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Autore: _BadWolf_9    17/11/2014    2 recensioni
-fratellone- disse con esitazione Sherlock, poi continuò. -mamma e papà non torneranno...quindi rimarrai tu con me?-
Mycroft restò in silenzo per un attimo guardando un punto indefinito della foresta poi rispose - si, stai tranquillo- lo rassicurò. -ora andiamo a dormire che ormai si è fatto tardi-.
A quel punto il piccolo annuì prontamente con un flebile sorriso sulle labbra che nascondeva una tristezza infinita e si rannicchiò nel sacco a pelo.
(Johnlock e un pizzico di Mystrade soprattutto nei capitoli seguenti)
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-John sbrigati non hai molto tempo – ricominciò la voce. Il ragazzo, allora, indeciso se fidarsi o meno, si tirò in piedi e con fare militaresco, la affrontò: - chi sei? Mostrati. - poi aggiunse – come posso fidarmi di te che nemmeno ti conosco?...come so che non mi farai cadere in una trappola o che non vuoi uccidermi? -

Conclusa la frase, John vide apparire da dietro un albero a circa 20 metri la lui, una figura non molto alta e circondata da un alone azzurro che pareva una giovane fanciulla sui diciotto anni dai capelli lunghi castani. - ciao John – cominciò questa con calma – il mio nome è Chiara e sono la Ninfa dei Boschi, ti seguo da quando sei entrato nella foresta....sai, nessun umano vi entra mai e ho aiutato il lupo a farti giunger fino a qui. Ora, vorrei ti prendessi cura di lui. Vedrai che diventerete molto amici. - terminò indicando la bestia. A quel punto John, sbalordito come non mai nel vedere un essere fatato, disse – allora eri tu la strana creatura che ho intravisto oltre il fiume qualche ora fa e-e sei magica? – concluse alzando le sopracciglia sgranando sempre più gl'occhi rendendosi conto solo in quel momento davvero di chi aveva davanti. - Si ero io e si ho dei poteri anche se non molto sviluppati. Dopotutto sono solo una Ninfa – rispose Chiara abbozzando un piccolo sorriso. - ......m-ma come faccio a-a spostare q-quel coso enorme da qua e portarlo, oltretutto non so dove, fuori pericolo? - ammise il giovane con agitazione, continuando ad ammirare la fanciulla incantato. Passò qualche istante e aggiunse incuriosito – da chi è in pericolo? -

Appena John finì di parlare, la Ninfa alzò il braccio destro sussurrando parole che risultavan incomprensibili al pover uomo e d'incanto, in un guizzare di luci, comparve una piccola scatolina poggiata su due coperte ben piegate. Poi ella parlò – ascoltami attentamente John.... queste coperte serviranno per coprirvi quando giungerete alla grotta a circa quattro chilometri a nord della tua attuale posizione, mentre, nella scatolina, troverai una piccola pillola verde, segno del potere della foresta. Prendila, ti servirà per portare il lupo in salvo. In molti lo stanno cercando, ma il più pericoloso è il Sovrano di queste terre ed è molto vicino. Quindi, sbrigati ad assumere la pillola e partite. - e diede lui le spalle, ma prima di sparire aggiunse – non dimenticarti la tua fedele spada, ti servirà.......e fidati di lui, è un pò brusco e viziato, ma sarà un'ottima spalla -. Al ragazzo non bastò il tempo di girarsi verso l'animale che Chiara era già sparita, lasciandolo scosso e affranto.

Si sedette un momento per riflettere e riprendersi dallo shock pensando se fosse o no il caso di prendere la pillola datagli poco prima. Doveva ammetterlo, aveva paura. E se fosse veleno? Se lo trasformasse in un orribile mostro?

Ma oramai era li, nella foresta, solo, e costantemente in pericolo. L'avrebbe presa, dopotutto, da quando aveva lasciato la milizia, si sentiva morto dentro. Non gli importava poi molto di come sarebbe finita la sua vita. Prese così coraggio e ingerì la pastiglia.

 

 

 

 

Si rialzò da terra una decina di minuti dopo rendendosi conto di esser svenuto.

Gli faceva male la testa e sentiva un qualcosa di non definibile dentro, come se gli stesse scoppiando una granata nelle viscere; ad un tratto, i muscoli iniziarono a crescere assieme alla statura.

-oh merda! Sto crescen...ooooooh! - non fece in tempo a finire la frase che cadde a terra per lo sbilanciamento. Non credeva ai suoi occhi. Era letteralmente più grande.

Si ridestò non appena sentì lontane voci provenire da ovest.

Tirandosi in piedi, raggiunse velocemente la spada e la rinfoderò, poi si girò verso la bestia – bene, ora dovrò portarti in spalla fino alla grotta se non ho capito male.. – e tirò un lungo sospiro avvicinandosi lentamente all’ammasso di peli. Quest’ultimo, dolente, era ancora avvolto dalla coperta di John ma sembrava comunque fremere dal freddo, e all’avvicinarsi dell’uomo, tirò su la testa dignitosamente per indicare la sua disapprovazione. – non è possibile….se avessi voluto farti del male, te lo avrei fatto appena giunto qui, no? Sarai anche una bellissima creatura, ma sei proprio cocciuto eh! – e si portò le mani alla faccia con fare stanco. Appena le riportò ai fianchi, trovò il lupo che lo scrutava con fare attento e altezzoso. Rimasero entrambi immobili per minuti fino a quando l’animale abbassò la testa e divise maggiormente le zampe anteriori da quelle posteriori per poter essere preso da John. A quel punto, il giovane abbozzò un tenero sorriso e si inginocchiò per poterselo caricare, con attenzione e senza fargli del male, sulla spalla sinistra. L’operazione non risultò delle più semplici, ma dopo poco, si misero in cammino col lupo sempre meno lucido e un John preoccupato e alquanto disorientato.

Arrivarono ad un bivio e il ragazzo posò momentaneamente la creatura per riposarsi e decidere la direzione da prendere: una era stretta e piena d’arbusti ma lineare, l’altra più larga ma sinuosa e molto più buia. Ancora girato verso il bivio, tirò fuori la borraccia dalla sacca pensando che il suo nuovo amico potesse essere assetato, ma giratosi, la fece cadere dallo stupore. L’enorme lupo aveva fattezze leggermente diverse da prima; difatti era più piccolo e magro con il muso meno aerodinamico e tremava maggiormente. – oddio!- fu l’unica parola che John riuscì a far uscire dalla sua bocca, poi lo riprese velocemente sulla spalla – ti giuro che non so cosa sei, ma non ti lascerò qui a morire quindi…sbrighiamoci a trovare la grotta che devo cambiarti le medicazioni. Stai incominciando a sanguinare di nuovo.- e imboccò la strada più stretta.

Passarono 40 minuti e John iniziò a perdere la speranza di uscire da quell'umido bosco, fino a che non intravide un piccolo esserino azzurrognolo/blu fluttuare a pochi centimetri da terra – ooooh...u-un fuoco fatuo?- disse stupito, quasi sussurrando. A quel punto, spuntarono una miriade di fuocherelli color del cielo, come a segnar il sentiero migliore da prendere e John, oramai stanco, decise di intraprenderlo.

Dopo poco più di dieci minuti, arrivarono in una radura e i fuochi erano tutti spariti a parte uno che si vedeva appena dall'altra parte all'entrata di un gigantesco albero cavo.

John fece per proseguire, quando iniziò a cedergli una gamba. Cadde a terra assieme al lupo che tirò un latrato di dolore, ma mentre tentava di rialzarsi, si accorse di esser tornato come prima e quindi di non poter sopportare per molto il peso dell'altro.

Il giovane si girò di scatto nel sentire alcune voci molto vicine e con poca delicatezza, si mise la creatura sulle spalle e iniziò a correre come poteva. Mancava poco e sarebbero stati al sicuro. Finalmente entrati, John posò l'animale e s'accorse del suo continuo mutare. Ora sembrava quasi umano. Fece appena in tempo a posare una coperta sul corpo dell'altro, che svenì sfinito.

Quando si svegliò, pioveva e gli doleva la testa, quindi d'istinto si portò una mano alla tempia – ahia...che male- sussurò e notò che aveva addosso una delle coperte donatagli dalla Ninfa, poi si zittì nell'udire le stesse voci che prima li insegivano e come di soprassalto, si ricordò della creatura. Ora dov'era? Con lo sgardo cercò in quella piccola grotta fino a scorgere una coperta arancione che avvolgeva qualcosa di indefinito. Cercando di nascondersi dai loro inseguitori, arretrò e si avvicinò al bozzolo arancione, che alzò lievemente per osservare lo stato generale della bestia. Sconvolto. Tutto ciò che traspari dal suo volto. Era letteralmente sconvolto. Sotto alla coperta dormiva un uomo dalla carnagione candida e dalla pelle liscia come la seta, con una chioma riccia e corvina che gli ricadeva sul viso. Gli zigomi che più alti non potevano esistere, gli donavano un'aria altezzosa, mentre le sorprendentemente rosee labbra a cuore, lo facevan sembrar una divinità greca. Il corpo appariva magro, ma con muscoli appena definiti, sotto ad una camicia viola di seta aderente infilata nei pantaloni anch'essi aderenti e classici da cerimonia che coprivan buona parte delle scarpe nere eleganti. John rimase forse un pò troppo a osservarlo, ma non riusciva proprio a staccargli gli occhi di dosso; lo trovava semplicemente...perfetto. - wow – fu l'unica cosa che riuscì a dire, poi allungò la mancina per spostagli i ricci ribelli dal volto. Prima che potesse toccarlo, l'uomo a terra, spalancò di colpo gli enormi occhi indaco e si catapultò lontano dal povero John, che per poco non moriva d'infarto. I due si fissarono negli occhi per parecchio tempo e l'ex soldato riconobbe in quella tonalità quasi glaciale, l'enorme creatura che solo qalche ora prima aveva trovato nella foresta, però non poté fare a meno di assicurarsene – tu s-sei il lupo di prima, non è così?- balbettò un pò stranito dall'accaduto. - ciao John – rispose l'affascinante ragazzo dalla voce baritonale ( che Jhon trovò straordinaria e adatta ad una creatura di tal bellezza)

-presumo tu sia alquanto scosso- continò. - ora, parla piano altrimenti l'incantesimo non servirà a nulla -

John stava esplodendo, aveva una miriade di domande, ma chiese semplicemente – quale incantesimo? -. l'altro sbuffò irritato e rispose – secondo te come hanno fatto a non vederci poco fa quel mucchio di idioti che son passati? Elementare no! Una barriera magica. Ogni tanto mi stupisco ancora di essere l'unico a saper usare il proprio cervello-.

Il biondo, si trattenne dall'alzarsi e tirargli un pugno in faccia. Appena conosciuto e già faceva fatica a sopportarlo; cercò di cambiare discorso – bene, l'importante è che siamo giunti sino a qui. Prima sanguinavi, vorrei dare un occhio alle tue medicazioni e cambiare le garze -.

La risposta, non molto cortese, non tardò ad arrivare – perché dovresti- e mostrò i denti con fare minaccioso. - non ti fidi ancora di me? Garda che eri tu l'enorme coso spaventoso mica io! -

- io so tutto di te, lo so che non mi farai del male, sei troppo generoso per approfittarti degli altri. E poi... non riusciresti a farmi neanche un graffio – insistette sempre più irritato l'altro.

ooh, il signorino sa tutto di me... e allora perché? - continuò John imperterrito – non mi sono fatto un mazzo così per portarti sino a qui e vederti morire perché sei troppo cocciuto per farti curare da me! - urlò quasi.

-calmati, è che non vado d'accordo con le persone, ok? Quindi, vattene, sei libero di tornartene a casa – termonò la creatura e si girò arrotolandosi nella coperta, dando le spalle al povero John.

nonononononono, non mi puoi liquidare così, dopo tutto quello che ho fatto per te! - non fece in tempo a finire, che d'istinto gli corse in contro e lo immobilizzò. L'altro, che non si aspettava minimamente una reazione così diretta, rimase a occhi sgranati e completamente in balia del biondo.

John lo inchiodò a terra poi gli disse con fare tagliente – oh, il signorino è stato battuto....peccato, pensavo mi sarei divertito di più. Ora, che si fa aaaaaaaaaah – distrattosi, la situazione si capovolse e John si ritrovò a schiena a terra con lo sconosciuto a dosso. Si guardarono negli occhi, tutti e due rapiti dallo sguardo dell'altro. Sentirono qualcosa simile al fuoco scaldargli le viscere, poi, la creatura si alzò, tese una mano a John spostando lo sguardo sulla coperta arancione e disse con un effettivo sforzo – grazie, John -. quest'ultimo, afferrò titubante la sua mano pensando a come suonasse bene il proprio nome pronunciato da quello strambo essere, poi abbozzò un flebile sorriso. Come diavolo poteva pensare a cose del genere di un uomo, oltretutto in una situazione del genere?

quindi? Mi permetti di darti una pulita alle ferite? - riprovò. - si – disse questa volta l'altro avvicinandosi e togliendo la maglia dai pantaloni. Solo in quel momento John si accorse della sconvolgente differenza d'altezza, e d'istinto, drizzò la schiena come per affievolirla. - ok, dovrò disinfettarla di nuovo. Questa volta gradirei non mi saltassi alla gola, per favore – e osservò quasi a bocca aperta che, a quanto pare, la coagulazione della strana creatura è molto più veloce di qualsiasi altro essere vivente. Poi aggiunse – qual'è il tuo nome? -

uno sbuffo uscì dalla bocca dello spilungone seguito da:- perché dovrei dirtelo comune essere umano? -. John non sapeva se graffiargli il fianco ferito per vendetta o assestargli un bel gancio sinistro sul naso, poi optò per una via più diplomatica – bhé, hai detto che sai tutto di me, anche se non ne sono per niente convinto, mentre io non so niente di te. Vorrei sapere almeno il to nome.- concluse un pò irritato.

io so che ti chiami John, sei di Neradon dal tuo accento, ma di recente sei stato fuori dal territorio, presumo in scozia e sei abbronzato oltre il collo e i polsi,quindi, non per vacanza. Sei un ex soldato, l'ho capito dalla postura, se non sbaglio capitano, molto bravo oltretutto dato che hai si e no 23-24 anni, eri in territorio scozzese a combattere. Congedo presumo per la morte di un tuo caro, no, di tua madre. Porti la spada, di conseguenza non ti fidi di nessuno e anche per abitudine. Hai un fratello, anzi sorella alcolista che ti ha regalato il maglione che porti ed è fidanzata con un'altra donna, hai due odori femminili a dosso di cui uno è di alcool, e no l'altro non può essere della tua ragazza perchè altrimenti non saresti qui. Quindi è la fidanzata di tua sorella. Oggi è il tuo compleanno perché il maglione è nuovo e dalla tua gentilezza e conoscenza deduco vuoi specializzarti in medicina -

John era letteralmente immobilizzato, riuscì a farfugliare solo – f-fantastico...davvero straordinario -. il biondo non si aspettò l'espressione dell'altro che sgranò gli occhi alzando ambe le sopracciglia  e disse: - davvero?-.

si certo, assolutamente -

bhé, non è quello che di solito mi dicono le persone..... quelle poche che ho incontrato -

e cosa ti dicono? – azzardò incuriosito l'ex soldato

fuori dai piedi – concluse la creatura, poi si guardarono e scoppiarono a ridere entrambi.

Mentre John finiva di bendare lo spilungone, questo disse – Holmes, Sherlock Holmes-

 

 

 

 

 

                                                                                                                                   Continua

 

   
 
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