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Autore: Reika_Stephan    15/11/2014    1 recensioni
*Storia scritta a due mani*
Reika Walter.
Ritardataria cronica.
Stephan Lordale.
Ricco studente modello, nuovo arrivato.
Amicizie indissolubili, amori travagliati, difficoltà da superare.
Ma insieme. Restando insieme.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Note autore:
Chiedo venia per l’assurdo ed imperdonabile ritardo! La mia unica e debole giustificazione è che non sono più in vacanza ormai (ç________ç) e non ho tutto il tempo e la concentrazione che avevo prima! PERDONATEMI.
Sto cercando di organizzare meglio i miei impegni e ho appunto deciso di pubblicare un capitolo alla settimana, il che vuole dire che il sesto capitolo verrà postato esattamente sabato 22 Novembre!
Detto questo, vi lascio alla storia.

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5. Bacio inaspettato.

 
Dopo quella che mi era parsa un’eternità in totale solitudine, finalmente il pelatone si era degnato di autorizzare qualcuno a farmi compagnia, grazie a Diana.

Solo pochi minuti prima l’avevo sentita sbraitare fuori dalla mia tenda:
‘Professore, lei non può negarmi di andare a fare due chiacchiere con lei! Che diamine, non ha mica un virus infettivo, si starà annoiando a morte!E non le sto chiedendo di far entrare tutta la classe! Solo due o tre di noi ogni tanto! E non mi guardi in quel modo, sono la sua migliore amica ho il diritto di preoccuparmi! Che poi qual è l’utilità di tenerla chiusa lì? Non potrebbe sedersi qui fuori con noi? Non muore mica se sta un pò all’aria aperta e il ghiaccio può tenerlo anche qui, o sbaglio? ’
Alla fine il professore, mortificato aveva fatto l’annuncio:
‘La signorina Reika Walter non deve sforzare la sua caviglia per un pò. Per ora è nella mia tenda, chiunque voglia andare a farle compagnia può farlo, ma non entrate in troppi.’
Ero quindi riuscita a farmi due risate con molti dei miei compagni. Almeno finchè Diana non obbligò tutti a lasciare me e Stephan da soli – era chiaro che aveva intuito più di quanto sapesse –. Alla fine anche lui se ne andò, per andare a chiedere - o supplicare/minacciare, a seconda dei casi - al professore il permesso di uscire di lì: faceva un caldo pazzesco.
‘Questo e altro per la mia ragazza!’ aveva esclamato ridendo.
Rettifico, si soffocava lì dentro. Presi a sventolarmi con la mano. La sua ragazza.
 
Poco dopo, mentre ancora aspettavo il verdetto da Stephan, Gabriele fece capolino dall’entrata. ‘Posso?’ chiese.
Annuii, perplessa. Lui si sedette accanto a me, arruffandomi i capelli – abitudine che aveva sin dai tempi delle elementari – : ‘Allora come stai?’
‘Caviglia slogata a parte, una meraviglia!’ dissi sorridendo sincera, guardandolo di sottecchi.
‘Beh, dovresti saperlo ormai: Reika Walter che non combina un guaio un giorno sì e l’altro pure, non è Reika Walter.’
Ridemmo di gusto e per un pò mi persi nella nostalgia delle nostre vecchie chiacchierate. Poi sentii la voce di Stephan fuori dalla tenda: ‘Si non si preoccupi, la aiuto io ad uscire..’
Gabriele con un’espressione indurita si voltò a guardarmi. Gli rivolsi uno sguardo interrogativo e lui mi afferrò il volto e mi baciò. Lo spintonai subito via ma Stephan ci aveva visti: mi guardò per un attimo, poi uscì di nuovo senza dire nulla.
Mi alzai in piedi.
‘Dove vai? La caviglia! Non de-’
‘Sta zitto! Sei solo un ... idiota!’
Uscii dalla tenda a passo veloce, ignorando le fitte alla caviglia e afferrai un braccio di Stephan per fermarlo: 'E' stato lui a baciare me, mi ha colto di sorpresa. L'ho allontanato subito, lo hai visto anche tu' dissi in fretta, mortificata.
Lui non si voltò a guardarmi ma annuì. Gli lasciai il braccio e si allontanò.
Imprecai a mezza voce quando una fitta allucinante alla caviglia mi impose di tornare in tenda, mi voltai e avanzai con stizza rivolgendo uno gelido sguardo a Gabriele che stava impalato lì davanti:
Gabriele mi piaceva, in un certo senso, lo conoscevo da così tanto e avevo sperato, per un attimo, di riallacciare i rapporti. Quella chiacchierata mi aveva riempito di calore e nostalgia ma lui, aveva rovinato tutto.
Mi chiusi la tenda alle spalle e, abbandonandomi sul pavimento, presi a guardarmi intorno febbrilmente in cerca della borsa col ghiaccio per alleviarmi il dolore.
Dopo neanche un attimo però, sentii un gran trambusto fuori e feci capolino dalla tenda, senza alzarmi:
Diversi miei compagni di classe vociferavano di una rissa imminente fissando l'altro lato del campo, altri avanzavano verso lo stesso punto con l'intenzione di calmare le acque.
Guardai dall'altra parte del falò al centro del campo:
'Togliti dai piedi' disse Stephan a denti stretti rivolto a Gabriele, fermo a due passi da lui.
'Mi ha respinto,' sibilò Gabriele senza spostarsi 'bravo, ce l'hai fatta.'
Stephan avanzò e lo afferrò per il colletto della camicia: 'Non toccarla un'altra volta, chiaro?' lo lasciò andare e prese a camminare verso la mia tenda.
Mi ritrassi e lo lasciai entrare, ma non osai mettermi in piedi: la caviglia mi faceva malissimo.
'Stai bene?' disse lui studiando la mia espressione.
'Non molto' ammisi, abbracciando la mia gamba destra e dondolandomi avanti e indietro, ancora in cerca di quella maledetta borsa del ghiaccio con lo sguardo.
'Devi prendere qualcosa ... un antidolorifico' disse affacciandosi fuori dalla tenda: 'professore!' urlò poi.
Quando il vecchio pelato entrò nella tenda con espressione apprensiva, dopo aver studiato la caviglia, prese a frugare nella cassetta del pronto soccorso in cerca dell'antidolorifico consigliato da Stephan.
 
'Mi dispiace' dissi dopo un pò, guardando Stephan di sottecchi.
Mi sentivo molto meglio, io e Stephan ce ne stavamo seduti a gambe incrociate in fondo alla tenda, il professore era andato via da poco.
Lui annuì sbuffando : 'Non è colpa tua. Fridon ha azzardato troppo.'
Poi, con mia sorpresa, scoppiò a ridere.
'Che ti prende?' chiesi curiosa.
'Diana!' rispose lui riprendendo fiato, 'L'ho intravista prima! Insomma, ci ha visti quando siamo tornati e poi ha sentito me e Gabriele, ma non sa niente! Non sa di noi due! Starà fremendo di curiosità!'
Io spalancai gli occhi e lui rise di nuovo.
'Non c'è niente da ridere!' dissi io che invece mi trattenevo con un mezzo sorriso ebete: 'Ti rendi conto che potrebbe assalirmi da un momento all'altro?! E io che volevo uscire a prendere un boccata d'aria!'
Lui continuò a ridere spudoratamente e si bloccò solo quando sentì proprio la voce della mia imminente assalitrice lì fuori.
'Eccola che arriva' sospirai, guardandolo rassegnata.
'Corro a darle il benvenuto!' esclamò malizioso alzandosi e io gli lanciai dietro la scatola degli antidolorifici, che lui ignorò a bella posta, aprendo la tenda.
'Oh, siete voi!' disse fingendosi sorpreso, 'Reika ora sta bene.'
'Voglio entrare, fammi spazio!' disse Diana infilandosi nella tenda senza tante cerimonie.
Luca la seguì.
Li salutai con un sorriso tirato.
'Come va?' chiese Luca, 'Perchè non esci un pò? Qui dentro si soffoca.'
'Stavo proprio per farlo!' dissi in fretta e feci per alzarmi.
'Ferma lì, ti do una mano!' disse Stephan avviandosi verso di me.
'Un momento!' urlò Diana battendo un piede a terra, 'Devo parlare con lei! Voi due, fuori di qui!'
Non potei fare a meno di scoppiare a ridere a quella scena: lei che spingeva Luca fuori dalla tenda e che trascinava per un braccio anche Stephan, il tutto borbottando chissà cosa.
‘Vi ho visti’ cominciò chiudendo la tenda, ‘tu e Stephan. E’ successo qualcosa che ancora non so. Per non parlare della scenata tra lui e Ga-’
‘Zitta e siediti, sei rimasta un pò indietro!’ le dissi sbuffando. Lei mi corse accanto e annuì:
‘Proprio così! So solo che ti piace e che tu piaci a lui. E so che Gabriele è geloso, solo questo!’
‘Beh,’ dissi serena, guardandomi i piedi: ‘ti ricordi il giorno della punizione?’
 
Le raccontai ogni cosa, ignorando le sue espressioni esagerate e i suoi sorrisetti compiaciuti.
‘Te lo dicevo io!’ esclamò in fine: ‘Te lo avevo detto o no, che era cotto di te? Ah, dovresti ascoltarmi più spesso!...’
Non ascoltai altro delle sue filippiche da guru dell'amore e mandai un messaggio di S.O.S. a Stephan, che arrivò pochi minuti dopo, con espressione beffarda.
'Allora, può finalmente uscire di qui o l'interrogatorio non è ancora finito?' chiese Stephan ridendo e tirandomi su.
'Tra un pò si cena, siamo tutti insieme mancate solo voi!' continuò Luca
Diana si alzò soddisfatta e afferrò la mano di Luca: 'Noi andiamo avanti, dai tu una mano alla tua ragazza ad uscire vero?' fece l'occhiolino a Stephan e uscirono.
 
Fu una bella serata.
Restammo svegli fino all'alba attorno al fuoco, a blaterare piacevolmente di cose senza importanza: il clima era gradevole, i grilli facevano da sottofondo, il cielo era terso e il professore non obiettò a quella notte in bianco.
Quando il sole sorse raccogliemmo tutte le nostre cose, caricammo l'autobus e finalmente ci mettemmo in viaggio, durante il quale la maggior parte di noi recuperò le ore di sonno perse.

 
   
 
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