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Autore: Alexiel Mihawk    15/11/2014    0 recensioni
Neville e Pansy nella foresta. Anche il gesto più piccolo può cambiare il futuro di qualcuno.
Quattro brevi flashfic sul rapporto tra Pansy e Neville, che andrà dipanandosi nel corso dei sette anni.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Neville Paciock, Pansy Parkinson
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Autore: Alexiel Mihawk
Titolo capitolo: Lies
Personaggi: Pansy Parkinson, Neville Paciock
Genere: generale, azione, fluff
Rating: verde
Avvertimenti: flashfic
Note: mi ero stufata di aspettare una settimana, in realtà anche la prossima è già scritta; in ogni caso qui l'ambientazione è agli inizi del settimo anno quando Neville non è ancora fuggito nella stanza delle necessità per sottrarsi alle lezioni di Magia Oscura di Carrow.


3. Lies


Settimo anno.

 
Li ha visti solo con la coda dell’occhio, ma li ha visti, di questo è certa.
Un gruppo di Grifondoro ha avuto il coraggio di avventurarsi in mezzo ai corridoi durante il suo turno e lei non vede l’ora di dirlo alla professoressa Carrow per vedere quale punizione escogiterà questa volta.
Certo, prima deve assicurarsi di non essersi sbagliata e, soprattutto, vuole vedere bene di chi si tratta; quando gira l’angolo il corridoio è vuoto, ma una delle porte delle aule è rimasta accostata e da dentro filtra una debole luce di candela.
«Bene, bene, bene» ridacchia entrando nella stanza «Chi abbiamo qui?»
Una figura avvolta in un lungo mantello scuro si irrigidisce, meno male che gli altri sono già andati oltre, pensa Neville girandosi verso la ragazza con una smorfia di disgusto, ci mancava giusto lei.
«Oh, Parkinson, sotto tutto quel cerone non ti avevo riconosciuta».
Con gli anni Paciock è cambiato, si è fatto più alto, più imponente, il suo fastidioso balbettio è scomparso e, da quando Harry Potter è scomparso, si è fatto anche più intraprendente.
«Sfigato, cosa ci fai qui? Cerchi di nuovo di farti mettere in punizione?» dice puntandogli contro la bacchetta «Ti mancava il sapore del sangue in bocca dopo una bella dose di cruciatus? Immagino sia un hobby di famiglia».
Neville si deve trattenere dal tirarle in pugno, consapevole che ultimamente il suo fisico è già stato notevolmente provato dalle maledizioni senza perdono e dalle percosse, perché nella nuova Hogwarts non è permesso sgarrare, certo a meno di essere Serpeverde e sanguepuro dediti alla causa.
«Quando sarà l’ordine a mandare tuo padre in ospedale forse non troverai più la cosa così divertente, Parkinson» replica seccato e la ragazza si domanda se, in fondo, non abbia un po’ esagerato.
«Di sicuro non piangerò per lui, Paciock, e ora dimmi, cosa stavi facendo?»
Si guarda attorno, realizzando solo in quel momento di essere nell’aula di Arti Oscure, l’aula dove Amycus Carrow si diverte a insegnare la magia nera agli studenti, e a torturare quelli che si rifiutan di apprenderla: come, per l’appunto, Neville.
«Dimmi che non hai messo nulla dentro quella scrivania» alita a mezza voce.
«Se vuoi che menta…»
«Dannazione».
In quel momento sente dei passi lungo il corridoio e prima che il Grifondoro possa fare una mossa esce dalla porta, chiudendosela silenziosamente alle spalle; Neville impreca, sapendosi preso in trappola.
«Parkinson, cosa ci fai qui?» sente la voce di Amycus domandarle da oltre l’uscio serrato.
«Temo, professore, che Pix abbia fatto un pasticcio nella sua aula e che non si riesca proprio ad entrare, converrebbe andare a chiamare Gazza» risponde Pansy con aria affranta, osservando, poi, con un sorriso a mezza bocca, l’uomo mentre se ne va imprecando verso l’ufficio del custode.
La porta si riapre e la ragazza si trova faccia a faccia con un Neville con gli occhi spalancati e la mandibola a terra.
«Chiudi la bocca, Paciock, o ci entreranno le mosche. E aiutami a fare un incantesimo che faccia sembrare che Pix abbia davvero messo a soqquadro tutto!»
«Lascia perdere, ho una palude portatile Weasley con me» risponde il ragazzo estraendo un sottile cilindro metallico e appoggiandolo sul pavimento «Ora andiamocene prima di diventare parte del nuovo ecosistema»
La prende per il polso e la trascina fuori, giusto in tempo prima che nella stanza esploda una valanga di melma verdastra e puzzolente; la lascia andare e si guarda attorno, non riuscendo ancora a credere di essersela cavata.
Si avvia di corsa verso la torre di Grifondoro, ma si ferma dopo pochi metri e si rigira verso la ragazza.
«Grazie».






   
 
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