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Autore: Colpa delle stelle    14/11/2014    6 recensioni
[Interattiva - posti al completo]
Il Signore Oscuro sta tornando. Agisce nell'ombra, si nasconde dal Mondo Magico e anche se nessuno lo vede e lui stesso non si presenta nelle sue solite vesti, la sua presenza è tangibile come una mannaia sul collo delle persone e nessuno riesce più a ignorarlo.
Quattro giovani coraggiosi si ritroveranno inevitabilmente attirati nel corso degli eventi e sarà il destino a decidere la riuscita o il fallimento della loro missione.
Ad Hogwarts, però, la vita scorre normalmente e per gli studenti che la frequentano rimane ancora la scuola di magia e stregoneria più sicura al mondo.
E voi, che ruolo avrete in questa storia?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Capitolo 12
 

Un grazie speciale a Cersei Evans per il suo banner splendido <3

 

L'aria fredda di quella notte riempiva Francisca di brividi, in tutto il corpo. Si strofinava le braccia, mentre avanzava dietro a Francisco nella radura della capanna del Guardiacaccia e cercava di non perderlo di vista.
Subito dietro di lei c'era Ishido, tallonato da Christian, che non la smetteva un secondo di scusarsi con lui, Nathan e Caroline, stranamente entrambi in silenzio.
Damon avanzava con le mani in tasca e la testa bassa, borbottando improperi tra sé e sé: ancora non riusciva a credere che, dopo tutta la fatica che aveva fatto, quella dannata Caposcuola lo avesse denunciato comunque. Aveva danneggiato una semplice mattonella, alla fine.
A chiudere il gruppo, venivano in ordine Dakota, Blake, Ebony e Amber. Si tenevano a debita distanza ed evitavano accuratamente di rivolgersi anche un unico sguardo, chiusi in un ostinato silenzio.
- Signor Rotter – salutò la professoressa di Pozioni, avvicinandosi al Guardiacaccia. - Avete preparato tutto? - Mentre i due si scambiavano le solite parole di rito e si accordavano sugli ultimi particolari di quella gita non voluta, Francisco incrociò le braccia al petto.
- Se non sbaglio, anche Harry Potter al suo primo anno ha dovuto scontare la sua punizione nella Foresta. - commentò, tentando di risollevare il morale alla sorella.
- Che notizia. - disse Damon, con tono arrogante.
- Messa in punizione perché volevo salvare la scuola, inaudito. - disse invece Francisca, scuotendo la testa.
- Salvare la scuola? - le chiese Amber, avvicinandosi.
La Grifondoro annuì e le mostrò la ciocca.
- Funziona veramente? - domandò Dakota, scettica. - Se non lo vedo non ci credo. -
Si voltò verso Caroline e la prese in disparte, mentre Francisca le faceva il verso e il gemello tratteneva una risata, per nulla adatta alla situazione in cui si trovavano.
La professoressa di Pozioni poi, si stava avvicinando minacciosamente.
- Ci divideremo in tre gruppi – annunciò e la sua voce era talmente ferma, che era facile capire che non ammettesse repliche o qualsiasi obiezione. - Christian, Dakota, Caroline e Francisco andranno con il Guardiacaccia e avranno il compito di trovare le sanguisughe, per la pozione Restringente -
La Corvonero guardò la Serpeverde e si scambiarono un'occhiata inorridita.
- Amber, Blake, Francisca e Nathan verranno con me per la corteccia di Carpino, ingrediente di preparazione della pozione Antilupo, famosa per i suoi effetti contro l'aggressività dei lupi mannari. -
Il Tassorosso, alla parola lupo mannaro, sobbalzò, e non riuscì a fare niente per nascondere l'ansia che lo aveva assalito all'improvviso.
- Damon, Ebony e Ishido invece si occuperanno della valeriana. -
Il Corvonero sollevò un sopracciglio.
- Ma non c'è nessun adulto con voi. - ribatté, sfidando quasi la professoressa con lo sguardo.
La donna però sorrise. - Lei è maggiorenne, signor Blackthorne. E anche il signor Black lo è. La signorina O'Connelly è intelligente – disse, tentando di rassicurarli. - Ve la caverete benissimo. -
Damon sbuffò, esasperato, e i due Corvonero si guardarono.
- Muoviamoci! - ordinò la professoressa e i tre gruppi si mossero, entrambi in direzioni diverse.
Quando imboccarono la foresta e superarono i primi alberi, Amber non poté non voltarsi verso il gruppo di Ebony e il sorriso incoraggiante che la Corvonero le rivolse, rese la sua andatura più decisa.

 

 

Dakota e Caroline camminavano una vicina all'altra, ma non parlavano, se non per avvisarsi a vicenda dei rami bassi o delle radici che intralciavano il loro cammino.
- Dovremmo essere quasi arrivati. - li rassicurò il Guardiacaccia, sorridendo.
Christian sbuffò, ma Francisco non fece nemmeno caso alle parole dell'uomo. Era troppo preoccupato a mantenere i sensi all'erta e teneva sotto controllo nel contempo, anche la sua ciocca bianca.
- Non sapevo ci fosse un lago nella Foresta Proibita – commentò Caroline.
Il signor Rotter scoppiò a ridere.
- Non sai mai cosa ti aspetta nella Foresta Proibita. -
La Corvonero rabbrividì e Christian si batté un dito sulla tempia, quasi a ricordare al gruppo che l'uomo che li stava accompagnando non c'era molto con la testa.
- Era meglio andare con la professoressa, almeno lei sa come usare una bacchetta. - sbuffò Francisco, guardandosi intorno.
Il silenzio di quella notte era pesante e non c'era la luce della luna a illuminare il loro cammino. Non si sentiva nemmeno il richiamo dei gufi o il frusciare del vento tra le foglie.
Camminarono per altri minuti e nessuno parlò più, finché il Guardiacaccia non spostò i rami di un cespuglio e indicò il buio davanti a lui con la lanterna.
- Ci siamo. - avvisò, scendendo con cautela verso la riva.
- Un lago nella Foresta Proibita. - si ripeteva tra sè e sè Dakota, incredula.
- Ora posso dire di averle viste tutte. - le fece eco Christian e non si curò dell'occhiataccia che gli rivolse la Serpeverde.
Una volta raggiunta la riva di sabbia, Caroline si fermò prima degli altri e li guardò avvicinarsi all'acqua.
- Come le troviamo le sanguisughe? - domandò, rabbrividendo dal disgusto.
Francisco e Christian si guardarono per un secondo, poi puntarono la bacchetta verso il lago ed esclamarono, all'unisono: - Accio sanguisughe! -
L'acqua del lago non si mosse e Dakota scoppiò a ridere.
- Ora posso dire di averle viste veramente tutte. - commentò, denigrandoli.

 

 

Il gruppo guidato dalla professoressa procedeva veloce e i quattro ragazzi erano convinti che la donna avesse già fatto quella strada o che conoscesse bene la foresta, perché si muoveva come se si trovasse nei corridoi di Hogwarts e non in mezzo a degli alberi.
- Cos'è il carpino? - si decise a chiedere Nathan, dopo un attimo di esitazione.
Francisca lo guardò male.
- Un albero – rispose, secca. - Solo gli alberi hanno le cortecce. -
Tutti potevano notare il suo malumore e la forma aggrottata delle sue sopracciglia non lasciava spazio a dubbi.
- Tutto bene? - si informò Amber, raggiungendola.
La Grifondoro scosse la testa.
- Odio le ingiustizie. -
- Non dirlo a me - commentò Amber. - Se potessi, le darei la sua maledetta corteccia di carpino in testa. -
Un piccolo sorriso comparve sul volto di Francisca.
- Può essere un'idea. - annuì.
- Perché proprio la pozione Antilupo?- domandò invece Blake. - Non è una pozione illegale per il Ministero? -
Quella volta, gli rispose la professoressa in persona.
- Sta di fatto che solo un gruppo ristretto di persone ne conosce il meccanismo di preparazione e ha ricevuto il compito di crearle proprio dal Ministero – chiarì, gli occhi fissi davanti a lei. - E io ne faccio parte. -
Blake strabuzzò gli occhi.
- Da chi credevi che arrivassero le scorte di Hogwarts? -
Dopo quella domanda, Blake si chiuse in un ostinato mutismo e non disse più niente, finché il gruppo non decise di fermarsi in una radura piuttosto piccola. La professoressa indicò un albero.
- Quello è il carpino. -
Recuperò dalla tasca del mantello quattro coltellini e li porse agli studenti.
- Potete iniziare. -

 

 

Damon superava alberi e arbusti a lunghi passi, senza preoccuparsi troppo che la direzione da lui presa fosse giusta.
- Dobbiamo girare a destra, non a sinistra! -
Quando l'ennesimo avvertimento di Ebony lo costrinse a cambiare direzione, il Serpeverde perse la pazienza.
- Sono io quello più grande – sibilò. - Quindi seguite me. -
- Forse sono io il più grande, invece. - ribatté Ishido, per nulla intimorito.
- Ho compiuto diciassette anni il 15 settembre – lo avvertì. - Ho ben otto giorni più di te. -
Detto questo, Damon ignorò le parole di Ebony e riprese a camminare spedito lungo il sentiero, mentre gli altri due si affannavano per non rimanere indietro. La luce della lanterna, in quella foresta buia, era più forte di qualunque diverbio.
- Cosa dobbiamo cercare? - domandò dopo un po' Damon, fermandosi all'improvviso.
Ebony ci finì addosso.
- Dovresti saperlo tu. – commentò candidamente, massaggiandosi il naso.
Damon non ribatté e si guardò per un attimo intorno. La vista di tutti quegli alberi lo confondevano e la luce della lanterna era sin troppo fioca per i suoi gusti.
- La valeriana – gli ricordò Ishido, spazientito.
Quando il Serpeverde annuì, un improvviso rumore di rami spezzati li fece sobbalzare.
Damon riprese a camminare, più veloce di prima, e gli altri lo affiancarono subito.
Quando Ebony gli disse di girare a destra, dopo una rapida controllata alla mappa, il Serpeverde si guardò bene dall'obiettare qualcosa.

 

 

 

Per poter entrare nell'acqua del lago, Christian e Francisco si erano tolti le scarpe e si erano dovuti arrotolare i calzoni. Non si erano offerti volontari per quel supplizio e si capiva benissimo che avrebbero voluto trovarsi da tutt'altra parte piuttosto che a mollo fino alle ginocchia, ma Dakota non aveva voluto sentire obiezioni.
Si era rifiutata categoricamente di bagnarsi e Caroline l'aveva subito appoggiata, ricordando a tutti che entro pochi giorni ci sarebbe stata la partita di Quidditch dei Serpeverde contro i Corvonero e quindi avrebbe preferito evitare di bagnarsi, per non rischiare di ammalarsi proprio alla vigilia dell'incontro.
Il Guardacaccia aveva lasciato loro campo libero e si era limitato a sedersi all'asciutto, sotto a un albero, e si era anche portato con sé la lanterna.
- Alzate un po' quelle bacchette – esclamò Christian, saltellando per provare ad ignorare il freddo. - Non vediamo niente qui. -
Francisco se ne stava fermo, con i denti che battevano, e si studiava sulla superficie dell'acqua, pensieroso.
- La parola d'ordine? - lo provocò Dakota, roteando la bacchetta nella zona di lago dove non c'era nessuno.
Caroline invece si avvicinò il più possibile, con la punta delle scarpe a sfiorare la risacca.
- Per favore. - sibilò Christian, di malumore.
La Serpeverde annuì e si avvicinò, ma non fece che un passo.
- State attenti! -
L'urlo di Francisco li colse di sorpresa.
Il ragazzo aveva visto la sua ciocca illuminarsi all'improvviso e si era voltato verso di loro, ma era stato comunque troppo lento. Perché sotto ai piedi di Dakota la sabbia scomparve e lei precipitò, svanendo dalla vista degli altri.

 

 

Il coltellino di Francisca incideva con rabbia il carpino e lasciava solchi profondi nella corteccia.
Nathan, per tutta risposta, si divertiva a disegnare forme strane e figure senza senso e non aveva nemmeno posizionato il secchiello bene, perché i pezzi di corteccia che si staccavano finivano sul terreno.
- Stai attento. - lo ammonì Blake, posizionando meglio il secchio.
Il Tassorosso lo ringraziò con un cenno e mentre continuava a intagliare, si girò verso di lui.
- Allora, come va la vita? -
Blake lo guardò sconcertato e si guardò bene dal rispondergli o dall'avvertirlo.
- Signor Switch, si diverte a fare il buffone? - lo riprese la professore, severa.
Nathan si accorse solo allora che il coltello era distante dalla corteccia di qualche centimetro e che lui stava semplicemente muovendolo per aria.
- Mi scusi. - bofonchiò, ritornando al lavoro.
Amber trattenne una risata.
- Sei stato scorretto. - commentò sottovoce, guardando Blake.
Il Tassorosso sollevò lo sguardo e quando vide che sorrideva, la sua espressione si ammorbidì appena, per poi tornare scura dopo un secondo.
Amber provò a chiedergli cosa non andava, ma preferì girarsi, seguendo l'occhiata terrorizzata di Blake.
Il fulgore della ciocca di Francisca rischiarava la radura. E in quel momento si sentì l'esclamazione di dolore di Nathan.

 

 

Avevano continuato a camminare, ma da quando Ishido aveva preso la testa del gruppo, Damon sentiva che c'era qualcosa che non andava. Si sentiva strano, quasi fuori posto, ed era una novità per lui.
Ogni passo che faceva, ogni albero che superava, la sensazione di disagio sembrava aumentare.
- Fai attenzione! - lo richiamò Ebony, quando le pestò un piede.
Damon sbatté le palpebre, sorpreso, e sussurrò una scusa a fior di labbra.
La Corvonero si preoccupò all'istante.
- Cos'hai? -
Ishido invece sorrise.
- Deve stare male – commentò, sarcastico. - O non ti avrebbe mai chiesto scusa. -
Ebony, seppur titubante, andò dietro al suo compagno di casata quando riprese a camminare, ma Damon non si mosse.
Era strano da dire, proprio da parte di uno come lui, ma sentiva che qualcosa dentro di lui non andava. Non sapeva leggere una mappa, aveva rischiato di far perdere il gruppo nella foresta e sembrava non riuscire a tener testa ad Ishido. Si sentiva tremendamente inutile e anche se Damon sapeva, in cuor suo, che quella consapevolezza non aveva fondamenta, non riuscì a trattenersi.
Si lasciò cadere sulle ginocchia, nascondendosi il volto con le mani, disperato.
Non vide che i due Corvonero si erano girati e gli correvano incontro. Sentì solo una botta sulla schiena e il sapore del terreno in bocca.

 

 

Gli strepiti di Dakota sembravano aver attirato anche l'attenzione del Guardiacaccia, che però non accorse in aiuto dei ragazzi come tutti si aspettavano. Corse indietro, in direzione della scuola, e li lasciò lì da soli.
Caroline era stata la prima a cercare di aiutare Dakota, ma non aveva potuto muoversi, che era sprofondata nella sabbia anche lei.
Con la sola forza della disperazione però, la Serpeverde riuscì a far leva sulle braccia e dopo aver buttato la bacchetta sulla spiaggia, si tirò su e si lasciò cadere fuori dalla buca, con un sospiro. Aveva i capelli ancora più spettinati del solito e la divisa ricoperta di sabbia bagnata.
- Non è divertente! - esclamò, all'indirizzo di Christian e di Francisco.
- Non sono stati loro – ribatté Caroline, la voce rotta dallo sforzo che stava compiendo per tirarsi fuori a sua volta dalla buca. - La sabbia è ceduta. -
Dakota provò a sollevarsi, ma quando appoggiò le mani a terra, il terreno franò e lei si buttò all'indietro, per non cadere ancora nella buca.
- Cosa sta succedendo? - domandò, spaventata.
Indietreggiò a gattoni, lontana dalla riva, ma né Christian né Francisco le risposero. Erano scomparsi.
Caroline studiò con trepidazione la superficie dell'acqua, ma riuscì solo a vedere un gran movimento e un enorme quantità di schizzi vicino a lei.
Il Tassorosso riemerse in quel momento, sputando acqua e tossendo, e corse fuori dal lago più veloce possibile.
- Cosa sta succedendo? - ripeté Dakota, allontanandosi ancora di più dalla riva.
- Avvicini. - spiegò Christian, spostandosi il ciuffo bagnato dalla faccia. - Ci stavano trascinando giù. -
Caroline si alzò in piedi.
- E Francisco? - domandò, avvicinandosi all'acqua per cercarlo. Non lo vide.
Sentì solo una forza incredibile che le afferrava le gambe e che la trascinava via. Poi l'acqua del lago si chiuse sopra la sua testa.

 

 

Nathan agitò a lungo la mano e delle gocce di sangue raggiunsero il terreno.
- Asticelli – sbuffò, succhiandosi il dito. Notò le espressioni terrorizzate dei suoi compagni e tentò di rassicurarli.
- Tranquilli, sono solo due gocce di sangue – disse, studiandosi la puntura. - Non vi facevo così impressionabili. -
Amber deglutì, ma non se la sentì di invitarlo a girarsi e non lo fece nemmeno Francisca, ferma impalata a pochi metri di distanza. Ad indicargli qualcosa dietro di lui, ci pensò Blake.
Nathan si girò curioso, ma se ne pentì all'istante e non poté non rammaricarsi di non essere scappato subito a gambe levate.
Il troll li osservava dall'alto dei suoi dodici piedi e li studiava, mentre i ragazzi facevano lo stesso con lui. Aveva la pelle verde e bitorzoluta e gli occhi emanavano stupidità e furia allo stesso tempo.
I ragazzi non sapevano cosa fare, ma a fare la prima mossa ci pensò la professoressa.
Si era accorta in anticipo che il troll aveva sollevato la clava che impugnava, per colpirli, e intercettò il suo movimento, accusando il colpo sulla schiena. Vedere la donna che cadeva bastò per scrollar loro la paura di dosso e anche se non avevano idea di come fare per aiutarla, Amber mosse la bacchetta e provò a schiantare il troll.
Ma la paura sembrava giocarle brutti scherzi, perché l'incantesimo centrò in pieno petto il troll, ma lo fece traballare giusto per pochi secondi, senza causargli veri danni.
Eppure i figli di Godric erano sempre stati abili, nei duelli.
- Siamo fottuti. - bisbigliò Nathan, fissando impietrito il troll che correva verso di loro, con la clava sollevata.

 

 

La disperazione di Damon era svanita nell'aria, veloce com'era arrivata, quando Ishido colpì con la lanterna la testa di un sasso. O almeno, all'apparenza sembrava un sasso, ma quando si sollevò per contrattaccare alla botta ricevuta, Ebony sussultò.
- Un Pogrebin – sussurrò, incerta.
Il Serpeverde si tirò in piedi, ma l'impatto con il terreno era stato così forte che la testa gli girava e sarebbe caduto ancora a terra se solo Ebony non gli avesse preso il braccio e lo avesse tenuto in piedi con tutta la forza di cui disponeva.
- Pogrebin? - domandò Damon, ansimando.
- Sono dei demoni – gli spiegò Ebony, mentre lo aiutava ad appoggiarsi con la schiena ad un tronco di un albero, per sostenersi. - Hanno la fissa degli umani e li seguono. -
Damon si portò una mano alla testa e nel sentire il bernoccolo sulla fronte, gemette.
- Non mi sembra strano che sia riuscito a fare colpo anche su un demone. -
Vedendolo così sofferente, Ebony si trattenne dal mollargli una sberla.
- Chi viene a lungo pedinato da un Pogrebin viene assalito da ondate di disperazione e apatia, che lo portano a credere di essere una completa e totale nullità. -
Gli occhi di Damon si sollevarono appena.
- Questo spiega tut... -
- E quando la disperazione è totale e la vittima non riesce più a sopportarla, il demone l'assalisce e la divora. -
Le parole che stava per pronunciare il Serpeverde gli morirono in gola, mentre Ebony si risollevò e cercò Ishido. La radura però era vuota e poco lontano, la Corvonero riusciva a sentire dei rumori poco rassicuranti.
- Non ti muovere. - ordinò, sollevando la bacchetta e sparendo nel fitto del fogliame.

 

 

Quando l'acqua sembrava voler farle scoppiare i polmoni, quando Caroline ormai non riusciva più a provare a contrastare la forza che la trascinava sul fondo del lago, una mano robusta le afferrò il braccio e con uno strattone le liberò le gambe, per poi trasportarla in superficie.
Francisco fu il primo a riemergere e spinse Caroline sulla spiaggia con ben poca delicatezza, dettaglio che la Corvonero però ignorò, troppo occupata ad accertarsi di riuscire a respirare di nuovo.
Mentre Dakota afferrava l'amica per le braccia e la trascinava lontana dalla riva, Christian schiantò un Avvicino che si era avvicinato troppo e coprì la fuga di Francisco.
Si ripararono sotto all'albero in cui prima si trovava il Guardiacaccia e che al momento era sparito chissà dove, abbandonandoli lì da soli.
- Come torniamo al castello? - domandò Caroline, tra un colpo di tosse e un altro.
Sia lei che Francisco tremavano visibilmente e il rumore dei denti di Christian che battevano tra di loro, era chiaramente udibile a metri di distanza.
Con una mossa della bacchetta, Dakota fece apparire delle coperte sulle spalle degli altri tre. Poi staccò alcuni rami dall'albero dietro di loro e li buttò sul terreno.
- Lacarnum Inflamare. -
Un debole tepore si insinuò sotto ai vestiti bagnati dei ragazzi e li fece rabbrividire dal piacere.
Christian tese le mani in avanti e sorrise a Dakota, per ringraziarla, ma lei lo bloccò con un gesto della mano.
- Evitate di dirlo troppo in giro, per favore. -
Francisco roteò gli occhi al cielo, ma non disse niente: quel fuoco era davvero troppo caldo per sprecare fiato in inutili battibecchi.
- Caroline ha ragione – affermò Christian dopo un po', sorridendo alla Corvonero. - Come facciamo ad uscire da qui? -
- Chiediamo aiuto. - disse Francisco sicuro, puntando la bacchetta al cielo.
- Periculum. -

 

 

Nessuno dei quattro ragazzi sapeva come abbattere un troll delle foreste.
Erano pochi gli studenti ad esserci riusciti, o anche solo ad essersi ritrovati in una situazione del genere, e da che ricordava, ad Amber venivano in mente solo i nomi di Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Grander. E uno di loro era il Prescelto.
Per forza aveva vinto: sarebbe stato impensabile farlo morire prima che potesse diventare davvero utile alla causa del Mondo Magico. E da qualche parte, lo stesso Destino che aveva condannato Harry Potter e che poi lo aveva salvato, doveva pur accorgersi di lei. E anche di Blake. Avevano una profezia che gravava sulle loro teste, infondo.
- Più a sinistra! No, a destra! Attenta! Schiva! -
Nathan si era riparato dietro un albero, con il chiaro intento di non attirare l'attenzione del troll, e più che aiutare Francisca a combattere, sembrava le stesse dicendo di colpire alla cieca e di avere fortuna.
- Così non va - commentò Blake, affiancando Amber. - E la professoressa non si sveglia. -
La Grifondoro si guardò intorno, senza capire cosa fare, e solo quando il troll buttò a terra Francisca, si decise ad intervenire.
- Stupeficium! -
Nemmeno quella volta l'incantesimo sortì l'effetto sperato, sembrava quasi che la pellaccia verde e bitorzoluta del troll lo proteggesse dalla maggior parte degli attacchi.
- I troll non sono una specie in via d'estinzione, esatto? - urlò Nathan, da dietro un
ramo.

- Certo che no! - rispose Blake, sconcertato. - Razza di idiota. -
Il seguente incantesimo del Tassorosso però, colse tutti di sorpresa.
- Reducto! -
Non appena l'incantesimo sfiorò il troll, questo saltò in aria in tanti piccoli pezzi e Amber e Blake ne furono investiti in pieno. Grondavano di sangue di troll e la puzza era tale che entrambi sembravano sul punto di vomitare.
- Non ringraziatemi.- avvisò Nathan, sbucando da dietro l'albero con un sorriso a trentadue denti e il ciuffo storto.
- Meno male che non hai impugnato la bacchetta al contrario. - disse solo Blake, ironico, allontanandosi di qualche metro dai resti del troll, disseminati sul terreno.
- Che schifo. - commentò Amber, liberandosi gli occhi dalla sostanza viscida che le colava dai capelli.
Franscisca si mosse appena e zoppicò verso di loro.
- La professoressa non sta bene. - avvisò, indicando preoccupata la donna a terra.
I quattro si guardarono. Almeno sapevano qual'era la cosa più giusta da fare.

 

 

Lo scontro tra Ishido e il Progrebin aveva luogo a soli pochi metri dalla radura e quando Ebony li raggiunse, sembrava destinato a concludersi. A sfavore del Corvonero.
Il ragazzo combatteva come una furia, schivando gli attacchi del demone e contrattaccando, con stupore di Ebony, senza l'utilizzo della magia. Eppure Ishido era un Corvonero, infondo.
Aspettando il momento giusto, la ragazza sollevò la bacchetta e con un rapido movimento del polso e un incantesimo non verbale, mandò il demone a sbattere contro un masso.
Ishido, con le braccia ancora sollevate in postura di difesa, guardò incredulo il Progrebin che si afflosciava a terra, svenuto.
- Perché ero convinto che fosse immune a qualsiasi incantesimo? -
Ebony fece spallucce.
- Non posso sapere tutto. -
Damon li raggiunse in quel momento, con l'andatura lenta, ma più fermo sulle gambe. Doveva essersi, almeno in parte, ripreso dalla botta in testa.
- Ho visto delle luci rosse nel cielo. -
La Corvonero sollevò subito lo sguardo e vide i resti di non una, ma ben due segnalazioni di pericolo. Non gli fu difficile capire che si trattava degli altri loro compagni. 
Lesta, una nuova scia di luci rosse invase il cielo e i ragazzi rimasero fermi ad osservarla, finché anche la più piccola scintilla non scomparve.
- Arriverà qualcuno? - chiese Damon, dando voce ai dubbi non espressi dei due Corvonero.
Ishido abbassò lo sguardo e si sedette. Ebony sospirò.
- Spero proprio di si. -


 


L'Infermeria della scuola di Hogwarts gli era completamente sconosciuta, ma il ragazzo riusciva comunque a muoversi bene in quell'ambiente. Ad agevolarlo, il silenzio della notte che avvolgeva il castello e la totale mancanza di persone a sorvegliare la stanza.
Gli attacchi della Foresta Probita avevano fatto il giro della scuola e ora nessuno studente si azzardava a mettere piede fuori dalla propria sala comune oltre il coprifuoco. Se una punizione era finita così male, niente escludeva che anche la prossima avrebbe potuto fare la stessa fine.
Edgar Orvoloson aveva studiato bene il suo piano, eppure era fallito.
Di nuovo.
Si avvicinò all'unico letto abitato della stanza e ci si fermò di fianco, con un'espressione imperscrutabile sul giovane volto.
La professoressa di Pozioni dormiva un sonno profondo e non aveva ancora aperto gli occhi da quando il Guardiacaccia l'aveva consegnata alle cure dell'infermiera di Hogwarts.
Il ragazzo trasse la bacchetta dal mantello.
- Hai svolto bene il tuo lavoro, Meredith – sussurrò, avvicinandola al volto della donna. - Ma è arrivato il momento di dimenticare. -
Il giovane studiò ancora per poco gli occhi chiusi della donna, poi fece la sua mossa.
- Oblivion. -
L'effetto dell'incantesimo non era visibile, ma il giovane notò l'impercettibile rilassamento delle palpebre della professoressa. Aveva dimenticato di essere stata al suo servizio, aveva dimenticato di essergli stata devota, aveva dimenticato di essere stata la prima ad aver creduto in lui e in un suo possibile ritorno.
Meredith Clavell aveva preferito proteggere i ragazzi piuttosto che permettersi di perderne uno, e non aveva potuto commettere errore più grande.
Aveva tradito. 
Aveva pagato.

 


Angolo d'autrice:
Troppa pace per i nostri beniamini, vero? Ditemi che la pensate come me e che non sono l'unica con questo irrefrenabile istinto omicida. E dire che mi sono impegnata a tener fuori la mia vita dalla storia, ma credo che riuscirete a notare comunque l'altenarsi dei bei momenti a quelli un po' meno belli ;)
Che dire, vi piace il capitolo? Non so ancora come sarà il prossimo capitolo, ma vi comunicò già che si sarà un altro momento di pausa, per far respirare tutti loro! E tranquilli, non ho dimenticato gli altri. Torneranno presto!
Grazie infinite per le recensioni! Mi fa sempre piacere leggere le vostre parole e sapere che continuate a seguire la mia storia e i vostri personaggi ;)
Alla prossima,
Colpa delle stelle

   
 
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