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Autore: DeadlyNadder 92    13/11/2014    2 recensioni
Estratto del Diario di Valka narrante gli avvenimenti da lei vissuti. Un nuovo modo per vedere la storia con gli occhi di qualcun'altro.
// Scritta interamente al cellullare.-
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drago Bludvist, Hiccup Horrendous Haddock III, Stoick, Valka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avete presente la leggera pioggerellina estiva? Quando ancora gli uccellini incominciano a deliziarci con il loro canto? La sensazione di serenità e privazione di mali che pervade quando le gocce cadono sulla nuda pelle? 
Prendete questa sensazione e moltiplicatela per mille. Poi per un milione e infine un miliardo. Ora sapete come mi sono sentita quel giorno. 
Addestrai il mio medesimo figlio per la Guerra incombente. Drago aveva mietuto un'infinità di vittime e non potevo transigere altro. 
Non ci speravo più ad essere sincera. Avevo preso in considerazione molti avvenimenti futuri, tranne quello.
In una grotticella, che mi faceva da casa, la voce di un imponente uomo tagliò l'atmosfera silenziosa. Di controcampo vi era Hiccup che continuava a dirgli che doveva comunicargli qualcosa di estremamente importante. Non era cambiato di una virgola, passava sopra anche alle parole del figlio, convinto che era in pericolo e/o proteggeva qualcosa o qualcuno da chissà chi.
Mi sentì a disagio, lo ammetto. Mi immaginavo vestita diversamente, invece no. Indossavo una maglia color oro e una fusciacca color amarena attorno la vita. Dei pantaloni sotto e una stoffa abbastanza leggera color bourdoux con della pelliccia bianca ai bordi. Continuavo a domandarmi come avrebbe reagito, come avrei reagito io sopratutto. Mi voltai di scatto. Il cuore incominció a battere fortemente, incominciai a entrare in panico. Che dovevo dire? Che dovevo fare? Avrei dovuto ribattere quel da lui detto o tacere? 
Incominciai a parlare, che dicevo? Neanche io mi capivo. Ero confusa, spaventata e felice. 
Nella mia mente avevo tutto un discorso fatto di punti, virgole e pause. Le frasi di senso compiuto sembravano intrappolate in quel nodo che troneggiava in gola. Uscirono solo qualche parola detta scoordinata. Stavo raccontando il passato con frasi chiave, in una maniera così sintetica che mi stupiva.
Ma lui lentamente mi interruppe da quella mia parlantina imbranata.
Adagiò la mano sulla mia guancia, mi guardava negli occhi e in quel momento sentì un vuoto nello stomaco che solo l'emozione colmava. Azzurro e Verde, il mare impetuoso e la terra rigogliosa riviveva in quello sguardo trovando sentimento in una semplice e romamtica frase da lui detta.
"Sei ancora più bella del giorno in cui ti ho perduta"
E poi suggellò il nostro ritrovamento con un bacio che mi ridonò la vita.
Finalmente la famiglia era riunita. Eravamo tornati ad essere un nucleo famigliare completo, vero e proprio. 
E chi spuntò improvvisamente? Skaracchio. Anche lui era cambiato molto, aveva messo su massa e da come parlava aveva vissuto molte altre battaglie. Fu una gioia per me rivederlo.
Ma ora via, eravamo tutti insieme. Il mio sogno si era realizzato. E in mezzo alla quiete famigliare a cui presto mi abituai, Stoick mi sorprese ancora una volta. Proprio come a suo tempo.
Avevo una brocca di terracotta in mano, il mio animo tremò a quella frase che uscì flebile dalle sue dolci labbra. Mi sentì mancare, ma l'unica cosa che cedette fu la brocca che venne afferrata in tempo da lui. La posò davanti a me. Quella scena l'avevo vissuta tanti anni prima, nei mesi di matrimonio che sembravano essere sempre i primi. 
La sua mano era possente, la mia nella sua scompariva letteralmente. Ma il calore che sapeva dare mi rendeva la donna più grande e ricca al mondo intero. Quella era e sarà per sempre la nostra canzona d'amore. In quel mio debole e spiazzato canto vi era una nuova conferma che l'avrei risposato per l'eternità. 
La gioia era palpabile, era qualcosa che nelle mie notti bramavo con ardore. Persino Skaracchio si era autocoinvolto in quel frammento di vita nuova che brillava nei occhi miei e di mio figlio. 
Ma le difficoltà che la nostra vita ci poneva davanti non erano finite. Una nuova disavventura portante un male si imbatteva sulla nostra ritrovata felicità.
La battaglia fu stremante, l'incontro tra i due titani ebbe luogo distruggendo ogni cosa.
I due Alpha si fronteggiarono senza pietà, ero totalmente in pensiero per il mio 'Capo'. Bianco come la neve e Azzurro come il cielo, l'Alpha dei Draghi diede tutto se stesso sino alla fine.
Lui ha donato la sua vita per proteggere noi, questo suo gesto vivrà sempre in noi.
Ma nulla poteva prepararmi al dolore più grande della mia vita. Le buone non servivano, Bludvist era un pazzo squilibrato, e per battere la forza c'era bisogno di altra forza unita a determinazione e coraggio. Mio figlio aveva tutte queste carte. Lui prese il comando al fianco di nostro capo, ci guidò alla riscossa della libertà. 
La vera forza era l'amicizia.
Sdentato, il dolce Furia Buia compagno di Hiccup, fu catturato dall'ipnosi del secondo Alpha. Solamente Hiccup poteva salvarlo. 
Ma in un posto dove mille vite avevano scampato la morte, la morte doveva rimediare.
Stoick salvò me mille volte come salvò nostro figlio quella volta, l'ultima.
Sdentato aveva perso la ragione con tanto di controllo. Sei colpi aveva, e uno dei punultimi colpì mio marito.......
Era troppo. Avevamo subito mille torti, ma quello non doveva avere vita. 
Ora, noi Berkiani, possiamo rendere onore al nostro Capo.
L'aria era tetra, persino il cielo piangeva la sua morte. Gli archi si alzarono in cielo, le freccie infuocate scoccarono in aria come fuochi d'artificio atterrando sulla barca. Il profumo di legno bruciato arrivava pungente ai nostri nasi rimembrandoci che la vendetta non era solo un fattore negativo, ma che poteva essere chiamata anche Giustizia.
Demmo tutti noi stessi per cancellare l'esistenza di Bludvist e ce la facemmo.
Tornammo tutti a casa. Io mi ristabilì li, con mio figlio che assunse il ruolo di Capo venendo coronato come tale.
Ancora stento a crederci.
Non ci voglio credere che sia successo. Non posso crederci. Mi sento morire, il mio cuore non può reggere tanto. Il smeraldo che tanto gli piaceva ora sta vedendo una visione distorta del foglio.
Vorrei morire. Vorrei tornare indietro e essere io al suo posto, loro due erano e sono la mia vita.
Le mie mani tremano ancora, il mio cuore ha perso la voglia di battere, la mia anima ha perso ogni voglia di vivere. 
Odino, Thor, maledetto il giorno in cui la gioia mi avete ridato. Cosa abbiamo fatto per meritare tanto? Cosa vi abbiamo fatto? Non meritiamo questo, non ce lo meritavamo proprio.
Incomincio a pensare che tanto buoni e magnanimi non siate. Io.... vi odio per ogni buon avvenimento che mi avete concesso e poi vi siete ripresi con l'interessi.
Vi odio per il male che avete fatto a mio figlio, per ogni sorriso che gli avete dato e poi tolto. 
Vi odio per ogni minima difficoltà facilmente superata da mio marito per riprorgliela con una difficoltà maggiore. 
Io, Valka Haddock, vi dichiaro colpevoli per ogni minima disgrazia che avete abbattuto sulla mia famiglia e il villaggio. 

Avete presente la leggera pioggerellina estiva? Quando ancora gli uccellini incominciano a deliziarci con il loro canto? La sensazione di serenità e privazione di mali che pervade quando le gocce cadono sulla nuda pelle? Prendete questa sensazione e moltiplicatela per mille. Poi per un milione e infine un miliardo. Ora sapete come mi sono sentita quel giorno. 

Addestrai il mio medesimo figlio per la Guerra incombente. Drago aveva mietuto un'infinità di vittime e non potevo transigere altro. Non ci speravo più ad essere sincera. Avevo preso in considerazione molti avvenimenti futuri, tranne quello.In una grotticella, che mi faceva da casa, la voce di un imponente uomo tagliò l'atmosfera silenziosa.

Di controcampo vi era Hiccup che continuava a dirgli che doveva comunicargli qualcosa di estremamente importante. Non era cambiato di una virgola, passava sopra anche alle parole del figlio, convinto che era in pericolo e/o proteggeva qualcosa o qualcuno da chissà chi.Mi sentì a disagio, lo ammetto. Mi immaginavo vestita diversamente, invece no. Indossavo una maglia color oro e una fusciacca color amarena attorno la vita. Dei pantaloni sotto e una stoffa abbastanza leggera color bourdoux con della pelliccia bianca ai bordi. Continuavo a domandarmi come avrebbe reagito, come avrei reagito io sopratutto. Mi voltai di scatto. Il cuore incominció a battere fortemente, incominciai a entrare in panico. Che dovevo dire? Che dovevo fare? Avrei dovuto ribattere quel da lui detto o tacere? Incominciai a parlare, che dicevo? Neanche io mi capivo. Ero confusa, spaventata e felice. Nella mia mente avevo tutto un discorso fatto di punti, virgole e pause. Le frasi di senso compiuto sembravano intrappolate in quel nodo che troneggiava in gola. Uscirono solo qualche parola detta scoordinata. Stavo raccontando il passato con frasi chiave, in una maniera così sintetica che mi stupiva.Ma lui lentamente mi interruppe da quella mia parlantina imbranata.Adagiò la mano sulla mia guancia, mi guardava negli occhi e in quel momento sentì un vuoto nello stomaco che solo l'emozione colmava. Azzurro e Verde, il mare impetuoso e la terra rigogliosa riviveva in quello sguardo trovando sentimento in una semplice e romamtica frase da lui detta.


"Sei ancora più bella del giorno in cui ti ho perduta"


E poi suggellò il nostro ritrovamento con un bacio che mi ridonò la vita.Finalmente la famiglia era riunita. Eravamo tornati ad essere un nucleo famigliare completo, vero e proprio. E chi spuntò improvvisamente? Skaracchio. Anche lui era cambiato molto, aveva messo su massa e da come parlava aveva vissuto molte altre battaglie. Fu una gioia per me rivederlo.Ma ora via, eravamo tutti insieme. Il mio sogno si era realizzato. E in mezzo alla quiete famigliare a cui presto mi abituai, Stoick mi sorprese ancora una volta. Proprio come a suo tempo.Avevo una brocca di terracotta in mano, il mio animo tremò a quella frase che uscì flebile dalle sue dolci labbra. Mi sentì mancare, ma l'unica cosa che cedette fu la brocca che venne afferrata in tempo da lui. La posò davanti a me. Quella scena l'avevo vissuta tanti anni prima, nei mesi di matrimonio che sembravano essere sempre i primi. La sua mano era possente, la mia nella sua scompariva letteralmente. Ma il calore che sapeva dare mi rendeva la donna più grande e ricca al mondo intero. Quella era e sarà per sempre la nostra canzona d'amore. In quel mio debole e spiazzato canto vi era una nuova conferma che l'avrei risposato per l'eternità. La gioia era palpabile, era qualcosa che nelle mie notti bramavo con ardore. Persino Skaracchio si era autocoinvolto in quel frammento di vita nuova che brillava nei occhi miei e di mio figlio. Ma le difficoltà che la nostra vita ci poneva davanti non erano finite. Una nuova disavventura portante un male si imbatteva sulla nostra ritrovata felicità.

 


La battaglia fu stremante, l'incontro tra i due titani ebbe luogo distruggendo ogni cosa.I due Alpha si fronteggiarono senza pietà, ero totalmente in pensiero per il mio 'Capo'. Bianco come la neve e Azzurro come il cielo, l'Alpha dei Draghi diede tutto se stesso sino alla fine.Lui ha donato la sua vita per proteggere noi, questo suo gesto vivrà sempre in noi.Ma nulla poteva prepararmi al dolore più grande della mia vita. Le buone non servivano, Bludvist era un pazzo squilibrato, e per battere la forza c'era bisogno di altra forza unita a determinazione e coraggio. Mio figlio aveva tutte queste carte. Lui prese il comando al fianco di nostro capo, ci guidò alla riscossa della libertà. La vera forza era l'amicizia.Sdentato, il dolce Furia Buia compagno di Hiccup, fu catturato dall'ipnosi del secondo Alpha. Solamente Hiccup poteva salvarlo. Ma in un posto dove mille vite avevano scampato la morte, la morte doveva rimediare.Stoick salvò me mille volte come salvò nostro figlio quella volta, l'ultima.Sdentato aveva perso la ragione con tanto di controllo. Sei colpi aveva, e uno dei punultimi colpì mio marito.......Era troppo. Avevamo subito mille torti, ma quello non doveva avere vita. Ora, noi Berkiani, possiamo rendere onore al nostro Capo. L'aria era tetra, persino il cielo piangeva la sua morte. Gli archi si alzarono in cielo, le freccie infuocate scoccarono in aria come fuochi d'artificio atterrando sulla barca. Il profumo di legno bruciato arrivava pungente ai nostri nasi rimembrandoci che la vendetta non era solo un fattore negativo, ma che poteva essere chiamata anche Giustizia.Demmo tutti noi stessi per cancellare l'esistenza di Bludvist e ce la facemmo.Tornammo tutti a casa. Io mi ristabilì li, con mio figlio che assunse il ruolo di Capo venendo coronato come tale.


Ancora stento a crederci.Non ci voglio credere che sia successo. Non posso crederci. Mi sento morire, il mio cuore non può reggere tanto. Il smeraldo che tanto gli piaceva ora sta vedendo una visione distorta del foglio.Vorrei morire. Vorrei tornare indietro e essere io al suo posto, loro due erano e sono la mia vita.Le mie mani tremano ancora, il mio cuore ha perso la voglia di battere, la mia anima ha perso ogni voglia di vivere. Odino, Thor, maledetto il giorno in cui la gioia mi avete ridato. Cosa abbiamo fatto per meritare tanto? Cosa vi abbiamo fatto? Non meritiamo questo, non ce lo meritavamo proprio.Incomincio a pensare che tanto buoni e magnanimi non siate. Io.... vi odio per ogni buon avvenimento che mi avete concesso e poi vi siete ripresi con l'interessi.Vi odio per il male che avete fatto a mio figlio, per ogni sorriso che gli avete dato e poi tolto. Vi odio per ogni minima difficoltà facilmente superata da mio marito per riprorgliela con una difficoltà maggiore. Io, Valkyria 'Valka' Haddock, vi dichiaro colpevoli per ogni minima disgrazia che avete abbattuto sulla mia famiglia e il villaggio. 

 

   
 
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