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Autore: Defensiveshoe56    15/11/2014    2 recensioni
Ciao tutti sono nuovo qui e spero che la mia prima storia possa comunque piacervi!
Spero anche di aver creato quella suspense che cerco costantemente nei miei racconti. Buona lettura!
Genere: Horror, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sette. Erano passati sette sono i giorni passati da quando ci eravamo trasferiti a Phoenix, e ancora avevo quella sensazione di malinconia che mi tormentava; eppure la fortuna era stata dalla mia parte per tre lunghi anni.

Amo mia moglie Clara più di ogni altra cosa, anche perché il mio affetto per lei è ricambiato, d'altronde i tempi in cui preferivo la bottiglia a mia moglie non erano stati brevi. Ma l'importante era che in quel momento ero un italo-americano con un lavoro e una casa.

Ero in un taxi mentre venivo condotto verso la mia nuova dimora, la chiamavo così date le dimensioni che avevo visto nelle foto dell'agenzia di viaggi su Internet; eppure avevo ancora questa sensazione come se nel mio passato o nel mia futuro c'è qualcosa di sbiadito e che non si può schiarire, a dirla tutta non credo nemmeno nel destino quindi era meglio che cercassi di ignorare questo strano pensiero.

Finalmente il taxi si fermò e l'autista mi aiutò a tirare fuori i bagagli mentre Clara guardava la cartina, -A quanto pare ci sono tre quartieri di distanza da qui al punto d'incontro con Jeremy- mi disse lei con tono saccente. -Camminare può farci solo bene, tesoro!- gli dissi io ridendo. Lei mi fulmina con lo sguardo per poi fare un piccolo sorriso.

Improvvisamente la pioggia aumentò di intensità costringendoci a correre, ovviamente ero io a portare tutte le borse ma non è il momento di pensarci.

Raggiungemmo una stradina chiamata Stone's Street e intravidimo la nostra nuova casa, vista da là sembrava dell'epoca Vittoriana ma poi quando ci avvicinammo di più ricordava solo un condominio degli inizi anni cinquanta. -Eccolo, lo vedo!- mi urlò Clara come se la pioggia mi impedisse di sentirla -Jeremy! Jeremy! Siamo qua!- strillò lei. -Quasi quasi prendevo un caffè sotto la pioggia da quanto mi avete fatto aspettare, allora piccioncini, come state?- Ci chiese Jeremy -Senti, prima che io ti riempia di citazioni di qualche poeta entriamo in casa!- gli dissi stanco.

Jeremy era un nostro amico di vecchia data ed è stato lui a farmi smettere di bere; sono quattro anni che non lo rincontravamo e mi accorsi solo mentre entravamo in casa, che aveva una folta barba.

-Volevi fare l'uomo duro con Barbara solo con un look da cavernicolo?- Gli sussurrai prendendolo in giro, -Certe cose possono far ridere dette solo da te Dave! Io e Barbara non stiamo più insieme dal 1992...-Disse con calma e tristezza.

Ci fu un silenzio di un paio di minuti sia da parte di Jeremy che di Clara, io invece ero confuso, non sapevo a cosa si riferiva ma sapevo che non era il caso di chiedere.

-Perfetto! Io comincerei dall'ingresso se a voi va bene- Ci disse come se si fosse appena stato ripreso. Cominciò una lunga e noiosa visita della casa che io ignorai per il motivo che preferivo schematizzare la casa a modo mio e quindi ricordarmi le cose come voglio io.

-Io direi che questo è tutto, ricordatevi della lampada in cucina- concluse Jeremy. -Va bene grazie! Ti chiamo se ci sono problemi-Disse Clara.

La porta si chiuse e lei mi guardò con uno sguardo dolce -Visto che abbiamo già mangiato che ne dici se andiamo a letto?- Mi invitò lei. -Okay, dammi un secondo che vado in bagno- Gli dissi contento.

Mi diressi al piano superiore, superai la camera da letto ed entrai nel bagno; era piuttosto piccolo con delle piastrelle esagonali grigie e un soffitto bianco, era anche presente una finestra rotonda e semiaperta, Aprii l'armadietto vicino allo specchio dove era già stati riposti tutti i prodotti. Presi il mio spazzolino e il dentifricio, mi lavai i denti lentamente per poi passare un asciugamano bagnato sulla faccia per rinfrescarmi ed infine mi misi il pigiama quando mi cadde il contenitore dello shampoo per terra, i chinai subito per raccoglierlo quando notai una cosa, non avevo sentito il rumore del barattolo cadere.

Pensai fosse stato solo una coincidenza e quindi provai a muovere una ciotola vicino al lavandino, ma non riuscii a sentire nemmeno quella, cominciavo a pensare di avere qualcosa nelle orecchie, stavo per cercare di stapparmele quando cominciai a sentire uno strano rumore, sembrava quasi quello di una radio che non era sintonizzata su nessuna frequenza, mi sembrava provenisse da fuori ma non ne ero certo essendo un rumore molto basso. Uscii immediatamente dal bagno e con passo veloce entrai in camera -Dì qualcosa- Ordinai a Clara, -Cosa?- Mi chiese.

Riuscivo a sentirla, e lo strano suono era sparito -Ah niente- Le risposi mentre mi infilavo nel letto insieme a lei.

-Sai oggi è stata una giornata stressante, senza contare la storia del bar con quella stronza ubriaca!- Disse Clara mentre cominciavo ad accendere la luce del comodino.

-E pensare che non ti sei nemmeno incazzata come al solito!- Ammisi divertito io -Tesoro, oggi non ho voglia di leggere che ne dici di spegnere la luce e farci una bella dormita?- Mi chiese. -D'accordo- Gli dissi mentre mi infilavo sotto le coperte -Cercherò di non abbandonarmi alla tentazione- dissi -Buonanotte amore mio-. E spensi la luce.

La finestra esplose.

-Che cazzo?!- Esclamai

-Cos'è stato?- chiese lei con ansia. Accesi la luce e vidi subito decine di schegge per terra. -Clara resta sul letto- Gli dissi preoccupato. Mi alzai a piedi nudi e evitai il vetro pezzo per pezzo per poter raggiungere la finestra. -Cosa diamine sono questi?-

Nella parte inferiore della finestra erano presenti dei fili neri che pendevano giù per metri, istantaneamente li buttai uno per uno nel bidone in cucina, tornai in camera per togliere le schegge e dissi a Clara -Ne parleremo domani. Ora sono troppo stanco e confuso- Lei annuì e spense la luce.

Dopo cinque minuti già dormiva mentre io non riuscivo a chiudere occhio, era colpa di quei fili, per qualche motivo mi avevano fatto tornare quella strana sensazione malinconica; però stavolta non me l'ha toglievo dalla testa.

La sveglia suona.

Sbadigliai più volte e dissi tra me e me -Evviva... Primo giorno lavorativo.- E proprio mentre mi stavo alzando Clara entrò dicendo con tono spiritoso -Lavorare può farci solo bene, tesoro!- -Spiritosa- Le dissi io annoiato.

   
 
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