che facevano da porta alla stanza anti demone e la prima cosa che vide fu Sam che brandiva Crowley, minacciandolo con il pugnale di Ruby e Castiel alle spalle del fratello che cercava di trattenerlo.
“Sammy, no!” fu il richiamo da parte del fratello maggiore. Il giovane a quel richiamo parve come congelarsi. Lentamente allentò la stretta sul bavero del demone, drizzò le spalle, libere ormai dalla presa dell’amico angelo e piano si voltò verso la voce di Dean.
“Dobbiamo mettere fine a tutto. Dobbiamo spezzare la maledizione!” fu la giustificazione a quel suo agire così violento.
“Lo faremo, fratellino. Lo faremo.” lo rassicurò. “Ma credimi, nella posizione in cui è..” fece indicando Crowley, “…se avesse saputo qualcosa, lo avrebbe già spifferato. Sarà anche il  re dell’Inferno, ma è comunque un demone e se ne fregherebbe di tutto e tutti pur di salvarsi la vita.” spiegò quasi con disgusto.
Sam, a quelle parole, si allontanò da lui e si fece più vicino al fratello. Notò che non era più sofferente, anche se magari qualche altra ora di sonno gli avrebbe fatto bene. Ma tutto sommato,  si convinse che Dean oramai era fuori pericolo.

I due fratelli non si dissero niente in quel momento, ma tra di loro ci fu solo uno scambio di sguardi che valsero più di mille parole. Il maggiore gli mise una mano sulla spalla e gli sorrise e poi portò lo sguardo su Crowley, alle loro spalle.
“Oggi te le cavi solo per un motivo: ci servi e ci servi vivo e  ci servi a capo dell’Inferno. Ma ci avviserai se qualcuno mette gli occhi sulla gabbia di Lucifero, ci avviserai ogni volta che verrai a conoscenza di chi è lo scassinatore di uno qualsiasi dei sigilli, ci avviserai se solo ti giunge voce di un passaggio per la gabbia o su qualcosa che abbia a che vedere, anche alla lontana, con la maledizione.” disse con tono duro e deciso.
“Sai che io non posso..” provò a controbattere Crowley, mettendo da parte solo per un momento il suo solito sarcasmo.
“Tu lo farai..” lo fermò il cacciatore. “ Lo farai perché, ora, io conosco tutti i tuoi nascondigli. So in che modo li scegli, so da chi ti piace farti servire e dove fai le tue scorte di sangue. Conosco ogni tuo capriccio e conosco ogni tua debolezza. Non l’ho dimenticato. Non ho dimenticato niente. Perciò, credimi, quando ti dico, che se solo provi ad ignorare un nostro richiamo, ti cercherò, ti troverò e giuro, ti ucciderò.” fu la minaccia o forse la promessa.
Il demone deglutì e nonostante sentisse il suo sangue infernale ribollirgli nelle vene, annuì sconfitto. A quel gesto, Dean, si avvicinò alla trappola e solo con la punta del piede graffiò via la vernice del contorno esterno del grande sigillo.
Poco dopo, rimasero solo in tre nella stanza.

“Credi che sia stata una buona idea?!” fece Castiel, avvicinandosi ai due fratelli.
“Con Crowley non ci sono mai buone idee e non ci si può fidare!” disse. “Ci mentirà, è certo. Ma come ogni demone, in mezzo alle sue menzogne, ci metterà anche una parte di verità. Dovremo stare solo con gli occhi e le orecchie ben aperte!” suggerì.
“Come sempre!” aggiunse Sam.
“Come sempre!”, convenne il maggiore verso i due. In quel momento , il telefonino di Castiel suonò e l’angelo, rispondendo, apprese che altri angeli reietti erano stati rintracciati. Si accomiatò dai due amici cacciatori e andò via.
“Cass?” lo richiamò Dean, sorridendogli appena, quasi timidamente. “Fa’ attenzione là fuori e chiama se hai bisogno di aiuto, ok?”
L’angelo lo guardò, piegò la testa leggermente da un lato, in un gesto che ormai non era estraneo ai due fratelli e poi, annuendo , sorrise ad entrambi ed uscì dal bunker.

Sam e Dean, per un po’ rimasero assorti e in silenzio.
“Mi devi 45 dollari per una cena che ora è completamente da buttare!” fece Sam, interrompendo quel silenzio carico di mille pensieri.
“Già, l’ho vista e non aveva un bell’aspetto!” concordò Dean, sorridendogli.
“Come stai!?” chiese poi, con tono più serio, il giovane.
Dean lo guardò, intuendo il vero senso di quella domanda. Si passò una mano sul braccio ormai libero ed inspirò ed  espirò profondamente come se si stesse liberando finalmente di ogni cosa.
“A parte la sensazione di un bel dopo sbornia…” chiarì, “…sto bene, Sammy. Ora, sto bene. Anche se…” fece, fissandolo, con un aria dubbiosa.
“Anche se ?”
“Dovremo chiarire una o due cosette su certe idee che ti vengono quando sei sotto stress, fratellino!!” lo disse scherzando , ma dentro di sé, il maggiore,tremava. Sam che si sarebbe fatto uccidere per calmare l’ira del marchio, o Sam che cercava di avvicinarsi alla gabbia di Lucifero, erano idee o solo immagini che nemmeno voleva considerare. Ma quello, convenne con sé stesso, non era il momento. Ora voleva gustarsi un po’ di tempo col suo fratellino e negli occhi del minore, lesse lo stesso desiderio.
“Quali idee?!” chiese perplesso Sam.
“Non adesso. Ora, ho fame e a quanto pare tocca a me offrire.”
“Ci puoi giurare e non provare a chiedermi un prestito!!” scherzò Sam, mentre stava per uscire dal seminterrato. Poi, si accorse che il fratello non era al suo fianco e si girò per cercarlo.

Quando si voltò, vide Dean, fermo , ancora dove era. Il suo sguardo era pensieroso, assorto, quasi perso. Che avessero esultato troppo presto?
“Dean?” lo richiamò. “Che hai?”
“No, niente. Tranquillo. E che stavo pensando!” continuando a fissare un punto indefinito in quella stanza.
“A che cosa?!” domandò a quel punto, curioso, Sam.
Dean guardò il fratello e poi si passò una mano nei capelli e si grattò, confuso. “Chi diavolo è …. Epimeteo??!”

A quella domanda, Sam, non resistette. Forse fu la domanda in sé, forse la tensione che scemava, forse l’espressione titubante  del fratello ma fatto sta’ che il giovane sbottò in una risata liberatoria e andò via, lasciandosi alle spalle un Dean che lo rimproverava offeso e che ancora più offeso, lo raggiungeva, gli dava uno scappellotto sulla testa e fuggiva via tra i corridoi del bunker, rincorso subito dopo da Sam che lo minacciava di fargliela pagare.

Nel suo nuovo rifugio, Caino, ripensava a quella maledizione antica come il mondo:
Quando il sacrificio non sarà più sacrificio, quando il Male si piegherà al Bene e il Bene accoglierà il Male. Quando la Morte lascerà cadere sconfitta la sua arcuata falce e il legame diverrà più forte della discendenza, allora e solo allora la maledizione si spezzerà!
Sospirò, perplesso. O forse fiducioso.

“Che siano davvero loro ?!” mormorò accarezzando la testa del cane che, affettuoso, gli guaiva vicino.

 
N.d.A.: E anche questa è fatta!! Spero davvero che vi sia piaciuta almeno un po’.  Detto tra noi, spero tanto di rivedere Caino. Infondo chi, se non lui, può riprendesi il marchio!?
(n.b. : il riferimento “Let’s dance!” per chi non lo ricordasse è la battuta di Dean quando si fa “passare” il marchio)
Ultima cosa: non sono una maga ( forse una strega da quello che dicono i miei figli quando mi incavolo!!) perciò date fiducia alla maledizione. Non mi veniva di meglio!!
Ciao!
Cin
   
 
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