Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ellephedre    13/11/2014    6 recensioni
Makoto Kino è innamorata. Gen Masashi la segue a ruota.
Con una relazione nata nella battaglia, non hanno più segreti tra loro, eppure hanno ancora molto da scoprire l'uno sull'altro. E non vedono l'ora di farlo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Makoto/Morea, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Oltre le stelle Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
makoto_gen_cinema

Corrente naturale

di ellephedre

 

 

 

Inizio febbraio 1997 - Corsa e cinema

 

Correre in inverno, la mattina. Makoto si riempì d'aria i polmoni, aumentando l'ampiezza della falcata. Mancava solo un angolo e avrebbe raggiunto il parco e l'albero sulla piccola collina. Era il suo obiettivo di metà percorso.

Coraggio!

Mai come nell'ultimo mese si era lasciata andare con gli esercizi. Si era concentrata molto su Gen: uscire con lui, preparargli da mangiare, passare del tempo insieme... Occupazioni soddisfacenti che le portavano via tempo. Per non perderne troppo, nelle ultime settimane si era limitata a qualche esercizio di rafforzamento muscolare dentro casa.

Con la corsa era fuori forma e lo sentiva nella fatica con cui il suo cuore pompava il sangue. Cominciava ad avere il fiatone, ma non le dispiaceva: faticare era nel suo DNA, la rinvigoriva.

Arrivò nella piazzola del parco, il torso madido di sudore sotto la felpa di cotone leggera.

Ancora un centinaio di metri...

Avvicinandosi al tronco dell'albero, notò un corridore che proveniva dalla direzione opposta.

Incredula, spalancò la bocca. «Gen!»

Lui la notò. Senza smettere di correre, esplose in un sorriso.

Lei accelerò il passo, fiondandosi come un razzo su di lui. «Ciao!!» Si aggrappò alle sue spalle.

In volteggio fecero un mezzo giro.

Lui era estasiato. «Ciao! Cosa ci fai qui?»

«Ci corro!»

«Non ti ho mai vista!»

«Ah...» Si strinse nelle spalle, staccandosi e ridacchiando. «Negli ultimi due mesi non ho avuto tempo!»

Gen capì subito. «Così si spiega. Io ho scoperto questo posto solo da poco.»

Lei si illuminò. «Ci passi spesso? Fa parte del mio percorso!»

Lui non riuscì a credere alle propre orecchie. «Allora magari ci vedremo anche di mattina. A che ora passi di qui?»

«Alle sette, a giorni alterni.»

Gen strinse i denti. «Io alle sette e mezza.»

Lei gli diede una pacca sulla spalla. «Dài, non importa! È un caso incredibile che ci piaccia lo stesso posto per correre!»

Lui sollevò un braccio, indicando un punto dietro le proprie spalle. «Da qui sono cinque chilometri a casa mia. Li ho calcolati con questo strumento.»

Lei osservò il moderno contapassi che lui stringeva al polso. «Misura le distanze percorse?»

Gen annuì. «Volevo fare dieci chilometri, per questo mi sono spinto fino a qui.»

Lei era solo felice di rivederlo. Anche se...

Gen terminò di recuperare il fiato. «Magari passo a fare la doccia a casa tua, dopo.»

Di sabato? «Pensavo che oggi fossi occupato con la spesa per tua famiglia e le pulizie di casa.»

«Sì» concesse lui, osservandola per capire la ragione della sua ritrosia. «Posso ritardare di un paio d'ore... A meno che non ti stia interrompendo.» Rise. «Hai altri piani per la giornata, vero?»

Esatto. «C'è un film.»

«Vai a vederlo con le altre?»

Non proprio. «Minako ormai non può più stare in pace per strada. Rei ed Ami accompagnano Usagi a dare un'occhiata a negozi per il suo gran giorno. Io mi unirò a loro appena finita la proiezione.»

Gen s'incuriosì. Appoggiandosi contro il tronco dell'albero, iniziò a fare stretching con le gambe. «Pensavo che non ti perdessi queste gite per nulla al mondo.»

Tranne che per il nuovo film d'amore coi suoi attori preferiti. Aspettava di vederlo da quando ne avevano annunciato l'uscita, perciò non voleva attendere un giorno di più.

Piegò la pianta del piede verso la natica, stirando i muscoli della coscia. «Tarderò di poco per Usagi. È tutto programmato, vado al primo spettacolo.»

Gen stava pensando. «Sapevi di dover andare da sola al cinema e non mi hai chiesto di accompagnarti?»

Lo aveva fatto apposta. «Non è il tuo genere di film.»

«Niente azione, quindi. Niente sport...» Gen terminò il suo rapido elenco. «È un film per donne» comprese.

«È da vedere con delle ragazze» confermò lei.

«Ma vai da sola?» Gen la scrutò in volto. «Ah. È un altro modo per non infastidirmi.»

Non c'era bisogno di riderne, lei stava cercando di fare del proprio meglio.

«Continui a stare sulla difensiva, Makoto. Non hai idea di quante ragazze mi costringessero a vedere film di questo tipo dopo nemmeno due settimane che uscivamo insieme.»

Appunto. Per loro si era trattato sicuramente di una specie di test che lei non aveva alcuna necessità di fare: non aveva bisogno di sapere cosa Gen fosse disposto a fare per lei. «Ci sarei andata con le mie amiche, ma in loro mancanza non è necessario torturare te.»

Lui rifletté, stiracchiando le braccia sopra la testa. «Be'... non mi piace saperti sola al cinema.»

«Guarda che non è pieno di molestatori.»

«Se ci fossero, tu spaccheresti a tutti le ossa.» Gli uscì una risata «Mi riferivo al fatto che è strano andarci da soli. Vengo con te.»

Era una concessione che sapeva di sacrificio. Inoltre, saperlo annoiato accanto a lei sulla poltroncina del cinema non era la sua idea di divertimento. «Veramente...»

Lui alzò le mani, interrompendola. «Ora torno a casa e completo le pulizie con Miki e Shori, così ho il pomeriggio libero.»

«Ma la spesa?»

«Questa settimana le mie sorelle si sono arrangiate con piccole compere. Al massimo facciamo la spesa più grossa domani.»

Makoto non ebbe più scuse da sfornare.

Divertito, Gen cominciò a correre sul posto. «Ti sento dubbiosa. Ne parliamo questo pomeriggio?»

Rassegnata, lei annuì. «Il cinema è...» Gli disse il luogo e l'orario dello spettacolo. «Buona corsa.»

«Altrettanto. Niente bacio?»

Contenta per la richiesta, lei gliene schioccò uno sulle labbra. «A dopo!»

«A dopo.»

Corsero via, ognuno in direzione di casa.

  

Makoto - notò Gen - lo attendeva davanti alla biglietteria del cinema con due ingressi in mano. «Non ti piacerà.»

«Il film?» Le indicò i biglietti. «Quanto è costato il mio?»

«Offro io. Poi non dire che non te l'avevo detto.»

Lei si stava preoccupando troppo. «Guarda che riesco a reggere una commedia romantica. Di solito è la parte comica che la rende sopportabile.» Provò a farsi una risata, ma Makoto non si divertì.

«È un dramma» lo informò.

Ahi. «Muore qualcuno?»

Lei sussultò.

«No, non c'entra mio padre. Non mi dà fastidio vedere una storia di morte.» Con tutto quello che aveva passato, non lo colpiva più nulla. «Voglio solo capire che tipo di film è.»

«Dal trailer non è chiaro come va a finire. C'è di mezzo una malattia grave...»

Fantastico, un drammone strappalacrime. Cercò di non far trasparire il proprio orrore. «Okay.»

«Se ti annoi, possiamo uscire.»

Così era troppo. «Non sono mai uscito da un cinema a metà film.» Al massimo, aveva dormito. «Inoltre, non sei qui perché volevi vederlo?»

Infelice, lei rimuginò. «Questo tipo di storie mi fanno commuovere. Non prendermi in giro se piango.»

Non era un mostro. «So che se ti commuovi fai sul serio.»

Lei cercò di capire se stava scherzando.

«Makoto. Questo è il tuo film e io mi sono invitato da solo. Non ti rovino l'esperienza.»

Lei volle dargli fiducia. «Va bene. Allora andiamo a comprare i pop-corn ed entriamo.»

  

Peggio di una commedia romantica mal fatta, pensò Gen, c'era solo un dramma romantico ben fatto che costringeva a riflettere.

Il film raccontava la storia di un tizio che, suo malgrado, si innamorava di una ragazza affetta da una malattia neuro-degenerativa senza possibilità di cura. La protagonista femminile era forte: non si piangeva addosso e meritava rispetto.

Chissà come mai, si domandò, esisteva gente che provava un perverso piacere nel guardare storie tragiche come quella.

Aveva un senso cercare apposta il dolore? Per lui era una tortura.

Al suo fianco Makoto era rannicchiata nella poltroncina del cinema. Si asciugava le lacrime con il dorso della mano.

"Non voglio la tua pietà!"

"Non te la sto dando! Voglio solo che rimaniamo insieme!"

Gen si estraneò di proposito dalla pellicola, alzando gli occhi al soffitto della sala.

Udì un debolissimo singhiozzo di Makoto.

«Ehi» mormorò, ma fu certo che lei non l'avesse udito. La circondò con un braccio. È solo un film.

Lei strofinò la guancia contro la sua spalla, aggrappandosi alla sua maglia. Si calmò con un lungo sospiro.

Rimasero in quella posizione fino alle ultime scene della pellicola.

Non veniva raccontata una fine vera e propria. Si terminava con una carrellata di immagini di vita quotidiana dei due protagonisti, momenti felici che lasciavano capire che era quello il modo in cui i due avevano deciso di affrontare il tempo che rimaneva loro da passare insieme.

Sulle note di una melodia struggente, partirono i titoli di coda.

Makoto lasciò passare qualche momento prima di tornare alla realtà. «Mi è piaciuto tantissimo.»

Sì, era chiaro.

«A te?»

Per fortuna col buio lei non poteva vederlo. «Era una storia... dura.»

«Già. Molto triste.»

Non poteva negare che il film gli avesse lasciato una sensazione di peso alla bocca dello stomaco, ma non la gradiva. Non avevano già vissuto abbastanza tragedie reali?

Makoto si girò sulla poltrona, abbracciandolo forte. «Vedere storie tanto terribili, e come le persone riescano comunque a essere felici...» Lo baciò alla base del collo. «Non lo so. Mi rende ancora più felice pensare che io invece posso toccarti, abbracciarti... A noi non deve più accadere niente di così brutto.»

Brutto no. Ma c'erano delle grosse difficoltà nel loro avvenire.

Come diceva lei, anche lui aveva imparato che esistevano eventualità peggiori nella vita. Solo la morte bloccava una persona dal cambiare il proprio futuro. Per parte sua, aveva la libertà di plasmare i propri giorni ed era l'unica cosa che voleva.

Il nodo sgradevole dentro di lui iniziò a sciogliersi. «Per questo volevi vederlo?»

«Hm?»

Si accesero le luci in sala.

«Ti piace sentirti triste per come poi ti senti felice?»

Makoto glielo confermò rannicchiandosi nelle spalle. «È una fissa.»

Era una fissa tenera e un poco comica.

Lei cominciò ad alzarsi; aveva gli occhi lievemente arrossati. «Prima che si faccia troppo tardi, vado dalle ragazze. Non ti dispiace se ti lascio solo?»

«Era previsto.»

«Ma ti sento più scosso di quello che vuoi farmi notare.»

«Cosa?» 

Makoto recuperò la giacca. «Ridi, ridi. Ma secondo me stanotte non ti dispiacerà venirmi a trovare.»

Lui si alzò a sua volta. «Da quando mi dispiace?»

«Allora diciamo che ti piacerà di più.»

«Questo film non c'entra niente.»

Makoto infilò sopra la testa la tracolla della borsa. «Quando uno protesta troppo...»

Gen smise di parlare: se le andava bene pensarla in quel modo, che facesse pure.

Lei gli prese il viso tra le mani, tenendolo fermo per un bacio. «Scusa. Qualunque sia il motivo, stanotte voglio starti molto vicina. Ti piace come idea?»

«Certo.»

Lei si ritrasse con una smorfia colpevole. «La prossima volta vengo a vedere questi film con le ragazze.» Cominciò ad andare. «Ciao, tesoro!»

Si fermò dopo due passi, sorpresa quanto lui per il termine che aveva usato. «Ah... forse non ti sta bene come soprannome. Ne troverò uno migliore.»

Meglio così. «Nel caso, Gen-chan non mi piace molto.» 

Makoto capiva. «Non è abbastanza virile.»

Lui studiò il suo tono. «Mi stai prendendo in giro?»

«Mai! Ci vediamo stanotte!»

Lo lasciò in mezzo alla sala, divertito, a contemplare una possibilità.

Mako-chan?

Era un nome dolce da usare per lei, forse troppo. Non gli rendeva l'idea di Makoto nella sua complessità.

Mako, provò.

Ci giocò per qualche secondo e soddisfatto immagazzinò il nome.

Lo avrebbe usato quando gli fosse risultato naturale, come aveva appena fatto lei.

Al ricordo, uscì dal cinema con un sorriso a trentadue denti.

 

 

Inizio febbraio 1997 - Corsa e cinema - FINE

 


 

NdA: niente, quando uno ha la mano per scrivere e un minimo di ispirazione, le cose vanno :D Avevo in mente da un po', per Gen e Makoto, la questione corsa - loro due che si incontrano in uno stesso posto - e la questione 'film da donne'. Come dicevo nella pagina Facebook in risposta a una fan della coppia, questi due li ho raccontati troppo a casa di lei (e a fare sesso :D) Volevo vederli in contesti più vari.

Sono soddisfatta di questa piccola storiella perché penso che mi sia riuscita corta e nonostante ciò bene, ma questo potete essere solo voi a dirlo davvero :)

 

Grazie per aver letto!

Elle

 

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ellephedre