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Autore: Clementine Kruczynski    14/11/2014    0 recensioni
Jack si sveglia nel giardino della casa dove è cresciuto. Ha solo vaghi ricordi di ciò che gli è capitato in passato, ricordi sfuocati, echi di una vita lontana.
Intorno a lui tutto è immobile, non c'è traccia di anima viva.
Che gli è successo? Perché è lì? Dove sono tutti?
Nella sua mente le immagini si susseguono l'una all'altra, alla velocità della luce, come lampi senza senso.
Perché essere in quel posto non ha senso.
O invece sì?
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Percorse il parco correndo, col respiro pesante e strozzato. Arrivò alla piazza, nel centro della città, e voltò a destra, dove si trovava una pasticceria che molti anni prima, da bambino, aveva adorato.

Le persiane di ogni negozio erano chiuse, nemmeno una luce era accesa. La città era completamente deserta, silenziosa. Sembrava morta.

Pochi minuti dopo giunse davanti alla libreria.

Era un negozio molto piccolo, sembrava ficcato a forza nel muro tra un negozio di articoli per animali e alcuni uffici del Comune.

La porta in legno era socchiusa e da dentro alla libreria arrivava una luce molte tenue, giallo pallido.

Jack era confuso, terribilmente confuso. Salì il primo gradino, poi il sencondo, spinse la porta cigolante ed entrò trattenendo il respiro.

Nel mezzo della stanza vi era una piccola poltrona di velluto bordeaux, in tinta col resto dell'arredamentoe tutt'attorno si ergevano eleganti librerie colme di libri suddivisi per autore.

Su un tavolino di legno scuro vi era l'unica fonte di luce della stanza, una piccola lampada che emanava quel pallore che Jack aveva visto da fuori.

Seduta composta sulla poltrona di velluto c'era una donna di una certà età, dai capelli grigi tenuti in una coda alta. La donna era vestita in modo molto elegante: gonna nera al ginocchio, maglione color del cielo e un foulard in tinta. Aveva lo sguardo concentrato su un punto indistinto del muro, come se non fosse presente in quel momento, come se fosse altrove.

"Mamma", disse Jack.

"Cosa ci fai nella tua libreria?".

Come poteva essere lì?, penso Jack. Sua madre era morta diversi anni prima, quando lui non aveva ancora iniziato ad insegnare. Un tumore al seno se l'era portata via, aveva spento la sua bellezza prima del previsto.

Sua madre era stata una donna bellissima, e in quel momento Jack se ne rese conto più che mai.

"Ma non è ovvio? Ti stavo aspettando", rispose lei, portando finalmente lo sguardo su di lui. La voce era la stessa che gli aveva parlato poco dopo il suo risveglio nel giardino, ecco perché gli era sembrava così famigliare.

Nella mente di Jack si formarono immagini confuse, idee irrazionali ma comunque impossibili da ignorare.

"Cosa mi è successo? Sono morto?"

"Morto? Non è il momento di parlare di questo, adesso.

Devi tornare indietro, mi hai capito?"

Jack era più confuso che mai. Sua madre lo guardava, aspettava una risposta, un segno di comprensione da parte sua.

"Ma cosa stai dicendo? Indietro dove?"

Si guardò intorno, spaesato. Avrebbe voluto aggrapparsi a qualcosa, a qualsiasi cosa che lo facesse tornare coi piedi per terra, che gli facesse capire cosa diavolo stesse accadendo.

"Siediti a terra e ascoltami bene, Jack, perché non avrò tempo di ripetertelo."

  
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